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21 aprile 2016 - 13 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
È scritto nella Torah: “Shamòr eth chòdesh ha-avìv we-‘asìtha Fésach”, “Osserva il mese della primavera e farai Pésach”. La Torà ha ordinato che ci sia una cura particolare perché Pésach cada sempre in primavera, tanto che per averne sempre la certezza – visto che l’anno lunare è più corto di quello solare – come quest’anno si intercalano di tanto in tanto anni embolismici, di tredici mesi.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Alla fine ci sono i calci di rigore. Solo che alla squadra di Israele non è consentito di schierare il portiere, e la squadra avversaria segna liberamente a porta vuota. Questo è il succo di quanto è successo giovedí scorso nello studio di Rai 3 al programma L’Erba dei Vicini condotto da Beppe Severgnini. EdV è un gioco-con-approfondimento. Per fare uscire gli Italiani da un certo loro provincialismo, Severgnini presenta ogni settimana un confronto fra il Bel Paese e un’altra realtà internazionale. Lo lo fa con ricchezza di indagini filmate, interviste sul terreno, e anche un po’ di umorismo, su un certo numero di temi di interesse, con poi un confronto in studio fra due buoni conoscitori, uno della realtà italiana, l’altro di quella dell’altro paese prescelto. Poi il pubblico in studio e il popolo del Twitter votano a favore dell’uno o dell’altro paese e la serata finisce con un punteggio e con vincitori e vinti (o pareggio), come in un buon match di calcio. Giovedí sera era il turno di Italia-Israele.
 
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Oslo, i diritti di Breivik
l'assassino di Utoya
Un tribunale danese ha riconosciuto una parziale violazione dei diritti di Anders Behring Breivik, il neonazista che il 22 luglio 2011 massacrò 70 giovani sull'isola di Utoya. Breivik, condannato a 21 anni di reclusione, aveva fatto causa allo Stato sostenendo di subire in carcere un trattamento pari alla tortura.  “La Corte ha riscontrato nella vita sigillata del condannato la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea che vieta tortura e trattamenti disumani e degradanti – scrive il Corriere della Sera - troppo duro sopportare la solitudine in cella per 22-23 ore al giorno, la parete di vetro costituisce una 'misura di sicurezza sproporzionata', le autorità non hanno fatto nulla per alleviare le sofferenze del detenuto malgrado il suo comportamento 'esemplare'”.

Hamas, dietro l'attentato a Gerusalemme. Solo una breve di Avvenire riporta la notizia che dietro l'attentato ad un autobus di Gerusalemme di lunedì scorso, in cui sono rimaste ferite 21 persone, è stato rivendicato dal gruppo terroristico di Hamas. “La rivendicazione è giunta poco dopo che le autorità hanno annunciato la morte di uno due feriti più gravi, che non era stato identificato. Secondo Hamas era un giovane di 19 anni del campo profughi di Aida, vicino Betlemme”.

Il manoscritto di Bassani, la donazione al Meis. “Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi Contini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per sempre con te”, è la dedica scritta da Giorgio Bassani, di cui quest'anno si celebra il centenario dalla nascita, all'amica Teresa Foscari Foscolo sul manoscritto originale del Giardino dei Finzi-Contini. Quattro quaderni cartonati di grande formato, riporta il Corriere della Sera, che gli eredi della Foscari, in particolare il nipote Ferigo Foscari – che ricorda la nonna come una “donna colta, libera, spigolosa, faziosa, bellissima” - ha deciso di consegnare alla Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara. “La convenzione  siglata dal detentore con il Comune e con il Meis – scrive il Corriere - prevede che i quaderni siano esposti negli spazi di quest'ultimo, non appena il restauro dell'ex carcere sarà ultimato (gli studiosi disporranno delle copie digitali). Dice il presidente Dario Disegni: 'II fatto che le carte di Bassani avranno ospitalità nelle stesse celle in cui lo scrittore fu rinchiuso aggiunge un notevole significato simbolico'”.

