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 4 Aprile 2018 - 19 Nissan 5778

alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
 
 
Hamas rilancia la provocazione
Due i fronti su cui resta alta la tensione in Israele. In particolare l’annunciato rilancio, da parte dei terroristi di Hamas, della mobilitazione che lo scorso venerdì ha portato al tentativo di forzare la frontiera con lo Stato ebraico. La Stampa, tra gli altri, riporta le dichiarazioni del ministro Lieberman (che ha respinto l’accusa di aver colpito manifestanti). “La maggior parte erano terroristi, dell’ala militare di Hamas e della Jihad islamica. È stata una provocazione organizzata ad arte da Hamas” dice l’esponente del governo israeliano.
A proposito dei disordini che si annunciano per la giornata di venerdì, La Stampa scrive: “L’uso di mezzi anti-sommossa, come lacrimogeni, cannoni ad acqua, proiettili di gomma, sarà limitato. L’esercito sparerà proiettili veri, anche se è consapevole che potrebbero esserci vittime”.
L’altro fronte caldo è quello dei migranti, dopo che il premier Netanyahu ha annullato l’intesa con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) per il ricollocamento di 16 mila richiedenti asilo africani. Repubblica raccoglie alcune testimonianze di profughi nel quartiere di Neve Shanan, che viene definito “il più problematico di Tel Aviv” con “scritte in lingua tigrina, case spoglie, saracinesche mezzo abbassate”. E segnala l’opposizione di alcuni intellettuali israeliani e di alcuni piloti dell’El Al al piano che prevede che una parte dei profughi sia riportata in Africa, “ma in zone più sicure”. Secondo Fabio Nicolucci, che ne scrive sul Messaggero, “la leadership di Netanyahu ha subito in questa ultima settimana due ulteriori colpi”.

Sulle strade israeliane del Giro. Sempre a proposito di Israele, da segnalare l’approfondimento del Corriere sulle tre tappe del prossimo Giro d’Italia che da Gerusalemme porteranno ad Eilat. Si legge a proposito della cronometro d’esordio, che partirà davanti alla Porta di Giaffa: “L’inizio è subito storia. Memoria ricca, densa, fatta di pietre e muri centenari, testimoni per nulla muti con incisi i segni delle schegge e le pallottole di guerre antiche e moderne, assieme al protrarsi di tensioni acute, che durano tutt’ora”.

Bardonecchia, parla il ministro francese. “Credo si tratti di un incidente increscioso, nato da un malinteso tra i doganieri francesi e le ferrovie italiane sull’uso del locale nella stazione di Bardonecchia”. Così il ministro francese dei Conti pubblici Gérald Darmanin, in un colloquio con il Corriere che si apre con le polemiche innescate dal blitz dei doganieri armati nella struttura per migranti della cittadina di frontiera piemontese.

Lo Schindler d'Oriente. Avvenire dedica ampio spazio al libro Ebrei a Shanghai. Storia dei rifugiati in fuga dal Terzo Reich, di Elisa Giunipero e con prefazione di Paolo Salom. Ad emergere è la figura del console cinese a Vienna Ho Feng Shan, che viene definito “lo Schindler d’Oriente”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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