Jonathan Sacks, rabbino
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Coloro
che abbiamo amato e perso vivono in noi, così come noi viviamo in
coloro che amiamo. Poiché l’amore è forte quanto la morte, e il bene
che facciamo non muore mai.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Immaginare
utopie è molto importante, ha detto George Steiner in un’intervista
uscita in questi giorni di lutto. Pensare utopicamente è una risorsa
molto importante non solo perché significa tentare di dare forma a un
futuro, comunque non accontentarsi del presente, ma soprattutto
rispondere senza paura nel tempo in cui qualcuno pensa di essere il
padrone della morte altrui. Significa impegnarsi a fare in modo che la
vita non sia una fatalità, un dato ripetuto, ma la costruzione di un
diverso destino la cui costruzione è possibile solo in una visione dove
tutti valgono uno.
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Nizza, ancora italiani
tra i dispersi
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L’azione
terroristica a Nizza e il fallito golpe in Turchia continuano a
monopolizzare l’attenzione dei media. “Una giornata col fiato sospeso,
in un’altalena di buone e cattive notizie. E più spesso di notizie che
non arrivano. Sono una decina gli italiani ‘desaparecidos’ nella strage
di Nizza. Molti meno rispetto ai 31 che si contavano ieri mattina –
scrive il Corriere – ma ancora troppi per chi cerca di sapere che fine
hanno fatto un parente o un amico”.
È caccia intanto, da parte statunitense, al terrorista siriano Abou
Mohammed al-Adnani. Supervisore del fronte esterno dell’Isis, coordina
i combattenti in Occidente, come a Parigi o Bruxelles. Ma è anche
l’ispiratore, attraverso i suoi sermoni, spiega Guido Olimpio, “delle
azioni dei lupi solitari, dal killer di Orlando all’assassino di Nizza”.
Sul Mattino, una intervista-appello dell’ambasciatore israeliano Naor
Gilon: “L’Europa deve fare presto. Ha il dovere di muoversi adesso,
senza ulteriori ritardi, perché altrimenti – oltre al rischio di nuovi
attentati, oltre alla minaccia terroristica jihadista – prenderanno il
volo altri fenomeni non meno pericolosi: a cominciare dalla xenofobia,
dal populismo e dai vari estremismi locali”.
Scrive il presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana rav
Giuseppe Laras sul Corriere: “Non è la prima volta e neppure l’ultima,
siamo solo agli inizi. Non è nemmeno nuova l’idea di lanciarsi con
mezzi motorizzati, più o meno grandi, contro la popolazione inerme.
L’attentatore ha imparato dagli attentati di Hamas contro gli ebrei
israeliani (per chiarire che Fratelli Musulmani, Hamas, Hezbollah e
Daesh, pur diversi e concorrenti, rispondono a dottrine mortifere non
dissimili). Non è nuova l’impreparazione di politici, critici
televisivi e intellettuali, anche blasonati, a decifrare i fatti.
Continua la politica suicida e ostinatamente ideologica per cui l’Islam
non c’entra nulla”.
Compie 90 anni Arrigo Levi, grande giornalista, scrittore e consigliere
politico, che ripercorre oggi sul Corriere le tappe più importanti
della sua vita. “Semplicemente, mi è capitata la fortuna di fare quello
che volevo fare” risponde quando gli si chiede quale sia stato il
principale insegnamento ricevuto dalle sue esperienze in diversi ruoli:
combattente in difesa di Israele, giornalista, consigliere di
presidenti della Repubblica, padre. “Oggi, ufficialmente, Levi compie
novanta anni. Ufficialmente perché in famiglia il suo compleanno viene
festeggiato il 16 luglio, il 17 fu il giorno della registrazione
anagrafica della nascita”.
