Paolo Sciunnach,
insegnante
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Un aspetto unico caratterizza il Seder: il
dovere di parlare dell'Esodo deve avvenire attraverso domande e
risposte tra il padre e i figli. Quando tuo figlio domani ti chiederà:
Che significa ciò? Tu gli risponderai: Con braccio potente D-o ci ha
fatto uscire... Perché quell'insistenza sulla formulazione di domande?
Solo colui che veramente si pone delle domande sarà interessato alla
loro risposta. Esiste una domanda fondamentale che ognuno si deve fare
ogni volta che ascolta la Parola di D-o: Che cosa mi dice D-o? Perché
per nascere come popolo gli ebrei hanno dovuto passare per l'esperienza
della schiavitù in Egitto?
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Anna
Foa,
storica |
Non so se vi è capitato di vedere quel video
divenuto virale su FB in cui una passeggera chiede alla hostess di
cambiare posto perché seduta accanto ad un nero e la hostess
l’accontenta facendo un upgrade in prima classe al signore nero seduto
accanto a lei per evitargli di stare seduto accanto ad una persona
simile. Ecco, mi è tornato in mente leggendo di quel DJ inglese di
origine eritrea, e quindi dalla pelle nera, che è stato fatto scendere
da un volo Easy Jet da Roma Fiumicino a Londra per il colore della sua
pelle che aveva suscitato il panico su un possibile attentato fra i
passeggeri. Solo che questa volta questa storia di ordinario razzismo
non è a lieto fine. Certo, sono piccole cose, il DJ ha perso l’aereo,
non la vita. Oltre all’umiliazione, evidentemente. Ma sono il segnale
di un razzismo dilagante. Lo so, si è detto che non è razzismo ma
psicosi. Ma quale psicosi guarda innanzitutto al colore della pelle?
oltretutto sbagliando perché non mi sembra che il colore della pelle di
un eritreo sia simile a quella di un siriano. Allora, dobbiamo
considerare sospetti tutti quelli diversi dal bianco? e un signore
abbronzato, reduce da una vacanza? e il presidente Obama? No, stiamo
parlando di razzismo. Punto. Non è antisemitismo, certo, ma cosa
diremmo se i passeggeri in panico avessero fatto riferimento al naso
adunco di un altro passeggero,spiegando che la presenza a bordo di un
ebreo può provocare attentati? Il razzismo cresce ovunque, il
terrorismo lo favorisce ma non lo giustifica. E la cosa peggiore è che
non si limita a crescere, ma sta diventando legittimo. Anche
l’antisemitismo, d’altra parte, sta divenendo un’opinione come le
altre. C’è un legame? dobbiamo rifletterci, chissà mai che non sia
meglio metterci dalla parte di chi combatte il razzismo, senza se e
senza ma?
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Teheran aspetta Renzi
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Inizierà domani la visita del premier Matteo
Renzi a Teheran, primo leader occidentale in visita in Iran dopo
l’abolizione delle sanzioni legate al dossier nucleare. Come spiega La
Stampa (Fabio Martini), Renzi avrà incontri con la nomenclatura al
completo: “il presidente Rohani, l’ex presidente e capo dei
conservatori moderati Rafsajani e la guida suprema Khamenei”. Assieme
al presidente del Consiglio anche una importante delegazione
imprenditoriale della quale farà parte anche Claudio Descalzi, il
leader dell’Eni. “Un’impresa che incontra rispetto ovunque – si legge –
e in particolare in Iran, grazie all’azione pionieristica di un gigante
come Enrico Mattei”.
Sale ulteriormente la tensione tra Italia ed Egitto, con Il Cairo che
accusa Roma di voler “sfruttare” politicamente il caso di Giulio
Regeni. Gli egiziani sembrano aver mal digerito il richiamo
dell’ambasciatore, scrive Il Messaggero (Cristiana Mangani). Ma il
governo italiano insiste, richiedendo i tabulati. “Io rispetto gli
argomenti dei governi con cui abbiamo a che fare. Ma il buon senso dice
che nelle indagini si usano questi strumenti. Dalle Alpi alle Piramidi”
sottolinea il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
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LA
TASK FORCE UCEI AL LAVORO
"Noi,
i giovani, il futuro insieme L'orizzonte è la complessità"
“Sono
orgoglioso e soddisfatto. Per gli stimoli suscitati, per la voglia di
confronto e pluralismo che è emersa chiaramente nel corso dei lavori.
Un fatto confortante, perché la complessità è un orizzonte di dobbiamo
farci carico”. Non nasconde il proprio ottimismo il rav Roberto Della
Rocca, ideatore di una partecipata riunione che ha richiamato a Roma
molte decine di giovani in rappresentanza delle diverse anime
dell’ebraismo giovanile italiano. Obiettivo dell’evento, promosso
dall’Area formazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche in
sintonia con la task force strategica dell’ente, l’elaborazione di un
piano di strategie comuni “nella prospettiva di una relazione sempre
più dinamica, positiva e di cooperazione”. L’evento romano ha
costituito l’avvio di un percorso che sarà lungo e complesso. Ma i
segnali sono decisamente positivi, osserva il rav Della Rocca. E una
prova arriva dal fatto che tante ore trascorse insieme, insieme tra
diversi, abbiano scaturito un confronto “non di ideologie, ma di idee”.
