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15 Agosto 2017 - 23 Av 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia,
Gran rabbino
di Francia
È nostro dovere opporci alla violenza, che esiste nella vita come talvolta esiste pure nella Bibbia.
 
Dario
Calimani,
Università di Venezia
Charlottesville non è soltanto il caso sporadico di una città che ospita un gruppuscolo di bianchi razzisti nella Virginia del Profondo Sud. Charlottesville è un altro dei molti episodi di razzismo che stanno segnando l’America da quando Trump ne è diventato il Presidente. Sembra che anche gli ebrei ora se ne stiano accorgendo con consapevolezza sempre maggiore. E c’è poco da sottovalutare. I tempi sono cambiati.
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"Neonazisti ripugnanti"
È finalmente arrivata, da parte di Donald Trump, una condanna netta delle violenze neonaziste a Charlottesville, in Virginia. Scrive il Corriere: “Dopo due giorni di pressioni da destra e da sinistra, dal Congresso, dai media e dal mondo del business, Trump ha condannato esplicitamente ‘KKK, neonazisti e i suprematisti bianchi’. Li ha definiti ‘ripugnanti’, evitando stavolta di attribuire le violenze a più parti”. A proposito dei fatti di sabato il noto giurista Alan Dershowitz afferma in una intervista con Repubblica: “Quello che è successo a Charlottesville non deve cambiare la legge sulla libertà di espressione in America. I suprematisti e i neonazisti avevano tutto il diritto di manifestare, secondo la Costituzione degli Stati Uniti. Il punto è saper tracciare con nettezza la linea tra il ‘free speech’ del libero pensiero e la violenza”.

La presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini ha deciso di rispondere per vie legali a chi, con epiteti disgustosi, continua a offenderla sui social network. “Adesso basta. Il tenore di questi commenti ha superato il limite consentito. Ho deciso che d’ora in avanti farò valere i miei diritti nelle sedi opportune” ha scritto la presidente Boldrini, le cui parole sono riportate tra gli altri da Avvenire.
 
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  davar
Sul terreno donato dall'ucei
Amatrice, a un anno dal sisma

le frazioni tornano in campo
Un luogo “vivo” di sport, divertimento e svago. Un luogo dove potersi incontrare in ogni momento buono durante l’anno e in cui mettere alle spalle per qualche ora angoscia e preoccupazione. Il campo di calcetto donato lo scorso luglio dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane alla popolazione di Amatrice conferma in queste settimane la sua funzione essenziale, con un richiamo simbolico fortissimo.
Il terremoto dell’agosto 2016, tra le varie conseguenze minori, portava infatti all’annullamento di un appuntamento molto atteso che da tempo scandisce l’estate amatriciana: il torneo delle frazioni, evento calcistico che vede coinvolte le svariate decine di piccole realtà che orbitano attorno ad Amatrice.
A un anno dal sisma, il torneo è tornato a disputarsi regolarmente. E proprio sul campo della frazione di Scai prima devastato dal sisma, quindi usato come base per la tendopoli d’emergenza e infine restituito al suo uso originario dall’UCEI.
“Il torneo si gioca tutti i giorni, ininterrottamente” racconta commosso Alessandro Genovese, uno dei protagonisti della rinascita calcistica di Amatrice.

Un piccolo segnale di speranza, che illumina giornate ancora difficili.


PAGINE EBRAICHE AGOSTO 2017 - LA MOSTRA
La grande saga dei Morpurgo
Una saga familiare che prende avvio nel tardo Medioevo a Maribor, oggi la seconda città più popolosa della Slovenia, per poi ramificarsi su almeno tre continenti come un robusto, rigoglioso e imponente albero secolare. Protagonisti della saga sono i Morpurgo, che da Maribor hanno derivato il proprio nome e lo hanno esportato in Italia, Austria, Croazia, Francia, Spagna, Grecia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Stati Uniti d’America, Canada, Israele, Venezuela, Brasile, Suriname e chissà quanti altri luoghi, facendo registrare agli specialisti di genealogie circa 2.350 occorrenze dalle origini ai giorni nostri.
La loro storia è ora al centro della mostra “I Morpurgo, i discendenti degli ebrei di Maribor”, aperta fino al 31 agosto presso il Centro di documentazione culturale ebraica della Sinagoga di Maribor. Qui, attraverso ritratti dipinti, foto, pannelli esplicativi e documenti d’epoca, a dare ritmo alla narrazione sono innanzitutto quei Morpurgo che hanno reso grande la stirpe: ad esempio Giuseppe Lazzaro, che nel 1831 fondò le Assicurazioni Generali e l’idea stessa di settore assicurativo. O Uberto Luigi, detto “il Barone” (il blasone lo aveva davvero) che, oltre a non aver sfigurato sui campi di Wimbledon, degli Internazionali di Francia e d’Italia e in Coppa Davis, resta l’unico tennista italiano con una medaglia olimpica nel proprio palmarès (Parigi, 1924). Senza contare Vittorio Ballio, architetto di punta del regime fascista, cui si devono la sistemazione di piazza Augusto Imperatore, a Roma, e la progettazione della teca di vetro destinata a contenere l’Ara Pacis. “Ma il più affascinante, per me, è Elia, che nel Settecento si distinse come personaggio polivalente: pioniere della produzione e vendita della seta, fu un rabbino e un finissimo intellettuale, ed ebbe contatti assidui con Pietro Metastasio, collocandosi tra gli esponenti di spicco dell’Illuminismo ebraico”.


(Nell'immagine la sinagoga di Maribor)
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pilpul
Memoriale, una scelta giusta
Mi lascia perplesso che si faccia polemica di fronte a un’azione che fa del bene ad altri esseri umani. La scelta del Memoriale della Shoah di Milano di ospitare in agosto profughi in fuga da guerra e miseria. Senza che nessuno – almeno a mia memoria – avesse in questa circostanza menzionato il paragone tra Shoah e dramma dei migranti. Un parallelo che non ha ovviamente alcun fondamento e che è culturalmente sbagliato.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas



Persecutori e perseguitati
Un recente lavoro di un professore italiano dell’Università Pompeu Fabra (Luigi Pascali, Banks and development: Jewish communities in the Italian renaissance and current economic performance, Review of Economics and Statistics, 98(1), 2016 pp. 140-158) affronta l’impegnativa tematica dell’incidenza dell’ebraismo italiano sull’economia nazionale ma certamente, non si propone quale chiave di volta dell’universo, limitandosi a proporre dati ed ipotesi, insomma, è un valido contributo, recensito anche dall’Economist, ma si potrebbe sostenere che non esaurisca l’argomento.
L’autore sostiene che la demografia ebraica ebbe ad esercitare, nel primo Rinascimento, un’influenza sostanziale nello sviluppo dei mercati creditizi locali.


Emanuele Calò
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