Ephraim Mirvis, Rabbino capo di Gran Bretagna
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Alcune
delle cose migliori della vita ci arrivano senza clamore. È certamente
il caso dei Dieci Comandamenti. Ci sono stati dati due volte. La prima
volta, quando Hashem stesso consegnò il primo dei due comandamenti
direttamente alla nazione, ci fu un'enorme fanfara con tuoni e fulmini.
È stato un incontro spirituale senza precedenti e ineguagliabile. Ma
quelle tavole durarono solo quaranta giorni prima che Moshe le
distruggesse.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Ci
siamo affidati a battute e a slogan. Abbiamo votato chi ci diceva 'amo
Israele' o 'ammiro gli ebrei', mentre volgendosi dall'altra parte
gridava 'fuori gli immigrati', 'l'Italia agli italiani'. Ci si chiede
allora chi siano gli italiani, e se noi potremo continuare a
considerarci tali. E fino a quando. Ciò che non abbiamo forse
considerato è che l'amore per l'ebreo non può essere un privilegio
concesso solo a me o alla collettività cui appartengo. Io, ebreo, sono
garantito non da una simpatia nei miei riguardi, ma da un sistema che
garantisca libertà, uguaglianza, diritti e umanità a tutti i suoi
membri, presenti e potenziali.
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Italia, futuro incerto
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I
risultati del voto e lo scenario politico nel breve e lungo termine al
centro delle riflessioni dei direttori dei principali quotidiani.
Scrive Luciano Fontana (Corriere): “Le rivendicazioni dell’incarico da
parte dei vincitori sono legittime ma sembrano prove muscolari che
devono misurarsi con la realtà di un Parlamento al momento senza
maggioranza. Il fatto che M5S e Lega non abbiano accantonato le
pulsioni antieuropee rende gli accordi ancora più complicati.
Sostiene Mario Calabresi (Repubblica): “Sicurezza e immigrazione hanno
deciso questo voto, basti pensare che nella Macerata che ha invaso le
cronache per l’omicidio di Pamela e per il raid razzista, alle
politiche del 2013 la Lega era allo 0,6 per cento e oggi è al 21. Hanno
vinto le parole d’ordine che semplificano tutto e dividono il mondo in
amici e nemici”.
Riflette Maurizio Molinari (La Stampa): “La vittoria di Movimento
Cinque Stelle e Lega nelle elezioni del 4 marzo è un evento spartiacque
nella politica italiana, descrive l’entità dello scontento sociale che
alberga nel nostro Paese. E apre la strada ad un governo tanto
difficile da formare quanto capace di innescare conseguenze
imprevedibili in Europa”.
Quinto incontro nell’ultimo anno tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu.
Al centro la minaccia iraniana e i 70 anni dello Stato di Israele, con
il simbolico trasferimento dell’ambasciata americana. “Teheran è la più
grande sfida che dobbiamo affrontare in Medio Oriente. L’Iran va
fermato” il messaggio del premier israeliano. Dal canto suo Trump ha ha
rivolto all’interlocutore parole di amicizia, dicendosi “molto
orgoglioso” della decisione su Gerusalemme.
Scrive La Stampa a proposito del sodalizio: “L’intesa fra i due leader,
in sintonia ancor prima che Trump venisse eletto presidente degli Stati
Uniti, è stata totale, almeno a parole: Iran, Siria, trattative di pace
con i palestinesi, che dovranno accettare il ‘fatto compiuto’ di
Gerusalemme capitale dello Stato ebraico. La luna di miele però
potrebbe finire presto”. A pesare, si legge, potrebbero essere le
inchieste giudiziarie che vedono Netanyahu “assediato”. Restando in
tema decisamente negativo il ritratto che Repubblica fa della moglie
Sara (“la first lady travolta dagli scandali”). “II premier di Israele
viaggia con una compagnia inevitabile, fin dentro la Casa Bianca:
quella di sua moglie Sara. Ma nessuno – si legge – crede che la donna
che lo scorta nel matrimonio possa essergli di un qualche sollievo.
Anzi”.
