In primo piano in Gran BretagnA
Il Labour e l’inchiesta contro l’antisemitismo
Quale messaggio per la politica oggi
Nei
giorni in cui si vota per eleggere il sindaco a Londra e in varie
città, oltre che per rinnovare i consigli municipali di numerosi centri
del Regno Unito e i parlamenti di Galles e Scozia, il partito laburista
britannico si trova al centro di una contesa non elettorale per non
perdere la propria anima: l’inchiesta interna per indagare esternazioni
e sentimenti antisemiti nei suoi esponenti.
“Questo non è un problema soltanto per gli ebrei, è un problema per
l’intera società,” ha sottolineato il rabbino capo del Commonwealth
Ephraim Mirvis, in un editoriale a sua firma pubblicato dal Daily
Telegraph. “Non deve esistere oggi in Gran Bretagna alcun angolo in cui
l’antisemitismo possa annidarsi”. Il testo di rav Mirvis è dedicato in
gran parte a mettere chiarezza su quello che è uno dei punti
fondamentali della questione: il rapporto tra ebraismo e sionismo. “Il
sionismo rappresenta la convinzione nel principio di autodeterminazione
ebraica nella terra che da più di 3,000 anni è al centro del mondo
ebraico. Non è possibile separarlo dall’ebraismo, come non sarebbe
possibile dividere Londra dalla Gran Bretagna”.
Non è la prima volta che prese di posizione antisioniste e antisemite
scuotono il Labour. Lo stesso leader Jeremy Corbyn, eletto alla guida
del partito lo scorso settembre, è stato chiamato a chiarire diverse
dichiarazioni e rapporti con individui o organizzazioni negazioniste o
vicine al fondamentalismo islamico. A far scattare l’apertura ufficiale
dell’inchiesta sono state le parole di due esponenti di altro profilo
del partito, la parlamentare Naz Shah, e l’ex sindaco di Londra Ken
Livingstone, entrambi sospesi. Secondo quanto riportato dai media
britannici, sarebbero già 50 le persone nei confronti delle quali
sarebbero stati presi provvedimenti. A spiegare a Pagine Ebraiche le
loro impressioni su quanto sta accadendo oltre Manica, e il messaggio
che è importante trarne a livello italiano e internazionale, sono il
giornalista Stefano Jesurum, una delle anime del movimento Sinistra per
Israele, e Tobia Zevi, consigliere del Ministro degli Esteri e
presidente dell’Associazione Hans Jonas, già candidato alla segreteria
del Partito democratico di Roma nel 2013.
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