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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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A
Gerusalemme è morto un Signore. Un ebreo dalla identità consapevole, ma
mai urlata e dalle mitzvot consolidate, ma mai usate come armi o come
pietre per colpire gli altri. A Gerusalemme è morto un ebreo italiano
di un mondo e di una educazione ebraica di una generazione che trova il
suo senso più compiuto nelle parole del Salmo 92, 7: “ איש בער ל ידע
וכסיל לא יבין את זאת L’ignorante non può sapere e l’uomo stolto non può
comprenderlo”. Lì dove ignoranza, stoltezza, leggerezza, futilità mai
furono così distanti e così lontane dal Signore che ci ha lasciati e
dall’eredità che ci consegna. Una eredità fatta di una signorilità
ebraica e non ebraica che molto ha da insegnare alla nostra generazione
così pronta all’urlo, così decisa nella contrapposizione volgare,
nell’uso della propria identità come arma e delle proprie dita, che
battono sulle tastiere, come fucili.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Il
suo nome magari sparirà nel giro di pochi giorni, ma è bene che ce la
ricordiamo. Tess Asplund è, forse suo malgrado, un simbolo importante.
Donna, di colore, cittadina svedese, ha deciso d’istinto di manifestare
la sua contrarietà nei confronti di una marcia neonazista organizzata
da un gruppo la cui sola esistenza dimostra quanto fragili siano le
fondamenta su cui si basa la democrazia in Europa. È diventata virale
sul web la foto che la vede opporsi coraggiosamente a pugno chiuso al
cammino di questi nuovi “nazisti dell’Illinois”, già giustiziati in
passato dall’automobile di John Belushi nel mitico The Blues Brothers.
Con un semplice gesto, durato solo pochi secondi, Tess ha dimostrato
quanto sia urgente l’intervento di ognuno di noi, in prima persona.
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Londra, Khan-Goldsmith
il duello tra i candidati
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Si
attendono i risultati delle elezioni a Londra dove a sfidarsi sono il
laburista Sadiq Khan e il conservatore Zac Goldsmith. Gli exit poll (le
urne si sono chiuse ieri alle 23 ora italiana) danno in vantaggio il
primo. Se così fosse, scrive il Corriere della Sera, “si tratterebbe di
un evento storico: un musulmano governerebbe la capitale”. Se a Londra
i laburisti sembrano in vantaggio nel resto della Gran Bretagna (16
milioni i cittadini chiamati al voto) hanno perso il 9 per cento e la
guida del partito Jeremy Corbyn traballa sempre di più. “Qualcuno è
arrivato a definire esplicitamente Corbyn “incompetente” e “incapace
del ruolo di cui c’è bisogno”, – scrive Repubblica – mentre altri hanno
rimarcato che la recente controversia sull’antisemitismo ha senza
dubbio danneggiato il partito, così come i dissensi interni tra il
leader e l’ala moderata”. Sul fronte opposto il conservatore David
Cameron, alla guida del Paese, ha cambiato idea sui bambini siriani:
tenacemente contrario all’inizio, il premier Cameron, dopo una
risoluzione bipartisan del Parlamento in cui si chiedeva di dare
ospitalità a 3mila minori fuggiti dalla Siria e rimasti senza genitori,
ha fatto dietrofront e ha aperto alla possibilità di ospitare i
bambini, senza specificare il numero (Repubblica).
Yom HaShoah, Piero Terracina e il racconto dell’inferno. “Solo
conoscendo l’orrore è possibile scongiurare che si ripeta”, il
messaggio del Testimone Piero Terracina, tra le preziose voci della
Memoria italiana protagoniste a Roma della prima edizione italiana di
Zikaron BaSalon (Memorie dal Salone), un’iniziativa nata in Israele nel
2010, come racconta oggi il Corriere Roma. “L’idea è trasmettere la
memoria in maniera profonda innanzitutto ai ragazzi”, le parole al
Corriere di Giordana Moscati, assessore alle Politiche giovanili della
Comunità ebraica della Capitale. Ad ascoltare le parole dei
sopravvissuti, un numero ridotto di persone, non solo ebrei, “affinché
-spiega al quotidiano Giorgia Calò, assessore alla Cultura della Cer –
la testimonianza diventi un ricordo personale di chi ascolta,
un’immagine indelebile da tramandare a sua volta”.