I prodotti casher a Cibus. “Si attendono 70mila visitatori per il prossimo Cibus, il Salone dell'alimentazione organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare in programma dal 9 al 12 maggio. Tra le novità, una sezione dedicata ai prodotti certificati Halal, per i musulmani, e Kosher, per gli ebrei” (Avvenire).
 
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  davar
uCEi - verso il nuovo consiglio 
Milano, un ultimo adempimento
Trieste, ecco i due candidati

A Trieste la scelta sarà tra Joram Bassan e Mauro Tabor. “Comunità Aperta”, “WellCommunity per Israele”, “Milano per l’Unione – L’Unione per Milano”: questo l’ordine, da sinistra a destra, con cui compariranno le liste sulle schede elettorali della Comunità ebraica di Milano.
Con gli aggiornamenti e alcune correzioni pervenuti nelle ultime ore dalle Comunità si delinea in modo definitivo lo scenario che porterà alla composizione del nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il voto è previsto per domenica 19 giugno. Quattro le formazioni in corsa a Roma, tre invece a Milano. Scelta tra più candidati anche a Firenze e Livorno. Espressione diretta di un proprio rappresentante da parte dei Consigli di molte altre Comunità.
A Milano quest’oggi si è proceduto all’estrazione dell’ordine delle tre liste candidatesi, da cui usciranno i 10 Consiglieri di spettanza (il voto è nominale a suffragio universale – panachage). Una scelta voluta attraverso un’apposita delibera dal Consiglio comunitario per tutelare il voto dei propri iscritti ed evitare l’adozione di un criterio favorevole per una lista o per un’altra. A Milano gli elettori avranno la possibilità di esprimere un massimo di cinque preferenze, anche appartenenti a liste diverse (il voto infatti è nominale e non di lista). Se chi vota indica un numero di preferenze superiore a cinque, secondo il nuovo regolamento dell’Unione, la scheda non sarà più nulla bensì saranno considerati validi i primi cinque nominativi indicati, da sinistra a destra e – per i nominativi della stessa lista – dall’alto in basso. Da qui la decisione di procedere all’estrazione, in modo da non avvantaggiare nessuna lista sulla base di altri criteri (come ad esempio quello della presentazione).
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israele - l'elenco dei 150  
Gran Rabbinato, rivelata la lista
delle autorità riconosciute

La richiesta di trasparenza è arrivata da più ambienti coinvolgendo singoli cittadini, associazioni, rappresentanze di categoria.
Chi è autorizzato a certificare i processi di conversione all’ebraismo nella Diaspora? Chi può verificare l’identità ebraica dei singoli richiedenti? La risposta in una lista stilata dal Gran Rabbinato d’Israele in cui sono indicati 150 Maestri, rabbini capo e/o presidenti di tribunali rabbinici, attivi in 19 paesi, cui sarebbe accordata piena fiducia nell’esecuzione di tale pratica.
Diffusa da Itim, associazione che si propone di assistere i cittadini in diverse questioni burocratiche, la lista degli “accettabili” (così vengono definiti) è stata pubblicata da tutta la stampa israeliana che conta ed è oggetto, in queste ore, di un’attenta analisi da parte degli addetti ai lavori. Alcuni punti risultano infatti lacunosi e controversi: in primis vi è la necessità di depennare dall’elenco alcuni Maestri che nel frattempo sono venuti a mancare. O ancora, fa discutere la presenza di un paio di rabbini americani che, in passato, sono stati al centro di alcuni scandali.
Molto chiara invece la situazione in Italia, dove il Gran Rabbinato individua come referenti quattro Maestri: il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, il presidente emerito dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia Giuseppe Laras e il rav Gad Eldad, che è israeliano e che opera sia nel tribunale romano che in quello milanese.
L’attuale presidente Ari, rav Giuseppe Momigliano, parla di “segnale importante, di cui tener conto”.

