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Elia Richetti,
rabbino
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È
scritto nella Torah: “Shamòr eth chòdesh ha-avìv we-‘asìtha Fésach”,
“Osserva il mese della primavera e farai Pésach”. La Torà ha ordinato
che ci sia una cura particolare perché Pésach cada sempre in primavera,
tanto che per averne sempre la certezza – visto che l’anno lunare è più
corto di quello solare – come quest’anno si intercalano di tanto in
tanto anni embolismici, di tredici mesi.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Alla
fine ci sono i calci di rigore. Solo che alla squadra di Israele non è
consentito di schierare il portiere, e la squadra avversaria segna
liberamente a porta vuota. Questo è il succo di quanto è successo
giovedí scorso nello studio di Rai 3 al programma L’Erba dei Vicini
condotto da Beppe Severgnini. EdV è un gioco-con-approfondimento. Per
fare uscire gli Italiani da un certo loro provincialismo, Severgnini
presenta ogni settimana un confronto fra il Bel Paese e un’altra realtà
internazionale. Lo lo fa con ricchezza di indagini filmate, interviste
sul terreno, e anche un po’ di umorismo, su un certo numero di temi di
interesse, con poi un confronto in studio fra due buoni conoscitori,
uno della realtà italiana, l’altro di quella dell’altro paese
prescelto. Poi il pubblico in studio e il popolo del Twitter votano a
favore dell’uno o dell’altro paese e la serata finisce con un punteggio
e con vincitori e vinti (o pareggio), come in un buon match di calcio.
Giovedí sera era il turno di Italia-Israele.
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Oslo, i diritti di Breivik
l'assassino di Utoya
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Un
tribunale danese ha riconosciuto una parziale violazione dei diritti di
Anders Behring Breivik, il neonazista che il 22 luglio 2011 massacrò 70
giovani sull'isola di Utoya. Breivik, condannato a 21 anni di
reclusione, aveva fatto causa allo Stato sostenendo di subire in
carcere un trattamento pari alla tortura. “La Corte ha
riscontrato nella vita sigillata del condannato la violazione
dell'articolo 3 della Convenzione europea che vieta tortura e
trattamenti disumani e degradanti – scrive il Corriere della Sera -
troppo duro sopportare la solitudine in cella per 22-23 ore al giorno,
la parete di vetro costituisce una 'misura di sicurezza
sproporzionata', le autorità non hanno fatto nulla per alleviare le
sofferenze del detenuto malgrado il suo comportamento 'esemplare'”.
Hamas, dietro l'attentato a Gerusalemme. Solo una breve di Avvenire
riporta la notizia che dietro l'attentato ad un autobus di Gerusalemme
di lunedì scorso, in cui sono rimaste ferite 21 persone, è stato
rivendicato dal gruppo terroristico di Hamas. “La rivendicazione è
giunta poco dopo che le autorità hanno annunciato la morte di uno due
feriti più gravi, che non era stato identificato. Secondo Hamas era un
giovane di 19 anni del campo profughi di Aida, vicino Betlemme”.
Il manoscritto di Bassani, la donazione al Meis. “Cara Teresa, senza il
tuo aiuto Il giardino dei Finzi Contini non sarebbe mai stato scritto.
Desidero che questi quaderni restino per sempre con te”, è la dedica
scritta da Giorgio Bassani, di cui quest'anno si celebra il centenario
dalla nascita, all'amica Teresa Foscari Foscolo sul manoscritto
originale del Giardino dei Finzi-Contini. Quattro quaderni cartonati di
grande formato, riporta il Corriere della Sera, che gli eredi della
Foscari, in particolare il nipote Ferigo Foscari – che ricorda la nonna
come una “donna colta, libera, spigolosa, faziosa, bellissima” - ha
deciso di consegnare alla Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara. “La
convenzione siglata dal detentore con il Comune e con il Meis –
scrive il Corriere - prevede che i quaderni siano esposti negli spazi
di quest'ultimo, non appena il restauro dell'ex carcere sarà ultimato
(gli studiosi disporranno delle copie digitali). Dice il presidente
Dario Disegni: 'II fatto che le carte di Bassani avranno ospitalità
nelle stesse celle in cui lo scrittore fu rinchiuso aggiunge un
notevole significato simbolico'”.
