
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Tanti
anni fa, poco più che ragazzino, durante un pranzo dopo Simchat Torah a
Napoli, rimasi ad ascoltare la conversazione tra due anziane ed
eleganti signore di quella che allora era la “Napoli ebraica” che non
si incontravano da molti anni, data l’età, contrariamente a quanto non
erano solite fare da più giovani. Ricordo l’intimità della loro
conversazione, l’affetto, la condivisione identitaria di più mondi:
quello ebraico, quello napoletano e quello di una certa borghesia
cittadina.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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“Esageruma
nen”, non esageriamo, nel suo amato dialetto piemontese. È la scritta
che campeggia ancora sulla sua scrivania, nella sala dell’archivio
storico della Fondazione CDEC. Chiara Ferrarotti (1966-2016) ci
lavorava da molti anni, dopo aver assistito per un tempo altrettanto
lungo l’osservatorio dell’antisemitismo, nella stanza accanto. Una
studiosa appassionata e competente, precisa sul lavoro e propositiva,
dotata di una carica umana straordinaria e della rara capacità di
cogliere in ogni passaggio della vita, anche quelli più dolorosi e
complicati, un lato ironico. Negli ultimi tempi si era dedicata anima e
corpo al completamento della grande ricerca sulla Memoria della
Salvezza, un progetto coordinato da Liliana Picciotto che l’anno
prossimo si concretizzerà nella pubblicazione di un corposo volume.
Purtroppo Chiara non potrà vederlo, ma molte delle centinaia di
interviste su cui fra l’altro si basa l’opera non sarebbero state
neppure ipotizzabili senza il suo contributo. Chiara ne sapeva anche
molto di ebraismo. Ogni settimana le caselle di posta elettronica dei
colleghi del Cdec ricevevano un suo commento alla Parashah settimanale,
un impegno gravoso – come sanno tutti i Maestri – che contribuiva a
diffondere nella struttura un’atmosfera di preparazione allo Shabbat e
aiutava a mantenere costante il senso di una missione culturale
radicata nella cultura ebraica. Attendevamo tutti per le prossime feste
la sua tradizionale lezione che amava condividere nella Sukkah di via
Eupili.
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Netanyahu chiama Abbas
"Parla alla Knesset"
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AIntervenendo
all’Assemblea Generale dell’Onu, il Premier israeliano Benjamin
Netanyahu ha dichiarato che il conflitto tra israeliani e palestinesi
“non è mai stato in merito agli insediamenti”. Netanyahu ha poi
invitato il presidente Mahmoud Abbas a parlare davanti alla Knesset,
affermando di essere pronto a fare lo stesso davanti all’assemblea di
Ramallah. “Il vero nodo da sciogliere – la denuncia di Netanyahu – è il
rifiuto palestinese di riconoscere lo Stato ebraico e i suoi confini”.
Parole arrivate in risposta alle accuse di Abbas, rilanciate ieri
davanti all’assemblea dell’Onu, secondo cui “il governo israeliano, nel
perseguire i suoi piani espansionistici, distrugge qualunque
possibilità resti in campo per una soluzione a due Stati secondo i
confini del 1967” (Avvenire).
Dal Bataclan al’Italia, il flusso di denaro dei terroristi. “Dopo gli
attentati di Parigi abbiamo ricostruito, seguendo i money transfer, una
rete che, partendo da uno degli attentatori di Parigi è finita in
Italia”. A rivelarlo, scrive Repubblica, il procuratore della Direzione
nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti. In un’audizione
alla Camera, Roberti ha spiegato il filo che collega gli attentati di
Parigi del novembre scorso con il nostro paese: “I flussi (di denaro)
sono partiti dall’attentatore e sono finiti ad un tizio che stava qui
in Italia. Poi da questo tizio sono partiti altri trasferimenti
attraverso money transfer verso altri soggetti che stanno in Italia e
all’estero”. Secondo il procuratore serve un maggior coordinamento a
livello europeo rispetto al controllo dei flussi di denaro e servono
“interpreti affidabili per lingue e dialetti spesso incomprensibili”.
Il terrorismo di Hamas e la lista nera Ue. Secondo Eleanor Sharpston,
avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, Hamas
dovrebbe essere depennata dalla lista nera europea delle organizzazioni
terroristiche per questioni procedurali. La questione era già emersa
nel 2014 ma il Consiglio Ue – ricorda il Foglio – fece ricorso contro
la decisione, cosa che consentì di mantenere il congelamento dei fondi
e le sanzioni contro Hamas, che altrimenti decadrebbero.
I tecnici italiani rapiti in Libia. “I due italiani rapiti lunedì nella
città di Ghat potrebbero essere nelle mani di Al Qaeda”, ad affermarlo
il generale libico Haftar ma, scrive Repubblica, la diplomazia italiana
non ritiene plausibile queste affermazioni. “Non ci risulta che dietro
il rapimento in Libia ci sia Al Qaeda. – ha dichiarato il ministro
Gentiloni – Gli investigatori italiani, arrivati ieri in Libia, stanno
concentrando le indagini sulla scorta, che potrebbe – è una delle
ipotesi – avere venduto i tre operai a un gruppo locale”.