Merito anche di Dan Wiesenfeld, esperto di formazione, “che ha condotto
con grande bravura questa giornata”. E merito anche dello staff
professionale dell’Unione e dei referenti interni al Consiglio, “che
hanno tutti contribuito al successo di questa iniziativa”.
“Ho
colto un’energia straordinaria, che ha messo in moto idee e proposte
concrete. Nel complesso, un incontro che ha dato segnali forti”
sottolinea la coordinatrice della task force UCEI Simona Nacamulli. A
colpirla, in particolare, l’alto livello d’istruzione dei ragazzi, la
loro conoscenza delle lingue, la complessità identitaria, la naturale
propensione ad approcciare mondi e realtà diverse. “Caratteristiche –
afferma – che dovrebbero portarci a riflettere sul modo in cui
tradizionalmente approcciamo un certo di problemi. C’è infatti una
significativa differenza tra questa generazione e quelle che l’hanno
preceduta. E questa diversità deve spingerci a rivedere le nostre
strutture, i nostri comportamenti usuali”. Anche in relazione alle
molte possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Un mondo che è ricco
sì di insidie, “ma anche di opportunità da cogliere”. Sottolinea
Nacamulli: “Quello di ieri va considerato il punto di partenza di un
lungo percorso. Le premesse sono comunque importanti, davvero
significative”.
“In
molti casi i ragazzi non si conoscevano, né sapevano dell’associazione
ebraica di cui gli altri compagni di tavolo erano i rappresentanti. Ne
è scaturita una giornata di lavoro proficua, con l’obiettivo di
replicarla due volte all’anno” afferma l’assessore UCEI a giovani e
scuola Guido Osimo. Tra tanti ragazzi la posizione dei ‘grandi’ è stata
prettamente d’ascolto, lontana il più possibile da eccessi retorici.
“In certi momenti – dice Osimo – mi è sembrato di stare sbirciando di
nascosto e con grande interesse un evento che solo in parte mi
riguardava e mi coinvolgeva. E sono molto contento di questa
sensazione”. “È troppo presto per capire quali delle idee che sono
venute fuori da questo primo brainstorming avranno una loro vita vera e
indipendente. Il mio primo feedback riguarda sostanzialmente come
dovrebbe porsi l’UCEI nei confronti dei giovani over 18. Da una parte,
le strutture dell’Unione che si occupano specificamente di questo tema
dovrebbero essere rafforzate, ripensate, riorganizzate. Dall’altra –
osserva Osimo – l’idea stessa che l’UCEI stia ora affidando in modo
completo alla sola Ugei il compito di rappresentare politicamente
l’ebraismo giovanile italiano sembra in parte inadeguata alla realtà”.
L’obiettivo, aggiunge Osimo, deve essere quello di dar vita a un forum
informale “che raduni tutte le associazioni giovanili” e che in parte
“è nato proprio questa domenica”.
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LO --->
parlano
gli esperti d'arte e diritto
I
Panama Papers, Modigliani
e
quella dubbia buona fede
"Se
l’opera ha una provenienza dubbia – e a maggior ragione in caso di
opere trafugate dai nazisti – i tribunali americani non si lasceranno
certo intimidire da uno schermo societario a Panama”. Così l’avvocato
ed esperto di diritto dell’arte Giuseppe Calabi, dello studio legale
CBM&Partners, intervistato da Pagine Ebraiche sul caso del quadro
di Modigliani trafugato dai nazisti durante la guerra, da anni al
centro di una disputa legale e tornato ora al centro delle cronache
perché citato nello scandalo dei Panama Papers. Proprio quest’ultimo
fatto, spiega il Guardian, potrebbe essere decisivo per portare a una
soluzione del contenzioso citato che vede da una parte l’unico erede
del mercante d’arte Oscar Stettinger, a cui il quadro era stato
sottratto dai nazisti, e dall’altra la Helly Nahmad Gallery di New
York, che nel 2008 aveva consegnato alla casa d’aste Sotheby il quadro
che si pensava perduto. L’opera in questione è Uomo seduto con bastone,
dipinto da Modigliani nel 1918 e stimato tra i 18 milioni e i 25milioni
di dollari. Venuto a conoscenza dell’asta Philippe Maestracci, nipote
di Stettinger, aveva sollevato molte domande sulla provenienza
dell’opera d’arte, convinto che fosse il pezzo mancante del patrimonio
di famiglia. “Una situazione di questo tipo – spiega il critico d’arte
Daniele Liberanome – rende invendibile il pezzo”. Anche un Modigliani,
diventato in questo periodo molto popolare tra i grandi collezionisti.
“Un Modì non lo manchi mai: il suo appeal – spiega Liberanome – nasce
proprio perché è immediatamente riconoscibile e appartiene a quella
generazione dei primi anni del Novecento il cui talento oggi è molto
apprezzato dai collezionisti”.
