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17 luglio 2016 - 11 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Coloro che abbiamo amato e perso vivono in noi, così come noi viviamo in coloro che amiamo. Poiché l’amore è forte quanto la morte, e il bene che facciamo non muore mai.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Immaginare utopie è molto importante, ha detto George Steiner in un’intervista uscita in questi giorni di lutto. Pensare utopicamente è una risorsa molto importante non solo perché significa tentare di dare forma a un futuro, comunque non accontentarsi del presente, ma soprattutto rispondere senza paura nel tempo in cui qualcuno pensa di essere il padrone della morte altrui. Significa impegnarsi a fare in modo che la vita non sia una fatalità, un dato ripetuto, ma la costruzione di un diverso destino la cui costruzione è possibile solo in una visione dove tutti valgono uno.
Nizza, ancora italiani
tra i dispersi
L’azione terroristica a Nizza e il fallito golpe in Turchia continuano a monopolizzare l’attenzione dei media. “Una giornata col fiato sospeso, in un’altalena di buone e cattive notizie. E più spesso di notizie che non arrivano. Sono una decina gli italiani ‘desaparecidos’ nella strage di Nizza. Molti meno rispetto ai 31 che si contavano ieri mattina – scrive il Corriere – ma ancora troppi per chi cerca di sapere che fine hanno fatto un parente o un amico”.
È caccia intanto, da parte statunitense, al terrorista siriano Abou Mohammed al-Adnani. Supervisore del fronte esterno dell’Isis, coordina i combattenti in Occidente, come a Parigi o Bruxelles. Ma è anche l’ispiratore, attraverso i suoi sermoni, spiega Guido Olimpio, “delle azioni dei lupi solitari, dal killer di Orlando all’assassino di Nizza”.
Sul Mattino, una intervista-appello dell’ambasciatore israeliano Naor Gilon: “L’Europa deve fare presto. Ha il dovere di muoversi adesso, senza ulteriori ritardi, perché altrimenti – oltre al rischio di nuovi attentati, oltre alla minaccia terroristica jihadista – prenderanno il volo altri fenomeni non meno pericolosi: a cominciare dalla xenofobia, dal populismo e dai vari estremismi locali”.
Scrive il presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras sul Corriere: “Non è la prima volta e neppure l’ultima, siamo solo agli inizi. Non è nemmeno nuova l’idea di lanciarsi con mezzi motorizzati, più o meno grandi, contro la popolazione inerme. L’attentatore ha imparato dagli attentati di Hamas contro gli ebrei israeliani (per chiarire che Fratelli Musulmani, Hamas, Hezbollah e Daesh, pur diversi e concorrenti, rispondono a dottrine mortifere non dissimili). Non è nuova l’impreparazione di politici, critici televisivi e intellettuali, anche blasonati, a decifrare i fatti. Continua la politica suicida e ostinatamente ideologica per cui l’Islam non c’entra nulla”.

Compie 90 anni Arrigo Levi, grande giornalista, scrittore e consigliere politico, che ripercorre oggi sul Corriere le tappe più importanti della sua vita. “Semplicemente, mi è capitata la fortuna di fare quello che volevo fare” risponde quando gli si chiede quale sia stato il principale insegnamento ricevuto dalle sue esperienze in diversi ruoli: combattente in difesa di Israele, giornalista, consigliere di presidenti della Repubblica, padre. “Oggi, ufficialmente, Levi compie novanta anni. Ufficialmente perché in famiglia il suo compleanno viene festeggiato il 16 luglio, il 17 fu il giorno della registrazione anagrafica della nascita”.

Dove va la Turchia? Sono in tanti a chiederselo in chieste ore. “Guerra dentro e guerra fuori, tutto il contrario dello slogan ereditato da Ataturk, il fondatore della Turchia moderna: questa è in sintesi la situazione che stavivendo un Paese chiave per la stabilità internazionale. Dalla drammatica prova del golpe fallito emerge un Erdogan più forte all’interno, ma forse una Turchia più vulnerabile e paradossalmente più isolata sul piano internazionale, soprattutto se non si chiariranno i rapporti ambigui con gli Stati Uniti, la Nato e la stessa Unione europea” scrive Alberto Negri sul Sole 24 Ore. Non basta la ripresa delle relazioni con Israele e Putin, si legge ancora. La Russia non è più come prima soltanto un partner economico e del gas, “ma una superpotenza con cui la Turchia confina nella Siria di Assad, alle porte di casa, in un’area come quella curda ultrasensibile per la sua stessa definizione di Stato unitario”. Quella che si gioca sulla frontiera siriana per la Turchia ma anche per l’Occidente è così “una partita vitale e assai pericolosa”.
 
