Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Tra
i vari elementi prescritti dalla Torah per il Mishkan, il Tabernacolo,
e che in seguito saranno nel Santuario di Gerusalemme, si trovava il
Shulchan ossia il Tavolo sul quale erano disposti, divisi in due
gruppi, dodici forme di pane che la Torah definisce con il termine di
Lechem Ha-Panim, generalmente tradotto come “Pane della presentazione”.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Sono
sempre di più i punti in comune fra Italia e Israele. Oltre al
disordine imperante nelle strade, i modi una po’ sguaiati, una certa
capacità di accoglienza ed una grande disponibilità nelle relazioni
umane, si aggiunge l’avere un Premier indagato per corruzione. Come
sempre la medaglia ha due facce: se non è una bella pubblicità per il
proprio Paese, dall’altro dimostra l’esistenza di una magistratura
indipendente che è uno dei tratti distintivi di una democrazia. Non mi
risultano grandi indagini sui conti di Gheddafi, Mubarak, o Ben Alì,
leader di cui io non sento la mancanza perché non possono che aprire la
strada a dittature ancora peggiori. Insomma, per chi descrive Israele
come una piccola Arabia Saudita questa notizia dovrebbe rappresentare
un ulteriore colpo. Purtroppo, però, la lettura sarà esattamente quella
opposta. Basta vedere Twitter in queste ore per rendersene conto. Ecco
questa è invece una differenza con l’Italia: qualunque cosa succeda,
Israele deve sempre scontare delle colpe.
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Bibi sotto accusa
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Dopo
un anno di testimonianze, interrogatori e documenti raccolti, il capo
della polizia israeliana Roni Alsheich ha presentato le conclusioni
degli investigatori: ci sarebbero prove sufficienti per incriminare il
primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con le accuse di
corruzione, frode e abuso di fiducia. Da qui la richiesta della polizia
al procuratore generale di imputare Netanyahu che, ieri sera in diretta
tv, ha escluso le dimissioni e si è definito innocente (La Stampa). Tre
i filoni di indagine a suo carico e per due – il “caso 1000” e il “caso
2000”- la polizia ha ritenuto di aver raccolto prove sufficienti per
incriminarlo: nel Caso 1000 Netanyahu è sospettato di aver ricevuto per
lui, la moglie Sarah e il figlio Yair regali da uomini di affari in
cambio di favori; al centro del caso 2000 una presunta offerta di
Netanyahu ad Arnon Mozes, proprietario del colosso editoriale che
pubblica Yedioth Ahronoth, di ridimensionare il principale concorrente
in cambio di articoli ed editoriali più favorevoli (Corriere). I
commentatori israeliani fanno notare che potrebbero passare mesi prima
che il procuratore Mandelblit si esprima sulle richieste della polizia.
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dopo la richiesta di incriminazione Netanyahu e l'ombra giudiziaria
La politica israeliana si divide La
coalizione di governo in Israele fa quadrato attorno al Primo ministro
Benjamin Netanyahu. E lui si dice tranquillo, definendo le accuse a suo
carico “piene di buchi, come un formaggio svizzero”. Dopo quattordici
mesi di indagine, la polizia ha infatti chiesto al procuratore generale
Avichai Mandelblit di incriminare Netanyahu per corruzione, frode e
abuso di fiducia. Due i filoni dell’indagine: nel primo, il Premier è
sospettato di aver ricevuto favori e regali dal produttore di Hollywood
Arnon Milchan (il caso è noto in Israele come tiq 1000 – secondo quanto
riporta Haaretz, dopo avere ricevuto i regali Netanyahu avrebbe fatto
pressioni per l’approvazione della cosiddetta “Legge Milchan”, che
prevede agevolazioni fiscali per gli israeliani che vivono all’estero e
decidono di rientrare); nel secondo, di aver promesso a Noni Mozes,
proprietario di Yedioth Ahronoth – il più diffuso quotidiano israeliano
– favori sul fronte editoriale in cambio di una linea più morbida del
giornale nei suoi confronti (tiq 2000). Ora gli occhi sono tutti
puntati sul procuratore Mandelblit, che esaminerà le prove e deciderà
se procedere o meno all’incriminazione. Prima di avere una risposta,
spiegano i quotidiani israeliani, serviranno diversi mesi.
