Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

31 marzo 2016 - 21 Adar II 5776
header

IL MONITO DI RAV JONATHAN SACKS

“Ci troviamo ad affrontare un’era di terrore senza precedenti”

img header

Sono stato a New York in questi ultimi giorni per tenere una conferenza al Museo dell’11 Settembre che è stato costruito sul sito dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center. È un luogo di lutto e di commemorazione collettiva, che mostra i frammenti della malvagia rovina e i detriti della distruzione.
La cosa più commovente sono le fontane della memoria, che occupano le impronte degli edifici originali. Sui lati, scolpiti nel bronzo, ci sono i nomi delle quasi tremila vittime. A differenza della maggior parte delle fontane, qui l’acqua scorre verso il basso, e al centro scompare in un buco nero, un abisso. L’intenzione è quella di simbolizzare le vite perdute che non potranno mai essere restituite. Per quanta acqua fluisca, il vuoto non si riempie mai.
Dopo le tragedie dei giorni e delle settimane passate, tuttavia, il memoriale sembra contenere anche un altro messaggio. La violenza non ha mai fine. Sangue innocente continua a scorrere. Ogni pochi giorni ci sono nuove famiglie in lutto, e ancora più lacrime.

Nell’immagine rav Sacks durante una sua visita in Italia con il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.

Jonathan Sacks, rabbino, The Telegraph 29 marzo 2016

Leggi tutto

 

fascismo: quale museo?

Storici a confronto tra timori e opportunità

img header“Confesso di provare simpatia e un pizzico di compassione per il sindaco di quella piccola comunità che cerca di uscire da una sgradevole situazione – non è comparabile il suo ruolo istituzionale, con il più agevole compito di chi guida un luogo del martirologio nazifascista. Provo soprattutto forte l’istinto di proteggerlo dalla boria sovrana dei nostri storici ormai tutti sul piede di battaglia. L’un contro l’altro armati, ciò che rinvierà in eterno la realizzazione di un qualsiasi progetto condiviso”. Così scriveva nelle scorse settimane lo studioso Alberto Cavaglion commentando il progetto di realizzare a Predappio, comune di seimila anime in provincia di Forlì dove nacque Benito Mussolini, un museo del fascismo.
Da quando a metà febbraio è circolata la notizia dell’approvazione dell’opera, che dovrebbe costare sui cinque milioni di euro ed essere inaugurata nel 2019, gli storici italiani si sono effettivamente divisi. Per molti, il timore è quello di un’istituzione inadeguata a spiegare davvero cos’è stato il Ventennio fascista (contrari al Museo per esempio, Carlo Ginzburg e Simon Levi Sullam). Tanto più che Predappio è tuttora pellegrinaggio di tanti nostalgici e le simpatie fasciste trapelano in molti esercizi e abitanti, come racconta su Pagine Ebraiche il giovane austriaco Maximilian Aelfers, che ha svolto il suo servizio civile presso la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano e ancora tempo prima dell’annuncio era andato a Predappio a verificare la situazione.

Leggi tutto

 

Fascismo, quale museo?

Una visita a Predappio

img header

Sono un giovane austriaco di ventidue anni e ho svolto il mio Gedenkdienst (servizio civile alla Fondazione CDEC a Milano. Ho fatto una visita a Predappio con un altro Gedenkdiener, che compie il suo servizio alla Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Il luogo di nascita e di sepoltura di Benito Mussolini, con i suoi 6500 abitanti, si trova nella provincia Forlì-Cesena della regione Emilia-Romagna.
In questa zona ci sono molte zone viticole famose; Predappio non è tra esse.
I turisti che vanno a Predappio sono attirati da qualcos'altro. L'eredità del fascismo e del suo rappresentante Benito Mussolini.
I visitatori giornalieri vanno da circa 15 persone nei giorni feriali fino a migliaia di persone nei giorni delle ricorrenze fasciste; non è un segreto nella società italiana. Però mi pare che ci sia una grande indifferenza in Italia su queste visite. La banalizzazione dell'epoca del fascismo e di Mussolini è sfortunatamente ancora presente ed è parte della cultura storica.

