Oltremare
- Nebbia |
Si
narra che quando cala la nebbia sulla manica gli inglesi dicano “il
continente è isolato”. Vera o non vera, l’immagine si sposa benissimo
con il modo inglese di guardare l’Europa. Oggi, tocca a me. Di solito
penso e scrivo i miei “Oltremare” con l’idea che io sono quella che
vive oltremare rispetto a chi legge. Ma a vedere la bandiera israeliana
fatta a pezzi da un’attivista indisturbata in piazza a Bruxelles, oggi
mi sento di dire “Oltremare siete voi”. Lontani, oltre il Mediterraneo
che si riempie di migranti, alcuni ce la fanno altri no, ma provarci
devono. Remoti, oltre al mare nostrum dei Romani, che avevano
assicurato brevemente una unità pur guerrafondaia e fittizia di questi
due lati che oggi sono così distanti e separati.
Di bandiere israeliane maltrattate se ne son viste tante, negli ultimi
trent’anni. Ne ho viste anche coi miei occhi, era il ’90 e su Israele
cadevano gli skud di Saddam Hussein. È stata l’ultima manifestazione di
piazza cui ho mai partecipato in Italia. Ricordo come fosse oggi
l’istante in cui ho girato le spalle al corteo e sono scomparsa in una
via laterale nella mia Torino Savoia tutta ordine e incroci a
quadretti, insultata dalla violenza dei manifestanti.
In Israele, noi curiamo malati gravi siriani che rotolano letteralmente
in territorio israeliano, sapendo che è la loro unica speranza. In
Israele, noi facciamo passare tonnellate di medicinale, cibo e
materiali da costruzione a Gaza, area dalla quale siamo usciti
definitivamente e che non è in alcun modo sotto il nostro controllo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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