Haim Korsia, Gran Rabbino di Francia
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La
letteratura è il terreno fertile su cui costruiamo il nostro modello di
società. Un libro condiviso è un'aspettativa condivisa.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Certamente,
la situazione ai confini con Gaza poteva essere affrontata in modo
diverso, magari con proiettili di gomma o diffondendo nell’aria una
buona dose di spray al peperoncino. Certamente, anche la presenza di
richiedenti asilo di origine africana poteva essere affrontata in modo
diverso, con più sensibilità, con meno brutale indifferenza, con più
consapevolezza della propria storia. Benjamin Netanyahu e il suo
governo non si distinguono per misura e saggia lungimiranza. E,
tuttavia, quando cerchi di far tornare i conti, mettendo in campo
mente, coscienza ed emozioni, ti accorgi che non riesci a trovare la
tua collocazione. C’è, in tutto ciò che sta accadendo e nella reazione
del mondo, un senso di incommensurabilità. I racconti e i giudizi su
quei racconti, da parte della stampa e della politica, sembrano non
aver molta relazione con gli eventi reali, e sollevano interrogativi,
più di quante non siano le risposte che pretenderebbero di offrire. Non
è la prima volta che accade. E non sarà purtroppo l’ultima.
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Israele, l'Onu e i migranti
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Un
po’ a sorpresa il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri
l’annullamento dei rimpatri forzati per migliaia di migranti eritrei e
sudanesi verso Ruanda e Uganda. Al contempo Netanyahu aveva parlato di
un accordo con l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni
Unite: 16.000 persone sarebbero state ricollocate nei prossimi cinque
anni in Paesi occidentali – “come l’Italia, la Germania, il Canada”.
L’annuncio ha però colto di sorpresa i Italia e Germania, che, come
raccontano i principali quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, Sole
24 Ore), hanno negato di aver mai raggiunto un’intesa in tal senso con
Israele o con l’Unhcr. “L’accordo, in realtà, – spiega La Stampa –
prevede che l’Unhcr lavori a livello diplomatico con interlocutori
europei e americani per trovare destinazioni consone, in piccoli
numeri, visto che il trasferimento dovrebbe avvenire in cinque anni La
questione non è quindi ancora risolta, anche perché alle obiezioni
internazionali si è aggiunta la fronda interna da parte della destra
del Likud e dei partiti conservatori della coalizione, e il premier, in
tarda serata, ha detto che l’accordo ‘era sospeso’ e sarebbe stato
sottoposto a ulteriori valutazioni”.
Israele e migranti, la reazione italiana. A distanza di nemmeno un’ora
dall’annuncio di Benjamin Netanyahu sul ricollocamento di una parte dei
profughi africani in Italia, Viminale e Farnesina hanno assicurato di
non aver mai saputo nulla dell’intesa tra Israele e Onu. E chiariscono
che “le porte rimarranno chiuse” (Corriere). La portavoce dell’Unhcr
Carlotta Sami spiega “solo previo accordo con il governo italiano
potrebbero arrivare in Italia alcuni rifugiati e solo a titolo di
ricongiungimento familiare con parenti che già vivono qui, quindi si
tratta, in sostanza, di pochissimi e specifici casi”. “Non se ne parla
di rispondere a Israele, abbiamo gia 600 mila clandestini da espellere
e lo faremo appena entreremo in carica”, le affermazioni del
vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. A parlare a Repubblica è
invece un’operatrice che si occupa dei rifugiati eritrei in Israele.
Racconta delle torture subite da queste persone (dei 38 mila migranti
totali presenti in Israele, 28 mila sono eritrei) prima di raggiungere
lo Stato ebraico e delle condizioni di emarginazione in cui vivono
attualmente.
Gaza e le mosse di Hamas. Intervistato da Repubblica, lo scrittore
israeliano Abraham Yehoshua sintetizza con un interrogativo quanto
accaduto negli scorsi giorni a Gaza, con le manifestazioni organizzate
dal movimento terroristico di Hamas e l’uccisione di alcuni
dimostranti. “Queste manifestazioni sono una pura provocazione, una
pura provocazione. Ce ne siamo andati da Gaza, ci hanno sconfitto nel
2005, adesso che cosa vogliono da noi?”, le parole di Yehoshua. Il
bilancio è di 18 morti, riporta la stampa israeliana, mentre “oggi si
riunirà in seduta straordinaria il Consiglio della Lega Araba. A
chiedere la riunione sono stati i palestinesi, appoggiati da Egitto,
Giordania e Kuwait” (Sole 24 Ore).
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PAGINE EBRAICHE APRILE 2018
Israele, 70 anni da celebrare
I
70 anni dello Stato di Israele, ricostruiti attraverso le voci dei
cantori, poeti e letterati che l’hanno celebrato e accompagnato il
paese in questo tragitto.
È il tema del grande dossier “Israele 70” curato da Daniel Reichel,
elemento centrale del numero del giornale dell’ebraismo italiano Pagine
Ebraiche chiuso nella notte di ieri e in distribuzione nelle prossime
ore.
