Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Siamo
nel vivo dei preparativi per Pesach, nelle pulizie accurate per
rimuovere dalle nostre abitazioni ogni traccia di chametz, di sostanza
lievitata. È noto che il chametz simboleggia anche i sentimenti ed i
fermenti negativi che risiedono dentro di noi, che analogamente al
chametz in natura vanno ricercati e possibilmente eliminati. È
verosimile che qualche traccia di questo “chametz”, nascosto
nell’animo, mi abbia incautamente indotto, in un precedente mio
scritto, a riferirmi al Presidente del World Jewish Congress, Ronald
Lauder, con il poco onorevole titolo di “sapientone”, per esprimere il
disaccordo da alcune sue tesi; per questo sono stato in seguito
severamente “bacchettato” da Anna Segre, la quale, a sua volta, nella
foga di dimostrare inadeguato il mio giudizio, ha forse scoperto, anche
da parte sua, qualcosa di questo tipo di “chametz”
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Davide
Assael,
ricercatore
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Quando
vado in Israele, spesso chiedo ad amici e parenti dediti a studi di
Torah, di consigliarmi qualche rabbino da andare ad ascoltare. Qualcuno
che offra delle interpretazioni originali, che sia in grado di calare
la Torah nella nostra contemporaneità, magari mostrando l’influenza che
ha esercitato su grandi intellettuali del mondo moderno, senza che
questi ne fossero minimamente consapevoli. Un po’ come leggere Freud
attraverso il Talmud, oppure Marx con le lenti dell’apocalittica
ebraica.
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La Francia si mobilita
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Una
marcia contro l’antisemitismo dedicata alla memoria di Mireille Knoll,
la sopravvissuta alla Shoah uccisa a Parigi venerdì scorso.
L’iniziativa è stata organizzata dalla comunità ebraica francese per
questo pomeriggio e finirà con una veglia davanti alla casa della
Knoll. Tutte le forze politiche hanno manifestato la loro adesione,
racconta il Corriere, e i leader parteciperanno, tranne Marine Le Pen
la cui presenza ‘”non è gradita”, ha detto il presidente delle comunità
ebraiche di Francia Francis Kalifat. Intanto emergono nuovi dettagli
dall’inchiesta sull’assassinio di Knoll, per cui sono state arrestate
due persone, un 21enne senza fissa dimora e un 29enne musulmano, vicino
di casa della vittima: “quel che è terribile, è che uno dei due
arrestati durante l’aggressione diceva all’altro: ‘È un’ebrea, per
forza deve avere dei soldi”, ha riferito il ministro dell’Interno
francese, Gérard Collomb, ieri all’Assemblea nazionale. E ancora,
l’assassino – il 29enne finito in carcere perché la badante di Mireille
lo aveva denunciato per tentato stupro della figlia 12enne – gridava
“Allah Akbar” mentre la colpiva con undici coltellate, prima di dare
fuoco al cadavere e alla casa. “Il feroce omicidio di avenue Philip
Auguste è solo l’ultimo di una serie di attacchi. – ricorda il
quotidiano cattolico Avvenire – Appena un mese fa l’assassinio, sempre
nella capitale, di un’altra donna è stato attribuito a motivi
antisemiti. Sarah Halimi è stata gettata dalla finestra da un islamico
che gridava ‘Allah Akbar’. Nel 2015, in concomitanza con l’assalto a
Charlie’s Hebdo, l’attacco a un negozio di alimentari kosher, in cui
morirono quattro ostaggi. Nel 2011 un islamico uccise davanti a una
scuola ebraica di Tolosa un insegnante e tre ragazzi”.
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la mobilitazione dell'italia ebraica 'Antisemitismo, condanna ferma'
Stasera
alle 18.30 a Parigi, da Place de la Nation, saranno in tanti a sfilare
assieme agli ebrei francesi per ricordare Mireille Knoll e riaffermare
i valori fondamentali da difendere contro la barbarie del terrorismo
islamico. Numerose infatti le associazioni che stanno aderendo al
corteo, riferisce il Consiglio rappresentativo delle istituzioni
ebraiche di Francia che l’ha organizzato.
