Haim Korsia,
Gran rabbino
di Francia
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È nostro dovere opporci alla violenza, che esiste nella vita come talvolta esiste pure nella Bibbia.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Charlottesville
non è soltanto il caso sporadico di una città che ospita un gruppuscolo
di bianchi razzisti nella Virginia del Profondo Sud. Charlottesville è
un altro dei molti episodi di razzismo che stanno segnando l’America da
quando Trump ne è diventato il Presidente. Sembra che anche gli ebrei
ora se ne stiano accorgendo con consapevolezza sempre maggiore. E c’è
poco da sottovalutare. I tempi sono cambiati.
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"Neonazisti ripugnanti"
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È
finalmente arrivata, da parte di Donald Trump, una condanna netta delle
violenze neonaziste a Charlottesville, in Virginia. Scrive il Corriere:
“Dopo due giorni di pressioni da destra e da sinistra, dal Congresso,
dai media e dal mondo del business, Trump ha condannato esplicitamente
‘KKK, neonazisti e i suprematisti bianchi’. Li ha definiti
‘ripugnanti’, evitando stavolta di attribuire le violenze a più parti”.
A proposito dei fatti di sabato il noto giurista Alan Dershowitz
afferma in una intervista con Repubblica: “Quello che è successo a
Charlottesville non deve cambiare la legge sulla libertà di espressione
in America. I suprematisti e i neonazisti avevano tutto il diritto di
manifestare, secondo la Costituzione degli Stati Uniti. Il punto è
saper tracciare con nettezza la linea tra il ‘free speech’ del libero
pensiero e la violenza”.
La presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini ha deciso di
rispondere per vie legali a chi, con epiteti disgustosi, continua a
offenderla sui social network. “Adesso basta. Il tenore di questi
commenti ha superato il limite consentito. Ho deciso che d’ora in
avanti farò valere i miei diritti nelle sedi opportune” ha scritto la
presidente Boldrini, le cui parole sono riportate tra gli altri da
Avvenire.
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Sul terreno donato dall'ucei Amatrice, a un anno dal sisma
le frazioni tornano in campo
Un
luogo “vivo” di sport, divertimento e svago. Un luogo dove potersi
incontrare in ogni momento buono durante l’anno e in cui mettere alle
spalle per qualche ora angoscia e preoccupazione. Il campo di calcetto
donato lo scorso luglio dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
alla popolazione di Amatrice conferma in queste settimane la sua
funzione essenziale, con un richiamo simbolico fortissimo.
Il terremoto dell’agosto 2016, tra le varie conseguenze minori, portava
infatti all’annullamento di un appuntamento molto atteso che da tempo
scandisce l’estate amatriciana: il torneo delle frazioni, evento
calcistico che vede coinvolte le svariate decine di piccole realtà che
orbitano attorno ad Amatrice.
A un anno dal sisma, il torneo è tornato a disputarsi regolarmente. E
proprio sul campo della frazione di Scai prima devastato dal sisma,
quindi usato come base per la tendopoli d’emergenza e infine restituito
al suo uso originario dall’UCEI.
“Il torneo si gioca tutti i giorni, ininterrottamente” racconta
commosso Alessandro Genovese, uno dei protagonisti della rinascita
calcistica di Amatrice.
Un piccolo segnale di speranza, che illumina giornate ancora difficili.
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PAGINE EBRAICHE AGOSTO 2017 - LA MOSTRA La grande saga dei Morpurgo
Una
saga familiare che prende avvio nel tardo Medioevo a Maribor, oggi la
seconda città più popolosa della Slovenia, per poi ramificarsi su
almeno tre continenti come un robusto, rigoglioso e imponente albero
secolare. Protagonisti della saga sono i Morpurgo, che da Maribor hanno
derivato il proprio nome e lo hanno esportato in Italia, Austria,
Croazia, Francia, Spagna, Grecia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Stati
Uniti d’America, Canada, Israele, Venezuela, Brasile, Suriname e chissà
quanti altri luoghi, facendo registrare agli specialisti di genealogie
circa 2.350 occorrenze dalle origini ai giorni nostri.
La loro storia è ora al centro della mostra “I Morpurgo, i discendenti
degli ebrei di Maribor”, aperta fino al 31 agosto presso il Centro di
documentazione culturale ebraica della Sinagoga di Maribor. Qui,
attraverso ritratti dipinti, foto, pannelli esplicativi e documenti
d’epoca, a dare ritmo alla narrazione sono innanzitutto quei Morpurgo
che hanno reso grande la stirpe: ad esempio Giuseppe Lazzaro, che nel
1831 fondò le Assicurazioni Generali e l’idea stessa di settore
assicurativo. O Uberto Luigi, detto “il Barone” (il blasone lo aveva
davvero) che, oltre a non aver sfigurato sui campi di Wimbledon, degli
Internazionali di Francia e d’Italia e in Coppa Davis, resta l’unico
tennista italiano con una medaglia olimpica nel proprio palmarès
(Parigi, 1924). Senza contare Vittorio Ballio, architetto di punta del
regime fascista, cui si devono la sistemazione di piazza Augusto
Imperatore, a Roma, e la progettazione della teca di vetro destinata a
contenere l’Ara Pacis. “Ma il più affascinante, per me, è Elia, che nel
Settecento si distinse come personaggio polivalente: pioniere della
produzione e vendita della seta, fu un rabbino e un finissimo
intellettuale, ed ebbe contatti assidui con Pietro Metastasio,
collocandosi tra gli esponenti di spicco dell’Illuminismo ebraico”.
(Nell'immagine la sinagoga di Maribor) Leggi
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Memoriale, una scelta giusta
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Mi
lascia perplesso che si faccia polemica di fronte a un’azione che fa
del bene ad altri esseri umani. La scelta del Memoriale della Shoah di
Milano di ospitare in agosto profughi in fuga da guerra e miseria.
Senza che nessuno – almeno a mia memoria – avesse in questa circostanza
menzionato il paragone tra Shoah e dramma dei migranti. Un parallelo
che non ha ovviamente alcun fondamento e che è culturalmente sbagliato.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Persecutori e perseguitati
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Un
recente lavoro di un professore italiano dell’Università Pompeu Fabra
(Luigi Pascali, Banks and development: Jewish communities in the
Italian renaissance and current economic performance, Review of
Economics and Statistics, 98(1), 2016 pp. 140-158) affronta
l’impegnativa tematica dell’incidenza dell’ebraismo italiano
sull’economia nazionale ma certamente, non si propone quale chiave di
volta dell’universo, limitandosi a proporre dati ed ipotesi, insomma, è
un valido contributo, recensito anche dall’Economist, ma si potrebbe
sostenere che non esaurisca l’argomento.
L’autore sostiene che la demografia ebraica ebbe ad esercitare, nel
primo Rinascimento, un’influenza sostanziale nello sviluppo dei mercati
creditizi locali.
Emanuele Calò
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