Svezia, l’attivista che ha sfidato i neonazi. “Nei loro occhi ho visto
il peggio dell’Europa”, così Tess Asplund, la signora svedese di
origini africane divenuta famosa nel mondo per aver fermato da sola un
corteo di trecento neonazisti nella città svedese di Borlänge. “Ho
agito d’impulso li ho visti sfilare e mi sono detta: dobbiamo fermare
questi razzisti predicatori d’odio”, spiega la donna in un’intervista a
Repubblica.
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ucei - verso le elezioni
Roma, la parola ai candidati
Ampio
approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in
distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno,
quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A
confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse
formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati
presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno. A Roma, dove si
eleggeranno 20 Consiglieri con voto a suffragio universale
(liste bloccate), si sono presentate le liste “Menorah”, “Benè
Binah”, “Kol Israel” e “Israele siamo noi”.
Elezioni UCEI/Roma – Menorah: “Uniti per il bene comune”
La
domanda è: cosa lasceremo alle nuove generazioni? Che ebraismo
lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? E non parliamo solo in
termini di coesione interna, ma anche di sicurezza e rapporti con
l’esterno. Per questo all’ebraismo italiano servono persone autorevoli,
preparate e pacate”. Nasce da questa considerazione l’impegno della
lista “Menorah”, guidata dall’ex assessore alla Cultura della Comunità
ebraica romana Livia Ottolenghi. Un impegno che, ci spiega, non potrà
prescindere da un lavoro continuativo su più fronti. In qualunque campo
o settore ci si muova – afferma Ottolenghi – sarà fondamentale
contribuire all’instaurazione di un clima diverso, di grande
collaborazione, “all’interno del nostro mondo”.
“Basta con le provocazioni e le sterili contrapposizioni. Le sfide sono
importanti, direi esistenziali, serve coesione. Nel rispetto delle
differenze, ma anche dei tanti valori che ci accomunano. E soprattutto
con in testa un unico obiettivo: il bene comune”.
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Elezioni UCEI/Roma – Benè Binah: “Responsabilità e fiducia”
“Responsabilità,
forza di volontà, fiducia, senso di appartenenza. “Con queste linee
guida abbiamo affrontato le nostre prime esperienze in seno al
Consiglio dell’Unione e su questa linea intendiamo continuare” scrivono
nel programma i candidati della lista “Benè Binah”. Una formazione che
si presenta come evoluzione di Binah, lista interamente al femminile
nata nella scorsa tornata elettorale. “Seminare per il futuro”, lo
slogan del gruppo, che racchiude il concetto di lavorare oggi per
vivere in Comunità “accoglienti e sostenibili per il loro futuro,
ciascuna con il suo patrimonio di tradizioni e cultura” e per un ente
di raccordo e supporto che sia solido e autorevole e svolga pienamente
la sua funzione di “indiscutibile rappresentanza dell’intero ebraismo
italiano”.
Da Binah a Benè Binah. “Preservare ed evolversi” sono le parole chiave
per la capolista, Noemi Di Segni, attuale assessore al Bilancio UCEI e
Otto per Mille. Non una lista monocolore “in senso politico o
religioso” ma persone che, spiega, rappresentino trasversalmente e
davvero tutti, e che rifletta l’unità dell’ebraismo a livello locale e
nazionale. “Specialmente in un momento storico cosi critico”.
