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  13 marzo 2018 - 26 Adar 5778

 



alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di Tobia Zevi, Mario Avagliano ed Emanuele Calò.
 
 
 
Israele, verso elezioni anticipate
Nonostante gli appelli all'unità del Primo ministro Benjamin Netanyahu alla sua colazione, l'opzione elezioni anticipate sembra sempre più probabile in Israele. Secondo i media locali, la frattura tra partiti religiosi e il ministro della Difesa Avigdor Lieberman sulla legge che prevede l'esenzione dalla leva obbligatoria per gli studenti delle yeshivot difficilmente sarà ricomposta. Questo pomeriggio, il Comitato Ministeriale per la Legislazione ascolterà un appello del Ministro dell'Immigrazione Sofa Landver di Yisrael Beytenu – partito di Lieberman - contro la controversa norma. E intanto Lieberman ha minacciato di togliere il suo appoggio all'esecutivo se la legge dovesse passare, il che porterebbe Netanyahu ad avere una maggioranza alla Knesset che si regge su un solo seggio. Da qui, il possibile ritorno alle urne.  “Se ci saranno elezioni, vincerò ancora”, il virgolettato di Netanyahu riportato oggi dal quotidiano cattolico Avvenire.

Gli ebrei e la storia italiana. Sul Corriere della Sera Paolo Mieli dedica un'ampia analisi al libro dello storico Giacomo Todeschini, Gli ebrei nell'Italia medievale, che sta per essere pubblicato da Carocci. Secondo Todeschini, ripreso da Mieli, “per decenni abbiamo introiettato uno stereotipo storiografico mai esplicitamente dichiarato, che può essere riassunto nell'idea 'alquanto divulgata della storia degli ebrei nell'Italia medievale come storia di una convivenza felice, repentinamente interrotta dalle polemiche antiebraiche del Quattrocento culminate nell'età dei ghetti'. Un'idea – sottolinea Mieli - che ci porta fuori strada”. “Gli ebrei per secoli non furono 'né tollerati, né sistematicamente avversati', dal momento che 'l'inesistenza di una maggioranza forte dal punto di vista politico-religioso' e 'la natura ancora elitaria e ristretta a circoli aristocratici decisamente acculturati della religione imperiale cristiana' facevano dell'Italia ostrogota, romana e longobarda 'un arcipelago di usanze e di norme, di pratiche religiose e di abitudini rituali, nell'ambito delle quali la specificità ebraica non spiccava particolarmente'”.

Parolin: “Gerusalemme? Siamo per lo status quo”. Intervistato da Repubblica sul lavoro diplomatico del Vaticano a livello internazionale da quando al soglio pontificio c'è Bergoglio, il cardinale Pietro Parolin interviene sul riconoscimento del presidente Usa Trump di Gerusalemme come capitale d'Israele. “È un tema molto sensibile, sia per l'aspetto politico, che deve essere oggetto di negoziati tra israeliani e palestinesi, sia per il suo simbolismo religioso, legato alla sua identità di Città sacra per le tre grandi religioni monoteiste e patrimonio dell'umanità. Le Nazioni Unite hanno votato varie Risoluzioni. La posizione della Santa Sede – afferma Parolin - è in linea con quella espressa dalla Comunità internazionale e, oggi più che mai, sottolinea l'importanza dell'osservanza dello status quo della Città e della tutela della sua identità attraverso uno Statuto internazionalmente garantito. Le prese di posizione 'unilaterali' che si pongono contro le Risoluzioni Onu, rischiano di destabilizzare il già precario equilibrio mediorientale, introducendo nuovi elementi di tensione”.

Putin e le interferenze russe nelle elezioni Usa. Il Fatto in una breve riporta la frase pronunciata dal presidente russo Vladimir Putin, impegnato in campagna elettorale, secondo cui i responsabili delle interferenze nelle Presidenziali Usa – conclusesi con la vittoria di Trump - "forse non sono neppure russi, forse sono ucraini, tatari, ebrei, che hanno solo la cittadinanza russa". Parole che sembrano suggerire che un ebreo russo non sia veramente un russo e che hanno sollevato le critiche di associazioni ebraiche e parlamentari Usa.

Morto il contabile di Auschwitz. Oskar Groening, noto come il "contabile" di Auschwitz, è morto all'età di 96 anni. Lo riferisce l'edizione online del magazine Der Spiegel, specificando che Groening è deceduto in ospedale, come comunicato da un legale dell'ex ufficiale delle SS. Nel 2015, Groening era stato condannato a 4 anni di carcere per la responsabilità nell'uccisione di 300mila persone nel lager. Durante il processo, aveva ammesso la propria “complicità morale”, invocando il perdono dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime (Messaggero).

Saluto fascista a Marzabotto, squalifica dal campo. Otto mesi di squalifica, con l'esclusione dell'aggravante della premeditazione. È quanto prevede l'accordo raggiunto ieri tra la difesa di Eugenio Maria Luppi, ex giocatore della squadra '65 Futa', e la la Procura federale della Figc, che inizialmente aveva chiesto un anno di squalifica più l'interdizione all'accesso delle strutture federali. Il calciatore era a giudizio davanti al Tribunale federale territoriale perché il 12 novembre scorso, a Marzabotto, durante un incontro del campionato regionale dell'Emilia-Romagna di 2/a categoria, ha esultato dopo una rete facendo il saluto romano, e poi ha mostrato una maglia nera col tricolore della Repubblica di Salò (Fatto).

Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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