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  davar
il consiglio dell'ebraismo italiano a roma 
UCEI, la nuova Giunta al lavoro
Varata questa mattina, nel corso dell’odierna riunione del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Roma, la nuova Giunta esecutiva dell’ente.
Accanto alla nuova presidente UCEI Noemi Di Segni, romana, agiranno due vicepresidenti, il Consigliere torinese Giulio Disegni (delega al Patrimonio) e il Consigliere milanese Giorgio Mortara (delega alle Politiche sociali).
In Giunta anche il rabbino Giuseppe Momigliano, che eserciterà la delega al Culto, il Consigliere bolognese David Menasci (Rapporti con le Comunità), il Consigliere milanese Guido Guetta (Bilancio), i Consiglieri romani Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e giovani), Gianni Ascarelli (Beni culturali) e Franca Formiggini Anav (Personale e affari legali). Assessorati fuori Giunta per Giacomo Moscati (Rapporti internazionali), David Meghnagi (Cultura) e Jacqueline Fellus (Casherut).
Grande la commozione, in apertura di seduta, per i recenti e tragici fatti di cronaca. In particolare per l’attentato di matrice islamica a Nizza, alle cui vittime è stato dedicato un minuto di silenzio dall’intero Consiglio. Un caloroso abbraccio è andato invece ad Arrigo Levi, giornalista, scrittore, consigliere politico e grande testimone di due secoli, che oggi compie 90 anni. Così come all’ambasciatore israeliano Naor Gilon (nell'immagine assieme al presidente dell'Unione Di Segni), giunto al termine del suo mandato e oggi ospite dei lavori. Nell’occasione il diplomatico ha inoltre introdotto la figura del suo successore, Ofer Sachs, di cui a breve sarà ufficializzata l’investitura.
Apprezzamento da parte dell’assemblea per le parole del rav Roberto Della Rocca, che ha invitato il Consiglio “a vincere il senso di sfiducia” che talvolta si respira un alcuni ambienti e a ripartire “con la speranza”.
Tra i vari punti all’ordine del giorno, la nomina del nuovo Collegio Sindacale UCEI Riccardo Bauer, Cesare Cava, Roberto Busnach.
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i 90 anni del grande giornalista italiano
"Arrigo Levi, modello di vita"
Auguri di Unione e Quirinale

Gran signore del giornalismo, a lungo Consigliere e Consulente personale dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uomo di fiducia dei massimi vertici dello Stato. Così il direttore della redazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale presentava una delle grandi figure del dopoguerra italiano, Arrigo Levi, in un'intervista rilasciata a Pagine Ebraiche. A lui oggi è andato l'augurio del mondo ebraico italiano e delle istituzioni per il suo novantesimo compleanno. “Ti giunga tutto l'affetto di tutto il Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per l'importante traguardo che festeggi in queste ore -  il messaggio del Presidente dell'Unione Noemi Di Segni - La tua vicenda personale, gli importanti traguardi che hai conseguito nella professione di giornalista, costituiscono un luminoso esempio per molte generazioni di ebrei italiani che a te guardano come a uno dei più fulgidi testimoni e narratori dello scorso e di questo secolo. Un cittadino del mondo, con solidi radici ebraiche, italiane e modenesi. Così ti descrivi nell'autobiografia Un paese non basta, straordinaria testimonianza di vita vissuta che hai voluto condividere con l'intera società. Un grande atto d'amore – conclude Di Segni - verso questo paese e verso la sua comunità ebraica di cui non ti saremo mai sufficientemente grati”. A entrambi Levi è profondamente legato, come ha raccontato lo stesso giornalista nella lunga intervista a Pagine Ebraiche – pubblicata di seguito-, rilasciata alla vigilia di un momento chiave per l'ebraismo italiano: il Congresso dell'UCEI tenutosi nell'anno delle celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia e a cui partecipò come ospite d'onore l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una figura e un'istituzione, spiegava Levi al giornale dell'ebraismo italiano, su cui gli italiani ripongono la propria fiducia. “Esiste un'Italia pacata, civile, che crede nelle Istituzioni, che continua a nutrire fiducia nel futuro. Questa Italia guarda al Quirinale”, spiegava Levi. E dal Quirinale oggi, guidato dal successore di Napolitano, il presidente Sergio Mattarella, sono arrivati gli auguri al giornalista per i suoi 90 anni: “Desidero esprimerle gli auguri più sinceri e rinnovarle i sensi della mia stima personale, insieme all’apprezzamento di tanti italiani maturato in virtù del Suo lavoro e del suo impegno civile, professionale, culturale – il messaggio di Mattarella - "La vita non le ha risparmiato avversità e momenti difficili, come il trasferimento forzato in America Latina, insieme alla sua famiglia, durante le persecuzioni razziali. Volontà e tenacia, le hanno consentito di contribuire alla ricostruzione del nostro Paese, al progresso della società, al consolidamento della libertà e della democrazia. Come giornalista e scrittore si è affermato per equilibrio, serietà, profondità, anche come acuto osservatore della realtà internazionale".
"Ha coltivato l’intelligenza del dubbio, senza mai rinunciare ad esprimere valori forti. Ha cercato il dialogo e il confronto quando sembrava arduo. Molti giovani giornalisti si sono formati grazie alla sua esperienza. Numerosi italiani hanno, attraverso i suoi programmi televisivi, coltivato riflessione e curiosità, scoprendo la qualità di una informazione non superficiale. La ringrazio anche per l’opera prestata, al servizio della Repubblica, in questa istituzione, accanto ai presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Lo ha fatto da italiano, con spirito di Patria. Per questo le invio un saluto speciale in questo giorno speciale, che la vede meritatamente onorato", conclude Mattarella.