L’Italia assumerà oggi la presidenza dell’International Holocaust
Remembrance Alliance, ereditando il testimone dalla Svizzera. A
ricevere l’incarico, nel corso di una cerimonia che si svolgerà
all’ambasciata italiana a Berlino, sarà il capo delegazione Sandro De
Bernardin. “Ininterrotto – spiega Ada Treves su La Stampa, illustrando
le attività dell’Ihra – il lavoro dei delegati: studi e ricerche volte
a promuovere azioni concrete di formazione e insegnamento, documenti da
presentare alle organizzazioni internazionali e un’azione costante
sviluppata con i governi per riportare il tema l’attenzione alla Shoah,
al razzismo e all’antisemitismo nella politica contemporanea”. Per il
2018, viene indicato, l’impegno sarà soprattutto sul fronte
dell’educazione.
Nella Giornata dei Giusti l’inserto “Buone notizie” del Corriere dedica
un ritratto a Gabriele Nissim, presidente di Gariwo e anima della
Giornata. “Non c’è una ricetta per essere Giusti. Ma nel suo ultimo
libro II bene possibile. Essere Giusti nel proprio tempo (ed. Utet) –
si legge sull’inserto – il Nissim scrittore accende una luce su alcuni
degli ingredienti indispensabili”.
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primo il centrodestra, poi il pd e + europa
Il voto degli italiani in Israele,
dove i 5 Stelle raccolgono poco
Netta
maggioranza per la coalizione di centrodestra, cui sono andate oltre il
44 per cento delle preferenze (44,84%). A seguire, dietro di undici
punti percentuali (33,79%), il Partito Democratico. Quindi, con poco
più del 12%, + Europa di Emma Bonino (12,16%). Appaiate invece con un
modesto 4,36 % Liberi e Uguali e Movimento Cinque Stelle. In coda, con
lo 0,46 %, la lista Civica Popolare della Lorenzin.
Questo il voto espresso per la Camera dei deputati dagli italiani
residenti in Israele, con al momento quattro sezioni scrutinate su
cinque. Percentuali molto simili al Senato, dove calano di pochi
decimali centrodestra (43,71%) e Partito Democratico (33,09%) mentre la
lista della Bonino sfiora il 14% (13,99%). A seguire Cinque Stelle
(4,59%), Liberi e Uguali (4,08%) e Civica Popolare (0,51%). Leggi
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qui berlino - l'italia e l'incarico per il 2018
Ihra, al via la presidenza italiana
L’Italia
assume oggi la presidenza dell’International Holocaust Remembrance
Alliance – l'ente intergovernativo che si occupa di educazione e
Memoria - ereditando il testimone dalla Svizzera. A ricevere
l’incarico, nel corso di una cerimonia che si svolge all’ambasciata
italiana a Berlino, il capo delegazione Sandro De Bernardin,
protagonista della grande intervista di Pagine Ebraiche di marzo,
attualmente in distribuzione. In queste ore nella capitale tedesca,
l'ambasciatore De Bernardin ha incontrato per una riunione operativa
alcuni membri dello staff dell'Ihra tra cui Lennart Aldick, in
rappresentanza del segretario generale Kathrin Meyer; Laura Robertson,
responsabile comunicazione, Rosvita Krajinovic, responsabile della
programmazione (nell'immagine un momento della riunione). Durante
l'incontro sono stati discussi programmi e strategie per la presidenza
italiana 2018.
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pagine ebraiche intervista l'ambasciatore
Sandro De Bernardin: "Memoria, l'Italia assume la guida"
Il
futuro della democrazia e il futuro dell’Europa si giocheranno sul
campo della Memoria. Al di là delle celebrazioni, delle manifestazioni
ufficiali, della ricerca accademica, della creazione culturale, la
Memoria della Shoah continua a rappresentare materia incandescente per
la politica e banco di prova per le società occidentali che stanno
conoscendo l’ondata dei populismi e l’erosione dei valori di convivenza
civile. Ma il terreno della Memoria sarà anche uno di quelli che
vedranno, a partire dai prossimi giorni, la diplomazia italiana
protagonista. Il nostro paese assume infatti proprio adesso la
presidenze dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA),
l’organizzazione internazionale che ha sede a Berlino e che si occupa
della politica e della tutela della Memoria della Shoah. Capo della
delegazione italiana, l’ambasciatore Sandro De Bernardin, che ha alle
spalle una lunga esperienza in diverse sedi diplomatiche e una felice
esperienza di rappresentante dell’Italia in Israele, ha deciso di
andare proprio a Berlino per raccogliere il testimone dell’IHRA dalla
presidenza elvetica uscente.