I prodotti casher a Cibus. “Si attendono 70mila visitatori per il
prossimo Cibus, il Salone dell'alimentazione organizzato da Fiere di
Parma e Federalimentare in programma dal 9 al 12 maggio. Tra le novità,
una sezione dedicata ai prodotti certificati Halal, per i musulmani, e
Kosher, per gli ebrei” (Avvenire).
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uCEi - verso il nuovo consiglio
Milano, un ultimo adempimento
Trieste, ecco i due candidati
A
Trieste la scelta sarà tra Joram Bassan e Mauro Tabor. “Comunità
Aperta”, “WellCommunity per Israele”, “Milano per l’Unione – L’Unione
per Milano”: questo l’ordine, da sinistra a destra, con cui
compariranno le liste sulle schede elettorali della Comunità ebraica di
Milano.
Con gli aggiornamenti e alcune correzioni pervenuti nelle ultime ore
dalle Comunità si delinea in modo definitivo lo scenario che porterà
alla composizione del nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
Il voto è previsto per domenica 19 giugno. Quattro le formazioni in
corsa a Roma, tre invece a Milano. Scelta tra più candidati anche a
Firenze e Livorno. Espressione diretta di un proprio rappresentante da
parte dei Consigli di molte altre Comunità.
A Milano quest’oggi si è proceduto all’estrazione dell’ordine delle tre
liste candidatesi, da cui usciranno i 10 Consiglieri di spettanza (il
voto è nominale a suffragio universale – panachage). Una scelta voluta
attraverso un’apposita delibera dal Consiglio comunitario per tutelare
il voto dei propri iscritti ed evitare l’adozione di un criterio
favorevole per una lista o per un’altra. A Milano gli elettori avranno
la possibilità di esprimere un massimo di cinque preferenze, anche
appartenenti a liste diverse (il voto infatti è nominale e non di
lista). Se chi vota indica un numero di preferenze superiore a cinque,
secondo il nuovo regolamento dell’Unione, la scheda non sarà più nulla
bensì saranno considerati validi i primi cinque nominativi indicati, da
sinistra a destra e – per i nominativi della stessa lista – dall’alto
in basso. Da qui la decisione di procedere all’estrazione, in modo da
non avvantaggiare nessuna lista sulla base di altri criteri (come ad
esempio quello della presentazione). Leggi
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israele - l'elenco dei 150
Gran Rabbinato, rivelata la lista
delle autorità riconosciute
La
richiesta di trasparenza è arrivata da più ambienti coinvolgendo
singoli cittadini, associazioni, rappresentanze di categoria.
Chi è autorizzato a certificare i processi di conversione all’ebraismo
nella Diaspora? Chi può verificare l’identità ebraica dei singoli
richiedenti? La risposta in una lista stilata dal Gran Rabbinato
d’Israele in cui sono indicati 150 Maestri, rabbini capo e/o presidenti
di tribunali rabbinici, attivi in 19 paesi, cui sarebbe accordata piena
fiducia nell’esecuzione di tale pratica.
Diffusa da Itim, associazione che si propone di assistere i cittadini
in diverse questioni burocratiche, la lista degli “accettabili” (così
vengono definiti) è stata pubblicata da tutta la stampa israeliana che
conta ed è oggetto, in queste ore, di un’attenta analisi da parte degli
addetti ai lavori. Alcuni punti risultano infatti lacunosi e
controversi: in primis vi è la necessità di depennare dall’elenco
alcuni Maestri che nel frattempo sono venuti a mancare. O ancora, fa
discutere la presenza di un paio di rabbini americani che, in passato,
sono stati al centro di alcuni scandali.