Solidarietà e impegno di verità contro ogni ipocrisia che non ha confini, con l’Italia ebraica in prima linea.
“Sono certa che comprendete e partecipate assieme a noi tutti il dolore
e lo strazio che stiamo attraversando in queste ore, e gli infiniti
punti di domanda che una morte tanto orribile e inutile reca con sé. Mi
auguro, e lo spero con tutto il cuore, di leggere una vostra ferma
condanna e distanza di quanto avvenuto” scrive la Presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in un
messaggio inviato alle principali realtà islamiche nazionali.
“Questo tipo di crimine – sottolinea tra gli altri in risposta Abdellah
Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia –
ci interpella tutti per manifestare la nostra solidarietà con i
familiari della vittima e condannare con fermezza questo atto ignobile
e ingiustificato. Ognuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie
responsabilità nell’impegnarsi con i giovani per far risaltare nei loro
cuori i valori della convivenza, della pace e prima di tutto della
sacralità della vita”.
Una cerimonia in memoria dell’anziana donna, sfuggita in gioventù al
rastrellamento del Vel d’Hiv e barbaramente uccisa dal vicino di casa
musulmano, si svolgerà questa sera alle 20 presso il Tempio Maggiore di
Roma. Una iniziativa che nasce “per denunciare il clima terribile in
cui sono ancora costretti a vivere” gli ebrei francesi, su iniziativa
della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello e del rabbino
capo rav Riccardo Di Segni. Saranno tra gli altri presenti la sindaca
Virginia Raggi, rappresentanti della Regione Lazio e dei partiti che
stanno aderendo.
La Comunità ebraica milanese partecipa e sostiene la marcia bianca
organizzata per quest’oggi dall’Executive Committee of Bne’ Berith
Europe e, annunciano i due copresidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso,
accenderà candele in tutte le sinagoghe milanesi alla vigilia di
Pesach. Ad intervenire, con un invito a non abbassare mai la guardia,
anche il presidente del Bne’ Berith Italia Paolo Foà.
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le reazioni dopo i fatti di parigi "Lotta all'odio, rafforziamola"
Una
ferma condanna per quanto accaduto a Parigi arriva anche
dall’ambasciatore Sandro De Bernardin, capo della delegazione italiana
all’International Holocaust Remembrance Alliance, l’organismo
intergovernativo impegnato nella tutela e promozione della Memoria
della Shoah di cui da qualche giorno il nostro paese ha preso le redini.
Afferma l’ambasciatore, che appena poche ore fa alla Farnesina ha
illustrato le linee guida dell’impegno italiano per il 2018: “Sono
profondamente sconto e inorridito per le ultime notizie da Parigi
sull’uccisione di Mireille Knoll. Stando agli inquirenti francesi, è
stata uccisa perché ebrea. Ancora una volta, a quasi 80 anni dalla
Shoah, un essere umano è stato ucciso non per quello che ha fatto, ma
per quello che era.
Questi eventi sconvolgenti mostrano quanto veleno antisemita ancora
contamini le nostre società e conferma la necessità che i membri degli
Stati che aderiscono all’IHRA combattano questa piaga e finiscano agli
educatori e alle istituzioni i migliori strumenti – come la definizione
di antisemitismo formulata appunto dall’IHRA – per contrastarla”.
I fatti di Parigi sono così condannati dal presidente della Fondazione
Museo della Shoah di Roma Mario Venezia: “L’atroce assassinio di
Mireille Knoll è l’ultimo dei gesti di odio razziale e antisemiti che,
sempre più numerosi, si stanno moltiplicando in moltissime città di
tanti Paesi europei. È un assassinio odioso perché colpisce una persona
molto anziana e sola e il pensiero che questa donna sia scampata ai
rastrellamenti del Velodrome d’Hiver e abbia trovato una morte così
feroce nel cuore dell’Europa, a Parigi, lascia davvero sgomenti e
addolorati”.
