Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Oggi
è Rosh Chodesh – giornata celebrativa del novilunio che nel calendario
ebraico segna l’inizio del nuovo mese. In questo caso inizia il mese di
Cheshvan, il secondo dell’anno ebraico; la tradizione liturgica
sefardita prevede per questo giorno la lettura del Salmo 104, che
ripercorre in forma poetica l’opera della creazione, contemplandone con
meraviglia la compiutezza e l’armonia in cui si fondono il complesso
degli elementi natura con l’ordine della vita fisica e spirituale
dell’uomo. Il versetto che riassume il sentimento del salmista di
fronte alla natura si esprime con queste parole: “Quanto numerose sono
le Tue opere, o Signore, le hai fatte tutte con sapienza, la terra è
piena delle Tue creazioni” (Salmi 104,24).
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Davide
Assael,
ricercatore
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Con
l’arresto del direttore e di altri 13 giornalisti del giornale di
opposizione Cumhuriyet prosegue l’involuzione della democrazia turca,
ormai ridotta a simulacro di se stessa. Il tutto nell’assordante
silenzio dell’Occidente. A quanto mi consta solo il Presidente del
Parlamento europeo Martin Schulz ha abbozzato una sorta di critica, a
cui ha risposto a stretto giro il Premier turco Yildirim: “La Turchia
non è un Paese da mettere in riga con colpi a salve e minacce. La
Turchia prende il suo potere dal popolo e risponderà al popolo”.
Aggiungendo: “Fratello, non ci interessa la tua linea rossa”. Un
linguaggio vergognoso ed arrogante di chi si sente in grado di
minacciare il mondo intero: l’Europa per i profughi, gli Usa per le
basi Nato da cui partono i caccia americani per la lotta all’Isis. E
dall’altra democrazia del mondo, quali parole arrivano? Bibi ha
impostato la sua retorica politica sull’eccezione democratica che
Israele rappresenta in Medio Oriente, niente da dire sul nuovo amico
Erdogan? La politica estera ha bisogno di una sua coerenza, se vuole
essere credibile. Qui, mi pare ci sia molta confusione sotto il sole.
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A Tel Aviv con il Meis
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Si
conclude oggi il viaggio del Presidente Sergio Mattarella in Israele.
Primo appuntamento, l’incontro con il Primo ministro Benjamin Netanyahu
a Gerusalemme, poi la delegazione italiana si sposterà a Tel Aviv dove
il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini presenterà, al Museo
Eretz Israel, il grande progetto del Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano e della Shoah di Ferrara. A intervenire davanti al Capo dello
Stato, il presidente del Meis Dario Disegni, il direttore Simonetta
Della Seta e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Noemi Di Segni.
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conclusa la missione di mattarella Bassani e il manoscritto ritrovato
Il Meis conquista Tel Aviv Si
è chiusa con la presentazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo
Italiano (Meis) di Ferrara e con uno sguardo al prezioso manoscritto
originale del Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani la visita
del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Israele. Al suo
fianco, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il sindaco
di Tel Aviv Ron Huldai, la presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il direttore del Meis Simonetta Della
Seta, il presidente del Meis Dario Disegni, il sindaco di Ferrara
Tiziano Tagliani assieme ad altri rappresentanti della diplomazia
italiane e israeliana.
Di
ritorno in queste ore a Roma da dove si proseguirà per i luoghi colpiti
dal terremoto, Mattarella ha incontrato questa mattina a Gerusalemme il
Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha cui ha ribadito
l’amicizia dell’Italia per lo Stato ebraico e ringraziato per “l’aiuto
e il sostegno offerti” per le zone terremotate. Al contempo il Capo
dello Stato è tornato a parlare della situazione del conflitto tra
israeliani e palestinesi, auspicando la ripresa dei negoziati. “A
Mahmoud Abbas ho detto: Riconosceresti uno stato ebraico se risolviamo
il problema degli insediamenti?”
"Si
rifiuta di farlo”, ha sottolineato Netanyahu, parlando però di un nuovo
equilibrio che si sta creando in Medio Oriente e che potrebbe essere
propedeutico alla pace: “Vi è un cambiamento drammatico – le sue parole
– molti dei paesi arabi vedono Israele non più come loro nemico, ma
come loro alleato”. E queste potrebbero essere le fondamenta per
intavolare nuove trattative con i palestinesi.