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qui
roma - mostra
L'abbraccio
che cambiò la storia
“Dialogare
è importante anche nel momento in cui sembra più impossibile”. Questo
il messaggio della mostra “1986-2016. Trentesimo anniversario dallo
storico abbraccio tra Papa Giovanni Paolo II e Rav Elio Toaff” che si
aprirà il 14 aprile al Museo ebraico di Roma, curata da Lia Toaff,
nipote del grande rabbino e uomo del dialogo che il 13 aprile del 1986
accolse per la prima volta nella storia un pontefice in sinagoga. La
mostra, che sarà presentata alla stampa mercoledì, precisamente
nell’anniversario da quell’abbraccio, nasce da una collaborazione fra
la Comunità ebraica e le Poste italiane. All’apertura parteciperanno
tra gli altri il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente della
Comunità ebraica Ruth Dureghello e la presidente di Poste Italiane
Luisa Todini. Un evento che, sottolinea Toaff, cade in concomitanza
anche con un altro anniversario, il primo dalla scomparsa del nonno,
ricordato dunque come figura fondamentale nella storia dei rapporti
ebraico-cristiani.
In realtà, specifica la curatrice, tutto ebbe inizio molto prima di
quel 13 aprile, e la mostra dà conto anche del lungo processo che portò
a quell’incontro.
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IL
VIAGGIO in polonia DEGLI STUDENTI LAZIALI
"La
Memoria è responsabilità"
Centinaia
di ragazze e ragazzi. In silenzio rigoroso, sul volto l’emozione di un
incontro straordinario con i ricordi dei Testimoni Sami Modiano e
Tatiana Bucci e con le parole di Marika Venezia, moglie dell’ex
sonderkommando Shlomo. Seconda giornata del Viaggio della Memoria
organizzato dalla Regione Lazio con il sostegno della Comunità ebraica
romana. Oggi è la giornata più dura, segnata dall’incontro con l’orrore
di Auschwitz e Birkenau. Partecipano all’iniziativa, tra gli altri, il
governatore Nicola Zingaretti, la presidente della Comunità ebraica
Ruth Dureghello, il presidente del Museo della Shoah Mario Venezia. “È
un’esperienza fortissima vedere tanti ragazzi coinvolti in un percorso
di educazione e formazione, ma soprattutto di responsabilità” ha
affermato Dureghello, rivolgendosi ai ragazzi. Il senso del viaggio, ha
spiegato Zingaretti, “è racchiuso in una frase di Primo Levi, ‘Se
comprendere è impossibile, conoscere è necessario’. Vi dovete
considerare come maratoneti della Memoria che passano il testimone,
perché questo viaggio è utile per voi ma sarà utilissimo se poi una
volta tornati a scuola e a casa saprete trasmettere a tutti gli altri
le emozioni e le sensazioni che avete provato”.
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Oltremare
- Bogie
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Moshe
“Bogie” Ya'alon non è un politico facondo e neanche particolarmente
simpatico. Ha sì, una vena ironica in fondo agli occhi, ma sorge il
dubbio che sia solo una latente miopia. Si potrebbe dubitare che sia in
effetti un politico, essendo una di quelle personalità che hanno fatto
la carriera militare tutta fino in fondo, e poi solo ad un certo punto,
relativamente tardi negli anni, hanno virato sulla politica attiva, per
arrivare al Ministero della Difesa per direttissima. Non è l'unico: in
Israele il passaggio osmotico fra esercito e politica fa parte della
quotidianità delle liste dei partiti ad ogni elezione.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Le
sfide del futuro
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Tra
le molte sfide che attendono l’Unione nei prossimi anni a mio avviso
una prevale e le riassume tutte. Come assicurare oggi e in futuro la
presenza viva di una pluralità di comunità ebraiche in Italia,
profondamente radicate nel territorio? La sfida è ambiziosa: declino
demografico, invecchiamento della popolazione, matrimoni misti e
famiglie allargate, aliot, insufficiente copertura dei ruoli rabbinici,
sono solo alcune delle cause che rendono via via più complesso (e
costoso) assicurare i servizi ebraici essenziali, specie nelle piccole
comunità.
Ugo Di Nola, Consigliere UCEI
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Quale
partecipazione |
Sul
notiziario quotidiano dell’otto aprile Gadi Luzzatto Voghera scrive, a
proposito della partecipazione dei vessilli della Brigata ebraica alla
manifestazione del 25 Aprile, che è necessario ragionare
sull’opportunità di allargare gli orizzonti della riflessione sul
significato della guerra di resistenza antifascista e antinazista
intrapresa in Italia e in Europa; onde dare un senso attuale, sostiene
che l’attenzione vada rivolta, oltre ai giovani ebrei arruolati nella
Brigata Palestinese e a quelli che lottarono nelle formazioni
partigiane, anche ai soldati britannici, francesi, americani, canadesi,
neozelandesi, polacchi, marocchini, algerini, tunisini, indiani,
sudafricani.
Emanuele Calo, consigliere UCEI
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