società
«Quei 418 messaggi
che non ho letto»
In
meno di tre giorni si sono accumulati nel mio cellulare (uno di prima
generazione) 418 messaggi. Anzi, messaggini, secondo il lessico lezioso
e vezzoso che adorna di fiori di carta le gabbie d’acciaio della
tecnologia. Telefonini, messaggini, ditini che battono tastini. Non so
cosa dicano, quei 418 appelli in una bottiglia, perché non sono capace
di leggerli e dunque di rispondervi. Non è una stolida posa
antitecnologica, sempre falsa e patetica, non solo perché si disconosce
con supponenza l’aiuto che la tecnologia reca alla vita — basta pensare
alla medicina e alla chirurgia — ma anche perché si crede che la
tecnologia sia solo quella recente, quella che è piombata nella nostra
vita già adulta, e si identifica la cosiddetta natura con la tecnica
che c’era già quando si è venuti al mondo.
Claudio Magris, Corriere della Sera,
11 febbraio 2018
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