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21 Febbraio 2018 - 6 Adar 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
"Zakhor et asher asa lekhà Amalek – Ricorda quello che ti ha fatto Amalek"; "Timkhè et zekher Amalek – Cancella il ricordo di Amalek" (DEut. 25, 17-19) Nello Shabbat che precede Purim leggiamo il brano della Torah che prescrive di mantenere saldo il ricordo di quanto compiuto contro Israele da Amalek e al tempo stesso di eliminare totalmente la potenzialità del male che proviene da questo popolo. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Le notizie della settimana riguardano ancora lo scenario mediorientale, con venti di guerra che si alzano fra Siria e Turchia e Iran-Israele. Scenari apocalittici che Vladimir Putin, non si sa in che modo, pare l'unico a poter gestire. E non so quanto questa sia una buona notizia per l'Occidente.
 
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Saluto romano, sentenza
che fa (e farà) discutere
Fa discutere l’assoluzione definitiva di due esponenti di Casapound, che durante una commemorazione organizzata a Milano nel 2014 da esponenti di Fratelli d’Italia, rispondendo alla “chiamata del presente”, avevano alzato il braccio destro facendo il saluto romano. La decisione della Cassazione è così spiegata dal Corriere: “Non tutti i saluti romani sono uguali. È reato quello che sottintende violenza, perché costituisce un attentato concreto all’ordine democratico. È consentito quello che ha intenti commemorativi dell’epoca fascista”. Distinguerli sarà difficile e la decisione della Corte, si legge, è destinata ad aprire “altri possibili fronti di polemica politica in una campagna elettorale dove il ventennio mussoliniano è già un catalizzatore di scontri e tensioni”.
La notizia sembra rallegrare il Tempo, che titola: “Dite a Fiano che la Cassazione ha ‘assolto’ il saluto romano”.

Aggredito in strada, legato e bastonato il segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo Massimo Ursino. L’esponente di estrema destra, spiega tra gli altri Repubblica, è stato legato con del nastro adesivo mani e piedi e a terra ha iniziato a urlare per i colpi. Nella squadra dei picchiatori ci sarebbe anche una ragazza, che ha ripreso con un telefonino il pestaggio e lo ha pubblicato su YouTube. “Tutti sanno chi è stato. E lo sa anche il sindaco Leoluca Orlando. Noi risponderemo politicamente a questa aggressione. Ci prenderemo la piazza con l’arrivo del nostro leader Roberto Fiore anche se qualcuno cerca di vietarcelo” dichiara il vice segretario nazionale del movimento, Giuseppe Provenzale.

“Un ex ministro fascista in Argentina” in lista con Civica Popolare della Lorenzin. Si tratta – scrive La Notizia – del candidato nella circoscrizione estera dell’America Meridionale Rodolfo Barra. Nel 1996, viene spiegato, fu costretto a dimettersi per la sua militanza giovanile in un’organizzazione di estrema destra e antisemita.

Tensione alle stelle al confine Siria-Turchia, con gli ultimi fatti di sangue cui sono dedicate diverse pagine sui giornali. Ma l’attenzione resta alta anche per le vicende israeliane, sia sul fronte interno che esterno. E in particolare sullo scontro sempre più aperto con l’Iran. Scrive Repubblica: “Dopo l’abbattimento del drone iraniano entrato in Israele, e dopo la perdita dell’F-16 al confine con la Siria, dopo quello che sta succedendo ad Afrin fra turchi, curdi, siriani e russi, tutte le rotelline del sistema di sicurezza e di intelligence israeliano si sono rimesse in moto, silenziose ma impazzite. Nella piccola palazzina dell’istituto di studi per la sicurezza alla periferia di Tel Aviv, le riunioni si inseguono a catena, in vari formati: militari, esperti di Iran, di Russia, di Turchia”. Ma anche esperti di politica interna, perché – si legge – “ancora una volta il fronte interno, con il premier Netanyahu impegnato a difendersi da ben quattro inchieste giudiziarie, potrebbe essere fonte di mille problemi”.
La polizia israeliana ha intanto rivelato i nomi di sette persone arrestate domenica in un nuovo caso di corruzione. Tra i fermati, riporta il Corriere, anche due collaboratori del Primo ministro, Shlomo Filber, direttore generale del ministero delle Comunicazioni e l’ex portavoce della famiglia Netanyahu Nir Hefetz.
 
