Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Cosa
devo fare per sentire il desiderio di studiare" chiese una persona al
rebbe di Kotzk. Rabbi Mendel non capì: "Come è possibile non avere
desiderio di una cosa così preziosa?"
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Con Face au passé (Éditions
Belin) lo storico francese Henry Rousso apre una partita che ci
riguarda da vicino. In sostanza, dice Rousso, la memoria vorrebbe darci
regole per il futuro, ma è impotente, o meglio la sua pretesa di
imporre “Mai più” si è rivelata fallace. Settant’anni dopo ci
ritroviamo di nuovo con l’antisemitismo e con nazionalismi xenofobi.
Difficile dargli torto. Il nostro problema tuttavia è che non
riusciamo a pensare una qualche forma di futuro, perché da tempo ci
abbiamo rinunciato: alcuni perché pensano che il presente sia il
migliore dei mondi possibili, altri perché, avendo costruito nel corso
del Novecento, sogni di futuro rivelatisi poi vere e proprie
catastrofi, hanno concluso che era meglio non farne più nulla e
limitarsi a vivere il presente. Ovviamente quelli che nel frattempo non
avevano alcuna intenzione di recedere dai loro sogni totalitari hanno
avanzato una nuova candidatura di futuro.
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Milano, è rebus moschea
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La
moschea a Milano è ancora un “rebus”, scrive la Stampa. Il quotidiano
torinese approfondisce oggi le molte complessità di un tema spinoso,
sospeso tra due poli: la necessità di assicurare un luogo di culto
dignitoso a molte migliaia di fedeli, ma anche l’urgenza di reprimere
possibili focolai di odio ed estremismo. La questione, si ricorda, è
anche e soprattutto politica: “Il sindaco Giuliano Pisapia ha il
progetto in agenda dal 2011. Il candidato sindaco del centrosinistra
Giuseppe Sala la vorrebbe. Quello del centrodestra Stefano Parisi è
possibilista ma deve fare i conti con la Lega. Poi c’è la Regione
governata da Roberto Maroni che si è messa di mezzo”.
Quanto la minaccia dell’estremismo islamico sia viva lo ha ricordato la
decisione del ministro dell’Interno Angelino Alfano di vietare negli
scorsi giorni l’ingresso in Italia a un predicatore invitato a un corso
di formazione per imam. Adesso, a detta di Magdi Cristiano Allam (Il
Giornale), servirebbe un ulteriore provvedimento: mettere fuorilegge
Fratelli Musulmani, “vietati in Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita
in quanto organizzazione terroristica” così come la filiale nei
Territori Palestinesi, Hamas, “è messa al bando in Israele, Usa e Ue”.
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno descrive l’accordo politico
siglato con Francesco Storace in questi termini: “Non è la somma di due
soggetti, Azione Nazionale e La Destra, ma qualcosa di più ampio.
Qualcosa che sia degno almeno un decimo di ciò che hanno fatto i nostri
padri” (Il Tempo).
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la TASK FORCE UCEI al lavoro Giovani, il futuro è adesso “Chi
è un leader? Chi valorizza gli altri, chi fa alzare la testa di tutti”.
Una lezione valida anche per i giovani, il grande laboratorio di futuro
dell’ebraismo italiano. A ricordarlo il rav Roberto Della Rocca, che ha
aperto con questo messaggio una partecipata riunione promossa dall’Area
formazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche in sintonia
con la task force strategica dell’ente. Strategie comuni nella
prospettiva di una relazione sempre più dinamica, positiva e di
cooperazione: questo l’orizzonte tracciato nell’incontro odierno.
Un'esperienza che ha scatenato una partecipazione convinta, entusiasta
e incontenibile. Sono quasi un centinaio i ragazzi coinvolti
nell'iniziativa, molti arrivati da tutte le comunità itaiiane, in
rappresentanza delle diverse anime e realtà dell’associazionismo
giovanile.
