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6 maggio 2016 - 28 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
A Gerusalemme è morto un Signore. Un ebreo dalla identità consapevole, ma mai urlata e dalle mitzvot consolidate, ma mai usate come armi o come pietre per colpire gli altri. A Gerusalemme è morto un ebreo italiano di un mondo e di una educazione ebraica di una generazione che trova il suo senso più compiuto nelle parole del Salmo 92, 7: “ איש בער ל ידע וכסיל לא יבין את זאת L’ignorante non può sapere e l’uomo stolto non può comprenderlo”. Lì dove ignoranza, stoltezza, leggerezza, futilità mai furono così distanti e così lontane dal Signore che ci ha lasciati e dall’eredità che ci consegna. Una eredità fatta di una signorilità ebraica e non ebraica che molto ha da insegnare alla nostra generazione così pronta all’urlo, così decisa nella contrapposizione volgare, nell’uso della propria identità come arma e delle proprie dita, che battono sulle tastiere, come fucili.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Il suo nome magari sparirà nel giro di pochi giorni, ma è bene che ce la ricordiamo. Tess Asplund è, forse suo malgrado, un simbolo importante. Donna, di colore, cittadina svedese, ha deciso d’istinto di manifestare la sua contrarietà nei confronti di una marcia neonazista organizzata da un gruppo la cui sola esistenza dimostra quanto fragili siano le fondamenta su cui si basa la democrazia in Europa. È diventata virale sul web la foto che la vede opporsi coraggiosamente a pugno chiuso al cammino di questi nuovi “nazisti dell’Illinois”, già giustiziati in passato dall’automobile di John Belushi nel mitico The Blues Brothers. Con un semplice gesto, durato solo pochi secondi, Tess ha dimostrato quanto sia urgente l’intervento di ognuno di noi, in prima persona.
 
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Londra, Khan-Goldsmith
il duello tra i candidati
Si attendono i risultati delle elezioni a Londra dove a sfidarsi sono il laburista Sadiq Khan e il conservatore Zac Goldsmith. Gli exit poll (le urne si sono chiuse ieri alle 23 ora italiana) danno in vantaggio il primo. Se così fosse, scrive il Corriere della Sera, “si tratterebbe di un evento storico: un musulmano governerebbe la capitale”. Se a Londra i laburisti sembrano in vantaggio nel resto della Gran Bretagna (16 milioni i cittadini chiamati al voto) hanno perso il 9 per cento e la guida del partito Jeremy Corbyn traballa sempre di più. “Qualcuno è arrivato a definire esplicitamente Corbyn “incompetente” e “incapace del ruolo di cui c’è bisogno”, – scrive Repubblica – mentre altri hanno rimarcato che la recente controversia sull’antisemitismo ha senza dubbio danneggiato il partito, così come i dissensi interni tra il leader e l’ala moderata”. Sul fronte opposto il conservatore David Cameron, alla guida del Paese, ha cambiato idea sui bambini siriani: tenacemente contrario all’inizio, il premier Cameron, dopo una risoluzione bipartisan del Parlamento in cui si chiedeva di dare ospitalità a 3mila minori fuggiti dalla Siria e rimasti senza genitori, ha fatto dietrofront e ha aperto alla possibilità di ospitare i bambini, senza specificare il numero (Repubblica).

Yom HaShoah, Piero Terracina e il racconto dell’inferno. “Solo conoscendo l’orrore è possibile scongiurare che si ripeta”, il messaggio del Testimone Piero Terracina, tra le preziose voci della Memoria italiana protagoniste a Roma della prima edizione italiana di Zikaron BaSalon (Memorie dal Salone), un’iniziativa nata in Israele nel 2010, come racconta oggi il Corriere Roma. “L’idea è trasmettere la memoria in maniera profonda innanzitutto ai ragazzi”, le parole al Corriere di Giordana Moscati, assessore alle Politiche giovanili della Comunità ebraica della Capitale. Ad ascoltare le parole dei sopravvissuti, un numero ridotto di persone, non solo ebrei, “affinché -spiega al quotidiano Giorgia Calò, assessore alla Cultura della Cer – la testimonianza diventi un ricordo personale di chi ascolta, un’immagine indelebile da tramandare a sua volta”.

Svezia, l’attivista che ha sfidato i neonazi. “Nei loro occhi ho visto il peggio dell’Europa”, così Tess Asplund, la signora svedese di origini africane divenuta famosa nel mondo per aver fermato da sola un corteo di trecento neonazisti nella città svedese di Borlänge. “Ho agito d’impulso li ho visti sfilare e mi sono detta: dobbiamo fermare questi razzisti predicatori d’odio”, spiega la donna in un’intervista a Repubblica.
 