Da Hayyim Nahman Bialik a Yehuda Amichai, da Agi Mishol a David
Grossman: un itinerario speciale fatto di parole e sentimento, che
dagli anni del Mandato britannico portano fino alle sfide della
contemporaneità.
Ad aprire il giornale le emozioni di Liliana Segre, che a Pagine
Ebraiche racconta le prime ore in aula da senatrice a vita. Ma anche la
solidarietà degli ebrei italiani dopo la barbara uccisione di Mireille
Knoll a Parigi e i nuovi progetti per i giovani pensati da Ucei e Ugei.
Significativo anche l’approfondimento dedicato al 2018 come anno di
anniversari da ricordare, tra cui i 170 anni dello Statuto Albertino.
Ce ne parla Giulio Disegni, vicepresidente UCEI e autore di un saggio
sull’argomento.
L’intervista del mese, realizzata da David Zebuloni, ha per
protagonista l’artista israeliano Idan Raichel (che dice di cantare con
l’Italia nel cuore).
Nelle pagine dedicate alla realtà di Israele si parla del recente
riconoscimento dell’attacco andato a buon fine nel 2007, quando lo
Stato ebraico distrusse una centrale nucleare in Siria sventando così
una minaccia globale, mentre in Orizzonti a parlare è la guida italiana
recentemente minacciata in Polonia e si riportano le dichiarazioni del
presidente del World Jewish Congress sui pericoli che correrebbe
Israele.
In Economia si va dalle scuse del National Geographic per aver perorato
in passato cause razziste alla presentazione del saggio “Il giro del
mondo in sei milioni di anni” di Guido Barbujani Andrea Brunelli.
A proposito di libri. L’apertura della Cultura è dedicata al volume
“Napoli, via Cappella Vecchia 31” del rav Pierpaolo Punturello. Mentre
a seguire proponiamo ai nostri lettori la stimolante intervista di Der
Spiegel ai due fratelli (di successo) Roberta ed Eva Menasse e la
recensione di Norman Manea a “Non luogo a procedere” di Claudio Magris;
vengono inoltre presentati i temi salienti del nuovo numero della
Rassegna Mensile di Israel, dedicato a identità di genere, appartenenza
e letteratura ebraica. Tra i consigli di lettura anche il saggio
“Marrani” di Donatella Di Cesare.
Significativo, come di consueto, lo spazio che il mensile riserva alle
opinioni. Ad intervenire tra gli altri in questo numero il rav Roberto
Della Rocca, David Bidussa, Enzo Campelli, Aldo Zargani, Raniero
Fontana, Anna Momigliano, Claudio Vercelli, Aviram Levy. Nella pagina
dedicata ai Maestri preziose inoltre le riflessioni di rav Alberto
Somekh e rav Gianfranco Di Segni. Protagonista della pagina del
ritratto è invece Ran Margaliot, general manager dell’Israel Cycling
Academy e tra gli artefici della storica partenza del Giro d’Italia a
Gerusalemme. Argomento cui è dedicata anche la doppia di Sport.
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Cosa conta |
Tre
cose, secondo il Talmud, vanno fatte nella vita: mettere al mondo un
figlio (in realtà sono almeno due), scrivere un libro e piantare un
albero. Una volta, invece, un alto prelato mi confidò che tre cose
contano nell’esistenza di un uomo: un tozzo di pane, volersi bene e la
coscienza pulita. Senza pretesa di esaustività, paiono a prima vista
due concezioni assai diverse tra loro, persino alternative.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Mengele il vigliacco |
Se
si vuol approfondire i retroscena e i segreti della fuga dei gerarchi
nazisti in Sudamerica nel dopoguerra, è interessante la lettura del
romanzo “La scomparsa di Josef Mengele”, scritto dal francese Olivier
Guez (Neri Pozza, 208 pagine, 16,50 euro), appena uscito in libreria.
Guez ha ricostruito, attraverso una ricerca durata anni, il percorso di
Mengele, il dottor Morte, noto per i crudeli esperimenti medici su
bambini-cavie, dal suo arrivo a Buenos Aires nel 1949 con un documento
d’identità della Croce Rossa internazionale intestato a Helmut Gregor,
fino alla morte nel 1979, dopo essere vissuto tra Brasile e Paraguay.
Mario Avagliano
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Istruzioni per parlare da soli |
Nell’ebraismo
italiano vi è, per via delle Intese, un insieme geograficamente
ordinato di Comunità. Ciò non toglie che, ad una più impegnata e
impegnativa disamina, se ne scorgano delle altre, variamente connotate,
che non sono delle comunità in senso giuridico, bensì delle formazioni
sociali nel senso dell’art. 2 della Costituzione, formazioni connotate
talvolta dalla struttura, talaltra dalla loro forte identità. Non le
chiamerò per nome, non tanto per via di una qualche ritrosia, ma perché
è giusto che lo facciano il lettore stesso, oppure i soggetti coinvolti.
Emanuele Calò
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