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29 Luglio 2016 - 23 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Anna, il personaggio biblico raccontato nel libro di Samuele e madre dello stesso profeta e guida di Israele, era depressa: non aveva figli, era una seconda moglie emarginata dalla prima che era, invece, feconda e madre. Secondo i canoni di quello che si racconta oggi in Europa Anna avrebbe dovuto uccidere il marito, che pur l’amava, sterminare la rivale ed i suoi figli ed accoltellare tutti quelli che incontrava per strada.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Si ripropongono con una certa costanza gli esempi di uso e abuso dell’ebreo sulla scena pubblica italiana. Due recenti episodi in Veneto hanno direttamente a che fare con la volonterosa applicazione delle leggi razziali del 1938 e la permanente difficoltà da parte di alcuni settori della nostra società civile a fare i conti con questa particolare eredità. Nel primo, la giunta comunale di Noventa Vicentina ha deliberato nei giorni scorsi di assegnare a una strada il nome di Giorgio Almirante. Fra le motivazioni che hanno spinto a questa scelta viene esplicitamente citata l’amicizia del personaggio in questione con un ebreo che venne da lui aiutato, e che alla fine della guerra ricambiò il piacere fornendogli rifugio. Nella biografia celebrativa si omette completamente il fatto che Almirante ricoprì il ruolo di redattore capo della “Difesa della Razza”, la rivista edita dal fascismo con il preciso intento di diffondere fra gli italiani una solida cultura razzista (impresa che sembra aver avuto un qualche visibile successo). Al netto di polemiche politiche sul vecchio revanchismo di alcuni dirigenti di estrazione neofascista che provano surrettiziamente a riabilitare personaggi impresentabili, noto con un certo allarme il fatto che gli ebrei vengano usati come foglia di fico per ripulire e rendere presentabili protagonisti del fascismo italiano che non meritano di essere celebrati.
 
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Da Berlino fino a Roma,
politiche anti-terrorismo
Arriva ancora da Berlino l’appello a non cadere nel vortice del populismo e della xenofobia di fronte alla minaccia del terrorismo. “La paura non può dettare la politica”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel, ribadendo la scelta di continuare con le politiche d’accoglienza per i migranti ma parlando per la prima volta, sottolinea il Corriere della Sera, anche di “guerra” all’Isis (non all’Islam), dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito la Germania. Secondo Andrea Bonanni di Repubblica, la Merkel ha inviato un doppio messaggio ai paesi europei, ovvero che “la democrazia si fonda anche sulla capacità di distinguere: la guerra all’Is non è la guerra all’Islam” e che è necessario combattere per un’Europa unita e che non si lasci spaccare da terrorismo e reazioni xenofobe. Intanto sul fronte del contrasto al terrore, il governo tedesco studia misure che consentiranno di facilitare le espulsioni, di usare l’esercito in caso di grandi attacchi, di registrare “preallarmi” in caso di sospetti di radicalizzazione. In Italia, invece, rimpatriati in Marocco altre due persone considerate a rischio mentre 39 potenziali jihadisti sono rinchiusi nelle carceri del Paese, scrive La Stampa. “Seguiamo il fenomeno con attenzione – osserva il ministro della Giustizia Andrea Orlando -. Sono numeri contenuti ma non possiamo trascurarli”. In Francia, invece, dopo il brutale omicidio di un prete a Saint Etienne du Rouvray,  il “Consiglio dei musulmani ha invitato i fedeli ad ‘andare a messa in una chiesa domenica per portare solidarietà’ ai cristiani” (La Stampa).

Bergoglio in silenzio ad Auschwitz. In viaggio in Polonia, in queste ore papa Bergoglio visiterà il lager simbolo dell’orrore della Shoah. Non ci saranno discorsi formali, ha avvisato il pontefice, ma una preghiera silenziosa. A differenza dei suoi due predecessori, non parlerà pubblicamente – racconta Carlo Marroni sulla prima del Sole 24 Ore – ma saluterà di persona dodici sopravvissuti al campo e alcuni rappresentanti dei “Giusti tra le Nazioni” (tra cui una suora). II suo pensiero lo si conoscerà nelle parole che lascerà scritte nel libro delle testimonianze”. Parlando ai giornalisti prima del viaggio, ricorda sull’Osservatore Romano il direttore Giovanni Maria Vian, Bergoglio ha lanciato inoltre un messaggio sull’attualità, “scacciando il fantasma nefasto della ‘guerra di religione’, alimentato ad arte da chi semina odio: ‘Tutte le religioni vogliamo la pace; la guerra la vogliono gli altri, capito?’”.