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Elezioni UCEI/Roma – Kol Israel: “Pregiudizio, minaccia viva”
“Impegno
costante e continuativo nelle nostre istituzioni. Forte identità
ebraica, che qualcuno ha ereditato e che qualcun altro si è costruito
invece nel tempo”. Questi gli elementi caratterizzanti della formazione
“Kol Israel” secondo Gianni Ascarelli, attuale assessore al Museo
ebraico di Roma e secondo nome in lista dopo la presidente della
Comunità Ruth Dureghello.
“Nostra intenzione – afferma Ascarelli – è di dare un segnale di
discontinuità rispetto a una gestione che, per quanto ci concerne, è
stata poco incisiva e assai poco percepita. Sia a Roma che nelle altre
Comunità. L’idea di fondo è che l’UCEI debba essere un po’ come una
mamma che ci porta per mano. E di quella mamma abbiamo tanto bisogno di
sentire di tanto in tanto un abbraccio”.
Tra i temi ritenuti di importanza prioritaria da parte degli esponenti
di Kol Israel spicca l’emergenza sociale, definita “tremenda” per gli
effetti che ha avuto nella Capitale e non solo. E inoltre, sottolinea
Ascarelli, la lotta all’antisemitismo, all’antisionismo e al Bds, il
movimento protagonista del boicottaggio di Israele nel commercio e
nelle università
Elezioni UCEI/Roma - Israele siamo noi: 'Impegno per il sociale'
“Ci
rispecchiamo fedelmente nei valori espressi dallo Stato di Israele e
siamo noi che dobbiamo batterci, dalla Diaspora, per difendere sempre e
comunque l’unico Stato democratico del Medio Oriente e culla delle
nostre radici ebraiche”. Principale animatore della formazione “Israele
siamo noi” (che sceglierà il proprio capolista nei prossimi giorni)
Raffaele Pace tiene a sottolineare una precisa eredità: il fatto che il
nome del gruppo derivi da un libro omonimo della giornalista Fiamma
Nirenstein. “Una persona a noi molto cara – dice – che ha guidato da
leader la nostra lista nelle ultime elezioni comunitarie a Roma”. La
lista nasce proprio attorno a quell’appuntamento e con persone già
impegnate nel mondo ebraico, “in particolare con le esperienze di
Yachad prima ed Efshar poi”. Ma anche con volti nuovi, “scesi in campo
per migliorare alcuni aspetti della vita comunitaria”.
A distinguere il proprio gruppo dalle altre liste, secondo Pace, è il fatto di essere “meno politicizzati e più operativi”. Leggi
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QUI TRIESTE - IL CONVEGNO
Grande guerra, assistenza ebraica
un contributo da riscoprire
Fu
un apporto significativo, di grande concretezza e valore morale. Una
pagina da riscoprire che sarà approfondita questa domenica, a partire
dalle 10, nelle sale del Museo ebraico di Trieste. In quella cornice
sarà infatti proposta un’importante giornata di studi dal titolo
“L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria al fronte della Grande
Guerra” organizzata dall’Associazione Medica Ebraica con il patrocinio
del Comune, della Comunità ebraica e dell’Università degli Studi.
