Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

1 febbraio 2018 - 17 shevat 5778
header

CULTURA

Metodo scientifico, rivoluzioni e identità   

img header

Molti dei principi metodologici fondamentali della scienza moderna e dei suoi criteri di autorappresentazione vengono elaborati durante quella che gli storici definiscono la fase della «rivoluzione scientifica», cioè il periodo convenzionalmente compreso fra la pubblicazione a Norimberga del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico (1543) e quella dei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Newton, avvenuta a Londra nel 1687. Elementi che sembrano oggi del tutto ovvi, come il fondamento innanzitutto empirico della scienza, la sua operatività sul piano materiale (in quanto congiunta alla tecnica ma distinta da essa) o la sua responsabilità sociale, si configurano in questo periodo, e faticosamente si faranno strada nelle epoche successive. Gli Ebrei partecipano in misura assai limitata a questo profondo rinnovamento culturale, non solo – come è ovvio – in termini assoluti, ma anche proporzionalmente alla consistenza numerica della popolazione ebraica nell’Europa di quel periodo. E con buone ragioni: i più influenti Maestri dell’epoca traggono dalla tradizione, a questo proposito, indicazioni assai diverse. Non tanto, per la verità, sull’interesse e l’importanza delle nuove scienze della natura, quanto sul fatto che il dedicarsi ad esse costituisca per un Ebreo l’investimento più opportuno del proprio tempo e delle proprie energie intellettuali. Senza nessuna pretesa di completezza, si può così ricordare ad esempio il Maharal, quando scrive che non può essere convenientemente definito «sapere» quello di chi si occupa delle cose del mondo materiale, laddove il «sapere» pertiene piuttosto all’attività di studio degli «argomenti santi». D’altra parte Moses Isserles, l’autorevole guida della accademia rabbinica di Cracovia, insiste ripetutamente sull’idea che una adeguata conoscenza dei fenomeni del mondo fisico costituisce implicitamente riconoscimento ed esaltazione della gloria del Creatore, ed è in questo senso compito positivo degli Ebrei. In questo scenario diviso, in cui gli insegnamenti tratti dalla tradizione sembrano autorizzare strategie di segno diverso, non mancano – peraltro - personaggi di sicuro rilievo.

Enzo Campelli, Pagine Ebraiche, febbraio 2018

Leggi tutto

 

MACHSHEVET ISRAEL

La tradizione di aprire le porte 

img headerNel suo commento del 29 Gennaio Anna Foa notava come quest’anno la ricorrenza del giorno della memoria avesse avuto ben poco di rituale in quanto accompagnata, purtroppo, da episodi di razzismo quali, per restare a quelli ricordati da Foa, il rifiuto da parte di una cittadina di farsi curare da un medico di colore e dall’appello da parte di un noto esponente della destra di difendere la cosiddetta razza bianca. Arrivare, con questi presupposti, al giorno della memoria, con l’importante notizia della nomina di Liliana Segre a senatrice a vita, dà una sensazione di spaesamento. Negli stessi giorni prima e dopo il 27, in Stati Uniti e in Israele gruppi di rabbini (non so di quali afferenze…) protestavano contro le politiche dei rispettivi governi in termini di migranti e rifugiati. Proprio in Israele, come noto, alcuni piloti dell’El Al hanno espresso il loro rifiuto a collaborare al rimpatrio forzato dei rifugiati (o ‘aspiranti’ tali) in questione. Che si tratti di rabbini o di piloti, ovvero di settori della società civile, in ambo i casi si è fatto appello a ‘ memoria e valori ebraici’ per esprimere la propria contrarietà alla politica del governo. Qui, dunque, l’attualità tocca la memoria storica del popolo ebraico, da una parte, e la Tradizione dall’altra. Naturalmente non si tratta di equiparare le specie di persecuzioni in atto; più prosaicamente, da parte di chi ha sentito la memoria, o l’eco, di quelli che si sono salvati grazie alle porte aperte di un consolato o di un confine risulta difficile non provare empatia. Questo per quanto riguarda quel carico di memoria familiare e storica che ognuno può portare con sé. Vi è poi, però, il richiamo alla Tradizione dove il ricordo di qualcosa che si presume esser stato un fatto – l’esser stati stranieri in terra d’Egitto – si pone come premessa a una prescrizione – l’accoglienza all’altro straniero (non senza contemporanee prescrizioni incombenti sullo straniero…).

