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14 Gennaio 2018 - 27 Tevet 5778


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
La libertà è un muscolo che ha bisogno di esercizio costante. O lo si esercita, o lo si perde.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Viviamo in un tempo in cui “la strategia dei Lumi deve essere seriamente ripensata cercando di preservare il lume della ragione in tempi bui”. Sono le parole con cui Wlodek Goldkorn chiude l’introduzione a L’Ultima lezione di Zygmunt Bauman (Laterza) indicando quale sia il lascito dell’intellettuale che ha costruito tanta parte del lessico culturale degli ultimi 25 anni, sospesi come siamo tra un mondo finito e uno di cui ancora non vediamo esattamente la fisionomia, e in cui molte cose sembrano far le rime con un tempo che pensavamo finito.
 
Pirozzi loda Mussolini
“Per quello che riguarda infrastrutture, politiche sociali, visione del paese, il Duce ha fatto grandi cose”. È quanto dichiarato ieri dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi in un evidente tentativo di posizionamento in vista della prossima campagna elettorale. Scrive tra gli altri Repubblica: “II sostegno di Francesco Storace, Gianni Alemanno e Matteo Salvini, gli elogi a CasaPound, il ‘me ne frego’ ostentato di fronte ai detrattori: non serviva l’elogio di Benito Mussolini per definire il campo di gioco di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, volto simbolo dei Comuni squassati dal terremoto del 2015. Eppure, intervistato da Klaus Davi, il primo cittadino in corsa (per ora solitaria) alla Regione Lazio, non si è sottratto”.

La Leading European Newspaper Alliance, rete di cui fa parte il quotidiano La Repubblica, intervista il premier ungherese Viktor Orban. Tra gli argomenti al centro del confronto la campagna del governo contro Soros, che sembra solleticare i peggiori istinti dell’elettorato di estrema destra. Orban respinge le accuse: “Fa ormai parte della tattica politica delle forze di sinistra in Europa diffamare come antisemita qualche politico di destra. In Ungheria – afferma – pratichiamo la tolleranza zero nei confronti dell’antisemitismo”.

L’editore francese Gallimard ha rinunciato a pubblicare gli Ecrits polémiques di Louis Ferdinand Céline, testo noto per il suo antisemitismo. Critico al riguardo Paolo Di Stefano sul Corriere: “È incredibile che lo scrittore Céline possa fare più paura del Führer, il cui Mein Kampf è stato riproposto l’anno scorso in Germania con tutte le cautele critiche del caso. Perché in democrazia pubblicare non significa assolvere”.

Sempre sul Corriere, Angelo Panebianco attacca la linea tenuta dai principali paesi europei relativamente alle dichiarazioni e alle intenzioni manifestate da Trump su Gerusalemme. “L’Europa – scrive – si è disinteressata del quadro strategico in cui è maturata la scelta americana. Un quadro strategico in cui, tra Libano, Siria, Striscia di Gaza, preme ormai sui confini di Israele una potenza in fortissima ascesa: quell’Iran il cui regime ha fatto dell’aspirazione alla distruzione dello Stato di Israele una componente della propria ‘ragione sociale’, della propria ideologia, nonché la principale carta che esso gioca per accreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica araba”.
 
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  davar
al via lo stanziamento per il binario 21
Il Memoriale prende corpo

“Sei, otto mesi e poi porteremo a termine i lavori del Memoriale. Il finanziamento firmato dal ministro Dario Franceschini ci permette di concludere finalmente il progetto”. Da tempo il vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach (nell’immagine assieme al ministro della Giustizia Orlando e al sindaco Sala in visita al Memoriale nel gennaio dello scorso anno) aveva lanciato un appello affinché istituzioni pubbliche e private investissero nella conclusione dei lavori di uno dei luoghi della Memoria più importanti d’Italia. Il decreto approvato dal governo il 12 gennaio e firmato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini è stato il segno che le parole di Jarach non sono cadute nel vuoto: tre i milioni di euro stanziati, che rappresentano “un impegno diretto dello Stato italiano – ha dichiarato Franceschini in una nota – nel recupero e nella valorizzazione di uno dei luoghi della memoria, dove iniziò l’orrore della Shoah a Milano”. Il finanziamento permetterà di portare a termine la biblioteca, che ospiterà gli oltre 45mila volumi del Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano. E proprio il Cdec troverà posto nei prossimi mesi nelle strutture di Piazza Edmond J. Safra 1 (via Ferrante Aporti): il centro si sposterà infatti all’interno del Memoriale costituendo così, in un luogo strategico come l’area della Stazione Centrale di Milano, un punto di riferimento a livello internazionale nello studio della storia ebraica contemporanea e della Shoah. Un impegno, rileva la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, oggi fondamentale alla luce del riemerge delle minacce antisemite. “C’è grande apprezzamento per il decreto firmato dal ministro Franceschini – sottolinea Di Segni – Il Memoriale è il luogo simbolo di valori positivi e della lotta all’indifferenza (parola che compare a caratteri cubitali sul muro d’ingresso della struttura). Lo ha dimostrato ad esempio impegnandosi ad ospitare i migranti in una situazione di emergenza per la città. E il suo essere un monito contro l’indifferenza all’odio e all’antisemitismo è ancora più significativo in questi giorni dopo il silenzio che era caduto sui fatti di Milano”. Ovvero, alla manifestazione pro-palestinese del 9 dicembre di piazza Cavour dove si erano sentiti slogan antisemiti in arabo. Fatti su cui poi il sindaco di Milano Giuseppe Sala è intervenuto, condannando l’accaduto.
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la cerimonia al tempio maggiore di roma
Selma e Sami, 60 anni di amore
Si sposarono nel Congo belga, nel gennaio del 1958. E il loro sodalizio, da allora, è stato incrollabile. Una grande storia di amore, coraggio, solidarietà.
Sessanta anni di unione per Selma e Sami Modiano. Lui, uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita. Lei, il suo costante sostegno. Al suo fianco in ogni incontro, testimonianza, iniziativa.
Emozione palpabile oggi al Tempio maggiore di Roma, dove l’anniversario è stato celebrato davanti a tanti amici.

