19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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2 Novembre 2016 - 2 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Oggi è Rosh Chodesh – giornata celebrativa del novilunio che nel calendario ebraico segna l’inizio del nuovo mese. In questo caso inizia il mese di Cheshvan, il secondo dell’anno ebraico; la tradizione liturgica sefardita prevede per questo giorno la lettura del Salmo 104, che ripercorre in forma poetica l’opera della creazione, contemplandone con meraviglia la compiutezza e l’armonia in cui si fondono il complesso degli elementi natura con l’ordine della vita fisica e spirituale dell’uomo. Il versetto che riassume il sentimento del salmista di fronte alla natura si esprime con queste parole: “Quanto numerose sono le Tue opere, o Signore, le hai fatte tutte con sapienza, la terra è piena delle Tue creazioni” (Salmi 104,24).
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Con l’arresto del direttore e di altri 13 giornalisti del giornale di opposizione Cumhuriyet prosegue l’involuzione della democrazia turca, ormai ridotta a simulacro di se stessa. Il tutto nell’assordante silenzio dell’Occidente. A quanto mi consta solo il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha abbozzato una sorta di critica, a cui ha risposto a stretto giro il Premier turco Yildirim: “La Turchia non è un Paese da mettere in riga con colpi a salve e minacce. La Turchia prende il suo potere dal popolo e risponderà al popolo”.
Aggiungendo: “Fratello, non ci interessa la tua linea rossa”. Un linguaggio vergognoso ed arrogante di chi si sente in grado di minacciare il mondo intero: l’Europa per i profughi, gli Usa per le basi Nato da cui partono i caccia americani per la lotta all’Isis. E dall’altra democrazia del mondo, quali parole arrivano? Bibi ha impostato la sua retorica politica sull’eccezione democratica che Israele rappresenta in Medio Oriente, niente da dire sul nuovo amico Erdogan? La politica estera ha bisogno di una sua coerenza, se vuole essere credibile. Qui, mi pare ci sia molta confusione sotto il sole.
 
A Tel Aviv con il Meis
Si conclude oggi il viaggio del Presidente Sergio Mattarella in Israele. Primo appuntamento, l’incontro con il Primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, poi la delegazione italiana si sposterà a Tel Aviv dove il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini presenterà, al Museo Eretz Israel, il grande progetto del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. A intervenire davanti al Capo dello Stato, il presidente del Meis Dario Disegni, il direttore Simonetta Della Seta e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
 
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  davar
conclusa la missione di mattarella
Bassani e il manoscritto ritrovato

