il
Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei sulle leggi del 1938
"Volterra,
Castelnuovo, Segre. Grandi menti
da onorare che il fascismo volle cancellare"
Il 2018 segna l’80ma ricorrenza
dell’emanazione da parte della dittatura fascista nel Regno d’Italia
dei decreti legge “per la tutela della razza”. È una ricorrenza
drammatica che l’Accademia Nazionale dei Lincei non considera come un
evento segnato solo dal tempo che passa ma come un momento di
partecipata riflessione e sofferta condivisione al Giorno della Memoria
che ricorda e richiama l’0locausto degli ebrei disvelato in modo
tragicamente indimenticabile alla storia umana quel 27 gennaio del 1945
con la liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz. Tutto
ciò non può essere dimenticato anche per scongiurare il pericolo che
simili orrori possano ripresentarsi.
La partecipazione dei Lincei si colloca nella storia della nostra
Accademia che ebbe a soffrire anch’essa della persecuzione degli ebrei
tra i quali scienziati insigni erano soci del nostro Sodalizio. Al
proposito dobbiamo richiamare qui il Convegno del maggio 1989 sul tema
“Conseguenze culturali delle leggi razziali in Italia” che fu promosso
dai Lincei in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e con l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici
Antifascisti poco dopo il cinquantesimo anniversario delle leggi
razziali. Gli Atti di questo Convegno pubblicati nel 1990 portano i
contributi di Edoardo Amaldi, di Tullia Zevi, di Eugenio Garin, di
Giuseppe Montalenti, di Giorgio Bassani, di Francesco Gabrieli, di
Maria Zevi, di Sergio Steve, di Carlo Lizzani, di Edoardo Vesentini.
Ciascuna di queste insigni personalità esaminò un aspetto delle
«conseguenze culturali» per contribuire a lumeggiare il tragico danno
umano e civile, scientifico e culturale portato all’Italia e alla sua
storia dalle leggi razziali. Tutti questi scritti meriterebbero di
essere riprodotti qui ma per ragioni di spazio presentiamo solo gli
«indirizzi di saluto»> di Edoardo Amaldi (a quel tempo Presidente
dell’Accademia Nazionale dei Lincei) e di Tullia Zevi (a quel tempo
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
I Lincei stanno ora valutando varie iniziative su come segnare la loro
partecipazione civile, culturale e scientifica all’ottantesimo
anniversario in continuità a quella del cinquantesimo anniversario
delle leggi razziali ed anche per ricordare insigni personalità
ebraiche italiane che della nostra accademia furono soci e tra le quali
spiccano tre Presidenti: Vito Volterra (1923-1926), Guido Castelnuovo
(1946-1952), Beniamino Segre (1968-1978). Vito Volterra fu un esempio
limpido di etica umana, civile e democratica. Senatore a vita nel 1905,
fu uno dei firmatari nel 1926 del Manifesto degli intellettuali
antifascisti promosso da Benedetto Croce ed uno dei dodici professori
universitari italiani che rifiutò nel 1931 di giurare fedeltà al
fascismo così decadendo dalla cattedra e poi dall'Accademia dei Lincei.
Guido Castelnuovo che con grande generosità di scienziato e italiano
profuse tutte le sue energie per rifondare nella Repubblica i Lincei
soppressi dal fascismo collaborando con il suo vicepresidente Luigi
Einaudi che da Presidente della Repubblica lo nominò senatore a vita
nel 1949. Beniamino Segre, dolorosamente esule in Inghilterra dapprima,
da presidente dei Lincei, proseguendo l’opera di suoi predecessori,
fondò il centro linceo interdisciplinare. Volterra, Castelnuovo e Segre
erano ebrei pienamente italiani che, come molti altri ebrei, hanno
contribuito alla scienza e alla nostra democrazia civile.
Alberto Quadrio Curzio,
Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei
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