Cosimo Nicolini Coen

Leggi tutto

 

Società    

USA, l’economia corre
e Trump mostra i muscoli   

Donald Trump ha iniziato il secondo anno di presidenza con un'economia in crescita e una politica estera determinata, destinata a mettere in difficoltà gli avversari e a dura prova gli alleati. La crescita dell'economia è descritta dagli indici record di Wall Street, dai progressi del Prodotto interno lordo e dal ritorno di ingenti capitali dall'estero: una pioggia di dollari si riversa nelle tasche dei consumatori, favorisce gli investimenti e, grazie alla valuta debole, sostiene le esportazioni. Il cambio di clima economico è iniziato con l'approvazione del maxi taglio fiscale ed è sostenuto dalle attese sul piano per le infrastrutture. A dispetto dei timori di molti economisti su eccessi di euforia e una possibile recessione in vista, ciò che conta per il presidente degli Stati Uniti è aver cambiato l'umore nel ceto medio che lo ha eletto, facendogli percepire un miglioramento delle aspettative per l'immediato futuro. Sempre al ceto medio parla la più aggressiva mossa commerciale americana: i dazi all'import di lavatrici e pannelli solari colpiscono anzitutto la Cina, considerata dalle famiglie del MidWest il vero avversario del benessere dell'industria manifatturiera. A confermare la percezione di una Casa Bianca all'offensiva c'è un'altra iniziativa. Quella sulla legalizzazione di oltre un milione di immigrati clandestini - legata alla realizzazione del muro con il Messico - nel tentativo di corteggiare gli elettori ispanici delusi dalle promesse mancate da George W. Bush e Barack Obama.

Maurizio Molinari, La Stampa,
28 gennaio 2018


Leggi tutto

scienza 

Tutte le vite di Hedy
     

Questo articolo si sarebbe potuto intitolare “Tutti pazzi per Hedy”. E davvero, come si fa a non andare pazzi per la storia di Hedy Lamarr? In ordine sparso: diva tra le più grandi dell’età dell’oro di Hollywood; inventrice a cui dovremmo pagare le royalties ogni volta che usiamo il cellulare; fonte di ispirazione per Biancaneve prima e Catwoman poi; consulente di ingegneria aeronautica per Howard Hughes; esule austriaca, fuggita appena in tempo dal nazismo e una volta oltreoceano decisa a fare la sua parte per combatterlo; protagonista di un celebre tormentone in un film di Mel Brooks, che di lei disse: “la più bella star del cinema che sia mai esistita, e ho sentito che era pure una scienziata. Ma è vero?”. Eccome se è vero. Non che prima non si sapesse, ma ora la storia di Hedy torna alla ribalta con Bombshell (espressione inglese che riferita a una donna sta più o meno per il nostro “uno schianto”), documentario firmato da Alexandra Dean e presentato al TriBeCa Film Festival lo scorso novembre. Lamarr era un personaggio difficile da incasellare e Dean, documentarista con un passato tra PBS e Bloomberg, in affari con Susan Sarandon (è loro la casa di produzione dietro al documentario), ne insegue tutte le sfaccettature, restituendole la statura che il maschilismo di produttori e registi, ma ancora più quello di ingegneri, generali e ammiragli, le negarono al suo tempo.



Nicola Nosengo, Il Tascabile,
29 gennaio 2018 


Leggi tutto



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.