Il Meis conquista Tel Aviv
Si è chiusa con la presentazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano (Meis) di Ferrara e con uno sguardo al prezioso manoscritto originale del Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Israele. Al suo fianco, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il direttore del Meis Simonetta Della Seta, il presidente del Meis Dario Disegni, il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani assieme ad altri rappresentanti della diplomazia italiane e israeliana.
Di ritorno in queste ore a Roma da dove si proseguirà per i luoghi colpiti dal terremoto, Mattarella ha incontrato questa mattina a Gerusalemme il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha cui ha ribadito l’amicizia dell’Italia per lo Stato ebraico e ringraziato per “l’aiuto e il sostegno offerti” per le zone terremotate. Al contempo il Capo dello Stato è tornato a parlare della situazione del conflitto tra israeliani e palestinesi, auspicando la ripresa dei negoziati. “A Mahmoud Abbas ho detto: Riconosceresti uno stato ebraico se risolviamo il problema degli insediamenti?”
"Si rifiuta di farlo”, ha sottolineato Netanyahu, parlando però di un nuovo equilibrio che si sta creando in Medio Oriente e che potrebbe essere propedeutico alla pace: “Vi è un cambiamento drammatico – le sue parole – molti dei paesi arabi vedono Israele non più come loro nemico, ma come loro alleato”. E queste potrebbero essere le fondamenta per intavolare nuove trattative con i palestinesi.
Di altro tenore la visita al Museo Eretz Israel dove Mattarella assieme al ministro Franceschini, ha visitato la mostra Aliyah Bet in Italia, 1945-1948 nonché guardato con grande interesse le pagine del manoscritto di Bassani, portato in Israele dal sindaco di Ferrara Tagliani. Il manoscritto sarà poi esposto al Meis ed è stato donato dall’avvocato Ferigo Foscari, presente in Israele e alla cui nonna Teresa Foscari Foscolo Bassani regalò la preziosa opera. “Si tratta della prima volta in assoluto che il manoscritto viene esposto al pubblico e accade qui, in Israele”, ha sottolineato tra gli altri la presidente dell’Unione Noemi Di Segni, spiegando come la cultura “attraverso il legame tra i due Paesi, Italia e Israele, rimarcato in tutta la sua essenza nelle parole del Presidente Mattarella in questa sua prima visita, si alimenterà ulteriormente e porterà, ne sono certa, ad una nuova maturazione dell’ebraismo italiano ma anche della società italiana nel suo insieme”.
A portare i saluti del Meis al Presidente Mattarella, il presidente della Fondazione Dario Disegni, che accogliendo il Capo dello Stato ha voluto ringraziarlo “per l’attenzione che ha voluto dedicare al Meis, che ha avuto l’amabilità di ricordare nella sua mirabile lectio magistralis di 3 giorni fa all’Università Ebraica di Gerusalemme”.
“Mi auguro – ha concluso Disegni – di poter avere l’onore di accoglierla l’anno prossimo a Ferrara per l’inaugurazione del Museo così fortemente voluto dallo Stato italiano, che per la sua realizzazione ha profuso un impegno del quale tutti noi le siamo profondamente riconoscenti”. Presente all’incontro anche l’ex presidente UCEI Renzo Gattegna, ringraziato dal ministro Franceschini per il suo impegno a favore del Meis.


Daniel Reichel
QUI ROMA - PREMIO RITA LEVI-MONTALCINI
"Scienza, ricerca, imprenditoria

Italia-Israele, asse strategico"
Il 14 per cento dei medici israeliani ha studiato presso università italiane. Circa 100 ricercatori italiani operano in Israele. L’Italia è il terzo fornitore a livello Ue e il sesto a livello mondiale per Israele. E ancora: 176 i progetti co-finanziati e 145 gli eventi bilaterali organizzati dal 2002 ad oggi.
Numeri significativi, non scontati e a cui si è arrivati anche nel solco dell’accordo cooperazione industriale, scientifica e tecnologia stipulato 14 anni fa dai governi di Roma e Gerusalemme con l’obiettivo di intensificare le sinergie tra i due paesi.
Una collaborazione quanto mai viva, come è stato ribadito questa mattina nella sede del Ministero degli Affari Esteri in occasione della consegna del “Premio Binazionale Rita Levi-Montalcini per la cooperazione scientifica” al fisico israeliano Itamar Procaccia, dell’Istituto Weizmann, in quanto autore di “studi di importanza fondamentale nei settori dei materiali innovativi e dei sistemi complessi”. Nei prossimi giorni Procaccia svolgerà un periodo di insegnamento e studio presso l’Università La Sapienza di Roma per realizzare un progetto in collaborazione con un gruppo di ricercatori guidato dal fisico Giorgio Parisi.
Alla presenza di alcuni rappresentanti diplomatici dello Stato ebraico a Roma tra cui il viceambasciatore Dan Haezrachy e dell’assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Livia Ottolenghi, sia il ministro Paolo Gentiloni che la sua collega Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, hanno sottolineato l’importanza di questo asse strategico.
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qui roma - arte ed ebraismo, il convegno
Luzzati, una sala per l'incontro
Il soffitto della sala convegni del Centro Bibliografico “Tullia Zevi” dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, opera di Lele Luzzati, il grande artista e scenografo genovese scomparso nel 2007, fu presentata al pubblico nel 1990, contestualmente all’inaugurazione dello spazio bibliotecario, archivistico e di documentazione fortemente voluto dall’allora presidentessa Zevi.
L’opera di Luzzati, che raffigura i dodici segni zodiacali, sarà al centro dell’intervento della storica dell’arte Valentina Filice, relatrice nella giornata di studio “Immagini vietate o permesse? Arte ed ebraismo a Roma”, che si svolgerà domani proprio al Centro Bibliografico.
Un simposio ideato e coordinato da Raffaella Di Castro (il via ai lavori alle 9), che nasce con l’idea di parlare di arte ebraica, con particolare focus sui beni culturali ebraici in Italia, che vanno dai musei alle Sinagoghe, dalle catacombe ebraiche alle ketubboth, dai reperti archeologici agli arredi sacri, dall’architettura all’arte in Memoria.


