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28 marzo 2017 - 1 Nissan 5777
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PSICANALISI

La scuola di Freud non tramonta mai

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La psicoanalisi è viva, vegeta e più in forma che mai. Film, serie televisive, documentari, mostre a tema, convegni e soprattutto tanti, tanti libri, sono proposti con cadenza costante al grande pubblico e agli specialisti. Come quelli che presentiamo in questa sede, di recente edizione: il primo, un compendio sulla dottrina elaborata da Sigmund Freud scritto da Enzo Bonaventura, psicologo ebreo attivo nella prima metà del ‘900, la cui riedizione è curata dallo psicoanalista David Meghnagi; l’altro un lavoro collettaneo su psicoanalisi e fede, nel quale non poteva mancare il punto di vista ebraico, rappresentato dallo psichiatra Alberto Sonnino.
Passano i decenni, ma l’interesse per l’opera di Freud non si affievolisce, anzi. Ricerche piuttosto recenti, di cui si è occupata la stampa sia all’estero che in Italia, hanno rilevato come stia tornando in auge la modalità terapeutica lunga e complessa prevista dalla psicoanalisi, in vece delle più recenti, e negli ultimi anni assai diffuse, terapie cognitivo-comportamentali, che puntano a risolvere i problemi dei pazienti con cure brevi e mirate. Eterno dibattito sull’efficacia dell’approccio terapeutico della psicoanalisi a parte, di sicuro essa ha segnato in profondità non solo la scienza e la medicina, ma anche la cultura del ‘900, con influenze su artisti, registi, scrittori e pensatori che hanno attraversato l’intero secolo e continuano tutt’oggi.

(nell’immagine un fotogramma dell’edizione italiana della serie televisiva In Treatment, basata su un format israeliano)

Marco Di Porto

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PSICANALISI

Alla riscoperta di un pioniere

img headerEnzo Bonaventura / LA PSICOANALISI / Marsilio

Enzo Bonaventura è stato uno dei pionieri della psicologia e della psicanalisi in Italia. Ebreo pisano, classe 1891, si laureò in filosofia nel 1913, fu brillante ricercatore presso il laboratorio di psicologia dell’Università di Firenze, e divenne un prolifico autore, oltre che divulgatore del pensiero di Sigmund Freud in Italia. Molto legato alle proprie radici ebraiche, fu anche studente del Collegio Rabbinico e poi Consigliere della Comunità ebraica di Firenze. Una figura di notevole spessore, per molti anni dimenticata: un vuoto di memoria a cui l’editore Marsilio ha cercato recentemente di rimediare, dando alle stampe la sua opera più nota, “La psicoanalisi”, compendio ragionato, aderente ma non apologetico, della dottrina elaborata da Freud, che per molto tempo rimase un’opera divulgativa di riferimento.
Il volume è curato dallo psicanalista, docente all’Università Roma Tre e assessore alla cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane David Meghnagi, che in una esaustiva prefazione contestualizza la vita e l’opera di Bonaventura.
“Sconosciuto al grande pubblico e largamente ignorato tra gli psicologi e gli psicanalisti, Bonaventura è stato uno dei più importanti studiosi in ambito psicologico e psicoanalitico italiano della prima metà del novecento”, scrive Meghnagi. “Una figura paradigmatica, che riassume nella sua storia personale una tragedia che ha coinvolto il mondo della scienza e della cultura italiana in seguito alle leggi razziste del 1938, distruggendone la fibra. Uno studioso che riuniva in sé numerose competenze: di psicologo sperimentale e di attento studioso del pensiero di Freud, di educatore, di psicologo dello sviluppo e dell’adolescenza, di psicologo del lavoro. Ma anche di attento lettore delle Scritture ebraiche.”

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PSICANALISI

Enzo Bonaventura: attualità di un pensiero
Questa è la storia di una lunga rimozione

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Enzo Bonaventura / LA PSICOANALISI / Marsilio

Pagine Ebraiche propone uno stralcio dell’introduzione al volume “La psicanalisi” di Enzo Bonaventura, a firma di David Meghnagi, professore associato di Psicologia all’Università di Roma Tre David Meghnagi.

