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19 febbraio 2018 - 4 Adar 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
La Torah Orale: Parola divina rivelata e parola umana rinnovata. Parola umana nata dalla Parola divina: "Allora D-o pronunciò tutte quelle parole, dicendo" (Esodo 20, 1). Il Midràsh: "Allora D-o pronunciò tutte - kol - quelle parole dicendo LEmor". Perché la Torà dice: "tutte quelle parole" e aggiunge: "dicendo ("per dire")"? 
 
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Anna
Foa,
storica
Le voci libere si assottigliano, anche sul nostro Moked. La rinuncia ad esprimersi di Sergio Della Pergola suscita in me rispetto e stima nei suoi confronti, ma anche una grande preoccupazione. In questi dieci anni la sua è stata una voce aperta, razionale, riflessiva, priva di condizionamenti. Contro di lui molte volte si sono levate le grida dei fanatici, anche qui in questa nostra Italia purtroppo sempre più intollerante, carica di odio e di violenza.  Odio e violenza da cui la nostra identità di ebrei ha da tempo smesso non solo di proteggerci ma anche di salvaguardarci. Grazie, Sergio.
 
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Bibi, mossa a sorpresa
Scontro aperto, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, tra Israele e Iran. Mossa a sorpresa del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che nel corso del suo intervento ha mostrato un pezzo del drone iraniano abbattuto negli scorsi giorni. “È tempo di fermare Teheran, che rappresenta una minaccia non soltanto regionale ma globale” ha affermato il Primo ministro di Gerusalemme. Il ministro degli Esteri di Teheran Javad Zarif, intervenuto un paio d’ore dopo, ha replicato che “Netanyahu è un fumettista da circo” e che “il suo show non merita risposta”. Lo scontro è centrale su tutti i quotidiani. “Netanyahu, monito all’Iran” titola La Stampa. “Israele-Iran, venti di guerra” scrive Repubblica. “L’ira di Israele contro l’Iran” la scelta del Corriere. “Se c’era bisogno di una sveglia sullo stato dei rapporti fra Israele e Iran, Benjamin Netanyahu si è preso buona cura di suonarla al massimo del volume” osserva Fiamma Nirenstein sul Giornale.
Tra le questioni internazionali che continuano a far parlare c’è anche la tensione sempre più forte tra Stato ebraico e Polonia, dopo le recenti dichiarazioni (che in molti hanno definito “antisemite”) del premier polacco. “Parole come lame di ghiaccio in quest’inverno di scontri sul passato che divide. Prima, l’approvazione della legge sulla Shoah voluta dal governo nazional-conservatore di Varsavia che prevede fino a tre anni di carcere per chiunque attribuisca alla nazione polacca complicità con i crimini nazisti. Poi – scrive il Corriere – la rottura alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove il premier polacco Mateusz Morawiecki ha parlato di ‘responsabilità degli ebrei» nella voragine dell’Olocausto”.

“I gruppi e le associazioni che si ispirano al fascismo vanno sciolti. Non c’è posto per loro nel nostro Paese, nella nostra Repubblica che è antifascista”. L’ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini, intervenendo a Milano. Scrive Repubblica: “In un Paese nato dalla Resistenza e con una Costituzione antifascista non dovrebbe esserci bisogno di appelli come quello coraggioso (pure se lanciato in campagna elettorale) di Laura Boldrini ieri a Milano. Ma tant’è: in Italia, oltreché un inedito, diventa persino un’eccezione. Forse necessaria”. Ospite ieri di Fabio Fazio, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha invece commentato: “Nazismo e fascismo sono nati come movimenti socialisti. Sono arrivati dove sono arrivati grazie a Mussolini e Hitler. Senza un Mussolini o un Hitler in giro non succede niente. Tranquilli”.

Il Corriere Roma torna su una vicenda di alcuni anni fa, relativa a un giovane commerciante romano imputato d’ingiuria aggravata dall’odio razziale oltre che di lesioni. “Non fare entrare i tuoi figli ebrei nel mio negozio” le parole rivolte a una collega di un esercizio adiacente, prima di sferrarle un calcio. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe anche detto: “Ebrei, vi meritate i forni crematori”. Il processo, si legge, per ora è stato rinviato a settembre.
 
