Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"E
amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore" (dallo Shemà) e
non con il cuore o le qualità di un altro. Perché qualcuno che serve
Dio con il cuore di un altro è come un idolatra (R. Simha Bunim di
Przysucha).
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Con
la sua parrucca arancione, il cappello giallo di feltro e il naso
rosso, Anas Al Basha, che ora tutti ricordiamo come “il clown di
Aleppo”, forse era l’ultima testimonianza di umanità in una città ormai
spettrale. Il tema non era ridare la speranza, ma sopportare l’assurdo.
Come spesso accade nella storia, l’assurdo ha avuto la meglio.
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Italia, tempo di referendum
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In
Italia la grande attenzione oggi è per il referendum costituzionale.
Repubblica, tra gli altri, analizza gli eventuali effetti del sì e del
no sul Paese. Sul Corriere di ieri invece Pierluigi Battista ricordava
“il peggio della corsa elettorale” verso il referendum: “una campagna
referendaria costellata di invettive, gaffes, urla, rotture”, scrive il
giornalista riportando tra gli esempi le parole del “presidente
dell’Anpi di Latina” che “ha detto che Renzi è 'peggio' del Duce”.
Austria al voto. Oggi gli austriaci tornano alle urne per scegliere chi
tra Norbert Hofer del partito di destra Fpö e il verde Alexander Van
der Bellen guiderà il Paese. “Il voto presidenziale di Vienna”, scrive
il Corriere è “l'autentico barometro dello scontro che spacca il
continente, tra europeismo e nazionalismo, integrazione e straniamento,
tolleranza e xenofobia, accoglienza e chiusura”. Van der Bellen
rappresenta la politica più aperta all'Europa, il populista Hofer il
nazionalismo dai muri alzati.
Gran Rabbinato d'Israele e Chiesa, riconciliazioni e paragoni errati.
Sul Sole 24 Ore, l'analisi dell'arcivescovo di Chieti-Vosto Bruno Forte
sul recente incontro della Commissione mista fra la Chiesa Cattolica e
il Gran Rabbinato d'Israele. Sottolineando il cammino positivo che la
Chiesa ha portato avanti nel prendersi le sue responsabilità per “le
colpe commesse” in riferimento al pregiudizio antiebraico, che “vanno
riconosciute con quella larghezza di cuore che rende capaci di chiedere
perdono anche a nome di quanti sono stati effettivamente colpevoli”,
l'arcivescovo fa poi un paragone scollegato dal discorso e a carattere
politico: “quest'atteggiamento – scrive, riferendosi al 'chiedere
perdono' - è richiesto non di meno al popolo ebraico riguardo alle
responsabilità storiche che oggi gli competono ad esempio in
riferimento ai Palestinesi”. Una distorsione che nulla ha a che fare
con il tema del dialogo tra le religioni di cui si parla.
Mantova e il cimitero ebraico. Restituire all'ebraismo l'antico
cimitero ebraico di Mantova autorizzato da Francesco Gonzaga nel 1442 e
dismesso da secoli. È quanto chiede, afferma Avvenire, Rav Shmaya Levi,
rabbino ortodosso israeliano, editore e ricercatore”. “Rav Shmaya è
arrivato a Mantova nei giorni scorsi per visitare l'area abbandonata
del cimitero, - riporta il quotidiano - diventato prima campo di
concentramento dei nazisti, quindi area militare ceduta, l'anno scorso,
dal demanio statale al Comune di Mantova che II vuole costruire un
centro ricerche per la biodiversità e un centro per l'agroalimentare.
“Per il mondo ebraico – afferma il rav al quotidiano - è fondamentale
che quella terra ritorni ai suoi legittimi proprietari. Gli ebrei
pagarono per quella terra. Non possiamo accettare che sulla nostra
terra venga costruito un mercato ortofrutticola così come non
accettiamo che i nazisti vi costruirono il campo di concentramento. U
vogliamo costruire un museo della memoria. Per questo abbiamo coinvolto
il comitato americano che domani verrà a Mantova per incontrare il
Comune”.
Melamed, la lezione di Emma Castelnuovo. Sul Sole 24 Ore ampia
recensione della prima biografia a firma di Carla Degli Esposti e
Nicoletta Lanciano dedicata ad Anna Castelnuovo, “una delle più grandi
innovatrici di didattica della matematica del mondo”. Castelnuovo, come
ricorda l'articolo, subì le infami leggi razziste del '38, fu cacciata
dalle scuole pubbliche in quanto ebrea e iniziò la sua carriera di
insegnante nella scuola ebraica di Roma. “La sua lungimiranza – si
spiega nell'articolo parlando dei metodi di insegnamento innovativi
della Castelnuovo - fu tale che molte sue invenzioni didattiche vengono
ora avvalorate dai più recenti studi nel campo delle neuroscienze, che
confermano quanto lavorare sulle trasformazioni continue con materiali
dinamici aiuti chi ha maggiori difficoltà a costruire e a far propri i
concetti di struttura e classificazione”.
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Dal sionismo a Israele
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Da
alcune settimane si sono avviati dei corsi di avvicinamento e di
approfondimento relativi ai temi della contemporaneità. L’Unione li
promuove mentre diverse Comunità, un po’ in tutta la Penisola, li
ospitano, con un buon seguito di pubblico. Per quanto mi riguarda, mi
occupo del tema relativo alla storia del sionismo e dello Stato
d’Israele. La pretesa di potere essere esaustivi sarebbe fuori luogo.
Rimane il fatto, tuttavia, che fare il punto sulla complessità e la
vivacità degli eventi, dei protagonisti, dei contesti e delle dinamiche
di un lungo processo storico che portò ai risultati che stiamo
condividendo, costituisca un’occasione importante per capire non solo
cosa sia successo nel passato ma quale possa essere il significato che
il tempo trascorso consegna al nostro presente. Il piano di lavoro,
quindi, intende identificare in dieci passaggi, corrispondenti ad
altrettanti incontri di studio, gli elementi salienti che hanno
contribuito ad originare e a sviluppare le idealità sioniste così come
il loro trasfondersi nella concreta costruzione dello Stato degli ebrei.
Claudio Vercelli
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Primo Levi papers – Il viaggio
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In
questa strisciolina di carta indicata con il numero 4 c’è uno dei passi
più belli di Se questo è un uomo, aggiunto da Primo Levi all’edizione
del 1958 di Einaudi. Oggi si legge nel capitolo Il viaggio, e viene una
pagina dopo un’altra delle grandi frasi di Levi: “Tutti scoprono, più o
meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è
realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione
opposta: che tale è anche una infelicità perfetta”. Questa frase sulla
infelicità e la felicità c’era già nella edizione del 1947. La nuova
frase è però altrettanto straordinaria. Non riguarda più una
considerazione d’ordine generale – Levi è anche uno psicologo, sottile
e acuto –, ma quello che sta per accadere lì ad Auschwitz: “Pochi sono
gli uomini che sanno andare a morte con dignità, e spesso non quelli
che ti aspetteresti. Pochi sanno tacere, e rispettare il silenzio
altrui”. L’ha scritta a parecchia distanza di tempo dal momento in cui
l’ha vissuta, e forse anche pensata.
Marco Belpoliti, scrittore
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