ETICA MEDICA E TRADIZIONE EBRAICA
Uomini, animali e piante: quali regole
per la sperimentazione
Il
progresso medico non può prescindere dalla sperimentazione su animali
e, successivamente, su esseri umani. Quali sono i criteri per una
sperimentazione regolamentata? In generale, si ritiene che sia
sufficiente il consenso informato da parte del paziente. È ormai
pratica comune che qualsiasi terapia e trattamento medico, tanto più se
sperimentale, richieda la firma di appositi moduli da parte del
paziente (o di un familiare, nel caso di pazienti minori o altrimenti
impossibilitati a decidere). D’altra parte, è difficile che il paziente
sia veramente informato; molto spesso il suo consenso è piuttosto
influenzato dalla volontà del medico o dello sperimentatore. In campo
ebraico, per molto tempo non ci si è occupati della questione, forse
anche perché essa non era stata sottoposta all’attenzione delle
autorità rabbiniche. Rabbi I. Jakobovits è stato fra i primi importanti
rabbini a interessarsi a fondo del problema. In sintesi, i punti
principali su cui ci si deve basare per una disamina della questione
sono: il valore della vita è infinito (questo punto ha rilevanza anche
per la discussione sull’eutanasia); ogni possibilità di cura, anche
lontana, in grado di salvare una vita umana va messa in atto a tutti i
costi; l’obbligo di preservare una persona da eventuali rischi per la
sua vita o la sua salute ricade su ognuno che sia in grado di farlo
(“Non rimanere inerte quando il tuo prossimo è in pericolo”, Levitico
19: 16); ogni vita ha lo stesso valore, senza distinzione di età, stato
di salute, livello sociale o culturale; non si ha il diritto di
rifiutare una cura atta a salvare la propria vita se ritenuta
necessaria da medici competenti; terapie, anche quelle che comportino
una certa dose di rischio, possono essere intraprese se hanno lo scopo
di impedire una morte altrimenti certa.
Gianfranco Di Segni, rabbino
Collegio Rabbinico Italiano e Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia, CNR, Roma
Questo intervento è stato
proposto nel corso di un incontro del ciclo di seminari organizzati da
Biblioteca Ambrosiana e Associazione Medica Ebraica, e promossi da
CO.RE.IS Italiana, Collegio IPASVI MI‐LO‐MB, Fondazione IRCCS Ca’
Granda. Il prossimo incontro ““Accoglienza e rispetto del pluralismo
religioso e culturale nelle strutture sanitarie”, è in programma
giovedì 14 aprile alle 16.30. Tra i relatori rav Ariel Di Porto,
rabbino capo di Torino, e Giorgio Mortara, presidente dell'Associazione
Medica Ebraica e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane.
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