Di altro tenore la visita al Museo Eretz Israel dove Mattarella assieme
al ministro Franceschini, ha visitato la mostra Aliyah Bet in Italia,
1945-1948 nonché guardato con grande interesse le pagine del
manoscritto di Bassani, portato in Israele dal sindaco di Ferrara
Tagliani. Il manoscritto sarà poi esposto al Meis ed è stato donato
dall’avvocato Ferigo Foscari, presente in Israele e alla cui nonna
Teresa Foscari Foscolo Bassani regalò la preziosa opera. “Si tratta
della prima volta in assoluto che il manoscritto viene esposto al
pubblico e accade qui, in Israele”, ha sottolineato tra gli altri la
presidente dell’Unione Noemi Di Segni, spiegando come la cultura
“attraverso il legame tra i due Paesi, Italia e Israele, rimarcato in
tutta la sua essenza nelle parole del Presidente Mattarella in questa
sua prima visita, si alimenterà ulteriormente e porterà, ne sono certa,
ad una nuova maturazione dell’ebraismo italiano ma anche della società
italiana nel suo insieme”.
A portare i saluti del Meis al Presidente Mattarella, il presidente
della Fondazione Dario Disegni, che accogliendo il Capo dello Stato ha
voluto ringraziarlo “per l’attenzione che ha voluto dedicare al Meis,
che ha avuto l’amabilità di ricordare nella sua mirabile lectio
magistralis di 3 giorni fa all’Università Ebraica di Gerusalemme”.
“Mi auguro – ha concluso Disegni – di poter avere l’onore di
accoglierla l’anno prossimo a Ferrara per l’inaugurazione del Museo
così fortemente voluto dallo Stato italiano, che per la sua
realizzazione ha profuso un impegno del quale tutti noi le siamo
profondamente riconoscenti”. Presente all’incontro anche l’ex
presidente UCEI Renzo Gattegna, ringraziato dal ministro Franceschini
per il suo impegno a favore del Meis.
Daniel Reichel
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QUI ROMA - PREMIO RITA LEVI-MONTALCINI "Scienza, ricerca, imprenditoria
Italia-Israele, asse strategico"
Il
14 per cento dei medici israeliani ha studiato presso università
italiane. Circa 100 ricercatori italiani operano in Israele. L’Italia è
il terzo fornitore a livello Ue e il sesto a livello mondiale per
Israele. E ancora: 176 i progetti co-finanziati e 145 gli eventi
bilaterali organizzati dal 2002 ad oggi.
Numeri significativi, non scontati e a cui si è arrivati anche nel
solco dell’accordo cooperazione industriale, scientifica e tecnologia
stipulato 14 anni fa dai governi di Roma e Gerusalemme con l’obiettivo
di intensificare le sinergie tra i due paesi.
Una collaborazione quanto mai viva, come è stato ribadito questa
mattina nella sede del Ministero degli Affari Esteri in occasione della
consegna del “Premio Binazionale Rita Levi-Montalcini per la
cooperazione scientifica” al fisico israeliano Itamar Procaccia,
dell’Istituto Weizmann, in quanto autore di “studi di importanza
fondamentale nei settori dei materiali innovativi e dei sistemi
complessi”. Nei prossimi giorni Procaccia svolgerà un periodo di
insegnamento e studio presso l’Università La Sapienza di Roma per
realizzare un progetto in collaborazione con un gruppo di ricercatori
guidato dal fisico Giorgio Parisi.
Alla presenza di alcuni rappresentanti diplomatici dello Stato ebraico
a Roma tra cui il viceambasciatore Dan Haezrachy e dell’assessore
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Livia Ottolenghi, sia il
ministro Paolo Gentiloni che la sua collega Stefania Giannini, ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, hanno sottolineato
l’importanza di questo asse strategico. Leggi
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qui roma - arte ed ebraismo, il convegno Luzzati, una sala per l'incontro
Il
soffitto della sala convegni del Centro Bibliografico “Tullia Zevi”
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, opera di Lele Luzzati, il
grande artista e scenografo genovese scomparso nel 2007, fu presentata
al pubblico nel 1990, contestualmente all’inaugurazione dello spazio
bibliotecario, archivistico e di documentazione fortemente voluto
dall’allora presidentessa Zevi.
