Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Quando
Aharon - Sommo Sacerdote e attore principale della inaugurazione del
Tabernacolo - vede che la presenza di Dio non scende su di esso, se ne
attribuisce la esclusiva colpa. Grande dote, commenta rabbi Yerucham
Levi di Mir, in un mondo di persone che, qualsiasi cosa accada di
negativo, ne attribuiscono sempre la responsabilità ad altri.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Nadav
e Avihù, pensando di rendere ancora più grazie a Dio, fanno un atto di
devozione che va oltre il consentito. Per questo sono puniti (Lev. 10,
1-2). Il fanatismo, diceva già tre secoli fa Shaftesbury, non è mai un
modo di dichiarare che si è più devoti, è solo un gesto che esprime
l’intenzione di dettare nuove regole. Non lo muove la fede, ma il
proposito di dominare.
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"Moschea a Milano, sì
ma ad alcune condizioni"
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Il
tema della moschea continua ad essere al centro della campagna
elettorale milanese. Sulle pagine locali del Corriere si riportano le
posizioni dei due principali contendenti. “Vorrei un confronto franco
con il presidente della Regione e vorrei chiedere a Maroni quale sia la
soluzione che lui propone per garantire a queste persone di poter
pregare e per evitare che si trovino in strada o negli scantinati”
afferma il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala. “C’è bisogno di
una moschea a Milano, ma bisogna farla secondo certi criteri” dice il
candidato del centrodestra Stefano Parisi, che vuole inoltre risposte
chiare su chi siano i finanziatori e avanza la richiesta che i sermoni
siano in italiano e i controlli rafforzati. “Con una legge nazionale”
sottolinea Parisi.
Due israeliani entrati a Gaza un anno fa sono tenuti in ostaggio da
Hamas, che ha anche i resti di due soldati uccisi nella guerra del
2014. Hamas ha pubblicato le foto dei due soldati uccisi, Oron Shaul e
Hadar Goldin, e del 29enne Avraham Mengistu e di un beduino del Negev,
“entrambi con problemi mentali” (Corriere, in breve).
Partirà da domani la fase operativa dell’accordo sui migranti siglato
tra la Turchia e l’Unione Europea. Restano però “molte incognite”, si
legge su La Stampa. E in questo senso l’annuncio fatto ieri
dall’Austria è “emblematico” dei tanti dubbi che serpeggiano
sull’efficacia di questo piano. Il governo di Vienna ha detto infatti
che effettuerà “controlli serrati alla frontiera del Brennero, anche
con l’impiego dei soldati”.
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MELAMED - BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR Leggere, crescere, stare insieme Apre
lunedì la Bologna Children’s Book Fair, la più importante fiera
internazionale dedicata ai libri per bambini e ragazzi. Come ogni anno
Pagine Ebraiche – nel numero attualmente in distribuzione – dedica
all’argomento il dossier “Leggere per crescere”, che viene distribuito a Bologna a cura dell’organizzazione stessa della fiera.
"Immagini e parole per stare insieme tra diversi" il titolo dell'ampio approfondimento, curato da Ada Treves.
Filo conduttore è infatti il tema dell'integrazione, mentre ospite
d'onore è la Germania. Una sessantina i libri in lingua tedesca
pubblicati recentemente che portano i piccoli lettori a confrontarsi
con questo argomento. Senza troppi discorsi, senza parole vuote,
l’editoria del paese che più si trova a fare i conti con una difficile
e faticosa integrazione ha preso in mano il proprio futuro.
Tra i vari appuntamenti il 6 aprile alle 17, al Caffè degli Autori,
alcuni amici e collaboratori del giornale ebraico dei bambini DafDaf
affronteranno il tema “Integrazione? Tutti presenti!” da diversi punti
di vista, confrontando la realtà editoriale tedesca con le esperienze
di chi lavora con i libri per bambini in Italia.
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I GRUPPI PROPAL ANNUNCIANO LA MOBILITAZIONE Liberazione, nuove ombre
sulle iniziative del 25 aprile Comunità
Palestinese di Roma e del Lazio; Comitato per non dimenticare Sabra e
Chatila; Comitato Con la Palestina nel cuore; Forum Palestina; Comitato
per non dimenticare il diritto al ritorno; Fronte Palestina (Roma);
UDAP; Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese; associazione “Amici dei
prigionieri palestinesi”; Rete Romana di solidarietà con il Popolo
Palestinese. Sono alcune tra le molte decine di sigle che, sotto il
cappello del Forum Palestina, hanno lanciato una mobilitazione per la
partecipazione attiva alle celebrazioni del prossimo 25 aprile.
Una presenza "militante antifascista, internazionalista, antisionista e
antimperialista" e da condurre "sulla scia dei risultati conseguiti lo
scorso anno". Così si legge in un appello che chiama a raccolta le
diverse espressioni della galassia propal in previsione di una riunione
organizzativa che si svolgerà giovedì prossimo nei locali della facoltà
di Fisica dell'Università La Sapienza di Roma.
"Invitiamo tutti e tutte ad intervenire alle celebrazioni del 25 aprile
2016 a Roma e a fare altrettanto in tutta Italia in maniera forte e
unitaria. Porteremo con noi la bandiera della Palestina, simbolo della
più lunga e accanita lotta contro l’invasore e l’oppressore dei nostri
tempi, e le bandiere di tutte le Resistenze" fanno sapere dal Forum
Palestina.
Parole che suonano inquietanti e che rischiano di seminare nuove
tensioni nell'intricato cammino che, ogni anno, avvicina alle
celebrazioni del 25 aprile. La festa della Resistenza intesa come
festival dell'antisionismo. Una pericolosa deriva che lo scorso anno
aveva portato all'inevitabile scissione tra Campidoglio e Anpi Roma,
protagonista di un corteo dove, su iniziativa di alcune di queste
associazioni, sono risuonati ancora una volta slogan di odio nei
confronti di Israele. Un pugno in faccia alla storia e alla memoria.
Anche a quella dei soldati della Brigata Ebraica che, giunti dalla
Palestina mandataria, contribuirono alla liberazione del paese dal
nazifascismo e i cui morti riposano oggi nel cimitero militare di
Piangipane.
L'appello lanciato dal Forum Palestina costituisce anche la prima gatta
da pelare per il nuovo Consiglio dell'Anpi Roma, che sarà nominato
nelle prossime ore al termine di una due giorni di congresso che ha
fatto seguito al recente commissariamento della sezione (tra i vari
motivi che hanno portato all'adozione della misura straordinaria
proprio la gestione dello scorso 25 aprile).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked Leggi
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Vedere e prevenire
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Da
tempo in Francia, una delle patrie elettive nel reclutamento dei
terroristi islamisti, si va discutendo della plausibilità di impedire
l’accesso collettivo ai siti che ne enfatizzano le gesta, compiendo
inoltre opera di indottrinamento verso il pubblico. La rilevanza
strategica della comunicazione online nella formazione dei Foreign
Fighters, oltre alla più generale azione di contatto e interconnessione
nel sistema a rete che il terrorismo alimenta, è di per sé una
questione indiscutibile. Quindi sul tavolo della politica e non solo di
essa. Già il 22 marzo 2012, dopo la morte di Mohamed Merah, il
terrorista islamista responsabile dell’assassinio a Montauban e a
Tolosa di tre bambini ebrei, di un loro insegnante e di tre militari,
l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, all’interno di un
pacchetto di misure di emergenza contro la criminalità politica, aveva
dichiarato che si andava profilando una nuova ipotesi di reato, il
delitto di consultazione reiterata di siti apologeti del terrorismo.
Claudio Vercelli
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