“Non esiste nell’ebraismo il concetto di ‘pochi ma buoni’. Non possiamo
quindi prescindere da una riflessione demografica, ma non possiamo
nemmeno dimenticarci che non siamo dei numeri. Soprattutto dobbiamo
rilanciare la sfida di fare rete, perché la nostra forza è nel dialogo
tra persone e posizioni diverse” ha sottolineato ancora il rav. Insieme
tra diversi: un concetto da sempre caro al rav, nella speranza che
possa trasformarsi presto in “un grande evento per over 18, che
coinvolga soprattutto i più lontani”.
A
prendere la parola anche l’assessore UCEI alle scuole e ai giovani
Guido Osimo, che ha manifestato l’intenzione di porsi il più possibile
“in posizione d’ascolto” così da poter cogliere idee, opinioni e
progetti direttamente dalla voce dei partecipanti. “Parlate,
raccontatevi. Sfruttiamo al massimo questa occasione” la sua
raccomandazione. Come stimolare la partecipazione? Per rispondere a
questo interrogativo, la coordinatrice della task force Simona
Nacamulli ha esaminato alcuni punti particolarmente caldi della ricerca
sociodemografica sull’ebraismo italiano condotta da Enzo Campelli.
Ad emergere, ha spiegato la Consigliera, il riconoscimento
dell’eterogenità “come valore aggiunto”. E il pluralismo, un dibattito
sempre più aperto, come requisito indispensabile per una vita
comunitaria più attiva e coinvolgente. Anche tra i più giovani. “Mai
come in questo momento è fondamentale tenere una prospettiva ampia,
avvalendoci delle opportunità che ci sono offerte anche in campo
europeo” ha sottolineato la coordinatrice della commissione UCEI
dedicata a giovani, scuola e formazione Daniela Pavoncello.
Numerosi gli stimoli emersi nelle sessioni di lavoro condotte da Dan
Wiesenfeld. Idee, progetti e prospettive future che sono oggetto in
queste ore di un vivace e proficuo confronto che si svolge alla
presenza, tra gli altri, dell’assessore UCEI al Bilancio Noemi Di Segni
e dell’assessore ai giovani della Comunità romana Giordana Moscati.
(Nell'immagine in alto un momento dei lavori, in basso Dan Wiesenfeld e i Consiglieri UCEI Guido Osimo e Simona Nacamulli)
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la task force ucei al lavoro L'unica strada è condividere Comunità
va cercando ch’è si cara…”: è questo il titolo della ricerca
sociodemografica sull’ebraismo italiano diretta dal professor Enzo
Campelli, docente di Metodologia delle scienze sociali all’Università
di Roma La Sapienza. L’indagine, pubblicata con questo titolo nel 2013
dall’editore Franco Angeli, è stata promossa dal Consiglio dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane. L’Unione stessa, preso atto del
rilievo di uno studio che colmava un vuoto di cinquant’anni dalla
precedente analisi svolta da Sergio della Pergola, ha deciso, nel 2014,
di costituire un gruppo di lavoro, una task force, composta da
Consiglieri ed esperti esterni, per analizzarne a fondo i risultati,
discuterne e pianificare eventuali misure per andare incontro alle
tante esigenze emerse. Il risultato più preoccupante, evidenziato dallo
studio, è stato quello del progressivo decremento della popolazione
ebraica, accompagnato da processi di disaffezione e conflittualità tali
da far presagire un totale sfaldamento delle comunità ebraiche
italiane.
Come
coordinatrice del gruppo di lavoro ho cercato di favorire un’analisi
che partisse da tale pericolo, per proporre azioni concrete dopo una
riflessione proficua e continuativa. L’obiettivo suggerito è stato
quello di svolgere un’analisi approfondita sulle criticità che possono
ripercuotersi negativamente sul futuro e la sopravvivenza delle
comunità italiane, per individuare strategie atte a garantire un
processo attivo e propulsivo, in grado di contrastare il declino. In
questa ottica, è stato naturale, per il gruppo di lavoro, concentrarsi
sui giovani, con una rilettura finalizzata dei risultati della ricerca,
per capire come rendere questa fascia generazionale più partecipe e
consapevole, avvicinarla alla Comunità, sviluppare a tal fine servizi
di aggregazione, formazione e supporto.
