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 4 dicembre 2016 - 4 Kislev 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"E amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore" (dallo Shemà)  e non con il cuore o le qualità di un altro. Perché qualcuno che serve Dio con il cuore di un altro è come un idolatra (R. Simha Bunim di Przysucha).
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Con la sua parrucca arancione, il cappello giallo di feltro e il naso rosso, Anas Al Basha, che ora tutti ricordiamo come “il clown di Aleppo”, forse era l’ultima testimonianza di umanità in una città ormai spettrale. Il tema non era ridare la speranza, ma sopportare l’assurdo. Come spesso accade nella storia, l’assurdo ha avuto la meglio.
Italia, tempo di referendum
In Italia la grande attenzione oggi è per il referendum costituzionale. Repubblica, tra gli altri, analizza gli eventuali effetti del sì e del no sul Paese. Sul Corriere di ieri invece Pierluigi Battista ricordava “il peggio della corsa elettorale” verso il referendum: “una campagna referendaria costellata di invettive, gaffes, urla, rotture”, scrive il giornalista riportando tra gli esempi le parole del “presidente dell’Anpi di Latina” che “ha detto che Renzi è 'peggio' del Duce”.

Austria al voto. Oggi gli austriaci tornano alle urne per scegliere chi tra Norbert Hofer del partito di destra Fpö e il verde Alexander Van der Bellen guiderà il Paese. “Il voto presidenziale di Vienna”, scrive il Corriere è “l'autentico barometro dello scontro che spacca il continente, tra europeismo e nazionalismo, integrazione e straniamento, tolleranza e xenofobia, accoglienza e chiusura”.  Van der Bellen rappresenta la politica più aperta all'Europa, il populista Hofer il nazionalismo dai muri alzati.

Gran Rabbinato d'Israele e Chiesa, riconciliazioni e paragoni errati. Sul Sole 24 Ore, l'analisi dell'arcivescovo di Chieti-Vosto Bruno Forte sul recente incontro della Commissione mista fra la Chiesa Cattolica e il Gran Rabbinato d'Israele. Sottolineando il cammino positivo che la Chiesa ha portato avanti nel prendersi le sue responsabilità per “le colpe commesse” in riferimento al pregiudizio antiebraico, che “vanno riconosciute con quella larghezza di cuore che rende capaci di chiedere perdono anche a nome di quanti sono stati effettivamente colpevoli”, l'arcivescovo fa poi un paragone scollegato dal discorso e a carattere politico: “quest'atteggiamento – scrive, riferendosi al 'chiedere perdono' - è richiesto non di meno al popolo ebraico riguardo alle responsabilità storiche che oggi gli competono ad esempio in riferimento ai Palestinesi”. Una distorsione che nulla ha a che fare con il tema del dialogo tra le religioni di cui si parla.

Mantova e il cimitero ebraico. Restituire all'ebraismo l'antico cimitero ebraico di Mantova autorizzato da Francesco Gonzaga nel 1442 e dismesso da secoli. È quanto chiede, afferma Avvenire, Rav Shmaya Levi, rabbino ortodosso israeliano, editore e ricercatore”. “Rav Shmaya è arrivato a Mantova nei giorni scorsi per visitare l'area abbandonata del cimitero, - riporta il quotidiano - diventato prima campo di concentramento dei nazisti, quindi area militare ceduta, l'anno scorso, dal demanio statale al Comune di Mantova che II vuole costruire un centro ricerche per la biodiversità e un centro per l'agroalimentare. “Per il mondo ebraico – afferma il rav al quotidiano - è fondamentale che quella terra ritorni ai suoi legittimi proprietari. Gli ebrei pagarono per quella terra. Non possiamo accettare che sulla nostra terra venga costruito un mercato ortofrutticola così come non accettiamo che i nazisti vi costruirono il campo di concentramento. U vogliamo costruire un museo della memoria. Per questo abbiamo coinvolto il comitato americano che domani verrà a Mantova per incontrare il Comune”.

Melamed, la lezione di Emma Castelnuovo. Sul Sole 24 Ore ampia recensione della prima biografia  a firma di Carla Degli Esposti e Nicoletta Lanciano dedicata ad Anna Castelnuovo, “una delle più grandi innovatrici di didattica della matematica del mondo”. Castelnuovo, come ricorda l'articolo, subì le infami leggi razziste del '38, fu cacciata dalle scuole pubbliche in quanto ebrea e iniziò la sua carriera di insegnante nella scuola ebraica di Roma. “La sua lungimiranza – si spiega nell'articolo parlando dei metodi di insegnamento innovativi della Castelnuovo - fu tale che molte sue invenzioni didattiche vengono ora avvalorate dai più recenti studi nel campo delle neuroscienze, che confermano quanto lavorare sulle trasformazioni continue con materiali dinamici aiuti chi ha maggiori difficoltà a costruire e a far propri i concetti di struttura e classificazione”.
 