Molto chiara invece la situazione in Italia, dove il Gran Rabbinato
individua come referenti quattro Maestri: il rabbino capo di Roma
Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib, il
presidente emerito dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia Giuseppe Laras e
il rav Gad Eldad, che è israeliano e che opera sia nel tribunale romano
che in quello milanese.
L’attuale presidente Ari, rav Giuseppe Momigliano, parla di “segnale importante, di cui tener conto”.
(Nell'immagine, a sinistra il rabbino capo ashkenazita d'Israele rav
David Lau, a destra il rabbino capo sefardita rav Yitzhak Yosef ). Leggi
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qui milano - presentata la fiera di parma
A Cibus il Casher è servito
Nel
grande palcoscenico di Cibus – presentato nelle scorse ore a Milano, la
fiera internazionale dedicata al cibo che si svolge ogni due anni a
Parma, sarà nuovamente protagonista K.it, il marchio casher promosso
dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. In particolare, come
spiega in una nota Fiere Parma, quest'anno (9-12 maggio) sarà aperta
per la prima volta una sezione dedicata al mondo alimentare casher,
ovvero con prodotti che rispettano le regole alimentari ebraiche.
Secondo la stessa filosofia, sarà anche presente uno spazio dedicato al
halal, ovvero ai prodotti che seguono le regole islamiche.
“L'iniziativa – spiega Fiere Parma – fa parte del Progetto di
promozione delle certificazioni agroalimentari Made in Italy promosse
dal Ministero per lo Sviluppo economico in collaborazione con
Federalimentari, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Centro
italiano di cultura islamica”. “I comparti storici
di Cibus sono affollati da tanti espositori, in parte nuovi
in parte che tornano dopo qualche assenza – ha spiegato nel corso
della presentazione della manifestazione a Milano Elda
Ghiretti, Cibus Brand Manager – ma ospitiamo anche new
entry come il fresco, il freschissimo con nuovi players della 4° gamma,
l’ittico, lo showcase dei prodotti italiani Halal/Kosher. Cibusè
ormai una kermesse con centinaia di show cooking, degustazioni, eventi
di ogni tipo, oltre a 25 convegni e workshop”. Leggi
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qui torino
Fuga, resistenza o resa
Quali
sono le possibilità di scelta davanti alle persecuzioni, oppressioni,
guerre, sfruttamento? Se da una parte c’è la resistenza, dall’altra c’è
la resa, o ancora la fuga dal proprio paese di residenza. Certo è che
ognuna di queste opzioni, a suo modo, rappresenta un vero e proprio
salto nel buio. L’incertezza applicata all’azione o alla non-azione è
stata il filo conduttore della conferenza organizzata dalla Comunità
Ebraica di Torino e dalla commissione cultura. Al tavolo dei relatori
Franco Segre, consigliere della Comunità, Marco Brunazzi,
vicepresidente dell’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini e Paolo
Giaccaria, docente di geografia politica all’Università di Torino.
Alice Fubini
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il messaggio di auguri per pesach
Bergoglio scrive a rav Di Segni:
"Crescere insieme nell’amicizia"
"Nel
fare memoria, con rinnovata gratitudine, del nostro incontro del 17
gennaio scorso, quando sono stato cordialmente accolto da Lei e dalla
Comunità ebraica della sua città, desidero esprimere i più sentiti
auguri per la festa di Pesach. Essa ricorda che l’Onnipotente ha
liberato il Suo amato popolo dalla schiavitù e lo ha condotto alla
Terra Promessa. Egli vi accompagni anche oggi con l’abbondanza delle
Sue benedizioni, protegga la vostra Comunità, e nella Sua misericordia,
doni a ciascuno la pace. Vi chiedo di pregare per me, mentre assicuro
la mia preghiera per voi. L’altissimo ci conceda di poter crescere
sempre di più nell’amicizia”.
Questo il messaggio inviato da papa Bergoglio al rabbino capo di Roma
rav Riccardo Di Segni a poche ore dalla festa di Pesach.