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  davar
ucei - verso le elezioni
Roma, la parola ai candidati 
Ampio approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno, quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno. A Roma, dove si
eleggeranno 20 Consiglieri con voto a suffragio universale
(liste bloccate), si sono presentate le liste “Menorah”, “Benè
Binah”, “Kol Israel” e “Israele siamo noi”.

Elezioni UCEI/Roma – Menorah: “Uniti per il bene comune”
La domanda è: cosa lasceremo alle nuove generazioni? Che ebraismo lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? E non parliamo solo in termini di coesione interna, ma anche di sicurezza e rapporti con l’esterno. Per questo all’ebraismo italiano servono persone autorevoli, preparate e pacate”. Nasce da questa considerazione l’impegno della lista “Menorah”, guidata dall’ex assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana Livia Ottolenghi. Un impegno che, ci spiega, non potrà prescindere da un lavoro continuativo su più fronti. In qualunque campo o settore ci si muova – afferma Ottolenghi – sarà fondamentale contribuire all’instaurazione di un clima diverso, di grande collaborazione, “all’interno del nostro mondo”.
“Basta con le provocazioni e le sterili contrapposizioni. Le sfide sono importanti, direi esistenziali, serve coesione. Nel rispetto delle differenze, ma anche dei tanti valori che ci accomunano. E soprattutto con in testa un unico obiettivo: il bene comune”.
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Elezioni UCEI/Roma – Benè Binah: “Responsabilità e fiducia”
“Responsabilità, forza di volontà, fiducia, senso di appartenenza. “Con queste linee guida abbiamo affrontato le nostre prime esperienze in seno al Consiglio dell’Unione e su questa linea intendiamo continuare” scrivono nel programma i candidati della lista “Benè Binah”. Una formazione che si presenta come evoluzione di Binah, lista interamente al femminile nata nella scorsa tornata elettorale. “Seminare per il futuro”, lo slogan del gruppo, che racchiude il concetto di lavorare oggi per vivere in Comunità “accoglienti e sostenibili per il loro futuro, ciascuna con il suo patrimonio di tradizioni e cultura” e per un ente di raccordo e supporto che sia solido e autorevole e svolga pienamente la sua funzione di “indiscutibile rappresentanza dell’intero ebraismo italiano”.
Da Binah a Benè Binah. “Preservare ed evolversi” sono le parole chiave per la capolista, Noemi Di Segni, attuale assessore al Bilancio UCEI e Otto per Mille. Non una lista monocolore “in senso politico o religioso” ma persone che, spiega, rappresentino trasversalmente e davvero tutti, e che rifletta l’unità dell’ebraismo a livello locale e nazionale. “Specialmente in un momento storico cosi critico”.

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Elezioni UCEI/Roma – Kol Israel:
“Pregiudizio, minaccia viva”
“Impegno costante e continuativo nelle nostre istituzioni. Forte identità ebraica, che qualcuno ha ereditato e che qualcun altro si è costruito invece nel tempo”. Questi gli elementi caratterizzanti della formazione “Kol Israel” secondo Gianni Ascarelli, attuale assessore al Museo ebraico di Roma e secondo nome in lista dopo la presidente della Comunità Ruth Dureghello.
“Nostra intenzione – afferma Ascarelli – è di dare un segnale di discontinuità rispetto a una gestione che, per quanto ci concerne, è stata poco incisiva e assai poco percepita. Sia a Roma che nelle altre Comunità. L’idea di fondo è che l’UCEI debba essere un po’ come una mamma che ci porta per mano. E di quella mamma abbiamo tanto bisogno di sentire di tanto in tanto un abbraccio”.
Tra i temi ritenuti di importanza prioritaria da parte degli esponenti di Kol Israel spicca l’emergenza sociale, definita “tremenda” per gli effetti che ha avuto nella Capitale e non solo. E inoltre, sottolinea Ascarelli, la lotta all’antisemitismo, all’antisionismo e al Bds, il movimento protagonista del boicottaggio di Israele nel commercio e nelle università

Elezioni UCEI/Roma - Israele siamo noi: 'Impegno per il sociale'
“Ci rispecchiamo fedelmente nei valori espressi dallo Stato di Israele e siamo noi che dobbiamo batterci, dalla Diaspora, per difendere sempre e comunque l’unico Stato democratico del Medio Oriente e culla delle nostre radici ebraiche”. Principale animatore della formazione “Israele siamo noi” (che sceglierà il proprio capolista nei prossimi giorni) Raffaele Pace tiene a sottolineare una precisa eredità: il fatto che il nome del gruppo derivi da un libro omonimo della giornalista Fiamma Nirenstein. “Una persona a noi molto cara – dice – che ha guidato da leader la nostra lista nelle ultime elezioni comunitarie a Roma”. La lista nasce proprio attorno a quell’appuntamento e con persone già impegnate nel mondo ebraico, “in particolare con le esperienze di Yachad prima ed Efshar poi”. Ma anche con volti nuovi, “scesi in campo per migliorare alcuni aspetti della vita comunitaria”.
A distinguere il proprio gruppo dalle altre liste, secondo Pace, è il fatto di essere “meno politicizzati e più operativi”.
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QUI TRIESTE - IL CONVEGNO
Grande guerra, assistenza ebraica
un contributo da riscoprire