(Nell'immagine, il ritratto di Arrigo Levi disegnato da Giorgio Albertini)
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i 90 anni del grande giornalista italiano
Arrigo Levi: “L’Italia, il coraggio
e l'esempio del Quirinale”

Scatta un saluto, ma sfugge un sorriso. I corazzieri che li attendono al termine della salita al Colle vorrebbero essere formali, ma senza rinunciare al loro contegno traspare un impercettibile gesto d’affetto. L’autunno consuma le sue ultime giornate fra scrosci cupi e improvvise, brillanti schiarite. Roma attende inquieta l’inverno politico più incerto. Una nuova volta gli interrogativi della politica e dell’economia portano molti sguardi a convergere sul Quirinale. Le prime pagine dei giornali, quando riescono a distogliersi da veleni, piazzate e vallette, raccontano di un’Italia che attende le sue risposte dalla Presidenza della Repubblica. Le stime della popolarità di cui gode il Quirinale, tradizionalmente sempre molto alte, sono in costante ascesa, ormai alle stelle. Sono dati che sfatano il luogo comune dello scetticismo anarchico e atavico appiccicato al popolo italiano. La gente è stufa di parole vacue e maldicenze. Ha voglia di credere in qualcosa di serio, cerca fatti e valori cui ancorare le proprie speranze. Il grande corpo del Quirinale che si estende dopo la facciata ufficiale non corrisponde all’immagine serena che si proietta sulla piazza con la fontana dei Dioscuri. Dietro le quinte molto lavoro e molte tensioni attraversano gli uffici. Arrigo Levi, stratega della Comunicazione di Carlo Azeglio Ciampi prima e di Giorgio Napolitano oggi, varca la soglia assieme al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Poche parole fra amici fanno da preludio a un momento molto atteso per tutti gli ebrei italiani. Napolitano ha accettato l’invito a partecipare al Congresso Ucei di dicembre. Per la prima volta un presidente della Repubblica sarà presente, a 150 anni dall’Unità d’Italia cui gli ebrei italiani diedero un contributo appassionato e incancellabile, alla massima assise della più antica minoranza della Diaspora. Quando il 6 dicembre si apriranno le porte della sala dove ad attenderlo troverà raccolti i delegati della minoranza ebraica in Italia, il Presidente non sarà accompagnato solo da un grande giornalista, ma anche da un uomo che torna a immergersi in tanti affetti e amicizie. Proprio sulla straordinaria vicenda degli ebrei italiani e sulla loro vocazione ad attraversare nella loro specificità da protagonisti le vicende del nostro paese, a questi 150 anni d’Italia sarà dedicato l’intervento della storica Anna Foa. E se al Congresso si parlerà della riforma dello Statuto dell’ebraismo italiano, di progetti, di decentramento, di capacità di raccogliere le risorse per garantire un futuro a un ebraismo piccolo nei numeri ma prezioso e complesso nei valori testimoniati in due millenni di storia; la presenza del Quirinale segnerà una parentesi di alto significato istituzionale.
Gran signore del giornalismo, a lungo Consigliere e ora Consulente personale del Presidente della Repubblica, uomo di fiducia dei massimi vertici dello stato, nel suo studio al Quirinale Arrigo Levi sembra incarnare tutto il destino della minoranza ebraica in Italia. Dalla piccola, gloriosa Comunità di Modena al mondo, dai primi passi nel mondo dei giornali al ruolo di direttore prestigioso e di interlocutore diretto dei grandi della terra, dall’esilio determinato dal fascismo e dalle leggi razziste all’autorevolezza di un consigliere ascoltato sul Colle per due settennati.
Sorride e sulla scrivania tutto soddisfatto dispiega un bigliettino. “Ottomilacinquecentottanta”, sillaba soddisfatto, leggendo il numero che porta segnato.

Cabala? Messaggi cifrati?
Se si tratta di un’intervista con il giornale dell’ebraismo italiano, ho pensato di documentarmi.