run for mem - il 28 gennaio a bologna
Shaul, la marcia del coraggio
Ancora una volta l’ospite d’onore sarà lui (assieme all’ex maratoneta Franca Fiacconi, anche lei alla partenza della manifestazione). L’ex podista israeliano Shaul Ladany torna alla Run for Mem, la corsa per una Memoria consapevole organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme a Uisp e Maccabi Italia. L’appuntamento è per domenica 28 mattina a Bologna, con il via previsto alle 11. Due percorsi, uno da dodici e l’altro da cinque chilometri. Tante tappe, nel percorso, per ricordare i luoghi che maggiormente hanno segnato la città sotto il nazifascismo. Shaul, malgrado le 81 primavere, tra l’altro splendidamente portate, c’è da scommettere che sarà alla partenza del primo. Perché, come ha più volte raccontato anche a Pagine Ebraiche, nella vita non ha mai smesso di camminare, marciare, correre. Un passo dopo l’altro, con la prospettiva costantemente rivolta al futuro. Parla per lui il drammatico passato di bambino sopravvissuto alla Shoah, ma anche di atleta olimpionico che scampò per miracolo all’azione terroristica palestinese ai Giochi di Monaco di Baviera del 1972. Una doppia ferita che l’ha inevitabilmente segnato, ma che non gli ha mai fatto alzare bandiera bianca.”Marciare forse è il mio modo ambizioso di avere sempre successo. Gli sportivi seri non amano partecipare a una competizione, amano soprattutto portarla a termine” ha raccontato lo scorso anno in una intervista alla vigilia della prima Run for Mem, svoltasi a Roma. Anche quest’anno il suo sorriso, la sua grinta e il suo coraggio saranno motivo di ispirazione per tutti i partecipanti.

Per iscriversi alla corsa: http://ucei.it/runformem/

fu presidente degli ebrei livornesi 
Massimo Bedarida (1922-2018)
Con Shabbat all'uscio, come si usa dire a Livorno, si sono svolti venerdi scorso i funerali di Massimo Bedarida, mancato nella notte.
Nato nel 1922, negli Anni '80 rivesti il ruolo di Presidente della Comunità ebraica labronica, della quale è stato anche Consigliere.
Grande la stima che ha sempre circondato la sua figura, professionale e privata: imprenditore e professionista, affermato e autorevole, era attivo anche nella vita culturale cittadina, quale socio del Lions Club Livorno Host.
Alla riservatezza che era tratto evidente del suo modo di fare, sempre improntato a grande signorilità, corrispondeva grande disponibilità e generosità nei confronti del prossimo, il tutto esercitato, in coerenza con lo spirito ebraico, senza clamore e protagonismo.
Nell'esprimere le condoglianze alla famiglia, sia il Suo ricordo per benedizione.

Gadi Polacco


pilpul

La società dell'interdizione
Da un lato c’è il profondo differenziale di potere, anzi, di poteri, che in questi ultimi anni si è fatto ancora più forte, esacerbato dalle trasformazioni introdotte dalla globalizzazione. Per coloro, siano donne o uomini, che si trovano posti ai margini non solo dei luoghi di comando ma anche di contrattazione, la posizione si può fare molto scomoda, avendo ben pochi strumenti per tutelare i propri diritti. Non è vero che «uno vale uno»: ognuno di noi è diverso dai suoi simili non solo per la sua personale storia ma anche per le differenti quantità di risorse con le quali può affrontare il mondo e le incombenze della vita quotidiana. Gli strumenti istituzionali offerti a chi si trova in posizione di oggettivo svantaggio per cercare di compensare, almeno in parte, la sua condizione, sono quindi indispensabili per garantire alla società una sua interna coesione. Troppe diseguaglianze, in altre parole, rischiano di smagliare e poi rompere il tessuto sociale. Dall’altro lato, tuttavia, c’è un rischio incombente: è quello per cui il vincolo sociale alla solidarietà e alla reciprocità (che dovrebbe essere sanzionato anche dalla fiscalità pubblica, redistribuendo la ricchezza prodotta collettivamente) si trasformi, da risorsa per garantire concreti diritti al maggiore numero possibile di persone, in qualcosa d’altro. Ciò avviene quando si passa da una logica universalista ad una particolarista. Ossia, quando dai diritti sociali si transita ad una visuale che enfatizza esclusivamente i diritti civili alla differenza, senza contemperare adeguatamente i secondi con i primi. Facciamo un po’ di chiarezza, per evitare letture equivoche di una questione delicatissima. Le differenze di identità, in tutte le loro varianti, sono il sale del pluralismo democratico. La sintesi di esse (e del loro riconoscimento nell’agone pubblico) concorre a comporre una società dove l’uguaglianza non implica in alcun modo l’uniformità, semmai coltivando invece la diversità.

Claudio Vercelli
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Ahavat Israel
Si è svolto negli scorsi giorni un viaggio delle scuole ebraiche di Roma e Milano in Israele. Per la terza volta ho avuto l’occasione di accompagnare come madrich i ragazzi della scuola di Roma. I ragazzi hanno visitato il deserto del Negev, il nord, Gerusalemme e Tel Aviv. Inoltre, hanno avuto occasione di incotrare la comunità italiana di Gerusalemme e di riflettere sul futuro delle comunità ebraiche italiane.

Michael Sierra
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