Numerosi i relatori che hanno accolto l’invito del comitato scientifico
composto da Stefano Arieti (Bologna), Tullia Catalan (Trieste), Gadi
Luzzatto Voghera (Padova), Giorgio Mortara (Milano), Rosanna Supino
(Milano). Dopo i saluti istituzionali, moderati da Arieti e Supino,
interverranno Maddalena Del Bianco Cotrozzi su “La posizione degli
ebrei dell’Italia unita nella Prima Guerra”, Pierluigi Briganti su “La
partecipazione militare degli ebrei italiani alla Grande Guerra con
particolare riguardo ai medici e sanitari”, Giovanni Cecini (Roma) su
“L’assistenza sanitaria e religiosa ebraica sul fronte italiano
1915-1918″, Andrea Finzi su “Ebrei nella ‘Santé Militaire de l’Armée
Francaise': fra ‘Union sacrée’ e affermazione identitaria”, Matteo
Perissinotto su “Medici ebrei triestini fra lealismo all’Austria e
irredentismo”, Mauro Tabor su “Famiglie e comunità divise da ideologie
di appartenenza nazionale e l’amaro epilogo per tutti” e Daniele Roccas
su “Il personale sanitario militare di religione ebraica; collocazione
sul territorio e mansioni”. Al termine di un momento di confronto,
moderati da Giorgio Mortara e Mauro Tabor, gli ospiti del pomeriggio
approfondiranno storie di medici e crocerossine sul fronte. Alle 14.15
l’intervento di Pierpaolo Martucci su “La mobilitazione del sapere
medico-criminologico dal pacifismo di Cesare Lombroso alla svolta
interventista”, Stefano Arieti su “Docenti ebrei presso l’Università
Castrense di S. Giorgio di Nogaro”, Valerio Marchi su “Forti come un
uomo: due esemplari figure di crocerossine ebree friulane: Adele e
Fanny Luzzatto”, Rita Corsa su “Edoardo Weiss psichiatra al fronte: la
psicopatologia bellica nelle cartelle cliniche del manicomio di
Trieste”. La conclusione dei lavori è prevista per le 16.
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qui napoli
L'economia della segregazione
Si
tiene oggi a Napoli il seminario transdisciplinare con lo storico
Giacomo Todeschini intitolato "Modernità e segregazione tra finanza e
politica", nato sui temi dell'ultimo libro dello storico La Banca e il ghetto. Una storia italiana,
recentemente pubblicato da Laterza. Organizzato dall'Università degli
studi Suor Orsola Benincasa e dal Centro di Studi Ebraici
dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" mette insieme anche
Istituto di studi sulle Società del Mediterraneo del Consiglio
nazionale delle ricerche, Cismec e CeRC.
La discussione, aperta da Marina Caffiero de La Sapienza di Roma e da
Paolo Evangelista dell'Archivio Camera dei Deputati, vedrà gli
interventi di Paola Avallone, Raffaella Salvemini e Gemma Colesanti
(ISSM-CNR), Giancarlo Lacerenza (dell'Orientale), Ciro Pozzo in
rappresentanza dell'Università Suor Orsola Benincasa, e Ciro Tarantino
dell'Università della Calabria, coordinati da Vittoria Fiorelli.
Riprendiamo qui un estratto dal testo di Todeschini e un articolo della
storica Anna Foa sul volume, pubblicati nel numero di marzo di Pagine
Ebraiche. Leggi
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MOLTE INIZIATIVE NELLA GIORNATA
Yom HaShoah, l’Italia ebraica
vigila sulla sfida del ricordo
Molti
appuntamenti in tutta l’Italia ebraica per Yom haShoah, solenne
giornata di ricordo declinata nel segno dell’introspezione.
Significativo tra le varie iniziative l’esordio italiano di “Zikaron
baSalon”, iniziativa israeliana che permette a un pubblico ristretto,
in un contesto privato, di confrontarsi in modo più intimo con un
Testimone della Shoah.
“La mia porta è sempre aperta ai giovani” ha raccontato, in una
emozionante testimonianza seguita dalla nostra redazione, il
sopravvissuto Alberto Sed. Nei suoi occhi il dolore per le molte,
atroci, ferite del passato. Ma anche la consapevolezza del ruolo che
continua a svolgere, assieme agli altri Testimoni, per la difesa dei
valori fondamentali delle società democratiche e progredite. E quindi
la necessità di tracciare, segnare una via irrinunciabile.
”L’iniziativa si è rivelata un successo, lasciando un segno sia nei
testimoni che nei giovani che hanno ascoltato le loro parole.
Auspicabilmente, l’inizio di un percorso” sottolinea la direttrice del
centro di cultura ebraica Miriam Haiun, che fortemente ha collaborato
in questi giorni con assessorato alla Cultura, assessorato ai Giovani,
i vertici comunitari, Progetto Memoria e la Fondazione Museo della
Shoah.