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presentata la seconda edizione "Milano, è ancora tempo di libri" “Sarà
un’edizione inclusiva, leggera allegra e varia”. Così Andrea Kerbaker,
nuovo direttore di Tempo di Libri ha presentato questa mattina la
seconda edizione della rassegna milanese promossa dall’Associazione
italiana editori, e da Fiera Milano. Cinque giorni – dall’8 al 12 marzo
– dedicati ai libri e alla lettura con 900 autori coinvolti e cinque
“sentieri tematici” da sviluppare: Donne (giovedì 8 marzo), Ribellione
(venerdì 9), Milano (sabato 10), Libri e immagine (domenica 11), Mondo
digitale (lunedì 12). Gli incontri seguiranno il filo rosso tracciato
dai percorsi, esplorando le tante diramazioni del mondo editoriale: da
quello enogastronomico (Tempo di Libri A Tavola) alle narrazioni
sportive (Bar Sport IBS.IT), dagli incanti del libro antico (C’era una
volta il libro) ai prodigi del digitale (Da Gutenberg a Zuckerberg),
senza tralasciare il MIRC Milan International Rights Center dedicato
alla trattativa e vendita dei diritti, il programma per le scuole e il
settore professionale.
Grande attenzione anche ai temi della Memoria e al mondo ebraico in generale. Leggi
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Ticketless - Modugno e Chagall
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Nella
settimana di Sanremo i giornali hanno giustamente lamentato l’assenza
di Domenico Modugno, che sessant’anni fa lanciava la sua canzone più
famosa: “Volare”. Ci sarebbe piaciuto che qualcuno lo ricordasse,
ancora di più saremmo stati felici se qualcuno avesse riportato
l’attendibile testimonianza di chi creò quei versi meravigliosi: “Nel
blu dipinto di blu”. In vari suoi interventi il paroliere Franco
Migliacci ha scritto di essersi ispirato al famoso quadro “Le coq
rouge” di Marc Chagall. Il violino, gli sposi innamorati, il gallo
rosso volano, appunto, nel blu, dipinto di blu dal grande artista
russo. Il tema della fecondazione a distanza di temi ebraici nella
cultura alta europea, ma, come si vede, anche nella cultura di massa, è
un tema affascinante, forse uno dei più affascinanti campi di ricerca
della cultura umanistica che si possa immaginare. Era accaduto con il
melodramma nell’Ottocento. Pochi sanno che la più bella canzone
italiana deve molto allo stesso quadro che ispirerà “Fiddler on the
Roof”, il famoso musical di Joseph Stein, “Il violinista sul tetto”.
Gli interessi della cultura sono sempre solidali fra loro.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - La ferocia di Assad |
Nel
sostanziale silenzio della comunità internazionale (e soprattutto dei
mezzi di informazione e dei politici nostrani) avanza, a ritmo
accelerato, il processo di penetrazione del regime iraniano in Siria,
favorito dai noti, complessi e inquietanti fattori che caratterizzano
gli instabili equilibri di quella regione martoriata (la ferocia e la
debolezza della dittatura di Assad, il cinico e ambiguo appoggio a essa
prestato dalla Russia di Putin, la violenta campagna militare turca
contro i curdi, la mancanza di un’alternativa politica seria e
credibile). I recenti eventi bellici (l’intercettamento del drone
iraniano penetrato nel cielo di Israele, l’abbattimento del caccia
israeliano, le seguenti distruzioni delle postazioni siriane e iraniane
in Siria da parte di Tsahal, le solite, lugubri minacce da parte di
Damasco e Teheran ecc.) non fanno altro che palesare una realtà che già
da tempo era evidente, di grande chiarezza, e di cui il mondo fa finta
di non rendersi conto.
Francesco Lucrezi
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Manifesto di una nuova civiltà
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Il
21 dicembre 1945 la Radio cecoslovacca trasmise un’esecuzione dal vivo
del Nonet op. 43 del compositore ceco Rudolf Karel, steso tra gennaio e
febbraio 1945 in partitura pianistica presso il penitenziario Vazební
věznice di Praha–Pankrác; la ricostruzione e strumentazione del Nonet
fu realizzata da František Hertl, tuttavia tale operazione filologica
risultò insoddisfacente.
Nel
1984 Václav Snítil, primo violino del České Noneto, realizzò una nuova
ricostruzione del Nonet che fu eseguita il 5 maggio 1985 a Beroun in
occasione del 40esimo anniversario della liberazione della
Cecoslovacchia dall’occupazione tedesca; tale ricostruzione fu
decisamente riuscita e più aderente all’autografo (fu pubblicata nel
1995 dalla Carus Verlag di Stoccarda).
Francesco Lotoro
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Le finestre rotte
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Due
soldati israeliani entrano per sbaglio nella città palestinese di Jenin
e ne escono per miracolo sopravvivendo a un linciaggio. I nostri vicini
a est, invece di occuparsi di tutte le tragedie che si perpetrano nelle
loro case, mandano droni sui nostri cieli. I giornali non parlano che
di corruzione di politici, di razzismo, negazionismo della Shoah. Le
reazioni su Facebook sono devastanti.
Angelica Edna Calo Livne
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