Maximilian Aelfers

Leggi tutto

 

fascismo: quale MUSEO?

Il rischio della storia
"usa e getta"

A Predappio, città natale di Benito Mussolini che oggi ospita la sua tomba, sta per nascere un Museo del fascismo. La notizia, lanciata dalla Stampa, ha suscitato inevitabili discussioni. Alcune squisitamente politiche. Il fatto che il governo Renzi si sia immediatamente dichiarato favorevole, annunciando anche uno stanziamento di 5 milioni di euro, è stato criticato - sul «Domenicale» del Sole-24 Ore - da Carlo Ginzburg, che ha visto nell'iniziativa il marchio del progetto politico renziano del «partito della nazione». Il dibattito ha ovviamente chiamato in causa gli storici. Raccogliendo un appello di Tommaso Detti, Giovanni Gozzini e Marcello Flores (che è anche il coordinatore del progetto), oltre 50 studiosi - molto seri e niente affatto sedotti dai discorsi revisionisti - hanno dato il loro parere favorevole, mentre altri ne hanno criticato soprattutto la collocazione («perché non Fosso-li?» si è chiesto ad esempio Simon Levi Sullam).



Giovanni De Luna, La Stampa
27 marzo 2016


Leggi tutto

Fascismo, quale museo?

La sfida di Predappio
alla nostalgia del duce

“La Ducevita", titolò anni fa un giovane documentarista francese. Chissà cosa voleva dire con quella sua invenzione che richiama-a il film di Fellini. Sicuramente la Ducevita è una condizione esistenziale spezzata dove Mussolini è destino e condanna, marketing e vergogna, brand commerciale e memoria luttuosa. «Predappio è un luogo di contraddizioni», dice il sindaco Giorgio Frassineti seduto nel suo ufficio che fu la stanzetta del duce bambino, fasci littori ovunque, sulla scrivania, sulla mobilia ereditata dal passato, sulle pareti affrescate della sala grande illuminate da uno splendido Veni-ni. Frassineti è l'ultimo di una lunga serie di sindaci di sinistra che per settant'anni hanno governa to la città natale di Mussolini. Ma la contraddizione non è nella guida rossa o meglio rosé di un borgo originariamente nero, perché questa è storia d'Italia. La contraddizione è che il primo cittadino deve fare gli interessi della sua comunità. E se questo significa convivere con il fantasma di Mussolini, bisogna cercare di farlo al meglio e nel modo più redditizio.

Simonetta Fiori, La Repubblica
29 marzo 2016


Leggi tutto



Shir Shishi - una poesia per erev shabbat

Ciclamino

img headerGirando in rete ho trovato questo bellissimo sito, “Le opere di Dani Shalev”, in cui vengono introdotte liberamente decine di traduzioni di canti e poesie dall’ebraico in italiano e viceversa. E poiché la primavera è esplosa e in Israele, e tra gli anfratti delle rocce fioriscono gli ultimi ciclamini, riporto un noto canto popolare, tradotto dallo yiddish e diventato un caposaldo della cultura israeliana grazie al paroliere e noto educatore e scrittore per bambini, Levin Kipnis. In yiddish si parla di margheritine, in ebraico di ciclamini e in italiano, è la sfuggevole fioritura in Terra di Israele..
                                
Tra i sassi e un pino, di primo mattino,
un bel ciclamino sbocciò.
Il sole di Maggio, allungando un raggio,
la rosa corolla baciò.
 
“Oh bel ciclamino” - gli fa un uccellino -
“Su esci e fatti veder!”
Ma il ciclamino gioca a nascondino,
e uscir non ne vuole saper.

La vispa Elisabetta partì
con l’aurora, cogliendo ogni
ciuffo e fior. Col vento passeggiava,
melodie cantava, con le labbra piene d’amor.

Giu’ dalla collina è giunta Bettina,
un bel ciclamino sul cuor.
La rondine cinguetta e il vento carezza
e termina il canto del fior.

Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.