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  30 Ottobre 2017 - 10 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
E disse D-o ad Avraham, vai via (vai verso di te, vai per te, per il tuo bene) dalla tua terra, e dal luogo dove sei nato, e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti farò vedere. (Genesi, 12, 1)
Rashi: Vai per te – per il tuo vantaggio e per il tuo bene. (…)
 
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Anna
Foa,
storica
Ogni giorno qualche altro elemento di barbarie: quelli di oggi sono un pestaggio di due extracomunitari a Roma, in via Arenula. La strada che costeggia l’ex ghetto, dove nel 1943 i nazisti braccavano gli ebrei, la scorsa notte è stata il luogo di un orrendo pestaggio da parte di cinque ragazzini.
E a Torino ad un barbone, che dormiva su una panchina, è stato dato fuoco. È in rianimazione. Possiamo avere ancora parole?
 
La violenza dei razzisti
Massacrato di botte da un gruppo di giovani tra i 17 e i 19 anni, di ritorno dalla movida in centro a Roma. È accaduto a un ragazzo bengalese di 27 anni sabato sera: “Non so perché mi hanno picchiato. – racconta la vittima al Corriere della Sera– Volevo solo prendere il bus per tornare a casa. Stavo con un amico egiziano che lavora con me in un ristorante a Campo de’ Fiori: ci hanno preso di mira, erano in 12-13. Prima ci hanno insultato, ci hanno chiamato negri. Poi giù botte”. In carcere, per il pestaggio del cameriere, accusato di tentato omicidio aggravato dalla violazione della legge Mancino, c’è adesso un tifoso romanista, Alessio Manzo, 18 anni. Ha un precedente per droga e le foto di Hitler e Mussolini sul profilo Facebook (Repubblica Roma). Un episodio che richiama l’attenzione sulla violenza razzista nella Capitale dopo il caso dei tifosi della Lazio e gli insulti ad Anna Frank. A riguardo a Latina, altro pessimo spettacolo: i tifosi della squadra di casa non solo non hanno partecipato al minuto di silenzio stabilito in tutti gli stadi dopo quanto accaduto a Roma, ma hanno anche cantato l’inno nazionale concludendolo inneggiando al duce. E poi per tutta la durata dell’incontro hanno intonato cori fascisti, fatto saluti romani e sventolato una bandiera tedesca (Repubblica Roma).
 
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  davar
israele - LA MISSIONE DEL MINISTRO KAHLON
Ramallah, una visita a sorpresa

Il ministro delle Finanze israeliano Moshe Kahlon ha incontrato nelle scorse ore il primo ministro palestinese Rami Hamdallah in Cisgiordania per discutere soprattuto di cooperazione economica. Si tratta della seconda visita di Kahlon a Ramallah e il ministro è l’unico rappresentante di alto livello ad essersi recato nella città palestinese in via ufficiale negli ultimi anni. Secondo i media locali (Arutz 2 e Walla!, tra gli altri), l’incontro – a cui hanno partecipato due dirigenti palestinesi, Majd Faraj e Hussein a-Sheikh, ed il coordinatore delle attività militari israeliane nei Territori, il generale Yoav Mordechai – è nato dalle pressioni dell’amministrazione americana che vuole vedere progressi nei rapporti diplomatici tra Israele e palestinesi entro la fine dell’anno. Il governo di Gerusalemme nelle scorse settimane, alla luce del nuovo tentativo di pacificazione tra Fatah (movimento cardine dell’Autorità nazionale palestinese) e il movimento terroristico di Hamas, ha annunciato che fino a che Hamas non rinuncerà alla violenza e non riconoscerà Israele, non tornerà al tavolo dei colloqui di pace. Per questo la visita di Kahlon rappresenta un passo inaspettato.
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il giardino di gariwo in giordania
"Amman, baluardo contro l'Isis"
Dialogo, impegno, solidarietà. Valori in pericolo, valori da difendere ad ogni costo. Nato dalla collaborazione tra Gariwo-Il Giardino dei Giusti ed EcoPeace Middle East, organizzazione che unisce ambientalisti giordani, israeliani e palestinesi per la salvaguardia dell’ambiente e la cooperazione, con il supporto dell’ambasciata italiana ad Amman, il “Giardino del Bene” inaugurato stamane in Giordania risponde a questa esigenza. Ospitato nello Sharhabil Bin Hassneh Eco Park, riserva naturale creata nel 2004 nella Valle del Giordano da un gruppo di volontari che hanno risanato l’area dotandola di strutture eco-compatibili per ospitare turisti e organizzare attività educative per i giovani, si propone di onorare (d’intesa con il locale ministero della Cultura) sette persone che si sono distinte nella battaglia contro il terrorismo e nella difesa del patrimonio ambientale e culturale. Tra loro spicca la figura di Muath Kasasbeh, il pilota dell’aeronautica giardino arso vivo dall’Isis di cui molto si sono occupate le cronache.
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informazione - international edition 
"Odio nelle curve, si agisca"
"La leader della comunità ebraica italiana esorta le autorità sportive a combattere l’antisemitismo”. Questo il titolo di un’intervista dell’agenzia di stampa internazionale Reuters alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Nell’articolo, ripreso sull’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, Di Segni commenta i recenti fatti di odio negli stadi e le iniziative realizzate per rispondere, definendole importanti ma non sufficienti. “Serve la legalità, è necessario applicare sanzioni, e se le regole esistono, devono essere rispettate. Chi si comporta male deve essere punito, e non è ciò che accade ora”. La presidente UCEI ha inoltre espresso l’auspicio che gli eventi degli ultimi giorni – l’insulto alla memoria di Anna Frank, le magliette e i brani letti negli stadi – possano innalzare il livello di attenzione e pubblica consapevolezza. “È importante concentrarsi sull’educazione dei giovani. La televisione e lo sport hanno un grande potere, e i media devono capire che possono fare molto”.
Grande l’eco mediatica suscitata da quanto accaduto negli stadi italiani. A parlarne anche il New York Times, che per l’occasione chiede un parere al giornalista della redazione UCEI Adam Smulevich, autore del libro “Presidenti” pubblicato da Giuntina e dedicato alla storia di tre patron calcistici di origine ebraica e di quello che significò per la loro vita, storia e carriera, l’avvento del fascismo.


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pilpul
Oltremare - Diplomazia
Quella faccia da ragazzino, che in uno stato di zen assoluto canta il proprio inno nazionale sapendo che nessun microfono lo catturerà, ma sapendo anche che tutte le telecamere disponibili ne guarderanno il labiale. Ecco un’immagine che ha qualcosa di iconico, e allo stesso tempo di assurdo. Il video di Tal Flicker ha fatto il giro del mondo nel fine settimana: lui sta in piedi sul podio più alto del Gran Slam di Abu Dhabi senza bandiera e perfino senza le iniziali ISR sulla maglietta, con il commentatore sportivo che dice che Tal gareggia per la Federazione (e non invece per Israele), e poi esita un attimo e annuncia l’inno della Federazione che parte fuori tempo. Il tutto è già ridicolo fin qui. Ma quando le telecamere comunque inquadrano il vincitore con la medaglia d’oro al petto, che sta chiaramente cantando qualcos’altro, e cioè l’Ha-Tikva, l’effetto è un assurdo che nessun Jonesco e nessun Beckett avrebbero mai potuto allestire.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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