Fu un apporto significativo, di grande concretezza e valore morale. Una pagina da riscoprire che sarà approfondita questa domenica, a partire dalle 10, nelle sale del Museo ebraico di Trieste. In quella cornice sarà infatti proposta un’importante giornata di studi dal titolo “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria al fronte della Grande Guerra” organizzata dall’Associazione Medica Ebraica con il patrocinio del Comune, della Comunità ebraica e dell’Università degli Studi.
Numerosi i relatori che hanno accolto l’invito del comitato scientifico composto da Stefano Arieti (Bologna), Tullia Catalan (Trieste), Gadi Luzzatto Voghera (Padova), Giorgio Mortara (Milano), Rosanna Supino (Milano). Dopo i saluti istituzionali, moderati da Arieti e Supino, interverranno Maddalena Del Bianco Cotrozzi su “La posizione degli ebrei dell’Italia unita nella Prima Guerra”, Pierluigi Briganti su “La partecipazione militare degli ebrei italiani alla Grande Guerra con particolare riguardo ai medici e sanitari”, Giovanni Cecini (Roma) su “L’assistenza sanitaria e religiosa ebraica sul fronte italiano 1915-1918″, Andrea Finzi su “Ebrei nella ‘Santé Militaire de l’Armée Francaise': fra ‘Union sacrée’ e affermazione identitaria”, Matteo Perissinotto su “Medici ebrei triestini fra lealismo all’Austria e irredentismo”, Mauro Tabor su “Famiglie e comunità divise da ideologie di appartenenza nazionale e l’amaro epilogo per tutti” e Daniele Roccas su “Il personale sanitario militare di religione ebraica; collocazione sul territorio e mansioni”. Al termine di un momento di confronto, moderati da Giorgio Mortara e Mauro Tabor, gli ospiti del pomeriggio approfondiranno storie di medici e crocerossine sul fronte. Alle 14.15 l’intervento di Pierpaolo Martucci su “La mobilitazione del sapere medico-criminologico dal pacifismo di Cesare Lombroso alla svolta interventista”, Stefano Arieti su “Docenti ebrei presso l’Università Castrense di S. Giorgio di Nogaro”, Valerio Marchi su “Forti come un uomo: due esemplari figure di crocerossine ebree friulane: Adele e Fanny Luzzatto”, Rita Corsa su “Edoardo Weiss psichiatra al fronte: la psicopatologia bellica nelle cartelle cliniche del manicomio di Trieste”. La conclusione dei lavori è prevista per le 16.
 

qui napoli
L'economia della segregazione
Si tiene oggi a Napoli il seminario transdisciplinare con lo storico Giacomo Todeschini intitolato "Modernità e segregazione tra finanza e politica", nato sui temi dell'ultimo libro dello storico La Banca e il ghetto. Una storia italiana, recentemente pubblicato da Laterza. Organizzato dall'Università degli studi Suor Orsola Benincasa e dal Centro di Studi Ebraici dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" mette insieme anche Istituto di studi sulle Società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche, Cismec e CeRC.
La discussione, aperta da Marina Caffiero de La Sapienza di Roma e da Paolo Evangelista dell'Archivio Camera dei Deputati, vedrà gli interventi di Paola Avallone, Raffaella Salvemini e Gemma Colesanti (ISSM-CNR), Giancarlo Lacerenza (dell'Orientale), Ciro Pozzo in rappresentanza dell'Università Suor Orsola Benincasa, e Ciro Tarantino dell'Università della Calabria, coordinati da Vittoria Fiorelli.
Riprendiamo qui un estratto dal testo di Todeschini e un articolo della storica Anna Foa sul volume, pubblicati nel numero di marzo di Pagine Ebraiche.
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MOLTE INIZIATIVE NELLA GIORNATA
Yom HaShoah, l’Italia ebraica
vigila sulla sfida del ricordo