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pagine ebraiche a lucca comics
2016, un'edizione da record
Si è chiusa ieri a Lucca l’edizione “gold” dello storico festival dedicato ai fumetti, in una cinquantesima edizione davvero da record: più di 270 mila biglietti staccati, per un afflusso in città stimato di parecchio superiore ai 500 mila appassionati, e con la giornata di domenica che ha visto il tutto esaurito, con il massimale di biglietti vendibili – 80 mila – raggiunto già in prevendita. Coinvolta come ormai tradizione da parecchi anni la redazione di Pagine Ebraiche, che nel primo giorno della manifestazione ha presentato la settima edizione del dossier Comics&Jews, dedicato al rapporto tra fumetto e cultura ebraica,
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pilpul
Ticketless - Pastorale italiana
Non riesco ad appassionarmi più di tanto alla discussione sul Nobel a Bob Dylan. Non mi scalda la questione di un premio dato a un autore di canzoni (magra consolazione postuma per i librettisti di melodramma). Non mi scalda nemmeno l’idea che il vincitore si sia reso, fino ieri l’altro, irreperibile. In questi giorni, per me, lo “Svedese” è un altro. Sono andato al cinema a vedere “American Pastoral”, diretto e interpretato da Ewan McGregor, al suo esordio alla regia, tratto da uno dei libri di Philip Roth che più mi ha appassionato. Il soprannome del protagonista è appunto lo Svedese. Ora voglio rileggermelo, quel grande capolavoro di Roth, con un filo di malinconia, perché il Nobel, dobbiamo rassegnarci, non arriverà mai. Non c’è solo da mettere in evidenza il Nobel e lo Svedese di Roth, una pura casualità. Del ribellismo studentesco la Pastorale Americana, come si sa, offre un lato inquietante, riconoscibile subito da chi ha vissuto in Italia gli anni Settanta. Una pastorale, quella di Roth, non solo americana, ma anche molto milanese, romana, torinese…

Alberto Cavaglion
Periscopio - Silenzi vaticani
Al di là della forte riprovazione per la posizione italiana di fronte alle recenti risoluzioni dell’Unesco riguardo ai luoghi santi – che, com’è noto, in un impressionante crescendo, dopo avere cancellato i legami storici del popolo ebraico col Monte del Tempio, sono subito passate ad attaccare il cristianesimo, negando il significato cristiano di Gerusalemme e Betlemme – ci sarebbe anche da segnalare, purtroppo, l’atteggiamento silenzioso e reticente dei vertici della Chiesa riguardo a questa forma di spudorato negazionismo spirituale.

Francesco LucreziggiLe
Cerchio magico 
Il cantore e compositore ebreo Arie ben Erez Abrahamson nacque nell’Ungheria asburgica e crebbe a Pressburg (oggi Bratislava); ivi acquisì il titolo di Rav senza tuttavia mai praticare l’attività rabbinica.
Trasferitosi ad Anversa per lavorare nell’industria dei diamanti, nel 1940 fu arrestato dalla Gestapo e trasferito presso il Campo di internamento di Saint Cyprien (ricadente sotto il regime di Vichy); ivi gli ebrei potevano fare la tefillà quotidiana e osservare lo Shabbat, ma c’erano alcuni problemi.


Francesco Lotoro
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Hiddur Mitzvà
Nell’ebraismo italiano ha avuto molta presa il concetto di ‘abbellimento della mizwà’ ‘hiddur mitzvà’, cioè l’adempiere a un precetto in un modo estetico. Proprio per questo, ad esempio, le sukkot in Italia sono particolarmente belle ed adornate, così come molto spesso lo sono gli oggetti liturgici. Il concetto si basa su un passo del talmud del trattato di Shabbat (133b) in cui si discute su un versetto dell’Esodo (15:2).

Sira Fatucci

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