Giovanni Stanghellini / NOI SIAMO UN DIALOGO / Raffaello Cortina
Lo studente ha viaggiato a lungo, solo per vedere il Rabbi. Un attimo
di attenzione gli basta, poiché la sua domanda è semplice. «Maestro,
qual è la via?». La risposta è altrettanto breve: «Non c'è una via. Gog
e Magog di Martin Buber, apparso dapprima a puntate sul giornale
ebraico «Davar», tra l'ottobre 1941 e il gennaio 1942, è un
romanzo-non-romanzo. A tratti appassionante, talvolta lento, sempre
profondo. Forse per la sua ibrida forma letteraria, quest'opera della
maturità, ambientata durante le guerre napoleoniche, non ha trovato
l'attenzione critica che merita. Eppure, tra le pieghe del racconto,
incentrato su due grandi maestri chasidici, è nascosto molto del
miglior Buber mistico e, cosa che può sorprendere, anche non poco del
filosofo. Perché non c'è una strada?
Giulio Busi,
Il Sole 24 Ore Domenica, 25 febbraio 2018
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