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  davar
l'ambasciatrice americana avverte abbas
Usa: "Vogliamo accordo di pace,
ma non rincorriamo i palestinesi"

Jared Kushner e Jason Greenblatt volevano sentire cosa avesse da dire il presidente Mahmoud Abbas al Consiglio delle Nazioni Unite di New York. I due negoziatori incaricati dal presidente Usa Donald Trump di riavviare i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi hanno sentito Abbas dire di essere pronto ad “avviare immediatamente negoziati per raggiungere la pace”. Ma anche condizionare questo passo a un ritiro del riconoscimento da parte di Trump di Gerusalemme come capitale d'Israele e alla cessazione da parte israeliana della costruzione di insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Abbas ha poi invocato la convocazione a metà 2018 di una conferenza internazionale in cui vorrebbe ottenere il riconoscimento di uno Stato palestinese entro i confini del 1967. “Gli Stati Uniti sono pronti a lavorare con la leadership palestinese. I nostri negoziatori sono alle mie spalle, pronti a parlare. Ma non vi rincorreremo. La scelta, signor presidente, è sua”, ha risposto l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley, parlando al presidente palestinese che però aveva lasciato la riunione.
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domenica l'inaugurazione
Firenze, torna il Balabrunch
Al via con Benjamin Stein

Da Benjamin Stein a Katja Petrowskaya, da Wladimir Kaminer a Motti Lerner. Questi alcuni degli ospiti della seconda edizione del Balabrunch con l’autore, rassegna culturale promossa dalla Comunità ebraica fiorentina in collaborazione con le Comunità di Livorno e Pisa all’interno del progetto triennale regionale RE.T.E Rete Toscana Ebraica. Il via questa domenica, con un focus sul romanzo “La Tela” scritto da Stein e pubblicato in Italia da Keller editore. Alle 11.15 l’autore sarà a Firenze, mentre alle 17 a Pisa.
Al centro di questa edizione del festival una riflessione sulla Germania, nel passato e nella contemporaneità. Un percorso ricco di stimoli che porterà a confronto con la lacerazione della Shoah ma anche con la rinascita della Berlino ebraica, oggi punto di riferimento anche per molti cittadini israeliani.
Dopo l’incontro con gli autori, spazio ai piatti della tradizione ebraica cucinati dagli chef Michele Hagen e Jean Michel Carasso. Una formula già sperimentata con successo lo scorso anno.
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qui roma - il progetto per gli studenti
"1938-1945, anni della vergogna
da raccontare ai nostri giovani"

“Proporre una ricostruzione il più possibile completa e di agevole lettura, e soprattutto offrire un racconto problematico, che tiene conto degli studi più aggiornati e del dibattito scientifico che, in quanto tale, non è mai a senso unico”.
Nelle parole del presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia è racchiusa la sfida de ‘Gli anni della vergogna 1938-1945’, volume e progetto di ampio respiro per le nuove generazioni con cui la Fondazione si rivolge agli studenti delle scuole superiori italiane per stimolare l’approfondimento sulla persecuzione antiebraica operata dal regime a partire dalla promulgazione delle Leggi del ’38. Un’opportunità stimolante ed efficace, nell’ottantesimo anniversario dell’infamia.
Un folto pubblico ha accolto ieri la presentazione dell’opera, curata da Amedeo Osti Guerrazzi, Marco Caviglia e David Di Consiglio, che oltre a raccontare le vicende storiche vere e proprie ha il merito di offrire alcuni preziosi strumenti di ricerca per le classi tra cui una bibliografia essenziale, i siti internet di riferimento, i film, gli archivi e una mappatura dei luoghi della Memoria nel nostro paese.
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pilpul
Ticketless - Magro Guadagnino
Il personaggio dell’ebreo in Italia davvero fatica ad uscire dagli stereotipi. Lo ha scritto su questo portale Asher Salah a margine di “Romanzo famigliare”. Peggio che nella fiction televisiva vanno le cose in un film che ho visto questa settimana. Luca Guadagnino, con “Chiamami con il tuo nome”, candidato all’Oscar, descrive una improbabile famiglia ebraica e un improbabile giovane studente ebreo americano, tali solo per la stella di David che portano al collo. Non è in questione nemmeno il feuilleton: l’ebraismo è poco più di un’etichetta simile ad altre: il tema della vita agreste, il tema dell’omosessualità. Si è fatto il nome di Bertolucci, ma qui c’è ben poco di “Novecento”.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - La giustizia d'Israele
"Ho sempre pensato - scrivevo nella mia nota settimanale dello scorso mercoledì 10 gennaio, ove esponevo la mia contrarietà alla pena di morte - che il dramma del Medio Oriente affondi le sue radici non in problemi di confini, capitali o cose del genere, ma, più semplicemente, nell'enorme distanza che separa, in termini di umanesimo, cultura e civiltà, Israele da molti dei suoi vicini. Tel Aviv da Gaza, Gerusalemme da Teheran, Beer Sheva da Beirut, Haifa da Damasco. Penso che la pace verrà da sola, cadendo come un frutto maturo, allorché questa distanza si sarà per lo meno sensibilmente ridotta. Ma la domanda principale è questa: vogliamo che siano gli altri ad avvicinarsi a Israele, oppure che sia il nostro piccolo, grande, amato Paese a fare un passettino... verso di loro?".
Chiedo scusa per l'autocitazione, ma devo riproporre questa mia considerazione, parola per parola, perché esprime esattamente quello che penso riguardo alle reazioni, che giudico decisamente fuori luogo e fuori tono, di alcuni israeliani e amici di Israele, di fronte alle indagini in corso a carico del premier Netanyahu.


Francesco Lucrezi, storico
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