E questo numero, cosa significa?
È il numero dei Levi che si contano nelle Scritture. Sono andato a verificare, volevo sapere da quanti e da quali discendo.

Il Libro è un punto di riferimento anche nel tuo lavoro? Quando si è fatta strada questa consapevolezza?
Era il 1942. Eravamo esuli in Argentina. Mio padre aveva una Bibbia con sé. È stato un incontro all’inizio quasi casuale, non sapevo nemmeno cosa stessi cercando. Poi l’ho preso in mano e l’ho letto d’un fiato. Allora tutto è cambiato. La mia tesi di laurea sarebbe stata dedicata alle radici dell’Umanesimo nella Bibbia. È stata un’esperienza molto importante.

Prima di risalire all’origine di tutte le cose, partiamo dai giorni nostri e dalla vita quotidiana. La crisi delle istituzioni non ha eroso l’immagine del Quirinale…
Così dicono i dati più aggiornati. La Presidenza della Repubblica è in testa alla classifica delle realtà in cui gli italiani ripongono la loro fiducia. Sono indici molto alti, superiori anche a quelli della Chiesa.

Qualche numero?
Quirinale sempre sopra l’80 per cento della fiducia. Secondo alcune ricerche addirittura all’86. Berlusconi e Vendola secondo gli ultimi dati stanno al 39. Bersani al 37.

Perché?
Esiste una domanda latente. Esiste un’Italia pacata, civile, che crede nelle Istituzioni, che continua a nutrire fiducia nel futuro. Questa Italia guarda al Quirinale.

Guido Vitale, Pagine Ebraiche

(Nell'immagine Arrigo Levi assieme all'ex presidente UCEI Renzo Gattegna mentre sfogliano il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche e il giornale ebraico dei bambini DafDaf, nato appena poche settimane prima)

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qui roma - l'iniziativa al tempio maggiore
L’esempio di Elie Wiesel
Un Testimone della Shoah. Un leader militante per Israele. Un insegnante. Sono queste le tre identità con cui il direttore della Stampa Maurizio Molinari ha ricordato giovedì sera Elie Wiesel nel corso di una serata in sua memoria svoltasi a pochi giorni dalla sua scomparsa nel giardino del Tempio Maggiore di Roma. Un luogo scelto perché costituisce una metafora del ruolo plurale che ebbe Wiesel, “dal momento che si trova proprio in mezzo tra la Casina dei Vallati, la sede operativa della Fondazione Museo della Shoah di Roma, e la sinagoga, un luogo di studio, che lui riteneva così importante”, come ha spiegato il presidente della Fondazione Mario Venezia, che ha organizzato l’incontro, moderato dalla giornalista Ariela Piattelli.
Sia Venezia sia Molinari hanno condiviso con il pubblico il ricordo un loro incontro personale con Wiesel. Il primo nel 2010 quando il Testimone fu ospite d’onore della Camera dei Deputati per il Giorno della Memoria e in quell’occasione inaugurò anche una mostra della Fondazione; il secondo nei suoi anni passati a New York come corrispondente, dove frequentavano le stesse sinagoghe. Entrambi hanno messo in luce il contributo fondamentale di Wiesel nel delineare quello che deve essere il futuro della testimonianza e della trasmissione della Memoria della Shoah, quando chi l’ha vissuta in prima persona non ci sarà più.
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pilpul

Il male della banalità
Immaginare utopie è molto importante, ha detto George Steiner in un’intervista uscita in questi giorni di lutto. Pensare utopicamente è una risorsa molto importante non solo perché significa tentare di dare forma a un futuro, comunque non accontentarsi del presente, ma soprattutto rispondere senza paura nel tempo in cui qualcuno pensa di essere il padrone della morte altrui. Significa impegnarsi a fare in modo che la vita non sia una fatalità, un dato ripetuto, ma la costruzione di un diverso destino la cui costruzione è possibile solo in una visione dove tutti valgono uno.

Claudio Vercelli
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Il settimanAle - Dislessia
L’analisi della dislessia sembrava essersi fermata su un binario morto, ed i tuoi studi l’hanno rimessa in movimento, portando nuova luce su una complessa fenomenologia che ci era rimasta in gran parte oscura.” I complimenti del prof Tim Shallice, decano della neuropsicologia europea, hanno fatto particolarmente piacere a Naama Friedmann, le cui lezioni alla Scuola superiore di studi avanzati sono state fra le più apprezzate dell’incontro TEX2016 appena conclusosi. Naama, professoressa dell’Università di Tel Aviv e direttrice del suo programma interdisciplinare per studenti eccezionali, vincitrice l’anno scorso del premio Landau, lavora su molti aspetti dello sviluppo cognitivo nei bambini e delle disfunzioni del linguaggio negli adulti, e a Trieste ha raccontato di come siano emerse 19 tipologie diverse di dislessia.

Alessandro Treves, neuroscienziato
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