Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Anna,
il personaggio biblico raccontato nel libro di Samuele e madre dello
stesso profeta e guida di Israele, era depressa: non aveva figli, era
una seconda moglie emarginata dalla prima che era, invece, feconda e
madre. Secondo i canoni di quello che si racconta oggi in Europa Anna
avrebbe dovuto uccidere il marito, che pur l’amava, sterminare la
rivale ed i suoi figli ed accoltellare tutti quelli che incontrava per
strada.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Si
ripropongono con una certa costanza gli esempi di uso e abuso
dell’ebreo sulla scena pubblica italiana. Due recenti episodi in Veneto
hanno direttamente a che fare con la volonterosa applicazione delle
leggi razziali del 1938 e la permanente difficoltà da parte di alcuni
settori della nostra società civile a fare i conti con questa
particolare eredità. Nel primo, la giunta comunale di Noventa Vicentina
ha deliberato nei giorni scorsi di assegnare a una strada il nome di
Giorgio Almirante. Fra le motivazioni che hanno spinto a questa scelta
viene esplicitamente citata l’amicizia del personaggio in questione con
un ebreo che venne da lui aiutato, e che alla fine della guerra
ricambiò il piacere fornendogli rifugio. Nella biografia celebrativa si
omette completamente il fatto che Almirante ricoprì il ruolo di
redattore capo della “Difesa della Razza”, la rivista edita dal
fascismo con il preciso intento di diffondere fra gli italiani una
solida cultura razzista (impresa che sembra aver avuto un qualche
visibile successo). Al netto di polemiche politiche sul vecchio
revanchismo di alcuni dirigenti di estrazione neofascista che provano
surrettiziamente a riabilitare personaggi impresentabili, noto con un
certo allarme il fatto che gli ebrei vengano usati come foglia di fico
per ripulire e rendere presentabili protagonisti del fascismo italiano
che non meritano di essere celebrati.
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Da Berlino fino a Roma,
politiche anti-terrorismo
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Arriva
ancora da Berlino l’appello a non cadere nel vortice del populismo e
della xenofobia di fronte alla minaccia del terrorismo. “La paura non
può dettare la politica”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela
Merkel, ribadendo la scelta di continuare con le politiche
d’accoglienza per i migranti ma parlando per la prima volta, sottolinea
il Corriere della Sera, anche di “guerra” all’Isis (non all’Islam),
dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito la Germania. Secondo
Andrea Bonanni di Repubblica, la Merkel ha inviato un doppio messaggio
ai paesi europei, ovvero che “la democrazia si fonda anche sulla
capacità di distinguere: la guerra all’Is non è la guerra all’Islam” e
che è necessario combattere per un’Europa unita e che non si lasci
spaccare da terrorismo e reazioni xenofobe. Intanto sul fronte del
contrasto al terrore, il governo tedesco studia misure che
consentiranno di facilitare le espulsioni, di usare l’esercito in caso
di grandi attacchi, di registrare “preallarmi” in caso di sospetti di
radicalizzazione. In Italia, invece, rimpatriati in Marocco altre due
persone considerate a rischio mentre 39 potenziali jihadisti sono
rinchiusi nelle carceri del Paese, scrive La Stampa. “Seguiamo il
fenomeno con attenzione – osserva il ministro della Giustizia Andrea
Orlando -. Sono numeri contenuti ma non possiamo trascurarli”. In
Francia, invece, dopo il brutale omicidio di un prete a Saint Etienne
du Rouvray, il “Consiglio dei musulmani ha invitato i fedeli ad
‘andare a messa in una chiesa domenica per portare solidarietà’ ai
cristiani” (La Stampa).
Bergoglio in silenzio ad Auschwitz. In viaggio in Polonia, in queste
ore papa Bergoglio visiterà il lager simbolo dell’orrore della Shoah.
Non ci saranno discorsi formali, ha avvisato il pontefice, ma una
preghiera silenziosa. A differenza dei suoi due predecessori, non
parlerà pubblicamente – racconta Carlo Marroni sulla prima del Sole 24
Ore – ma saluterà di persona dodici sopravvissuti al campo e alcuni
rappresentanti dei “Giusti tra le Nazioni” (tra cui una suora). II suo
pensiero lo si conoscerà nelle parole che lascerà scritte nel libro
delle testimonianze”. Parlando ai giornalisti prima del viaggio,
ricorda sull’Osservatore Romano il direttore Giovanni Maria Vian,
Bergoglio ha lanciato inoltre un messaggio sull’attualità, “scacciando
il fantasma nefasto della ‘guerra di religione’, alimentato ad arte da
chi semina odio: ‘Tutte le religioni vogliamo la pace; la guerra la
vogliono gli altri, capito?’”.