Dove va la Turchia? Sono in tanti a chiederselo in chieste ore. “Guerra
dentro e guerra fuori, tutto il contrario dello slogan ereditato da
Ataturk, il fondatore della Turchia moderna: questa è in sintesi la
situazione che stavivendo un Paese chiave per la stabilità
internazionale. Dalla drammatica prova del golpe fallito emerge un
Erdogan più forte all’interno, ma forse una Turchia più vulnerabile e
paradossalmente più isolata sul piano internazionale, soprattutto se
non si chiariranno i rapporti ambigui con gli Stati Uniti, la Nato e la
stessa Unione europea” scrive Alberto Negri sul Sole 24 Ore. Non basta
la ripresa delle relazioni con Israele e Putin, si legge ancora. La
Russia non è più come prima soltanto un partner economico e del gas,
“ma una superpotenza con cui la Turchia confina nella Siria di Assad,
alle porte di casa, in un’area come quella curda ultrasensibile per la
sua stessa definizione di Stato unitario”. Quella che si gioca sulla
frontiera siriana per la Turchia ma anche per l’Occidente è così “una
partita vitale e assai pericolosa”.
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il consiglio dell'ebraismo italiano a roma
UCEI, la nuova Giunta al lavoro
Varata
questa mattina, nel corso dell’odierna riunione del Consiglio
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Roma, la nuova Giunta
esecutiva dell’ente.
Accanto alla nuova presidente UCEI Noemi Di Segni, romana, agiranno due
vicepresidenti, il Consigliere torinese Giulio Disegni (delega al
Patrimonio) e il Consigliere milanese Giorgio Mortara (delega alle
Politiche sociali).
In Giunta anche il rabbino Giuseppe Momigliano, che eserciterà la
delega al Culto, il Consigliere bolognese David Menasci (Rapporti con
le Comunità), il Consigliere milanese Guido Guetta (Bilancio), i
Consiglieri romani Livia Ottolenghi (Scuola, formazione e giovani),
Gianni Ascarelli (Beni culturali) e Franca Formiggini Anav (Personale e
affari legali). Assessorati fuori Giunta per Giacomo Moscati (Rapporti
internazionali), David Meghnagi (Cultura) e Jacqueline Fellus
(Casherut).
Grande
la commozione, in apertura di seduta, per i recenti e tragici fatti di
cronaca. In particolare per l’attentato di matrice islamica a Nizza,
alle cui vittime è stato dedicato un minuto di silenzio dall’intero
Consiglio. Un caloroso abbraccio è andato invece ad Arrigo Levi,
giornalista, scrittore, consigliere politico e grande testimone di due secoli, che oggi compie 90 anni. Così
come all’ambasciatore israeliano Naor Gilon (nell'immagine assieme al
presidente dell'Unione Di Segni), giunto al termine del suo mandato e
oggi ospite dei lavori. Nell’occasione il diplomatico ha inoltre
introdotto la figura del suo successore, Ofer Sachs, di cui a breve
sarà ufficializzata l’investitura.
Apprezzamento da parte dell’assemblea per le parole del rav Roberto
Della Rocca, che ha invitato il Consiglio “a vincere il senso di
sfiducia” che talvolta si respira un alcuni ambienti e a ripartire “con
la speranza”.