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  davar
accordo con il cairo da 15 miliardi di dollari
Israele, il gas avvicina l'Egitto
e il nemico Iran è avvertito

Nelle scorse ore al centro del dibattito internazionale c'è stato l'avvertimento del Primo ministro d'Israele Benjamin Netanyahu al nemico Iran. Parlando  alla Conferenza di Monaco di Baviera sulla Sicurezza, Netanyahu ha attaccato duramente Teheran ed esibito un detrito del drone iraniano abbattuto da Israele nel proprio spazio aereo il 10 febbraio scorso. “Questo è un pezzo di quel drone iraniano, - ha detto il Premier - o di quello che ne rimane dopo che l’abbiamo abbattuto. L’ho portato qui perché possiate vederlo voi stessi. Signor Zarif [Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniano], lo riconosce? Dovrebbe: è suo. Può portare ai despoti dell’Iran un messaggio: non mettete alla prova la risolutezza di Israele”. Un avvertimento chiaro al regime iraniano, che minaccia da nord Israele, grazie l'influenza ottenuta in Siria.  Netanyahu ha condannato il tentativo iraniano di dislocare le forze militari in territorio siriano e il sostegno di Teheran garantito ai terroristi di Hezbollah in Libano e di Hamas a Gaza. La frattura tra i due mondi – quello della democrazia israeliana contrapposto al regime teocratico iraniano – continua a farsi più profonda mentre Gerusalemme consolida al contempo i suoi rapporti con alcuni paesi arabi: l'Egitto su tutti. È di queste ore infatti la notizia della firma di un accordo da 15 miliardi di dollari tra la compagnia Noble e il Cairo per la fornitura di 64 miliardi di metri cubi di gas provenienti dal giacimento israeliano Tamar. Un'intesa che Netanyahu ha definito “storica”.
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qui firenze - la mostra sui pittori del seicento
Il rabbino di Rembrandt
al centro degli Uffizi

“È tra le nostre opere di maggiore importanza, sicuramente tra le venti più significative in assoluto di cui disponiamo. Finalmente, da oggi, ha la centralità che merita”. Ha il volto soddisfatto Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. Orgoglio personale e orgoglio di squadra per l’inaugurazione del nuovo straordinario allestimento dedicato a Caravaggio e alla pittura seicentesca. Con un Maestro assoluto protagonista. Si tratta del “Ritratto di vecchio rabbino” di Rembrandt Harmenszoon van Rijn, meglio noto come Rembrandt. L’opera, finora relegata in una posizione marginale in una galleria dedicata ai pittori stranieri, cattura infatti l’occhio del visitatore nella penultima delle otto sale presentate oggi alla cittadinanza insieme al sindaco Dario Nardella.
“Sono molto felice di questa collocazione, è stato un po’ come averlo tirato fuori dal Ghetto” scherza Schmidt nelle ore frenetiche che precedono l’inaugurazione ma in cui trova comunque del tempo per una visita in anteprima con Pagine Ebraiche. “Mi faceva piacere condividere con voi questo sguardo nuovo sul ‘rabbino’, che di Rembrandt fu una delle opere più rilevanti. Un’opera figlia di quell’epoca, di quella stimolante Amsterdam ebraica che il pittore conosceva molto da vicino”.
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l'inaugurazione nella capitale
A Roma un nuovo centro Chabad
"Luogo di studio e aggregazione"

Un nuovo luogo di studio, identità, aggregazione. Un luogo per incontrarsi, un luogo per crescere come individui e comunità. Nasce sotto i migliori auspici il nuovo centro Chabad coordinato dalla sezione Piazza Bologna, inaugurato ieri davanti a oltre 150 persone (tra cui diversi rappresentanti istituzionali).
La nuova sede, in via di Villa Massimo al civico 39, nasce come potenziamento di un’offerta che negli anni si è fatta sempre più significativa. Alcune centinaia, spiega rav Menachem Lazar, che di questa iniziativa è il principale artefice, le persone che già oggi orbitano attorno a questa sezione.
”È una grande gioia e una grande responsabilità” racconta il rav, che in questa giornata speciale ha voluto al suo fianco tanti amici e Maestri. Numerose le testimonianze personali, e tante anche le offerte a sostegno del centro. Ad intervenire tra gli altri la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello.
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l'evento in piazza castello
Torino, il fuoco della libertà
a 170 anni dall'Emancipazione