(Nell'immagine, a sinistra il rabbino capo ashkenazita d'Israele rav David Lau, a destra il rabbino capo sefardita rav Yitzhak Yosef ).
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qui milano - presentata la fiera di parma
A Cibus il Casher è servito
Nel grande palcoscenico di Cibus – presentato nelle scorse ore a Milano, la fiera internazionale dedicata al cibo che si svolge ogni due anni a Parma, sarà nuovamente protagonista K.it, il marchio casher promosso dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In particolare, come spiega in una nota Fiere Parma, quest'anno (9-12 maggio) sarà aperta per la prima volta una sezione dedicata al mondo alimentare casher, ovvero con prodotti che rispettano le regole alimentari ebraiche. Secondo la stessa filosofia, sarà anche presente uno spazio dedicato al halal, ovvero ai prodotti che seguono le regole islamiche. “L'iniziativa – spiega Fiere Parma – fa parte del Progetto di promozione delle certificazioni agroalimentari Made in Italy promosse dal Ministero per lo Sviluppo economico in collaborazione con Federalimentari, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Centro italiano di cultura islamica”. “I comparti storici di Cibus sono affollati da tanti espositori, in parte nuovi in parte che tornano dopo qualche assenza – ha spiegato nel corso della presentazione della manifestazione a Milano Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – ma ospitiamo anche new entry come il fresco, il freschissimo con nuovi players della 4° gamma, l’ittico, lo showcase dei prodotti italiani Halal/Kosher. Cibusè ormai una kermesse con centinaia di show cooking, degustazioni, eventi di ogni tipo, oltre a 25 convegni e workshop”.
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Qui Roma - Il limmud in memoria del rav toaff
L'eredità di un Maestro
Una figura carismatica sia come guida spirituale di una Comunità che rinasceva dopo la guerra sia come Maestro e guida morale. Era tutto questo il rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff, ricordato ieri sera in un limmud organizzato dall'Ufficio rabbinico e dal Collegio rabbinico italiano al Tempio Maggiore della Capitale a un anno dalla sua scomparsa. A rendere il suo ruolo particolarmente significativo è stato, secondo Victor Magiar, Assessore alla Cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che ha portato il suo saluto introducendo la serata, la sua sensibilità verso i problemi della società, che lo portava a mettersi costantemente in discussione.
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qui torino
Fuga, resistenza o resa
Quali sono le possibilità di scelta davanti alle persecuzioni, oppressioni, guerre, sfruttamento? Se da una parte c’è la resistenza, dall’altra c’è la resa, o ancora la fuga dal proprio paese di residenza. Certo è che ognuna di queste opzioni, a suo modo, rappresenta un vero e proprio salto nel buio. L’incertezza applicata all’azione o alla non-azione è stata il filo conduttore della conferenza organizzata dalla Comunità Ebraica di Torino e dalla commissione cultura. Al tavolo dei relatori Franco Segre, consigliere della Comunità, Marco Brunazzi, vicepresidente dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini e Paolo Giaccaria, docente di geografia politica all’Università di Torino.

Alice Fubini
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il messaggio di auguri per pesach
Bergoglio scrive a rav Di Segni:
"Crescere insieme nell’amicizia"

"Nel fare memoria, con rinnovata gratitudine, del nostro incontro del 17 gennaio scorso, quando sono stato cordialmente accolto da Lei e dalla Comunità ebraica della sua città, desidero esprimere i più sentiti auguri per la festa di Pesach. Essa ricorda che l’Onnipotente ha liberato il Suo amato popolo dalla schiavitù e lo ha condotto alla Terra Promessa. Egli vi accompagni anche oggi con l’abbondanza delle Sue benedizioni, protegga la vostra Comunità, e nella Sua misericordia, doni a ciascuno la pace. Vi chiedo di pregare per me, mentre assicuro la mia preghiera per voi. L’altissimo ci conceda di poter crescere sempre di più nell’amicizia”.
Questo il messaggio inviato da papa Bergoglio al rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni a poche ore dalla festa di Pesach. 

pilpul
Setirot - Apri il passaggio
Gli Amici del Maghen David Adom mandano ai propri sostenitori gli auguri di Pesach con lo slogan “Apri il passaggio alle ambulanze” in mezzo a un disegno in cui il Mar Rosso miracolosamente si apre per lasciar passare gli automezzi. Un’altra scritta dice: “Pesach afferma che la libertà è un diritto inalienabile di ogni essere umano”. Già, appunto.
Chag Pesach sameach vekasher a tutti i lettori di Moked e alla bravissima redazione nonché al direttore a cui vanno la mia stima e la mia amicizia. 