Molti appuntamenti in tutta l’Italia ebraica per Yom haShoah, solenne giornata di ricordo declinata nel segno dell’introspezione. Significativo tra le varie iniziative l’esordio italiano di “Zikaron baSalon”, iniziativa israeliana che permette a un pubblico ristretto, in un contesto privato, di confrontarsi in modo più intimo con un Testimone della Shoah.
“La mia porta è sempre aperta ai giovani” ha raccontato, in una emozionante testimonianza seguita dalla nostra redazione, il sopravvissuto Alberto Sed. Nei suoi occhi il dolore per le molte, atroci, ferite del passato. Ma anche la consapevolezza del ruolo che continua a svolgere, assieme agli altri Testimoni, per la difesa dei valori fondamentali delle società democratiche e progredite. E quindi la necessità di tracciare, segnare una via irrinunciabile.
”L’iniziativa si è rivelata un successo, lasciando un segno sia nei testimoni che nei giovani che hanno ascoltato le loro parole. Auspicabilmente, l’inizio di un percorso” sottolinea la direttrice del centro di cultura ebraica Miriam Haiun, che fortemente ha collaborato in questi giorni con assessorato alla Cultura, assessorato ai Giovani, i vertici comunitari, Progetto Memoria e la Fondazione Museo della Shoah.

(Nell’immagine Alberto Sed durante la sua testimonianza per Zikaron baSalon) 
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pilpul
Comuni e Comunità
È più che legittimo (anzi, direi, necessario) che i nostri Consigli comunitari si adoperino per mantenere un dialogo costante e il più possibile proficuo con le amministrazioni locali. Un sindaco, una volta che è stato eletto, è il sindaco di tutti i cittadini, che lo abbiano votato o meno. Come si debbano comportare le istituzioni comunitarie nella fase preelettorale è certo meno evidente, tant’è che, a quanto vedo dal dibattito in questo notiziario quotidiano, all’interno del mondo ebraico ci sono posizioni molto variegate. Forse è impossibile dettare regole di comportamento assolute, perché dipende dalle situazioni locali, ma in generale mi sembra logico che gli ebrei cerchino di informarsi su quali siano le proposte dei candidati sindaci su temi che ci stanno particolarmente a cuore (antisemitismo, memoria, Israele, ecc.). Devo dire che mi lascia un po’ più perplessa, invece, l’idea di incontri ufficiali tra i candidati e le nostre figure istituzionali (Presidente, Consiglio, Giunta). E ancora meno mi convince l’idea di un coinvolgimento dei rabbini. Capisco bene che in determinati contesti e in situazioni specifiche questo possa essere necessario (come dicevo, è impossibile dettare regole generali), ma non posso fare a meno di chiedermi quale impressione del mondo ebraico si trasmetta al mondo esterno: una lobby che si muove compatta e unanime? Un gruppo legato da interessi economici che vengono anteposti al bene comune? Una setta di fanatici che segue ciecamente i consigli delle proprie autorità religiose persino nella cabina elettorale? Queste immagini non solo alimentano (come se ce ne fosse bisogno) i pregiudizi antisemiti, ma sono anche platealmente false. Gli ebrei in realtà sono tutt’altro che compatti, salvo su pochissimi temi, e a mio parere questa grande varietà di opinioni è per noi un elemento di forza, non di debolezza.

Anna Segre, insegnante
 

Minaccia del presente
Proprio in questi giorni mi è capitato di vedere il film “Er ist wieder da” (Lui è tornato) del regista David Wnendt – tratto dall’omonimo bestseller di Timur Vermes -. Il film è una sorta di documentario/mockumentary, dove il protagonista è Adolf Hitler che si risveglia nella Germania dei nostri giorni, e dopo un lungo viaggio all’interno del paese, approderà alla televisione con l’intento di ritornare nuovamente al potere. Una commedia che finisce per diventare davvero inquietante, soprattutto per le reazioni di approvazione che molte persone proveranno nei confronti di Hitler, il quale pur sempre scambiato come un comico conquisterà sempre più popolarità e credibilità.
“Io voglio arrivare alla gente, ma non si arriva a nessuno se non ti ascoltano, per questo sono disposto anche ad apparire così [ovvero come un comico]” confesserà Hitler ad uno dei vari presentatori. Il confine tra politico e comico è del resto molto labile ovunque, e la Germania dei nostri giorni sembra un terreno nuovamente fertile per l’ex cancelliere del Reich: la xenofobia è tornata in auge, e i tedeschi ne avrebbero ormai abbastanza di fare i conti con il proprio passato.


Francesco Moises Bassano
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Diario di un soldato - Testimoni
Una cerimonia dall'atmosfera intensa, un susseguirsi di testimonianze e di voci, di inni di speranza e frasi semplici pronunciate con grande passione.
Una cerimonia solenne, sorprendentemente seria se teniamo in considerazione lo spirito che da sempre contraddistingue gli israeliani, per la circostanza, dai toni volutamente spenti.
Celebro così Yom HaShoah, per la prima volta in una base militare, per la prima volta dal giorno dell'arruolamento, sotto un cielo privo di stelle.


David Zebuloni
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