Tra i vari punti all’ordine del giorno, la nomina del nuovo Collegio
Sindacale UCEI Riccardo Bauer, Cesare Cava, Roberto Busnach. Leggi
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i 90 anni del grande giornalista italiano
"Arrigo Levi, modello di vita"
Auguri di Unione e Quirinale
Gran
signore del giornalismo, a lungo Consigliere e Consulente personale
dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uomo di fiducia
dei massimi vertici dello Stato. Così il direttore della redazione
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale presentava
una delle grandi figure del dopoguerra italiano, Arrigo Levi, in
un'intervista rilasciata a Pagine Ebraiche. A lui oggi è andato
l'augurio del mondo ebraico italiano e delle istituzioni per il suo
novantesimo compleanno. “Ti giunga tutto l'affetto di tutto il
Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per l'importante
traguardo che festeggi in queste ore - il messaggio del
Presidente dell'Unione Noemi Di Segni - La tua vicenda personale, gli
importanti traguardi che hai conseguito nella professione di
giornalista, costituiscono un luminoso esempio per molte generazioni di
ebrei italiani che a te guardano come a uno dei più fulgidi testimoni e
narratori dello scorso e di questo secolo. Un cittadino del mondo, con
solidi radici ebraiche, italiane e modenesi. Così ti descrivi
nell'autobiografia Un paese non basta, straordinaria testimonianza di
vita vissuta che hai voluto condividere con l'intera società. Un grande
atto d'amore – conclude Di Segni - verso questo paese e verso la sua
comunità ebraica di cui non ti saremo mai sufficientemente grati”. A
entrambi Levi è profondamente legato, come ha raccontato lo stesso
giornalista nella lunga intervista a Pagine Ebraiche – pubblicata di
seguito-, rilasciata alla vigilia di un momento chiave per l'ebraismo
italiano: il Congresso dell'UCEI tenutosi nell'anno delle celebrazioni
del centocinquantenario dell'Unità d'Italia e a cui partecipò come
ospite d'onore l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Una figura e un'istituzione, spiegava Levi al giornale dell'ebraismo
italiano, su cui gli italiani ripongono la propria fiducia. “Esiste
un'Italia pacata, civile, che crede nelle Istituzioni, che continua a
nutrire fiducia nel futuro. Questa Italia guarda al Quirinale”,
spiegava Levi. E dal Quirinale oggi, guidato dal successore di
Napolitano, il presidente Sergio Mattarella, sono arrivati gli auguri
al giornalista per i suoi 90 anni: “Desidero esprimerle gli auguri più
sinceri e rinnovarle i sensi della mia stima personale, insieme
all’apprezzamento di tanti italiani maturato in virtù del Suo lavoro e
del suo impegno civile, professionale, culturale – il messaggio di
Mattarella - "La vita non le ha risparmiato avversità e momenti
difficili, come il trasferimento forzato in America Latina, insieme
alla sua famiglia, durante le persecuzioni razziali. Volontà e tenacia,
le hanno consentito di contribuire alla ricostruzione del nostro Paese,
al progresso della società, al consolidamento della libertà e della
democrazia. Come giornalista e scrittore si è affermato per equilibrio,
serietà, profondità, anche come acuto osservatore della realtà
internazionale".
"Ha coltivato l’intelligenza del dubbio, senza mai rinunciare ad
esprimere valori forti. Ha cercato il dialogo e il confronto quando
sembrava arduo. Molti giovani giornalisti si sono formati grazie alla
sua esperienza. Numerosi italiani hanno, attraverso i suoi programmi
televisivi, coltivato riflessione e curiosità, scoprendo la qualità di
una informazione non superficiale. La ringrazio anche per l’opera
prestata, al servizio della Repubblica, in questa istituzione, accanto
ai presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Lo ha fatto da
italiano, con spirito di Patria. Per questo le invio un saluto speciale
in questo giorno speciale, che la vede meritatamente onorato", conclude
Mattarella.
(Nell'immagine, il ritratto di Arrigo Levi disegnato da Giorgio Albertini) Leggi
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i 90 anni del grande giornalista italiano
Arrigo Levi: “L’Italia, il coraggio
e l'esempio del Quirinale”
Scatta
un saluto, ma sfugge un sorriso. I corazzieri che li attendono al
termine della salita al Colle vorrebbero essere formali, ma senza
rinunciare al loro contegno traspare un impercettibile gesto d’affetto.