Stefano Jesurum, giornalista

Time Out - Lo studio continua
Durante il seder di Pesach a un certo punto diciamo: “Anche se fossimo tutti saggi, tutti sapienti e tutti sapessimo la Torah, avremmo l’obbligo di raccontare l’uscita dall’Egitto”. Ci sono due insegnamenti in questa frase, il primo è che il racconto dell’uscita dall’Egitto è fondamentale per la nostra identità. La seconda è che questo obbligo è valido anche se fossimo tutti saggi, sapienti e conoscitori della Torah. Cioè, non esistono condizioni per smettere di farsi domande e per continuare a studiare. Essere ebrei significa principalmente questo.

Daniel Funaro
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In ascolto - Yehudi
La scorsa settimana, parlando del restyling del documentario sul processo di Norimberga, avevo segnalato il link a un’esecuzione di Yehudi Menuhin. Proprio domani ricorre il centenario della sua nascita, che verrà celebrato in diverse parti del mondo, anche in Italia, a Brescia, in un concerto con Uto Ughi.
La storia di Yehudi Menuhin comincia come le molte altre storie di emigrazione ebraica dall’Est Europa verso la Goldene Medina. Marutha e Moshe, erede di una famiglia che annoverava rabbini e studiosi eccellenti, avevano lasciato la Bielorussia ed erano giunti a New York, con tanti sogni e speranze. Qui avevano messo su casa e generato tre figli: Yehudi, Hephizba e Yalta, tre enfant prodige dal talento musicale e artistico straordinario.


Maria Teresa Milano
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La biblioteca di un'ospite
Capita solo a me – vi prego, ditemi di no – di sbirciare le librerie delle case dove sono stato invitato? Chi segue questi esercizi di lettura sa che sono un malato di libri, e spero comprenderà senza compatire questo sintomo.
Qualche settimana fa sono stato a Bruxelles, ospite per alcuni giorni di una amica di mia moglie – italiana, interprete alla Comunità Europea. Una gran bella casa, lei di una ospitalità generosa e discreta: la migliore possibile. Molti libri in tutte le lingue, naturalmente, ma soprattutto in italiano. In tali occasioni, rare – quando vado a casa di amici mi comporto più educatamente, oppure no, tanto sanno della mia mania… – , avendo ore di tempo, quando tutti dormono, io mi sfoglio lo sfogliabile: è come avere una biblioteca nuova tutta per me, almeno per qualche giorno.


Valerio Fiandra
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Un patto sempre vivo
“Bekol Dor VaDor Haiav Adam Lirot etAtzmò, Keillù U Iatzà MiMitzraim”. “In ogni generazione ognuno deve vedersi come se egli stesso fosse uscito dall’Egitto”.
Ogni generazione – leggiamo nell’Haggadah durante il Seder di Pesach – è dunque tenuta a considerarsi come personalmente uscita dall’Egitto: è infatti con l’uscita dall’Egitto che abbiamo avuto il Matan Torah, e poiché i miracoli non accadono spesso, la Torah ci ricorda il dovere del ricordo (mangerai matzah celebrando Pesach “affinché tu ricordi il giorno in cui uscisti dall’Egitto ogni giorno della tua vita”, Devarim16,3). Così, il precetto del ripercorrere il ricordo con la narrazione dell’Haggadah permette ad ognuno di noi di ripensare alla propria, personale uscita dal proprio, singolo Egitto. 


Sara Valentina Di Palma
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