Un gesto di alto valore simbolico che si svolgerà nelle sale
dell’ambasciata italiana a Berlino, quello stesso edificio, considerato
fra le costruzioni più affascinanti della capitale tedesca, edificato
alla vigilia della Seconda guerra mondiale per simboleggiare la
catastrofica alleanza del regime fascista con l’alleato tedesco. Oggi
il lavoro sulla Memoria vede la Germania in prima linea e l’Italia
impegnata come mai prima per far sì che il ricordo della Shoah non
resti solo un dato formale, ma divenga fattore attivo di conoscenza e
di protezione per tutte le società civili.
Certo c’è il rischio che
in una stagione di grandi fermenti politici sul fronte interno
l’attenzione sia distolta dal vostro lavoro, ma come che si vedano le
cose, ambasciatore, l’Italia si appresta ad assumere una
responsabilità importante.
Non c’è dubbio. L’IHRA è un meccanismo molto complicato e molto
delicato, anche per la composita partecipazione di realtà molto
diverse fra loro al suo interno. Ma proprio questo costituisce
l’importanza dell’organizzazione.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche Marzo 2018 Leggi
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il convegno a montecitorio
"Giusti, un esempio per tutti"
A
tre mesi dall’istituzione da parte del Parlamento italiano si celebra
oggi la prima Giornata dei Giusti dell’Umanità, nel solco della strada
aperta nel 2012 dal Parlamento europeo. Una iniziativa che è frutto del
lavoro di Gariwo, la foresta dei Giusti, che oggi ha voluto festeggiare
con tanti giovani e scolaresche in una sede istituzionale.
“Il punto di partenza di tutto il nostro impegno è l’ottimismo
nell’Altro. Sono infatti convinto che nel dna dell’essere umano ci sia
il bisogno di essere Giusto” ha spiegato il presidente di Gariwo
Gabriele Nissim, intervenendo a Palazzo Montecitorio nel corso di
convegno organizzato dalla parlamentare del Pd Milena Santerini, prima
firmataria della Legge sui Giusti dell’Umanità, in collaborazione con
Gariwo e con la partecipazione della storica Anna Foa.
“L’odio è un problema con cui dobbiamo confrontarci sempre più spesso
nella nostra complessa contemporaneità. L’obiettivo di ognuno di noi –
ha detto la studiosa, rivolgendosi ai ragazzi presenti – deve essere
quello di trasformare questo odio in bene. Solo così potremo uscire da
una situazione difficile”.
Per trovare nuova luce e ispirazione il compito è quindi quello di
seguire le tracce lasciate dai Giusti nel loro cammino. “È fondamentale
fare emerge queste figure dall’oblio, dalla dimenticanza. Perché ci
insegnano a lottare contro l’indifferenza” ha esortato l’onorevole
Santerini.
Diversi i messaggi di cui è stata data lettura da Nissim, di cui è in
libreria in questi giorni l’ultimo saggio Il Bene possibile. Essere
Giusti nel proprio tempo (UTET). Leggi
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Il linguaggio dell'odio |
Un
recentissimo contributo di Guido Alpa (Autonomia privata, diritti
fondamentali e “linguaggio dell’odio”, Contratto e Impresa, 2018, p.
45) richiama i profili giuridici dell’odio, inteso non più come
fenomeno soltanto patologico/irrazionale bensì come fenomeno dai
risvolti, connotazioni e conseguenze d’ordine giuridico. In precedenza,
abbiamo qualche altro contributo, come ad esempio F. J. Ansuategui
Roig, Libertà di espressione, discorsi d'odio, soggetti vulnerabili:
paradigmi e nuove frontiere, Ars Interpretandi, 2017, p. 29; C. Caruso,
L’Hate Speech a Strasburgo: il pluralismo militante del sistema
convenzionale, Quaderni costituzionali, 2017, p. 963; A. Mazziotti,
“Fake news”,”fake people” e società della (dis)informazione:
riflessioni su democrazia, informazione e libertà fondamentali al tempo
dei “social network”, I Diritti dell'uomo: cronache e battaglie, 2017,
p. 57; M. Spatti, “Hate speech” e negazionismo tra restrizioni alla
libertà d’espressione e abuso del diritto, Studi sull’integrazione
europea, 2014, p. 341; vedi anche G. Pitruzzella, O. Pollicino, S.
Quintarelli, Parole e potere.
Emanuele Calò, giurista
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