Hillary e l’America unita. Hillary Clinton, accettando ieri la nomination democratica per la Casa Bianca, davanti a migliaia di delegati, è diventata la prima donna a competere nella per la presidenza degli Stati Uniti (elezioni saranno nel novembre prossimo). “Siamo più forti insieme”, lo slogan della sua campagna, ricorda il Corriere riassumendo la Convention democratica in corso a Filadelfia. Tra gli interventi, quello di Barack Obama, “che ha presentato Hillary Clinton come la persona più qualificata per la carica di presidente e per mantenere intatta la sua legacy democratica, e ha denunciato Trump come un uomo pericoloso e non preparato” e quello, un po’ a sorpresa dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che sostiene Clinton bollando Trump come un imbroglione (Corriere).
 
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  davar
la presidente ucei ospite alla diretta rai
"Auschwitz, le preghiere del papa
portino a fermare l'orrore di oggi"

“Un momento importante, di silenzio e di preghiera. E il nostro auspicio è che dopo il cuore, dopo le lacrime in memoria del massacro della Shoah, vi sia l’agire, si faccia in modo che l’orrore non si ripeta. Non basta scriverlo o dirlo, bisogna farlo”. L’appello della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ospite oggi del programma di Rai Uno Unomattina per commentare in diretta la visita di papa Bergoglio ad Auschwitz. La presidente dell’Unione, assieme al presidente della Fondazione
Museo della Shoah di Roma Mario Venezia (nell'immagine a sinistra, al fianco di Di Segni e del vaticanista de La Stampa Giacomo Galeazzi), ha sottolineato il valore della decisione del pontefice di mantenere il silenzio e di raccogliersi in solitudine in preghiera nel luogo simbolo della tragedia della Shoah. Gesti emblematici e significativi come quelli del papa, ha proseguito Di Segni, devono essere un messaggio perché da quel luogo di dolore emergano delle domande: “dobbiamo interrogarci sul perché siamo arrivati ad Auschwitz; chi è stato a costruirlo; quali processi decisionali” hanno portato il popolo tedesco ad accettare la logica dello sterminio. Anche la Germania aveva votato democraticamente Hitler, ha ammonito la presidente, ricordando, con uno sguardo al presente, che non basta vivere in una democrazia, bisogna difenderla.
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bergoglio ad auschwitz - le reazioni ebraiche
“Un segnale forte contro l’odio”
“Un segnale forte contro l’odio”. Queste le prime parole con cui il presidente del Congresso Ebraico Mondiale Ronald Lauder commenta la visita di Bergoglio ad Auschwitz-Birkenau. “Pur non essendoci lapidi – scrive Lauder in una nota diffusa alla stampa – è questo il più grande cimitero ebraico e uno dei luoghi più orrendi del mondo. Non pronunciare un discorso durante la visita si è rivelata una scelta opportuna, così come pregare in silenzio insieme a chi oggi con lui, in quei luoghi, rendeva omaggio alla memoria degli uomini, delle donne e dei bambini uccisi nel campo. Auschwitz è un monito permanente di ciò che può accadere quando si consente all’odio di ingigantirsi, quando il mondo rimane in silenzio di fronte al male e guarda dall’altra parte i crimini indicibili che vengono commessi nelle vicinanze”.
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venezia, gli ebrei, l'europa
Viaggio nel libro ebraico
Sala piena ieri alla Libreria Sansoviniana della Biblioteca Marciana, a Venezia, per il convegno "Venice and the Hebrew Book" organizzato in collaborazione con la National Library of Israel grazie al supporto della Rothschild Foundation, e con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del Comitato per i 500 anni del ghetto. Un interesse che ha colpito gli organizzatori, a partire da Maurizio Messina, direttore della Marciana, che nel suo discorso di benvenuto ha voluto sottolineare il successo di un collaborazione fortemente voluta, incentrata proprio sull'idea di scambio e condivisione delle conoscenze. David Blumberg, direttore della National Library of Israel, colpito dal successo di un'iniziativa destinata originariamente agli specialisti e dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto l'iniziativa, a partire da Sally Berkovic, della Rothschild Foundation Europe, ha voluto ricordare come la National Library di Israele non sia solo la biblioteca degli israeliani, ma la biblioteca degli ebrei di tutto il mondo. L'appuntamento internazionale dedicato alla storia culturale e sociale della stampa del libro ebraico a Venezia, voluto e organizzato in occasione delle manifestazioni legate al Cinquecentenario del l'istituzione del Ghetto di Venezia, ha proposto una riflessione sulle dinamiche che hanno portato l’industria tipografica della Serenissima ad affermarsi fra il Cinquecento e il Seicento come principale motore di produzione di libri ebraici e soprattutto come luogo di incontro culturale.
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dafdaf - agosto
Da Venezia fino a Rio 2016,
un'estate tutta da sfogliare

