Paolo Sciunnach,
insegnante | Nella
Parasha di questa settimana si parla dell'amore verso lo straniero
(Deuteronomio 10, 19). Questa Mitzvah è da considerare separata e
specifica rispetto alla Mitzvah di "amare il prossimo" (Levitico 19,
18).
Non molesterai (affliggere) lo straniero né lo opprimerai, perché voi siete stati stranieri nel paese d'Egitto. (Esodo 22, 20)
Non opprimerai lo straniero: anche voi conoscete l’anima del straniero,
perché siete stati stranieri nel paese d'Egitto. (Esodo 23, 9)
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Anna
Foa,
storica | In
mezzo al dolore e a tutte le parole che vengono dette, che tutti noi
diciamo come a coprire il silenzio della morte con le nostre voci e le
nostre emozioni, due fatti mi hanno colpita. Il primo è il livello
incredibile della solidarietà, della partecipazione, degli aiuti: gente
che scava con le mani, salvataggi straordinari, coinvolgimento
immediato. L'Italia è un paese strano, estremo nel bene e nel male. Mi
torna in mente l'indifferenza degli italiani alle leggi razziste del
1938 e poi la solidarietà mostrata da tanti non ebrei nel 1943, quando
in gioco erano la vita e la morte degli ebrei. Forse, noi italiani
diamo il meglio di noi nelle catastrofi. Succede.
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Sisma, l’Italia si mobilita
Solidarietà da Nord a Sud
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Continuano
le iniziative di solidarietà in tutto il Paese a favore delle zone del
Centro Italia colpite dal terremoto. Come avevano raccontato negli
scorsi giorni i quotidiani nazionali, l'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane sta promuovendo una raccolta fondi a sostegno delle
popolazioni vittime del sisma mentre, riportano oggi La Stampa - che fa
una panoramica di tutte le azioni di sostegno avviate in Italia - e
Corriere Milano, la Comunità ebraica di Milano ha unito le forze con
l'associazione City Angels per raccogliere beni di prima necessità da
inviare nelle zone colpite.
Museo della Shoah di Roma, due anni per completare i lavori. È arrivata
l'attesa firma del contratto tra il Comune di Roma e la ditta
aggiudicataria dell'appalto, la Sac Società Appalti Costruzioni, adesso
formalmente incaricata di realizzare il progetto del Museo della Shoah
di Roma a Villa Torlonia. Il Corriere Roma, che ricostruisce la storia
dei lavori del Museo e i ritardi accumulatisi nel tempo, sottolinea
come nel contratto sia previsto che “il contraente dovrà ultimare tutte
le opere entro il termine di 600 giorni”, salvo però “'sorprese'
da parte del Consiglio di Stato che deve ancora pronunciarsi nel merito
del ricorso delle aziende seconde classificate”.
Settimio Piattelli (1921-2016). “Con Settimio Piattelli scompare uno
degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita”. Le parole
del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di
Segni riportate tra gli altri da Repubblica, Corriere della Sera e
Messaggero, per ricordare Settimio Piattelli, scomparso a Roma all'età
di 95 anni. Catturato a Roma insieme al fratello nel maggio del 1944,
fu deportato a Fossoli e da lì trasferito ad Auschwitz-Birkenau. “Se ne
è andato di Shabbat, come i Giusti, si legge su Moked, il portale
dell'ebraismo italiano che esprime profondo cordoglio”, riporta il
Corriere Roma. “Un altro pezzo di storia che se ne va. Che il suo
ricordo sia di benedizione”, le parole della Comunità ebraica di Roma
nel comunicare la notizia.
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pagine ebraiche - il dossier di settembre
Musei, dove si incontra la cultura
Ambasciatori
di cultura, luoghi di formazione, apertura e incontro, i musei ebraici
hanno un ruolo sempre più importante in una società che si confronta
con le minoranze con fatica sempre maggiore. Non più contenitori di
oggetti pur preziosi e ricchi di storia, i grandi luoghi deputati a
raccontare le tradizioni e la cultura dell’ebraismo si trasformano in
vere e proprie istituzioni dedite alla formazione. Forti di principi
didattici e pedagogici, capaci di grandi investimenti sul futuro,
puntano sui giovani e soprattutto sui giovanissimi.
Sono loro i protagonisti del dossier "Musei", curato da Ada Treves e
pubblicato sul numero di settembre del giornale dell'ebraismo italiano
Pagine Ebraiche in distribuzione.
Numerosi all'interno gli approfondimenti dedicati alla realtà italiana
ed europea. Grande fermento a Berlino, dove il museo ebraico reso
famoso dalla struttura progettata da Liebeskind sta portando avanti con
determinazione il progetto di un intero nuovo padiglione dedicato ai
bambini, mentre a Varsavia la riflessione sui principi didattici che
fanno grande un museo è costante, diventando uno dei motori del
successo di Polin, e ad Amsterdam un programma specifico insegna alle
guide come incoraggiare i visitatori ad aprirsi a cose non familiari o
in conflitto con le proprie idee.
Procede intanto spedito il grande cantiere del Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, e l’esempio virtuoso
di Padova mostra come un’esperienza sociale collettiva possa dare
slancio a tutta la comunità.