Simona Nacamulli, consigliere UCEI Leggi
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BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR Editoria: leggere per crescere,
i numeri confermano il trend Continua
a Bologna la crescita sia quantitativa che qualitativa della Fiera
internazionale del libro per bambini, che insieme al Weekend dei
giovani lettori costituisce ormai da anni una vera e propria Settimana
del libro per ragazzi. Facendo riferimento alla sola Bologna Children’s
Book Fair, i quattro giorni riservati ai professionisti del settore,
con la partecipazione di Pagine Ebraiche e DafDaf, sono aumentati del
16,8 per cento i visitatori stranieri, e del 4,1 per cento quelli
italiani, con un aumento medio di poco inferiore al dieci per cento.
Quasi 1300 espositori, giunti a Bologna da 74 nazioni, e un calendario
ricchissimo di incontri e appuntamenti di ogni genere che sono stati
seguiti da 856 giornalisti accreditati, provenienti da 40 paesi.
Interessante a questo proposito il commento di Maria Russo, Children’s
Book Editor del New York Times (nell'immagine), che oltre a un grande
apprezzamento di tutta la fiera, che visitava per la prima volta, ha
ammesso di essere molto colpita da come “l’America è veramente solo una
goccia in questo mare meraviglioso”. Leggi
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QUI CRACOVIA - SEGNALIBRO Il Dybbuk? È un'opera d'arte
Una
storia d'amore tormentata, misteri e misticismi, l'atmosfera speciale
della cultura ebraica est-europea, e il tocco di un maestro da Oscar. È
questo che rende il taccuino scritto, disegnato e annotato da Andrzej
Wajda, il celebre regista polacco che nel 1988 mise in scena con il
teatro Habimah prima a Cracovia e subito dopo in Israele la celebre
opera teatrale Dybbuk di S. Ansky, "un oggetto molto raffinato". Così
lo ha definito la curatrice Sarah Kaminski, professoressa
dell'Università di Torino, che insieme a Silvia Parlagreco l'ha
pubblicato come libro d'arte, prodotto dallo studio grafico Lucini,
Milano, e presentato dalle curatrici a Cracovia, alla Crikoteca del
museo Kantor, con il coordinamento della sua direttrice Natalia
Zarzecka e in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura, di cui
era presente il direttore Ugo Rufino. Alla presentazione del volume è
seguita la proiezione del documentario girato da Ami Drodz, in
occasione della messa in scena del Dybbuk a Tel Aviv. Come ospite
d'onore ha partecipato infine anche la costumista e scenografa Krystyna
Zachwatowicz, nonché moglie di Wajda. Leggi
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La morte come messaggio
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In
genere funziona quasi sempre così: al clamore procurato dagli attentati
si avvicenda un periodo, più o meno lungo, nel corso del quale l’azione
dei movimenti jihadisti non occupa la scena né, tanto meno, raccoglie
l’attenzione mediatica e, in immediato riflesso, dell’opinione
pubblica. In realtà, è proprio in ragione del ripetersi di queste fasi
di interregno, segnate ai loro estremi dalle violenze terroristiche
maggiormente eclatanti, che l’analisi si rende ancora più necessaria.
Non si tratta di stasi delle organizzazioni che mettono a segno gli
eventi peggiori, gli atti più trucidi, ma di calcolata assenza dal
proscenio occidentale. Nei luoghi delle guerre civili che hanno
scatenato, infatti, continuano invece ad imperversare come non mai,
martoriando le popolazioni civili, a partire da quelle cristiane. Più
che raccontarci delle loro strategie d’attacco il silenzio che ci
accompagna testimonia quindi della sostanziale incapacità, per parte
nostra, di andare oltre il clamore del momento. Più che indifferenza
parrebbe di avere a che fare con un meccanismo diffuso di rimozione.
Claudio Vercelli
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Il SettimanAle - Madre d'Israele |
Nata
a Lodz, in Polonia, da una madre sopravvissuta ai campi di sterminio e
da un padre che aveva perso l’intera famiglia nella Shoah, Sheffi Paz è
arrivata in Israele a 4 anni, passando per il ‘campo di transito’ di
Kiryat Ata. Poco più che ventenne, era fra i militanti pacifisti che
cercavano di ostacolare l’insediamento di un nucleo di coloni ebrei
religiosi nella zona di Nablus.
Alessandro Treves, neuroscienziato
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