17 maggio 2017 - 21 Iyar 5777 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e
Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto
Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
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Trump e i segreti rivelati ai russi
La fonte degli Usa era Israele
Ampio
spazio anche sui principali quotidiani italiani (Repubblica, La Stampa
e Corriere) per le rivelazioni fatte dal presidente Usa Trump alla
Russia riguardo notizie di intelligence altamente riservate. Durante un
incontro a Washington, infatti, Trump ha condiviso con il ministro
degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e l’ambasciatore russo negli Stati
Uniti, Sergei Kislak, informazioni considerate riservatissime: ovvero
dettagli su come i servizi segreti americani sono venuti a conoscenza
che l'Isis sta preparando attentati sugli aerei usando i computer come
bombe. Fonte indicata dai media, i servizi segreti israeliani che,
spiega il Foglio, non hanno preso bene la notizia della decisione di
Trump di rivelare ai russi quanto sapeva. Il Mossad (o comunque il
servizio di intelligence coinvolto ) non aveva autorizzato gli
americani, scrive Repubblica, a passare la notizia ai russi, tanto più
che nel farlo si poteva tradire la fonte primaria, una talpa in seno
all'Isis. E, dopo aver parlato con diversi funzionari ed ex funzionari
americani, ABC News ha scritto che secondo la loro
opinione “questa notte la vita di una spia israeliana all’interno
dell'Isis sarà a rischio”, per via delle azioni di Trump. L'Associated
Press, ha scritto che “un alto funzionario di un servizio segreto
europeo” ha riferito, a patto di mantenere l'anonimato, che il suo
Paese potrebbe smettere di scambiare notizie con gli Stati Uniti,
“perché potrebbe essere pericoloso per i nostri informatori”.
Atteggiamento che potrebbe essere condiviso da altre realtà di
intelligence, tra cui quella israeliana.
La Carta delle Responsabilità 2017.
Corriere della Sera riporta dell'iniziativa di Gariwo, ovvero la
presentazione di una carta di valori (Carta delle Responsabilità) da
far sottoscrivere a istituzioni e persone comuni perché vi sia un
impegno condiviso contro xenofobia, nazionalismi, terrorismo,
la violenza del confronto politico. Il documento sarà presentato
domani al Teatro Franco Parenti da Gabriele Nissim, presidente
dell'associazione Gariwo, la foresta dei Giusti nonché ideatore del
progetto, e Andrée Ruth Shammah, direttrice del Parenti. Primo
firmatario della Carta, il sindaco Giuseppe Sala, che vede tra gli
aderenti, sottolinea il Corriere, la ministra dell'Istruzione, Valeria
Fedeli, il presidente della Fondazione Corriere della Sera, Piergaetano
Marchetti, la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane,
Noemi Di Segni, e altre personalità della cultura e della società.
Firenze-Assisi, nel nome di Bartali.
I ciclisti della Israel Cycling Academy hanno percorso ieri la tratta
Firenze-Assisi per ricordare Gino Bartali. I ciclisti, spiega sul
Corriere Fiorentino Adam Smulevich, “hanno affrontato la 'strada del
coraggio'. E cioè il movimentato tratto da Firenze ad Assisi che Gino
Bartali affrontò più e più volte per portare assistenza agli ebrei
perseguitati dal nazifascismo, offrendo loro la speranza di un
possibile espatrio grazie ai documenti di identità falsi che nascondeva
nella bicicletta e che venivano prontamente smistati tra Liguria,
Toscana e Umbria”. Sul quotidiano toscano, anche un brano dal libro
Gino Banali e i Giusti toscani di Alfredo De Girolamo, in cui si
raccontano quelle vicende.
Sindaci, chiave per contrastare i terroristi. Nella
sua dottrina antiterrorismo, il generale israeliano Nitzan Nuriel,
research fellow all'Istituto internazionale per l'antiterrorismo di
Herziliya, non mette polizia e intelligence al primo posto, - racconta
Daniel Mosseri sul Foglio - ma i sindaci, che conoscono il territorio e
hanno interessi diretti affinché tutto funzioni bene in termini di
sicurezza. È per esempio il sindaco "che in poche ore mi può fornire
dei camion per bloccare l'accesso ad alcune strade, facendo da barriera
contro eventuali tir in corsa", afferma Nuriel. Riguardo all'Italia,
l'esperto afferma, "Avete servizi di intelligence e di polizia
preparati, ma siete un paese molto naïf". Secondo Nuriel esiste poi una
tendenza italiana – da criticare - a trattare "un criminale o un
innocente allo stesso modo" e, sul fronte internazionale, per il
generale non è possibile che Roma mantenga una posizione poco decisa
nei confronti di Erdogan, "che secondo me è parte del problema, mentre
molti in Europa pensano sia parte della soluzione".
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
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