Un anniversario che ne racchiude molti, un falò che riunisce in sé molti simboli, e viene a fare luce e portare calore in un momento in cui anche il gesto di raccogliersi intorno a un fuoco ha una portata grande. Il secondo appuntamento con il "Falò delle libertà. Un impegno per i diritti", organizzato insieme dalla Chiesa evangelica valdese e dalla Comunità ebraica di Torino in occasione dei 170 anni dalle lettere patenti con cui Carlo Alberto concesse i diritti civili prima ai valdesi e poi agli ebrei è la conferma di un impegno preso già lo scorso anno insieme alla Città di Torino, che ha per la seconda volta ospitato nella centrale Piazza Castello un appuntamento importante.
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qui milano 
Primo Levi, sacro e profano
Un incontro che ha reso onore  a “un dantista che amava salmodiare e un salmodista che amava danteggiare” nella bella e originale definizione data dallo storico Alberto Cavaglion. La figura a cui rendere onore era il grande intellettuale torinese e Testimone della Shoah Primo Levi, al centro della tradizionale lezione - Fioca e un po’ profana, il titolo di quest'anno - a lui dedicata e tenuta dallo stesso Cavaglion e della studiosa Paola Valabrega ieri al Memoriale della Shoah di Milano. Un appuntamento organizzato dall'Associazione Figli della Shoah e introdotto dal direttore del Centro Primo Levi di Torino Fabio Levi, che ha ricordato come questa lezione – tenutasi per la prima volta nell'autunno scorso – sarà come accaduto in passato pubblicata da Einaudi e presentata al Salone del Libro di Torino nel maggio prossimo.
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qui torino
Sinigaglia, le note riscoperte
Le note del compositore Leone Sinigaglia risuonano nel salone del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, in occasione della maratona cameristica ideata dal direttore Marco Zuccarini: un giorno all’anno la didattica si ferma e lascia il posto solamente alla musica. Tra i vari brani eseguiti, un posto d’onore viene riservato a Sinigaglia, in memoria del quale nel 2017, proprio davanti all’ingresso del Conservatorio, è stata posta una pietra d’inciampo, per ricordare la tragica fine sua e della sorella Alina. Leone infatti morì d’infarto il 16 maggio del 1944, pochi istanti prima di essere arrestato dalla Gestapo in quanto ebreo, la sorella sfuggita nella confusione morirà anche lei di crepacuore un mese più tardi.
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qui ferrara
Al Meis, la lezione di Vera
Gliel’hanno uccisa il 25 giugno del 1976, appena diciottenne, eppure Franca è sempre con lei. Il suo nome è stampato a caratteri cubitali sul fazzoletto bianco che incornicia il caschetto di Vera, quasi un elmetto contro i colpi di un destino sciagurato. E sulla grande spilla che la signora Vigevani Jarach si è appuntata, non a caso, sul cuore c’è il viso dolce della figlia, che sorride come chi è pronto a sfidare il mondo perché ha tutta la vita davanti e non sa di essere, invece, condannato a morte. Forse è anche per questo che una donna così duramente messa alla prova dalla storia riesce a raccontare – perciò a rivivere ogni volta – con passo misurato, preciso e mai rassegnato l’orrore che le è toccato in sorte, come se quel dolore fosse la sua linfa e i novant’anni che sta per compiere non le pesassero più di tanto.
Un paio di volte all’anno, Vera trova la forza di portare la propria testimonianza al di fuori dell’Argentina e ieri ha fatto tappa a Ferrara, al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, per visitare la mostra sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia e dialogare davanti a un folto pubblico con Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea, e Simonetta Della Seta, direttore del Meis.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Una storia che parla ladino 
Una storia in ladino, una storia di saggezza d’altri tempi. È quella che sceglie di raccontare nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition il professor Daniel Leisawitz, direttore del Dipartimento di Studi italiani del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA), nella sua rubrica Altrove/Elsewhere. Leisawitz cita la scrittrice ed esperta Matilda Koen-Sarano, nata e cresciuta a Milano da famiglia di origine turca e oggi una delle più affermate studiose dei dialetti giudeo-ispanici dell’Università Ebraica di Gerusalemme. Un ricco giovin signore, un cameriere, una mamma-cuoca eccellente i protagonisti della fiaba.
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pilpul
Oltremare - Caldo israeliano
“C’ést fou!” dice con l’aria stupita la ragazzina, francesissima, con la frangetta nera perfetta e gli occhi tondissimi. È la nuova pubblicità di una delle maggiori compagnie di televisione via cavo in Israele, la seconda di seguito con la stessa ragazzina, che la scorsa estate raccontava agli amici francesi le vacanze passate in Israele, fra caldo infernale, scottature che lasciano bianco solo il segno sotto gli enormi Magen David sul petto dei suoi parenti, zanzare giganti che attaccano i bagnanti e meduse in agguato in acqua. C’est fou, tutto intorno a lei, che invece ha passato le vacanze al sicuro davanti alla televisione, saggia e con la pelle bianca come la neve.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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