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Setirot
- Apri il passaggio |
Gli
Amici del Maghen David Adom mandano ai propri sostenitori gli auguri di
Pesach con lo slogan “Apri il passaggio alle ambulanze” in mezzo a un
disegno in cui il Mar Rosso miracolosamente si apre per lasciar passare
gli automezzi. Un’altra scritta dice: “Pesach afferma che la libertà è
un diritto inalienabile di ogni essere umano”. Già, appunto.
Chag Pesach sameach vekasher a tutti i lettori di Moked e alla
bravissima redazione nonché al direttore a cui vanno la mia stima e la
mia amicizia.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time Out - Lo studio continua |
Durante
il seder di Pesach a un certo punto diciamo: “Anche se fossimo tutti
saggi, tutti sapienti e tutti sapessimo la Torah, avremmo l’obbligo di
raccontare l’uscita dall’Egitto”. Ci sono due insegnamenti in questa
frase, il primo è che il racconto dell’uscita dall’Egitto è
fondamentale per la nostra identità. La seconda è che questo obbligo è
valido anche se fossimo tutti saggi, sapienti e conoscitori della
Torah. Cioè, non esistono condizioni per smettere di farsi domande e
per continuare a studiare. Essere ebrei significa principalmente questo.
Daniel Funaro
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In ascolto - Yehudi |
La
scorsa settimana, parlando del restyling del documentario sul processo
di Norimberga, avevo segnalato il link a un’esecuzione di Yehudi
Menuhin. Proprio domani ricorre il centenario della sua nascita, che
verrà celebrato in diverse parti del mondo, anche in Italia, a Brescia,
in un concerto con Uto Ughi.
La storia di Yehudi Menuhin comincia come le molte altre storie di
emigrazione ebraica dall’Est Europa verso la Goldene Medina. Marutha e
Moshe, erede di una famiglia che annoverava rabbini e studiosi
eccellenti, avevano lasciato la Bielorussia ed erano giunti a New York,
con tanti sogni e speranze. Qui avevano messo su casa e generato tre
figli: Yehudi, Hephizba e Yalta, tre enfant prodige dal talento
musicale e artistico straordinario.
Maria Teresa Milano
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La biblioteca di un'ospite |
Capita
solo a me – vi prego, ditemi di no – di sbirciare le librerie delle
case dove sono stato invitato? Chi segue questi esercizi di lettura sa
che sono un malato di libri, e spero comprenderà senza compatire questo
sintomo.
Qualche settimana fa sono stato a Bruxelles, ospite per alcuni giorni
di una amica di mia moglie – italiana, interprete alla Comunità
Europea. Una gran bella casa, lei di una ospitalità generosa e
discreta: la migliore possibile. Molti libri in tutte le lingue,
naturalmente, ma soprattutto in italiano. In tali occasioni, rare –
quando vado a casa di amici mi comporto più educatamente, oppure no,
tanto sanno della mia mania… – , avendo ore di tempo, quando tutti
dormono, io mi sfoglio lo sfogliabile: è come avere una biblioteca
nuova tutta per me, almeno per qualche giorno.
Valerio Fiandra
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Un patto sempre vivo |
“Bekol
Dor VaDor Haiav Adam Lirot etAtzmò, Keillù U Iatzà MiMitzraim”. “In
ogni generazione ognuno deve vedersi come se egli stesso fosse uscito
dall’Egitto”.
Ogni generazione – leggiamo nell’Haggadah durante il Seder di Pesach –
è dunque tenuta a considerarsi come personalmente uscita dall’Egitto: è
infatti con l’uscita dall’Egitto che abbiamo avuto il Matan Torah, e
poiché i miracoli non accadono spesso, la Torah ci ricorda il dovere
del ricordo (mangerai matzah celebrando Pesach “affinché tu ricordi il
giorno in cui uscisti dall’Egitto ogni giorno della tua vita”,
Devarim16,3). Così, il precetto del ripercorrere il ricordo con la
narrazione dell’Haggadah permette ad ognuno di noi di ripensare alla
propria, personale uscita dal proprio, singolo Egitto.
Sara Valentina Di Palma
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