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19 dicembre 2017 -   2 Tevet 5778
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MUSEI

Meis, un primo volume per presentarsi

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img headerAA.VV. / EBREI, UNA STORIA ITALIANA. I PRIMI MILLE ANNI / Electa

Un lavoro attento, appassionato, che ha coinvolto un team di professionisti impegnati insieme alla squadra del Museo dell'Ebraismo italiano e della Shoah in quello che si è rivelato essere un compito decisamente complesso. In occasione della mostra "Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, infatti, il Meis inizia la narrazione della più che bimillenaria, vitale e ininterrotta presenza ebraica nel Paese: come si è formata e sviluppata, e come gli Ebrei d’Italia hanno costruito la propria identità e contribuito a quella di tutti gli italiani, tra fasi di convivenza e interazioni feconde, e altre di persecuzioni e cacciate, culminate nella Shoah. È con le parole che Ercole I d’Este rivolgeva nel 1492 agli Ebrei esuli dalla Spagna che il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, apre il volume, dopo il saluto del ministro Dario Franceschini: “Noi siamo molto contenti che vengano ad abitare qua con le loro famiglie... perché sempre saranno benvisti e trattati in tutte le cose che potremo e ogni die più se ne conteranno di essere venuti a Casa nostra”. A 525 anni di distanza il volume pubblicato da Electa è molto più di un catalogo: raccoglie in sé un consistente corpus di saggi, suddivisi in quattro sezioni che vanno a comporre un primo capitolo della storia del Meis, e diventa una dichiarazione programmatica di impatto notevole..

Ada Treves, Dossier Musei
Pagine Ebraiche, dicembre 201
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STORIA

Memorie di chi fece l’Italia

img headerClotilde Pontecorvo e Asher Salah (a cura di) / DIARI RISORGIMENTALI: DUE RAGAZZI EBREI SI RACCONTANO / Salomone Belforte & C.

Uno spaccato di un’Italia tutta diversa, ancora non unita ma quasi, raccontata nei diari di due giovani ebrei quasi coetanei. Il libro “Diari risorgimentali: due ragazzi ebrei si raccontano”, edito dall’editore livornese Salomone Belforte, pubblica le riflessioni e le annotazioni personali di Giuseppe Luzzatto (1849-1916), figlio dell’illustre ebraista Samuel David Luzzatto (meglio conosciuto come “Shadal”), che contiene il resoconto di due viaggi a Gorizia, Trieste e Venezia tra il 1861 e il 1862; e quelle, più brevi e ingenue, di Amalia Cantoni (1846-1931), sorella dello scrittore Alberto Cantoni e zia in secondo grado della scrittrice Laura Orvieto, che descrive un soggiorno di vari mesi tra il 1863 e il 1864 a Pomponesco nel contado mantovano, terra da cui proveniva la famiglia che pur risiedeva per lunghi periodi a Venezia.
Se gli esempi di “scrittura bambina” nell’Ottocento sono stati spesso condannati all’oblio dalle generazioni successive, quelli scritti da ebrei sono una assoluta rarità. Corredati da un ricco apparato critico curato da Clotilde Pontecorvo e Asher Salah, i due testi, caratterizzati dalla diade “Torah e Risorgimento”, sono accompagnati da quattro saggi che consentono di apprezzarne a fondo il valore storico e linguistico. Colpisce la differenza delle quotidianità e delle sollecitazioni culturali tra i due ragazzi, e quindi le differenze sostanziali che esistevano a quel tempo, anche in ambito ebraico, tra maschi e femmine nell’educazione.

Marco Di Porto

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biografie

Primo Levi,
infinita scoperta

società

Occidentali e jihadiste

Roberta Mori, Domenico Scarpa (a cura di) / ALBUM PRIMO LEVI / Einaudi

Ci sono voluti più di vent'anni per capire che il più acuto e attendibile dei testimoni della Shoah era ben di più: un vero e grande scrittore, poliedrico e multiversato, poeta, saggista e traduttore, padrone di un lessico sterminato, dalle infinite, affabili conoscenze enciclopediche che spaziavano dalle scienze esatte all'antropologia, alla zoologia, alla linguistica. Che si possa addirittura parlare di uno scrittore dalla vocazione precoce prestato alla chimica, e non viceversa, lo comprovano anche tre novità uscite in queste settimane. Sono la ricca biografia per immagini curata da Roberta Mori e Domenico Scarpa per Einaudi (Album Primo Levi, pp. 342, 60), la documentatissima (ma non invasiva) biografia di Ian Thompson (Primo Levi. Una vita, Utet, pp. 806, 35), che è del 2002, ma stranamente non era stata tradotta sin qui; e una nuova edizione ampliata del sostanzioso numero monografico della rivista Riga, a vent'anni dalla prima uscita, arricchito di testi dispersi e tredici interviste a cura di Mario Barenghi, Marco Belpoliti e Anna Stefi, (Marcos y Marcos, pp. 572, 35).

Ernesto Ferrero,
La Stampa,
13 dicembre 201
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E. Benslama,
F. Khosrokhavar / LE JIHADISME DES FEMMES / Seuil

Davanti a giovani donne occidentali che sono fuggite dai loro paesi per recarsi nei luoghi del sedicente califfato islamico - raggiungendo il numero, non piccolo, di circa cinquecento e che quindi non si sono accontentate di convertirsi all'islam, ma ne hanno abbracciato le diramazioni più radicali, proprio quelle che, ai nostri occhi, umiliano e soffocano la libertà femminile, noi rimaniamo senza parole. Provano ad analizzare questa situazione un sociologo esperto della questione islamica come Farhad Khosrokhavar, insieme al psicanalista Fethi Benslama. La prima osservazione è che queste giovani sono mosse da una visione romantica dell'amore, da un desiderio di esotismo e di fuga, dalla volontà di affermare la loro identità femminile divenendo, pur se molto giovani, spose e madri.









Lucetta Scaraffia,
Il Sole 24 Ore Domenica, 17 dicembre 2017


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