21 Dicembre 2017 - 3 Tevet 5778
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum, Maria Teresa Milano, Giorgio Berruto e Sara Valentina Di Palma.
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Nikki Haley
@nikkihaley
20 dic
Referencing tomorrow's UN vote criticizing the US embassy move. In the
words of the President, "Let them vote against us, we'll save a lot."
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Onu, gli Usa alzano la voce
Cresce
la tensione in vista del voto dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite, che oggi si esprimerà (presumibilmente a favore) su una
risoluzione che boccia il riconoscimento di Gerusalemme come capitale
di Israele. Al centro dell’attenzione le parole dell’ambasciatrice
statunitense Nikki Haley, che ha annunciato di essere pronta a prendere
nota dei paesi che voteranno contro la linea di Washington.
“Mentre considerate il vostro voto, vi incoraggio a tenere presente che
il presidente e gli Stati Uniti lo prenderanno come un fatto personale”
ha scritto ieri la Haley in una lettera inviata ai suoi colleghi
ambasciatori. La prospettiva è che gli Usa non eroghino più
stanziamenti ai paesi che si diranno contrari.
Non
è il primo scontro, come ricorda tra gli altri La Stampa: “Quando
lunedì il Consiglio di Sicurezza aveva votato la risoluzione proposta
dall’Egitto per bocciare la decisione di Trump su Gerusalemme, gli Usa
si erano trovati completamente isolati. Anche la Gran Bretagna e
l’Ucraina, oltre all’Italia, avevano votato contro Washington – si
legge – e Haley aveva dovuto usare il veto per bloccare il
provvedimento”.
Intervistato dal Corriere, il segretario di Stato vaticano Pietro
Parolin si dice a favore di uno statuto internazionale per Gerusalemme.
“Gerusalemme – afferma – è una città unica e sacra per ebrei, cristiani
e musulmani. Dovrebbe avere uno statuto speciale che ne faccia una
‘città aperta’, offra assicurazioni di libertà religiosa per i membri
delle tre religioni che condividono i luoghi santi e permetta l’accesso
ai pellegrini. II cuore della proposta, quindi, è quello di uno statuto
speciale garantito internazionalmente”. Radicalmente contrario alla
proposta di Trump, il celebre direttore d’orchestra Daniel Barenboim
(cittadino israeliano, ma anche palestinese ad honorem) sulle stesse
pagine dice: “Di fronte alla decisione unilaterale degli Usa, faccio un
appello al resto del mondo: riconoscete lo Stato della Palestina come
avete riconosciuto Israele. Non ci si può attendere che due popoli,
nemmeno due persone, che non si riconoscono reciprocamente trovino un
compromesso. Per una soluzione a due Stati servono appunto due Stati
che al momento non ci sono”.
"Leggi del '38, il mio bisnonno non le voleva". Penosa
intervista al Giornale di Emanuele Filiberto, pronipote del re Vittorio
Emanuele III. In un passaggio tra i più grotteschi, il rampollo di casa
Savoia parla così del bisnonno: “Di lui sono giudicati solo gli ultimi
10 anni del suo operato, ma regnò per 46. Fu responsabile del suo
Paese, nel bene e nel male, ma Mussolini andò al potere per volontà del
Parlamento e tra i parlamentari ce n’erano anche ebraici. Tutti
criticano per le Leggi razziali, che furono una cosa ignobile e
insensata. Il re, però, per ben tre volte le rimise davanti al
Parlamento. Lui non voleva firmarle”.
Carrai e Israele. Le
ultime vicende relative a Banca Etruria hanno riportato nelle cronache
nazionali la figura di Marco Carrai, storico amico del segretario del
Pd Matteo Renzi. Molti, e in particolare Repubblica, enfatizzano la
rete dei suoi rapporti con Israele.
“I
sussurri dei palazzi romani – si legge – gli attribuiscono un ruolo da
kingmaker nelle nomine pubbliche, etichettano il suo interesse per la
Popolare di Etruria (o la Federico Del Vecchio, chissà) come un
tentativo per togliere le castagne dal fuoco a Boschi e a Matteo. Di
sicuro accompagna il premier in visita di Stato in Israele e nella
Silicon Valley, accoglie Benjamin Netanyhau in visita privata
all’aeroporto di Firenze. Lui si schermisce dicendo di contare poco o
nulla”.
Polonia, deriva liberticida. La
Commissione europea ha attivato contro la Polonia l’articolo 7 del
Trattato, previsto per i Paesi che non rispettano i valori Ue e che può
sfociare in pesanti sanzioni, per il rischio di violazione dello Stato
di diritto da parte del governo in carica. Un provvedimento che
potrebbe estendersi anche agli altri paesi del gruppo Visegrad, sempre
più contaminati da populismi e nazionalismi vari. Titola Repubblica:
“L’Europa parte dalla Polonia nello scontro con l’Est nero”.
Maimonide, il manoscritto resterà in Italia. Sarà
conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova il manoscritto
trecentesco della Guida dei perplessi di Maimonide proprietà da secoli
della famiglia Norsa. Scrive lo storico dell’arte Salvatore Settis, sul
Fatto Quotidiano: “Messo in castigo dalla stanca retorica delle
privatizzazioni e da riforme a ripetizione, con tanta burocrazia e poco
cervello, in zona Beni culturali lo Stato langue. Ma dà segni di vita.
Pronta ed efficace è stata, infatti, la reazione degli organi di
tutela, non appena si è saputo che rischiava di lasciare l’Italia uno
dei più preziosi manoscritti ebraici del Medio Evo, conservato a
Mantova sin dal 1516".
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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