L’autunno consuma le sue ultime giornate fra scrosci cupi e improvvise,
brillanti schiarite. Roma attende inquieta l’inverno politico più
incerto. Una nuova volta gli interrogativi della politica e
dell’economia portano molti sguardi a convergere sul Quirinale. Le
prime pagine dei giornali, quando riescono a distogliersi da veleni,
piazzate e vallette, raccontano di un’Italia che attende le sue
risposte dalla Presidenza della Repubblica. Le stime della popolarità
di cui gode il Quirinale, tradizionalmente sempre molto alte, sono in
costante ascesa, ormai alle stelle. Sono dati che sfatano il luogo
comune dello scetticismo anarchico e atavico appiccicato al popolo
italiano. La gente è stufa di parole vacue e maldicenze. Ha voglia di
credere in qualcosa di serio, cerca fatti e valori cui ancorare le
proprie speranze. Il grande corpo del Quirinale che si estende dopo la
facciata ufficiale non corrisponde all’immagine serena che si proietta
sulla piazza con la fontana dei Dioscuri. Dietro le quinte molto lavoro
e molte tensioni attraversano gli uffici. Arrigo Levi, stratega della
Comunicazione di Carlo Azeglio Ciampi prima e di Giorgio Napolitano
oggi, varca la soglia assieme al presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Poche parole fra amici fanno da
preludio a un momento molto atteso per tutti gli ebrei italiani.
Napolitano ha accettato l’invito a partecipare al Congresso Ucei di
dicembre. Per la prima volta un presidente della Repubblica sarà
presente, a 150 anni dall’Unità d’Italia cui gli ebrei italiani diedero
un contributo appassionato e incancellabile, alla massima assise della
più antica minoranza della Diaspora. Quando il 6 dicembre si apriranno
le porte della sala dove ad attenderlo troverà raccolti i delegati
della minoranza ebraica in Italia, il Presidente non sarà accompagnato
solo da un grande giornalista, ma anche da un uomo che torna a
immergersi in tanti affetti e amicizie. Proprio sulla straordinaria
vicenda degli ebrei italiani e sulla loro vocazione ad attraversare
nella loro specificità da protagonisti le vicende del nostro paese, a
questi 150 anni d’Italia sarà dedicato l’intervento della storica Anna
Foa. E se al Congresso si parlerà della riforma dello Statuto
dell’ebraismo italiano, di progetti, di decentramento, di capacità di
raccogliere le risorse per garantire un futuro a un ebraismo piccolo
nei numeri ma prezioso e complesso nei valori testimoniati in due
millenni di storia; la presenza del Quirinale segnerà una parentesi di
alto significato istituzionale.
Gran signore del giornalismo, a lungo Consigliere e ora Consulente
personale del Presidente della Repubblica, uomo di fiducia dei massimi
vertici dello stato, nel suo studio al Quirinale Arrigo Levi sembra
incarnare tutto il destino della minoranza ebraica in Italia. Dalla
piccola, gloriosa Comunità di Modena al mondo, dai primi passi nel
mondo dei giornali al ruolo di direttore prestigioso e di interlocutore
diretto dei grandi della terra, dall’esilio determinato dal fascismo e
dalle leggi razziste all’autorevolezza di un consigliere ascoltato sul
Colle per due settennati.
Sorride e sulla scrivania tutto soddisfatto dispiega un bigliettino.
“Ottomilacinquecentottanta”, sillaba soddisfatto, leggendo il numero
che porta segnato.
Cabala? Messaggi cifrati?
Se si tratta di un’intervista con il giornale dell’ebraismo italiano, ho pensato di documentarmi.
E questo numero, cosa significa?
È il numero dei Levi che si contano nelle Scritture. Sono andato a verificare, volevo sapere da quanti e da quali discendo.
Il Libro è un punto di riferimento anche nel tuo lavoro? Quando si è fatta strada questa consapevolezza?
Era il 1942. Eravamo esuli in Argentina. Mio padre aveva una Bibbia con
sé. È stato un incontro all’inizio quasi casuale, non sapevo nemmeno
cosa stessi cercando. Poi l’ho preso in mano e l’ho letto d’un fiato.
Allora tutto è cambiato. La mia tesi di laurea sarebbe stata dedicata
alle radici dell’Umanesimo nella Bibbia. È stata un’esperienza molto
importante.
Prima di risalire
all’origine di tutte le cose, partiamo dai giorni nostri e dalla vita
quotidiana. La crisi delle istituzioni non ha eroso l’immagine del
Quirinale…
Così dicono i dati più aggiornati. La Presidenza della Repubblica è in
testa alla classifica delle realtà in cui gli italiani ripongono la
loro fiducia. Sono indici molto alti, superiori anche a quelli della
Chiesa.