Hillary e l’America unita. Hillary Clinton, accettando ieri la
nomination democratica per la Casa Bianca, davanti a migliaia di
delegati, è diventata la prima donna a competere nella per la
presidenza degli Stati Uniti (elezioni saranno nel novembre prossimo).
“Siamo più forti insieme”, lo slogan della sua campagna, ricorda il
Corriere riassumendo la Convention democratica in corso a Filadelfia.
Tra gli interventi, quello di Barack Obama, “che ha presentato Hillary
Clinton come la persona più qualificata per la carica di presidente e
per mantenere intatta la sua legacy democratica, e ha denunciato Trump
come un uomo pericoloso e non preparato” e quello, un po’ a sorpresa
dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che sostiene Clinton
bollando Trump come un imbroglione (Corriere).
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la presidente ucei ospite alla diretta rai "Auschwitz, le preghiere del papa
portino a fermare l'orrore di oggi"
“Un
momento importante, di silenzio e di preghiera. E il nostro auspicio è
che dopo il cuore, dopo le lacrime in memoria del massacro della Shoah,
vi sia l’agire, si faccia in modo che l’orrore non si ripeta. Non basta
scriverlo o dirlo, bisogna farlo”. L’appello della presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ospite
oggi del programma di Rai Uno Unomattina per commentare in diretta la
visita di papa Bergoglio ad Auschwitz. La presidente dell’Unione,
assieme al presidente della Fondazione Museo
della Shoah di Roma Mario Venezia (nell'immagine a sinistra, al fianco
di Di Segni e del vaticanista de La Stampa Giacomo Galeazzi), ha
sottolineato il valore della decisione del pontefice di mantenere il
silenzio e di raccogliersi in solitudine in preghiera nel luogo simbolo
della tragedia della Shoah. Gesti emblematici e significativi come
quelli del papa, ha proseguito Di Segni, devono essere un messaggio
perché da quel luogo di dolore emergano delle domande: “dobbiamo
interrogarci sul perché siamo arrivati ad Auschwitz; chi è stato a
costruirlo; quali processi decisionali” hanno portato il popolo tedesco
ad accettare la logica dello sterminio. Anche la Germania aveva votato
democraticamente Hitler, ha ammonito la presidente, ricordando, con uno
sguardo al presente, che non basta vivere in una democrazia, bisogna
difenderla. Leggi
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venezia, gli ebrei, l'europa
Viaggio nel libro ebraico
Sala
piena ieri alla Libreria Sansoviniana della Biblioteca Marciana, a
Venezia, per il convegno "Venice and the Hebrew Book" organizzato in
collaborazione con la National Library of Israel grazie al supporto
della Rothschild Foundation, e con il patrocinio del Ministero dei beni
e delle attività culturali e del Comitato per i 500 anni del ghetto. Un
interesse che ha colpito gli organizzatori, a partire da Maurizio
Messina, direttore della Marciana, che nel suo discorso di benvenuto ha
voluto sottolineare il successo di un collaborazione fortemente voluta,
incentrata proprio sull'idea di scambio e condivisione delle
conoscenze. David Blumberg, direttore della National Library of Israel,
colpito dal successo di un'iniziativa destinata originariamente agli
specialisti e dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto
l'iniziativa, a partire da Sally Berkovic, della Rothschild Foundation
Europe, ha voluto ricordare come la National Library di Israele non sia
solo la biblioteca degli israeliani, ma la biblioteca degli ebrei di
tutto il mondo. L'appuntamento internazionale dedicato alla storia
culturale e sociale della stampa del libro ebraico a Venezia, voluto e
organizzato in occasione delle manifestazioni legate al
Cinquecentenario del l'istituzione del Ghetto di Venezia, ha proposto
una riflessione sulle dinamiche che hanno portato l’industria
tipografica della Serenissima ad affermarsi fra il Cinquecento e il
Seicento come principale motore di produzione di libri ebraici e
soprattutto come luogo di incontro culturale. Leggi
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dafdaf - agosto