Di seguito la presentazione del numero di agosto del giornale per bambini DafDaf, attualmente in distribuzione. A firmarlo, Claudia Lo Iacono, studentessa del Master di primo livello in Cultura ebraica e Comunicazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e tra i partecipanti al laboratorio giornalistico Redazione Aperta, organizzato a Trieste e Venezia dalla redazione dell'Unione

DafDaf, supplemento mensile di Pagine Ebraiche, si propone di parlare con creatività, inventiva, simpatia e anche delicatezza ai giovanissimi lettori. Anche il coraggio non manca, quello di guardare la realtà rendendola accessibile ad un bambino. Già il titolo, DafDaf, è un primo indizio di questo progetto, pensato come un piccolo gioco di parole ad indicare le pagine che vengono sfogliate. Il modo viene suggerito ai bambini dal giornale stesso, basta notare il “segue a pag.” sotto tutte le ultime righe. È una piccola indicazione, ma anche un suggerimento a continuare a leggere, quasi un incoraggiamento a proseguire il percorso. Sì, perché il giornale DafDaf è davvero un percorso, un breve viaggio, dalla propria casa a luoghi più lontani, un viaggio che richiede fantasia e immaginazione, stimolate dai colori e dalle immagini, ma che mantiene sempre lo sguardo curioso sulla realtà.

Claudia Lo Iacono
 
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pilpul
Guerra di religione
Mai avrei pensato che mi sarebbe accaduto di giudicare troppo materialista il discorso di un papa: eppure non saprei spiegare diversamente la sensazione di disagio che ho provato sentendolo dichiarare che “Non c’è guerra di religione. C’è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli. Tutte le religioni vogliono la pace”. Naturalmente non si può ignorare il contesto in cui queste parole sono state pronunciate: è giusto evitare di fare il gioco dei terroristi sottolineando ed esasperando le differenze religiose, così come è giusto non fare distinzioni di alcun genere tra le vittime. Eppure è troppo semplice negare semplicemente che esistano le cose di cui non fa comodo riconoscere l’esistenza. Sarebbe troppo facile, e sarebbe anche clamorosamente falso, affermare che tutti coloro che si sentono in diritto di uccidere in nome della religione sono in malafede e in realtà perseguono interessi economici o di potere. Purtroppo non è così oggi, così come non è stato così in epoche passate. 

Anna Segre, insegnante
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Prospettive tecnologiche
Una foto che circola su Twitter mostra una scolaresca in gita al Rijkmuseum di Amsterdam, nella quale i ragazzi invece di contemplare “La Ronda di Notte” di Rembrandt alle loro spalle hanno gli occhi incollati sui loro smartphones. La foto inizialmente diffusa dal giornalista Gary Pikovsky avrebbe l’intenzione di dimostrare la “decadenza culturale” delle nuove generazioni. In realtà, come scrive anche Massimo Mantellini su Il Post si tratterebbe alla Magritte di una “Trahison des images”, una lettura differente da ciò che viene descritto: gli studenti in questione starebbero per l’appunto leggendo le informazioni a proposito del quadro, grazie ad un’app offerta dal museo stesso. La seconda lettura, testimonierebbe allora tutt’altro, delineerebbe addirittura un’eccessiva sfiducia e incomprensione da parte degli adulti verso la tecnologia e i più giovani.

Francesco Moises Bassano
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Cracovia
Cracovia in questi giorni è affollata di giovani che vengono da tutto il mondo per incontrare il papa in occasione della Giornata mondiale della gioventù.
Mi sono trovata qui, senza sapere di questo evento. Avevo programmato questo viaggio perché Cracovia è una delle città più belle della Polonia, ricca di memorie ebraiche.
I giovani percorrono tutte le vie della città, facendosi notare per gruppi nazionali, ogni comitiva con bandiere, canti e balli propri di ciascun paese.


Claudia Di Cave
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