L’opera di Luzzati, che raffigura i dodici segni zodiacali, sarà al
centro dell’intervento della storica dell’arte Valentina Filice,
relatrice nella giornata di studio “Immagini vietate o permesse? Arte
ed ebraismo a Roma”, che si svolgerà domani proprio al Centro
Bibliografico.
Un simposio ideato e coordinato da Raffaella Di Castro (il via ai
lavori alle 9), che nasce con l’idea di parlare di arte ebraica, con
particolare focus sui beni culturali ebraici in Italia, che vanno dai
musei alle Sinagoghe, dalle catacombe ebraiche alle ketubboth, dai
reperti archeologici agli arredi sacri, dall’architettura all’arte in
Memoria.
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Ticketless
- Pastorale italiana
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Non
riesco ad appassionarmi più di tanto alla discussione sul Nobel a Bob
Dylan. Non mi scalda la questione di un premio dato a un autore di
canzoni (magra consolazione postuma per i librettisti di melodramma).
Non mi scalda nemmeno l’idea che il vincitore si sia reso, fino ieri
l’altro, irreperibile. In questi giorni, per me, lo “Svedese” è un
altro. Sono andato al cinema a vedere “American Pastoral”, diretto e
interpretato da Ewan McGregor, al suo esordio alla regia, tratto da uno
dei libri di Philip Roth che più mi ha appassionato. Il soprannome del
protagonista è appunto lo Svedese. Ora voglio rileggermelo, quel grande
capolavoro di Roth, con un filo di malinconia, perché il Nobel,
dobbiamo rassegnarci, non arriverà mai. Non c’è solo da mettere in
evidenza il Nobel e lo Svedese di Roth, una pura casualità. Del
ribellismo studentesco la Pastorale Americana, come si sa, offre un
lato inquietante, riconoscibile subito da chi ha vissuto in Italia gli
anni Settanta. Una pastorale, quella di Roth, non solo americana, ma
anche molto milanese, romana, torinese…
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Silenzi vaticani
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Al
di là della forte riprovazione per la posizione italiana di fronte alle
recenti risoluzioni dell’Unesco riguardo ai luoghi santi – che, com’è
noto, in un impressionante crescendo, dopo avere cancellato i legami
storici del popolo ebraico col Monte del Tempio, sono subito passate ad
attaccare il cristianesimo, negando il significato cristiano di
Gerusalemme e Betlemme – ci sarebbe anche da segnalare, purtroppo,
l’atteggiamento silenzioso e reticente dei vertici della Chiesa
riguardo a questa forma di spudorato negazionismo spirituale.
Francesco LucreziggiLe
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Cerchio magico |
Il
cantore e compositore ebreo Arie ben Erez Abrahamson nacque
nell’Ungheria asburgica e crebbe a Pressburg (oggi Bratislava); ivi
acquisì il titolo di Rav senza tuttavia mai praticare l’attività
rabbinica.
Trasferitosi ad Anversa per lavorare nell’industria dei diamanti, nel
1940 fu arrestato dalla Gestapo e trasferito presso il Campo di
internamento di Saint Cyprien (ricadente sotto il regime di Vichy); ivi
gli ebrei potevano fare la tefillà quotidiana e osservare lo Shabbat,
ma c’erano alcuni problemi.
Francesco Lotoro
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Hiddur Mitzvà
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Nell’ebraismo
italiano ha avuto molta presa il concetto di ‘abbellimento della mizwà’
‘hiddur mitzvà’, cioè l’adempiere a un precetto in un modo estetico.
Proprio per questo, ad esempio, le sukkot in Italia sono
particolarmente belle ed adornate, così come molto spesso lo sono gli
oggetti liturgici. Il concetto si basa su un passo del talmud del
trattato di Shabbat (133b) in cui si discute su un versetto dell’Esodo
(15:2).
Sira Fatucci
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