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  davar
il cordoglio dell'ebraismo italiano
Alisa Coen (1998-2016)
Profondo cordoglio ha suscitato in tutto l’ebraismo italiano la scomparsa a Roma della 18enne Alisa Coen, vittima nella giornata di venerdì di un tragico incidente stradale.
Intervenendo a nome del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane la Presidente Noemi Di Segni ha espresso alla famiglia la più sentita vicinanza e partecipazione al lutto. Lo stesso ha fatto la segretaria generale Gloria Arbib a nome di tutti i dipendenti dell’ente.
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elezioni presidenziali in austria
Il presidente degli ebrei austriaci:
"Van der Bellen è l'unica scelta"

Mentre in Italia si vota per il referendum costituzionale, al di là delle Alpi, gli elettori austriaci sono impegnati nel scegliere il loro nuovo presidente. Milioni di cittadini in Austria in queste ore si stanno recando infatti alle urne per scegliere tra Norbert Hofer del partito della destra Fpö (Partito per le Libertà dell’Austria) e il verde Alexander Van der Bellen. Un voto che, in caso di vittoria di Hofer, consegnerebbe l'Austria all'estrema destra più nazionalista e dagli orientamenti xenofobi e populisti. In molti sono preoccupati perché la partita tra i due candidati è apertissima: l' Fpö, fondato fra gli altri da ex membri delle SS naziste (e che ancora nel 1990 celebrava quanto fatto da Hitler), ha infatti guadagnato sempre più consensi sfruttando l’insofferenza verso le politiche di apertura nei confronti dei migranti. Come rilevano alcuni quotidiani, se Hofer dovesse vincere questo ballottaggio diventerebbe il primo capo di stato di estrema destra eletto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Contro di lui e a favore del verde Van der Bellen si è espressa anche la Comunità ebraica austriaca: il presidente Oskar Deutch (nell'immagine) in un post sui social network ha dichiarato che Van der Bellen “non era il meno peggio tra due cattivi candidati”, ma “il migliore leader in corsa e un amico d'Israele e del popolo ebraico da decenni”.
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la delegazione guidata dalla presidente ucei
Da Verona a Trieste, l'Unione
a confronto con le Comunità

Incontrarsi di persona per ascoltare e confrontarsi sulle specifiche problematiche di ciascuna Comunità. Con questo obiettivo, proseguono gli incontri tra l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e le singole Keilloth: la Presidente UCEI Noemi Di Segni, accompagnata tra gli altri dai vicepresidenti Giulio Disegni e Giorgio Mortara assieme all'assessore responsabile dei Rapporti con le Comunità David Menasci, ha infatti incontrato negli scorsi giorni gli esponenti della Keillah di Verona. E l'impegno prosegue in queste ore con il confronto in corso a Trieste con i rappresentanti della Comunità ebraica locale.
Tra i temi toccati nel confronto con piccola e vivace realtà veronese, guidata dal presidente Bruno Carmi e rappresentata all'Unione dal Consigliere Roberto Israel, la scelta e la posizione del nuovo rav, l'impegno condiviso per portare avanti un'idea di inclusività e accoglienza, una riflessione sulle direttrici da seguire per preservare il futuro della cultura, fino ai rapporti esterni con le altre religioni.


la cerimonia in campo del ghetto nuovo
Venezia, in ricordo dei deportati
Si è svolta questa mattina la commemorazione dei deportati da Venezia. Prima la preghiera alla sinagoga levantina con il Limmud del rabbino capo di Venezia rav Scialom Bahbout, “l’Ani Ma’amin” e poi i sei lumi posti sul memoriale della Shoah in campo di Ghetto Nuovo in ricordo di altrettanti milioni di ebrei deportati e sterminati nei campi di concentramento, vittime di una barbarie inaudita.
Furono più di 200 le persone deportate a partire dal 5 dicembre 1943, quando il questore Cordova comandò di eseguire l’immediato arresto degli ebrei: gli uomini vennero tradotti al carcere di Santa Maria Maggiore, le donne alla Giudecca, e i bambini al centro minorenni.
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pilpul

Dal sionismo a Israele
Da alcune settimane si sono avviati dei corsi di avvicinamento e di approfondimento relativi ai temi della contemporaneità. L’Unione li promuove mentre diverse Comunità, un po’ in tutta la Penisola, li ospitano, con un buon seguito di pubblico. Per quanto mi riguarda, mi occupo del tema relativo alla storia del sionismo e dello Stato d’Israele. La pretesa di potere essere esaustivi sarebbe fuori luogo. Rimane il fatto, tuttavia, che fare il punto sulla complessità e la vivacità degli eventi, dei protagonisti, dei contesti e delle dinamiche di un lungo processo storico che portò ai risultati che stiamo condividendo, costituisca un’occasione importante per capire non solo cosa sia successo nel passato ma quale possa essere il significato che il tempo trascorso consegna al nostro presente. Il piano di lavoro, quindi, intende identificare in dieci passaggi, corrispondenti ad altrettanti incontri di studio, gli elementi salienti che hanno contribuito ad originare e a sviluppare le idealità sioniste così come il loro trasfondersi nella concreta costruzione dello Stato degli ebrei.

Claudio Vercelli
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Primo Levi papers – Il viaggio
In questa strisciolina di carta indicata con il numero 4 c’è uno dei passi più belli di Se questo è un uomo, aggiunto da Primo Levi all’edizione del 1958 di Einaudi. Oggi si legge nel capitolo Il viaggio, e viene una pagina dopo un’altra delle grandi frasi di Levi: “Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta”. Questa frase sulla infelicità e la felicità c’era già nella edizione del 1947. La nuova frase è però altrettanto straordinaria. Non riguarda più una considerazione d’ordine generale – Levi è anche uno psicologo, sottile e acuto –, ma quello che sta per accadere lì ad Auschwitz: “Pochi sono gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli che ti aspetteresti. Pochi sanno tacere, e rispettare il silenzio altrui”. L’ha scritta a parecchia distanza di tempo dal momento in cui l’ha vissuta, e forse anche pensata.

Marco Belpoliti, scrittore
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