Sconosciuto al grande pubblico, e largamente ignorato tra gli psicologi e gli psicoanalisti, Bonaventura è stato uno dei più importanti studiosi e ricercatori in ambito psicologico e psicoanalitico italiano della prima metà del Novecento. Una figura paradigmatica che riassume nella sua storia personale una tragedia che ha coinvolto il mondo della scienza e della cultura italiana in seguito alle leggi razziste del 1938, distruggendone la fibra. Uno studioso che univa in sé numerose competenze: di psicologo sperimentale e di attento studioso del pensiero di Freud, di educatore, di psicologo dello sviluppo e dell’adolescenza, di psicologo del lavoro. Ma anche di attento lettore delle Scritture ebraiche. Studente del Collegio rabbinico, poi consigliere della Comunità ebraica di Firenze, egli fu dolorosamente consapevole dei pericoli che incombevano sul futuro degli ebrei in Italia e nel mondo; ha compiuto con la moglie, in tempi non sospetti, un viaggio nella Terra dei padri per vedere da vicino i progressi di un progetto che ai più appariva una folle utopia, “regressiva” e “irrealizzabile”. Di casa nel salotto culturale di Giuseppe Pardo Roques 1, il capo della Comunità ebraica di Pisa, dove si discute del pensiero di Husserl e di Martin Buber, di Ahad Ha’am, della mistica ebraica e del pensiero di Freud, è profondamente consapevole dei pericoli che incombono sul futuro degli ebrei nel mondo (Arieti 1979;Meghnagi 2012, 2014). Per i giovani profughi ebrei che studiano a Firenze e si attardano nei locali della Facoltà, dove possono contare su una presenza amica, è un riferimento, anche per la prima accoglienza.

David Meghnagi, Università di Roma Tre

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PSICOANALISi

Fede e metodo terapeutico, incontro senza fine

img headerLucia Fattori, Gabriella Vandi / PSICOANALISI E FEDE /
Franco Angeli

“Psicoanalisi e fede: un discorso aperto” è il titolo di un volume collattaneo, curato dalle psicoanaliste Lucia Fattori e Gabriella Vandi, che esplora il rapporto tra la dottrina elaborata da Sigmund Freud e l’esperienza religiosa. Edito da Franco Angeli, il libro contiene interventi di autori, quasi tutti psicoanalisti, che esplorano il rapporto tra terapia e fede: esperienza umana che per Sigmund Freud, profondamente consapevole e orgoglioso delle proprie radici ebraiche ma al contempo alfiere di positivismo e razionalismo, arrivò a definire una patologia: “Queste, che si presentano come dogmi, non sono precipitati dell’esperienza o risultati finali del pensiero, sono illusioni [...]. Caratteristico dell’illusione è derivare dai desideri umani; per tale aspetto essa si avvicina ai deliri psichiatrici.” (Freud, L’avvenire di un’illusione, 1927).
Nel volume non poteva mancare un intervento dal punto di vista ebraico, affidato allo psichiatra e psicoanalista Alberto Sonnino, che esplora il rapporto profondo, e fecondo, che il fondatore della psicoanalisi aveva con l’ebraismo.

mdp

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PEDAGOGIA

Non bambini ma persone La regola di Korczak

JUDAICa

‘Detti’ del Talmud

Janusz Korczak /
LE REGOLE DELLA VITA / Mimesis

Non ci sono bambini ma persone, sosteneva Janusz Korczak (1878 -1942) educatore, medico, formatore e scrittore polacco. Il suo pensiero pedagogico rivive nel volume Le regole della vita (prefazione di Paolo Perticari e postfazione di Izabela Stanecka, che cura anche la traduzione, Mimesis, pp. 120, 12). Apparso nel 1929, il libro, a metà tra saggio e racconto personale, sa essere di grande attualità nel parlare di scelte, bisogni e difficoltà dei ragazzi («Date loro le condizioni giuste per diventare migliori»). La materia è organizzata per temi della vita quotidiana (scuola, divertimento, capacità...); l'autore fa proprie le forme del dialogo e dell'esempio per rivolgersi ai suoi interlocutori, usa uno stile di scrittura piano, rassicurante, un po' «bambino».

Severino Colombo Corriere della Sera
28 marzo 201
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Amedeo Spagnoletto / DETTI E CONTRADDETTI DEL TALMUD / Giuntina

Lontano, al di là di mari, montagne, tra genti diverse. Tanto vicino da poterlo quasi toccare. Nella tradizione giudaica, le distanze sono relative. Il Talmud, che del giudaismo rabbinico è beneamato e insostituibile, nasce tra la Terra d'Israele e la Mesopotamia. Si sedimenta lentamente, per secoli, ogni generazione porta la propria sapienza e lascia alla successiva parecchie risposte e domande ancor più numerose. Il lavorio di redazione si conclude tra il VI e il VII secolo dell'era volgare, quando i musulmani son diventati i nuovi padroni d'Oriente, e hanno scalzato di slancio il dominio dei bizantini e quello persiano dei sasanidi. Distante nel tempo, e prodotto di una società da lungo scomparsa, il Talmud rimane vivo attraverso lo studio, la ripetizione, la continua ripresa di spunti e di norme, che costituiscono ancor oggi la base del diritto ebraico.

Giulio Busi
Il Sole 24 Ore Domenica 26 marzo 201
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