Aggiunge Venezia: “Questi fatti, oltre al profondo dolore che suscitano
in tutti noi, ci aiutano a comprendere che il mostro razzista è sempre
lì, pronto a colpire magari con modalità diverse ma con le motivazioni
di sempre. La nostra opera che quotidianamente svolgiamo da questi
fatti avrà un’ulteriore impulso e moltiplicheremo le nostre energie per
parlare con tutti, in particolare con i giovani avendo come obiettivo
irrinunciabile di vivere in una società dove le diversità siano
ricchezza e non discriminazione. Perché dalla morte nasca sempre la
vita, una vita migliore. Lo dobbiamo a chi, ancora oggi, è vittima
della follia razzista”.
Numerose, in tutta l’Italia ebraica, le iniziative che sono state
organizzate e si stanno organizzando in solidarietà agli ebrei
francesi. “Il silenzio delle istituzioni, tranne rarissime eccezioni,
non può non preoccuparci. Non solo noi dobbiamo essere turbati da
questa vile, inumana escalation, che è un attacco alla nostra umanità”
ha affermato il rabbino capo di Torino rav Ariel Di Porto in un suo
intervento in sinagoga.Leggi
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Ticketless - Nuova Italia?
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“L’Italia
che c’è oggi non ci piace”, diceva a inizio Novecento Giovanni
Amendola. Più o meno le stesse parole mi giungono in privato da tanti
amici ed anche da molti lettori dei due precedenti Ticketless, i quali
così obiettano. Antica questione meridionale e neo-questione
settentrionale non bastano a comprendere una più preoccupante deriva
nazionale. La Nuova Italia che si affaccia con alterigia all’orizzonte
rischia di essere la vecchia Italia di sempre, degli opportunismi e dei
voltafaccia.
Le situazioni che dovremo affrontare nei prossimi mesi generano timori
comprensibili fra coloro che, saggiamente, dopo i risultati del
referendum istituzionale e la spaccatura nel Pd, avevano previsto il
precipizio, ma, qua e là, si osservano silenzi imbarazzati da parte di
chi è stato causa del suo male e dunque è bene che adesso pianga se
stesso.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Le parole di Lauder
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In
ragione dell’oggettiva gravità del grido d’allarme, e della grande
autorevolezza della fonte da cui esso proviene, credo che meriti
qualche parola di commento l’accorata denuncia – pubblicata, col titolo
“Le ferite autoinflitte di Israele”, sul New York Times, e ripresa su
Moked dello scorso 20 marzo – del Presidente del World Jewish Congress
Ronald Lauder, secondo il quale sullo Stato ebraico incomberebbero due
distinte minacce, entrambe serie e concrete, e di entrambe le quali
esso stesso porterebbe, in modo prevalente, se non esclusivo, la
responsabilità.
Francesco Lucrezi, storico
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Esaltare la vita
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Il
10 marzo 1982 presso la Stanford University (California, USA) il
Peninsula Women ’s Chorus di Palo Alto diretto da Patricia Hennings
eseguì in concerto l’intera collezione di brani corali della
missionaria presbiteriana Margaret Dryburgh (nella foto), deportata
presso i Campi giapponesi aperti in Sumatra presso Muntok, Loebok
Linggau e Balalau (morì nell’aprile 1945 a Bangka Island).
Nel
maggio 1983 le donne olandesi, australiane e britanniche sopravvissute
ai Campi giapponesi di Sumatra furono invitate a un concerto
commemorativo del Peninsula Women’s Chorus a Palo Alto; in tale
circostanza, coro e sopravvissute eseguirono il The Captives Hymn della
Dryburgh.
Francesco Lotoro
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