Qualche numero?
Quirinale sempre sopra l’80 per cento della fiducia. Secondo alcune
ricerche addirittura all’86. Berlusconi e Vendola secondo gli ultimi
dati stanno al 39. Bersani al 37.
Perché?
Esiste una domanda latente. Esiste un’Italia pacata, civile, che crede
nelle Istituzioni, che continua a nutrire fiducia nel futuro. Questa
Italia guarda al Quirinale.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche
(Nell'immagine Arrigo Levi assieme
all'ex presidente UCEI Renzo Gattegna mentre sfogliano il giornale
dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche e il giornale ebraico dei
bambini DafDaf, nato appena poche settimane prima)
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qui roma - l'iniziativa al tempio maggiore
L’esempio di Elie Wiesel
Un
Testimone della Shoah. Un leader militante per Israele. Un insegnante.
Sono queste le tre identità con cui il direttore della Stampa Maurizio
Molinari ha ricordato giovedì sera Elie Wiesel nel corso di una serata
in sua memoria svoltasi a pochi giorni dalla sua scomparsa nel giardino
del Tempio Maggiore di Roma. Un luogo scelto perché costituisce una
metafora del ruolo plurale che ebbe Wiesel, “dal momento che si trova
proprio in mezzo tra la Casina dei Vallati, la sede operativa della
Fondazione Museo della Shoah di Roma, e la sinagoga, un luogo di
studio, che lui riteneva così importante”, come ha spiegato il
presidente della Fondazione Mario Venezia, che ha organizzato
l’incontro, moderato dalla giornalista Ariela Piattelli.
Sia Venezia sia Molinari hanno condiviso con il pubblico il ricordo un
loro incontro personale con Wiesel. Il primo nel 2010 quando il
Testimone fu ospite d’onore della Camera dei Deputati per il Giorno
della Memoria e in quell’occasione inaugurò anche una mostra della
Fondazione; il secondo nei suoi anni passati a New York come
corrispondente, dove frequentavano le stesse sinagoghe. Entrambi hanno
messo in luce il contributo fondamentale di Wiesel nel delineare quello
che deve essere il futuro della testimonianza e della trasmissione
della Memoria della Shoah, quando chi l’ha vissuta in prima persona non
ci sarà più. Leggi
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Il male della banalità |
Immaginare
utopie è molto importante, ha detto George Steiner in un’intervista
uscita in questi giorni di lutto. Pensare utopicamente è una risorsa
molto importante non solo perché significa tentare di dare forma a un
futuro, comunque non accontentarsi del presente, ma soprattutto
rispondere senza paura nel tempo in cui qualcuno pensa di essere il
padrone della morte altrui. Significa impegnarsi a fare in modo che la
vita non sia una fatalità, un dato ripetuto, ma la costruzione di un
diverso destino la cui costruzione è possibile solo in una visione dove
tutti valgono uno.
Claudio Vercelli
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Il settimanAle - Dislessia
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L’analisi
della dislessia sembrava essersi fermata su un binario morto, ed i tuoi
studi l’hanno rimessa in movimento, portando nuova luce su una
complessa fenomenologia che ci era rimasta in gran parte oscura.” I
complimenti del prof Tim Shallice, decano della neuropsicologia
europea, hanno fatto particolarmente piacere a Naama Friedmann, le cui
lezioni alla Scuola superiore di studi avanzati sono state fra le più
apprezzate dell’incontro TEX2016 appena conclusosi. Naama,
professoressa dell’Università di Tel Aviv e direttrice del suo
programma interdisciplinare per studenti eccezionali, vincitrice l’anno
scorso del premio Landau, lavora su molti aspetti dello sviluppo
cognitivo nei bambini e delle disfunzioni del linguaggio negli adulti,
e a Trieste ha raccontato di come siano emerse 19 tipologie diverse di
dislessia.
Alessandro Treves, neuroscienziato
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