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il 3 e 4 settembre torna la rassegna ferrarese "Festa del Libro ebraico, un passo verso l'inaugurazione del Meis"
Una
tappa importante per raccontare alla città e all'Italia il percorso di
avvicinamento del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah
verso il traguardo più importante, l'inaugurazione. Questo il leit
motiv sottolineato dagli interventi alla conferenza stampa di
presentazione della Festa del Libro ebraico di Ferrara, che aprirà i
battenti la sera di sabato 3 settembre. A raccontare questa nuova
edizione della Festa - organizzata dalla Fondazione Meis, con il
patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara,
dell'Unione delle comunità ebraiche italiane e della Comunità ebraica
di Ferrara - il presidente del Meis Dario Disegni, la
direttrice Simonetta Della Seta assieme al sindaco Tiziano
Tagliani e al vicesindaco Massimo Maisto. Al loro fianco, il presidente
della Comunità ebraica di Ferrara Andrea Pesaro e il
rappresentante del Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo Daniele Ravenna. “È un onore e una grande responsabilità questa
Festa che ci permette di raccontare alla città e all'intero Paese a che
punto siamo con questo grande e importante progetto che è il museo del
Meis, di cui si sta avvicinando l'apertura”, ha spiegato il vicesindaco
Maisto in apertura della conferenza, tenutasi nelle scorse ore nella
prestigiosa sala degli Arazzi della residenza municipale. “La grande
differenza rispetto al passato è il più forte collegamento tra la Festa
e il Meis”, ha sottolineato Disegni, spiegando che “oggi la Festa sarà
il momento per annunciare l’apertura del museo, che avverrà nel
settembre 2017, con una grande mostra a cui sta lavorando un gruppo di
esperti”. “I lavori al cantiere procedono spediti, - ha aggiunto
Disegni - sotto la guida dell’architetto Carla Di Francesco e grazie al
generosissimo contributo del MIBACT che, nell’ambito del piano
approvato lo scorso maggio dal CIPE, ha stanziato 25 milioni di euro
per finanziare il completamento del progetto, previsto nel 2020”. Una
grande responsabilità e un forte segno di fiducia da parte del
Ministero, per un Museo che, ha spiegato la direttrice Della Seta,
vuole essere una realtà che parla sia al mondo ebraico che a tutta la
società civile, italiana e internazionale. “In questo momento abbiamo
due cantieri: quello architettonico e quello delle idee, di
preparazione dei contenuti del nuovo Museo – ha sottolineato Della Seta
- La Festa esisteva già prima del nostro arrivo, ma abbiamo voluto
valorizzarla, per far incontrare Ferrara e il mondo dell’ebraismo, e
per dare vita a un laboratorio di pensiero allargato, che abbia come
cuore il Meis. Autori, artisti, direttori di musei e festival ebraici,
figure di primo piano come Anna Foa, Sergio Minerbi, Elena Loewenthal
saranno qui, verranno appositamente a Ferrara per la Festa e per il
Museo, per parlare in modo vivo della cultura ebraica, per promuovere
l’abbraccio tra due culture, parlare anche ai non ebrei, passando per
il Talmud, la storia. L’incontro su 'La partecipazione degli ebrei
italiani alla Prima guerra mondiale' sarà, ad esempio, il prologo della
conferenza internazionale sulla partecipazione al conflitto degli ebrei
europei, che in primavera vedrà proprio Ferrara e il Meis capofila”. Leggi
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IL PRESIDENTE MARIO VENEZIA
Roma e il Museo della Shoah
"Pensiamo alle attività vive"
Ho
solo una preoccupazione: quella che si ritorni al passato, puntando
l’attenzione esclusivamente sull’immobile. E che così facendo si
trascurino le attività formative e divulgative in corso, come ad
esempio l’intensa preparazione della mostra sul 16 ottobre 1943 che
presenteremo alla Casina dei Vallati tra poche settimane. Un lavoro
prezioso, frutto di professionalità ed esperienze maturate nel corso
degli anni”.
Come reso noto oggi dalla stampa romana, Campidoglio e Sac Società
Appalti Costruzioni, la ditta aggiudicataria dell’appalto per la
costruzione del Museo della Shoah a Villa Torlonia, hanno firmato il
contratto che formalmente incarica la ditta della progettazione
esecutiva e dell’esecuzione dei lavori. Mario Venezia (nell’immagine),
da un anno presidente della Fondazione del Museo, non si dice al
riguardo “né pro, né contro”. Trattandosi di fatti amministrativi su
cui la fondazione non ha facoltà di intervento, “ma che acquisisce una
volta compiuti”, non vuole entrare troppo nel merito della questione. Leggi
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Oltremare
- Tama 38 |
La
prima volta che ho sentito le parole “Tama 38″ ero in piedi davanti al
distributore di acqua filtrata fredda o bollente che si chiama “Tami 4″
e ho pensato che i colleghi di allora parlassero di una versione
antiquata della stessa macchinetta, che tutti usiamo in Israele per
bere acqua ghiacciata o per farsi il nescafè o il caffè turco. Il mio
ebraico all’epoca non era eccellente, e non ho fatto caso al fatto che
i colleghi stavano parlando della riunione di condominio di uno di
loro, che ho poi scoperto aveva firmato appunto il “Tama 38″, cioè la
ristrutturazione del fabbricato secondo le norme antisismiche passate
nel 2005 e da allora troppo lentamente applicate.
In questi giorni di lutto in Italia, i notiziari aprono sempre con
aggiornamenti sul terremoto: danni, vittime, salvataggi; anche se i
giornalisti devono poi fare dei graziosi scioglilingua per riuscire a
pronunciare Amatriciana, pur con qualche approssimazione. E come per
magia si sono tutti ricordati che Israele nella sua minimalità quanto a
chilometri quadri siede comodamente sulla faglia sirio-africana ed è a
rischio terremoti dagli effetti disastrosi. Chi sia mai stato al sito
archeologico di Beit Shean sa che i terremoti qui sono parte della
storia del paese.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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