orizzonti
La farsa egiziana
e il silenzio europeo
È
inutile lamentare la crisi delle nostre democrazie quando consideriamo
benedetta, per evitare guai, turbolenze e soluzioni ancora più
apocalittiche, ogni dittatura, ogni violazione dei diritti umani, ogni
forma di oppressione, persino lo sterminio dei popoli assoggettati, o
che devono scomparire, come i curdi. Facciamo finta di considerare
democratico il verdetto delle elezioni che in Russia hanno consacrato
l'autocrazia di Putin: ma sopprimere o imbavagliare tutti i rivali non
è esattamente un modello di libera campagna elettorale. Contiamo le
vittime dei civili massacrati da Assad perché presto si raggiungerà il
ragguardevole record dei 400 mila assassinati da un regime orrendo, che
però è meglio preservare perché gli altri, come è noto, sono ancora
peggiori. Ci affrettiamo a mandare l'assegno concordato a Erdogan, quel
simpatico democratico che ammassava nudi in palestra i dissidenti, che
commina ergastoli ai giornalisti invisi alla sua tirannia e che nel
silenzio internazionale fa strage di civili curdi, perché così tiene a
bada i profughi che l'Europa, la grande assente, la silenziosa e pavida
Europa per cui noi dovremmo gioire e in cui dovremmo identificarci,
vuole tenere oltre confine.
Pierluigi Battista, Corriere della Sera,
26 marzo 2018
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