Da Venezia fino a Rio 2016,
un'estate tutta da sfogliare
Di
seguito la presentazione del numero di agosto del giornale per bambini
DafDaf, attualmente in distribuzione. A firmarlo, Claudia Lo Iacono,
studentessa del Master di primo livello in Cultura ebraica e
Comunicazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e tra i
partecipanti al laboratorio giornalistico Redazione Aperta, organizzato
a Trieste e Venezia dalla redazione dell'Unione
DafDaf, supplemento mensile di Pagine Ebraiche, si propone di parlare
con creatività, inventiva, simpatia e anche delicatezza ai giovanissimi
lettori. Anche il coraggio non manca, quello di guardare la realtà
rendendola accessibile ad un bambino. Già il titolo, DafDaf, è un primo
indizio di questo progetto, pensato come un piccolo gioco di parole ad
indicare le pagine che vengono sfogliate. Il modo viene suggerito ai
bambini dal giornale stesso, basta notare il “segue a pag.” sotto tutte
le ultime righe. È una piccola indicazione, ma anche un suggerimento a
continuare a leggere, quasi un incoraggiamento a proseguire il
percorso. Sì, perché il giornale DafDaf è davvero un percorso, un breve
viaggio, dalla propria casa a luoghi più lontani, un viaggio che
richiede fantasia e immaginazione, stimolate dai colori e dalle
immagini, ma che mantiene sempre lo sguardo curioso sulla realtà.
Claudia Lo Iacono
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Guerra di religione |
Mai
avrei pensato che mi sarebbe accaduto di giudicare troppo materialista
il discorso di un papa: eppure non saprei spiegare diversamente la
sensazione di disagio che ho provato sentendolo dichiarare che “Non c’è
guerra di religione. C’è guerra di interessi, per i soldi, per le
risorse naturali, per il dominio dei popoli. Tutte le religioni
vogliono la pace”. Naturalmente non si può ignorare il contesto in cui
queste parole sono state pronunciate: è giusto evitare di fare il gioco
dei terroristi sottolineando ed esasperando le differenze religiose,
così come è giusto non fare distinzioni di alcun genere tra le vittime.
Eppure è troppo semplice negare semplicemente che esistano le cose di
cui non fa comodo riconoscere l’esistenza. Sarebbe troppo facile, e
sarebbe anche clamorosamente falso, affermare che tutti coloro che si
sentono in diritto di uccidere in nome della religione sono in malafede
e in realtà perseguono interessi economici o di potere. Purtroppo non è
così oggi, così come non è stato così in epoche passate.
Anna Segre, insegnante
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Prospettive tecnologiche |
Una
foto che circola su Twitter mostra una scolaresca in gita al Rijkmuseum
di Amsterdam, nella quale i ragazzi invece di contemplare “La Ronda di
Notte” di Rembrandt alle loro spalle hanno gli occhi incollati sui loro
smartphones. La foto inizialmente diffusa dal giornalista Gary Pikovsky
avrebbe l’intenzione di dimostrare la “decadenza culturale” delle nuove
generazioni. In realtà, come scrive anche Massimo Mantellini su Il Post
si tratterebbe alla Magritte di una “Trahison des images”, una lettura
differente da ciò che viene descritto: gli studenti in questione
starebbero per l’appunto leggendo le informazioni a proposito del
quadro, grazie ad un’app offerta dal museo stesso. La seconda lettura,
testimonierebbe allora tutt’altro, delineerebbe addirittura
un’eccessiva sfiducia e incomprensione da parte degli adulti verso la
tecnologia e i più giovani.
Francesco Moises Bassano
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Cracovia |
Cracovia
in questi giorni è affollata di giovani che vengono da tutto il mondo
per incontrare il papa in occasione della Giornata mondiale della
gioventù.
Mi sono trovata qui, senza sapere di questo evento. Avevo programmato
questo viaggio perché Cracovia è una delle città più belle della
Polonia, ricca di memorie ebraiche.
I giovani percorrono tutte le vie della città, facendosi notare per
gruppi nazionali, ogni comitiva con bandiere, canti e balli propri di
ciascun paese.
Claudia Di Cave
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