Assisi. Sul Corriere Sette Andrea Riccardi della Comunità di
Sant’Egidio valuta positivamente l’incontro organizzato ad Assisi a cui
hanno partecipato le diverse confessioni religiose. “Papa Francesco è
salito ad Assisi per incontrare i leader religiosi del mondo e pregare
con loro per la pace. – scrive Riccardi – C’era pure n patriarca
ortodosso Bartolomeo. E molti rabbini, imam, vescovi, pastori, monaci e
responsabili buddisti e induisti. Non mancavano esponenti del pensiero
umanista, come Zygmunt Bauman”.
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qui new york - il discorso di netanyahu all'onu
"Presto il mondo sarà con Israele
È in corso una vera rivoluzione"
"Le
relazioni diplomatiche di Israele sono al centro di una rivoluzione”,
ha dichiarato ieri il Primo ministro Benjamin Netanyahu parlando
all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunitasi a New York.
Intervenuto dopo il discorso del presidente palestinese Mahmoud Abbas –
che ha accusato Gerusalemme e la politica degli insediamenti di essere
l’unico ostacolo alla pace – Netanyahu ha invitato la sua controparte a
venire a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano: “Presidente
Abbas, invece di inveire contro Israele alle Nazioni Unite a New York,
la invito a parlare al popolo israeliano alla Knesset a Gerusalemme. E
sarei felice di venire a parlare davanti al parlamento palestinese a
Ramallah”. Poi il Premier (nell'immagine - postata dall'account
ufficiale twitter di Netanyahu - assieme al Segretario generale
dell'Onu Ban Ki-moon, criticato da Gerusalemme per il discorso tenuto
in apertura di quest'ultima Assemblea generale) si è rivolto all’intera
assemblea e, come già in passato, ha puntato il dito contro
l’attitudine delle Nazioni Unite rispetto a Israele – “anno dopo anno
sono venuto qui, su questo podio e ho criticato l’Onu per la sua
ossessione contro Israele” – ma qualcosa ora sta cambiando, ha
aggiunto. Leggi
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israele
Gli antichi rotoli del Mar Morto,
un software ne svela i segreti
Nel
1970, un gruppo di archeologi che scavava nel sito di un’antica
sinagoga in Israele estrasse un grumo di carbone cilindrico che
somigliava notevolmente ai resti di un rotolo. Erano effettivamente
rotoli di pergamena, che furono quindi chiamati i rotoli di Ein Gedi,
ma erano talmente danneggiati e bruciati, da essere delicatissimi,
tanto che addirittura toccarne la superficie poteva polverizzarli. E
così, molti tentativi si srotolarli e leggerne l’interno furono
abbandonati nella consapevolezza che li avrebbero distrutti, lasciando
agli studiosi l’enigma del loro contenuto insoluto. Fino a oggi.
Utilizzando una speciale tecnica di acquisizione di immagini attraverso
i raggi X, una squadra di informatici dell’Università del Kentucky
guidata dal professor Brent Searles, insieme anche ad alcuni
ricercatori dell’Università Ebraica di Gerusalemme, è riuscita infatti
a fotografare l’interno del rotolo senza aprirlo, o persino toccarlo.
Ed ecco la rivelazione: i rotoli d Ein Gedi sono la più antica copia di
un libro dell’Antico Testamento mai trovati in un altare sacro,
databili attraverso il carbonio al III o IV secolo, più recenti dei
famosi rotoli del Mar Morto ma più vecchi dei frammenti biblici
ritrovati in Egitto. La scrittura ha rivelato che il contenuto è una
sezione del libro del Levitico, dando luogo anche a un altro primato,
quello cioè di essere il primo testo scritto a inchiostro gravemente
danneggiato a essere identificato in modo non invasivo. Leggi
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la testimonianza di chi si salvò dalla shoah
"I migranti hanno bisogno di noi. Come ebrei, siamo al loro fianco"
"Qualunque
cosa facciamo, non sarà abbastanza. Non potrà mai esserlo, ma per lo
meno aiuterà centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo dire ‘loro sono
noi’. Se stiamo a guardare, siamo il problema. Se agiamo, siamo la
soluzione”. È questo l’accorato appello a intervenire nell’emergenza
dei migranti lanciato da Manfred Lindenbaum, 84 anni, sopravvissuto
alla Shoah grazie a un Kindertransport che lo portò dalla Polonia al
Regno Unito, sottraendolo con il fratello alla deportazione a cui
andarono incontro i suoi genitori. Lindenbaum ha parlato a nome della
Hebrew Immigrant Aid Society, che lo aiutò quando fu il momento nel
1946 di ricominciare da capo, e oggi cerca di fare lo stesso con i
molti migranti che cercano asilo politico nel mondo, tentando di
arginare la retorica xenofoba che circola nella campagna delle
presidenziali americane. Per questo, l’associazione è intervenuta nei
lavori del Summit delle Nazioni Unite per i rifugiati e i migranti e il
quello sulla crisi dei migranti a cui il presidente Usa Barack Obama ha
invitato i leader del mondo, entrambi in corso questa settimana, per
spingere il governo statunitense a restare aperto nei confronti di chi
cerca un luogo sicuro lontano dalla violenza e dalle persecuzioni,
fornendo assistenza umanitaria e successivamente anche nel
reinsediamento. Leggi
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Qui Trieste
In sinagoga, note di Memoria
Nuovo
appuntamento per il “Festival Viktor Ullmann” dedicato, unico in
Europa, alla musica concentrazionaria, degenerata e dell'esilio.