(Nell’immagine Alberto Sed durante la sua testimonianza per Zikaron baSalon) Leggi
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Comuni e Comunità |
È
più che legittimo (anzi, direi, necessario) che i nostri Consigli
comunitari si adoperino per mantenere un dialogo costante e il più
possibile proficuo con le amministrazioni locali. Un sindaco, una volta
che è stato eletto, è il sindaco di tutti i cittadini, che lo abbiano
votato o meno. Come si debbano comportare le istituzioni comunitarie
nella fase preelettorale è certo meno evidente, tant’è che, a quanto
vedo dal dibattito in questo notiziario quotidiano, all’interno del
mondo ebraico ci sono posizioni molto variegate. Forse è impossibile
dettare regole di comportamento assolute, perché dipende dalle
situazioni locali, ma in generale mi sembra logico che gli ebrei
cerchino di informarsi su quali siano le proposte dei candidati sindaci
su temi che ci stanno particolarmente a cuore (antisemitismo, memoria,
Israele, ecc.). Devo dire che mi lascia un po’ più perplessa, invece,
l’idea di incontri ufficiali tra i candidati e le nostre figure
istituzionali (Presidente, Consiglio, Giunta). E ancora meno mi
convince l’idea di un coinvolgimento dei rabbini. Capisco bene che in
determinati contesti e in situazioni specifiche questo possa essere
necessario (come dicevo, è impossibile dettare regole generali), ma non
posso fare a meno di chiedermi quale impressione del mondo ebraico si
trasmetta al mondo esterno: una lobby che si muove compatta e unanime?
Un gruppo legato da interessi economici che vengono anteposti al bene
comune? Una setta di fanatici che segue ciecamente i consigli delle
proprie autorità religiose persino nella cabina elettorale? Queste
immagini non solo alimentano (come se ce ne fosse bisogno) i pregiudizi
antisemiti, ma sono anche platealmente false. Gli ebrei in realtà sono
tutt’altro che compatti, salvo su pochissimi temi, e a mio parere
questa grande varietà di opinioni è per noi un elemento di forza, non
di debolezza.
Anna Segre, insegnante
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Minaccia del presente |
Proprio
in questi giorni mi è capitato di vedere il film “Er ist wieder da”
(Lui è tornato) del regista David Wnendt – tratto dall’omonimo
bestseller di Timur Vermes -. Il film è una sorta di
documentario/mockumentary, dove il protagonista è Adolf Hitler che si
risveglia nella Germania dei nostri giorni, e dopo un lungo viaggio
all’interno del paese, approderà alla televisione con l’intento di
ritornare nuovamente al potere. Una commedia che finisce per diventare
davvero inquietante, soprattutto per le reazioni di approvazione che
molte persone proveranno nei confronti di Hitler, il quale pur sempre
scambiato come un comico conquisterà sempre più popolarità e
credibilità.
“Io voglio arrivare alla gente, ma non si arriva a nessuno se non ti
ascoltano, per questo sono disposto anche ad apparire così [ovvero come
un comico]” confesserà Hitler ad uno dei vari presentatori. Il confine
tra politico e comico è del resto molto labile ovunque, e la Germania
dei nostri giorni sembra un terreno nuovamente fertile per l’ex
cancelliere del Reich: la xenofobia è tornata in auge, e i tedeschi ne
avrebbero ormai abbastanza di fare i conti con il proprio passato.
Francesco Moises Bassano
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Diario di un soldato - Testimoni |
Una
cerimonia dall'atmosfera intensa, un susseguirsi di testimonianze e di
voci, di inni di speranza e frasi semplici pronunciate con grande
passione.
Una cerimonia solenne, sorprendentemente seria se teniamo in
considerazione lo spirito che da sempre contraddistingue gli
israeliani, per la circostanza, dai toni volutamente spenti.
Celebro così Yom HaShoah, per la prima volta in una base militare, per
la prima volta dal giorno dell'arruolamento, sotto un cielo privo di
stelle.
David Zebuloni
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