L’undicesimo dei quindici eventi tra concerti, conferenze e documentari
previsti da aprile a dicembre a Trieste e in altre località della
regione si terrà domani sera, alle 21, nella sinagoga della città
giuliana. In collaborazione con la Comunità ebraica triestina, verrà
infatti presentato un concerto (con introduzione del maestro Davide
Casali, direttore artistico del Festival) interamente dedicato
all’organo. Il ricco programma che verrà eseguito dall'organista
Roberto Velasco prevede brani di Bloch, Lewandowski, Wurzburger,
Schmid, Jehan Alain e Gershwin.
I sei preludi di Bloch, viene spiegato, prevedono un utilizzo dei soli
registri di fondo dell’organo: in calce prima pagina l’autore indica di
evitare registri di colore, voci umane o altri registri “pittoreschi”,
ma afferma che solo il reale “colore organistico” deve essere usato.
Indicativo del periodo in cui sono stati scritti (1948) è il fatto che
portano le registrazioni per organo Hammond, non per Harmonium. Leggi
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La scelta di Leone
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Peccato
che sei ebreo, mi aveva detto Carlo Levi la prima volta che ci eravamo
incontrati. Capirai: io, Leone [Ginzburg], Vittorio [Foa], Mario
[Levi], siamo tutti ebrei o mezzi ebrei. O con una moglie ebrea, come
Carrara e Guglielmo Ferrero. Non poteva, Vittorio, scovarmi un “goi”
questa volta?
Beh, sai. Se ti disturba, non so proprio cosa farci. Mica vorrai che
diventi fascista solo perché sono ebreo. O che mi faccia cattolico per
poter essere antifascista.
Già. Ma se ci pescano, cosa diranno?”
(Sion Segre Amar, Sette storie del “numero 1", Torino, Centro Studi Piemontesi, 1979, pag.127)
Questo episodio, con cui Sion Segre Amar racconta i suoi primi contatti
con Giustizia e Libertà, mi è tornato in mente per contrasto mercoledì
sera dopo la proiezione del documentario La scelta di Leone di Florence
Mauro.
Anna Segre, insegnante
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Assenti |
Le
festività si stanno avvicinando, e anche quest'anno sta giungendo a
termine. Proprio a proposito di festività, un articolo del Jerusalem
Post riportava un sondaggio condotto dall'European Jewish Association e
dal Rabbinical Center of Europe il quale rivelerebbe che il 70% degli
ebrei europei non si recherà nelle sinagoghe cittadine per assistere
alle funzioni di Rosh haShanà e Yom Kippur. La ragione è dovuta
naturalmente dalla paura di eventuali attacchi terroristici. Come
spiegava lo stesso articolo, alcuni rappresentanti locali hanno in
definitiva confutato i risultati del sondaggio, ritenendolo
“sensazionalista” ed “esagerato”. In fondo anche a livello di tendenze
generali, molte statistiche hanno testimoniato il calo di flussi
turistici verso paesi colpiti recentemente da attentati, come la
Francia, il Belgio o la Turchia. Quindi un sondaggio simile non
dovrebbe suscitare tanto stupore. L'ansia e la paura poi, per quanto
sovente immotivate, sono stati emotivi difficilmente controllabili.
Francesco Moises Bassano
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Diario di un soldato – Liora |
Liora
era uscita a festeggiare il grado di ufficiale insieme a quattro
compagni di vita e di avventura. Si occupavano di computer e di
elettronica all’interno dell’aviazione, quel traguardo significava
moltissimo per loro. Avevano dunque preso un veicolo militare dalla
base in cui operavano, nel sud del paese, e si erano diretti verso Tel
Aviv, la città che non dorme mai.
“I beduini che popolano il deserto hanno la tradizione di scavare dei
canali vicino alle strade, un metodo antico, utile per recuperare le
bestie che scappano improvvisamente dal pascolo.
David Zebuloni
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Ki tavò |
Una vita benedetta è quella in cui si raccoglie quel che si semina. Il contrario va da sé.
Ilana Bahbout
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