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 24 aprile 2018 - 9 Iyar 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Ephraim Mirvis, rabbino capo di Gran Bretagna
C'è un collegamento diretto tra leadership e coraggio. Occorre una leadership responsabile per lottare contro tutti i mali della nostra società. In questo modo, l'antisemitismo in tutte le sue forme non sarà più tollerato.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Povera Natalie Portman!
Lei, israeliana, trovarsi accostata al BDS, il movimento a favore del boicottaggio di Israele. E questo per aver rifiutato di ritirare il premio Genesis 2018, una sorta di Nobel israeliano. Sentirsi additata come 'nemica' di Israele non deve averle fatto molto piacere. Il ministro della Cultura ha persino proposto di revocarle la cittadinanza. Così la bellissima Natalie Portman ha dovuto precisare di non essere pro-BDS, ma solo contro Benjamin Netanyahu e una certa politica. Esattamente come un qualsiasi altro cittadino israeliano, libera di votare per un partito o per un altro, di sostenere un politico o un altro. Ma in Israele di questi tempi, la libertà di posizione politica ha vita dura.
 
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25 Aprile, unità a rischio
L’Italia si prepara al 25 Aprile, la Festa della Liberazione che ricorda la fine dell’incubo nazifascista grazie al contributo di Alleati e Resistenza. A Roma, con più di una incertezza per via dell’annunciata intenzione di sostenitori della causa palestinese di intervenire al corteo con bandiere e slogan. Una intromissione su cui l’Anpi è chiamata ad esprimersi con fermezza.
“Roma, un altro 25 Aprile di polemiche” titola tra gli altri La Stampa. A Repubblica Roma la presidente della Comunità ebraica cittadina Ruth Dureghello dice: “Il 25 aprile Roma celebra chi ha combattuto per la Resistenza e ha salvato il Paese. Il resto deve restare fuori”.
Preoccupazione per il clima che precede l’anniversario ma più in generale per alcune pulsioni mai sopite nel paese, anche su versanti opposti, è espressa da Piero Cividalli, reduce della Brigata, che in una intervista con La Stampa questo dice dell’Italia: “Mi fa pena e rabbia, perché non abbiamo imparato niente dalle nostre disgrazie. Dopo aver visto l’Italia distrutta dal fascismo, e da una guerra senza senso, non riesco a credere che ci sia ancora gente che lo rimpiange”.

Il regista israeliano Amos Gitai, negli scorsi giorni a Ferrara per un sopralluogo in vista del suo prossimo film, un progetto poi esposto nel corso di una speciale serata al Meis, racconta a Repubblica chi fu Gracia Nasi, la protagonista di questo suo nuovo lavoro. “Un personaggio straordinario: erede di una ricca famiglia di commercianti, nata a Lisbona da marrana, arriva a Ferrara, dove sotto la protezione di Ercole II d’Este può condurre di persona i suoi affari e riscoprire il suo ebraismo”. Da qui, prosegue, “userà le sue ricchezze e le sue energie per mettere in salvo gli ebrei perseguitati dall’Europa cristiana”.
A proposito di identità in bilico, sul Corriere si presenta il saggio Marrani. L’altro dell’altro di Donatella Di Cesare, in uscita oggi con Einaudi. Ad essere sottolineata è la somiglianza delle condizioni “in cui si sono trovati gli ebrei che cercarono di sopravvivere alle persecuzioni spagnole e quelli che si trovarono alle prese con la Germania nazista”. E soprattutto, si aggiunge, “il loro complesso rapporto con la storia, la memoria, il ricordo”.

Deliranti dichiarazioni del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ieri ha affermato: “Il PD vive come gli ebrei negli anni delle Leggi razziali: braccati, umiliati e senza patria. Appare un corpo estraneo nella società italiana” (Corriere in breve, tra gli altri).
 
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  davar
la presidente ucei sull'anniversario 
“Genocidio armeno, negare
vuol dire essere complici”

Cade in queste ore l’anniversario del Metz Yeghern, “Il Grande Male”. E cioè il genocidio del popolo armeno da parte dei turchi. Una ferita aperta per la coscienza d’Europa e una Memoria scomoda per la Turchia, che ancora oggi sfacciatamente nega e anzi punisce severamente chi soltanto evoca quei lutti e quelle sofferenze.
“In questa giornata di immenso lutto e dolore per il vostro popolo, nel ricordo degli efferati crimini compiuti in quello che è noto come il Metz Yeghern, il Grande Male, desidero esprimerLe tutta la vicinanza degli ebrei italiani. È una vicinanza che si accompagna alla piena condivisione della battaglia di giustizia e verità storica su quei fatti da voi intrapresa ormai da tempo, molto spesso nell’indifferenza del mondo” scrive la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in un messaggio inviato all’ambasciatrice armena in Italia Victoria Bagdassarian. “Ci furono – prosegue il messaggio – chiare responsabilità in quei massacri e non ci stancheremo mai di affermarlo in ogni sede e occasione che ci sarà offerta. Chi ancora oggi nega la realtà dei genocidi se ne rende complice e costituisce una minaccia per tutti coloro che sperano in un mondo migliore”.
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il manifesto a palazzo reale
Milano contro l'antisemitismo,
ricordando Mireille Knoll

Un'omaggio di Milano alla memoria di Mireille Knoll, sopravvissuta alla Shoah ma vittima a Parigi dell'odierno antisemitismo. A ucciderla nel marzo scorso, il suo vicino di casa musulmano. Una tragedia che testimonia quanto ancora sia necessario fare per combattere il veleno e la violenza antisemita in Francia come in tutta Europa: da qui la mobilitazione della Comunità ebraica milanese che ha chiesto a Palazzo Marino un gesto di solidarietà, concretizzatosi nelle scorse ore con un manifesto in memoria di Knoll posizionato davanti a Palazzo Reale. “Un monito contro l'indifferenza davanti a cui passeranno migliaia di milanesi”, ha ricordato l'assessore del Comune Filippo Del Corno, svelando assieme ai presidenti della Comunità ebraica milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani e al console generale di Francia Cyrille Rogeau il manifesto su cui compaiono anche le parole di Liliana Segre, Testimone della Shoah e senatrice a vita. “Coltivare la Memoria – ricordava Segre - è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno d'ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.
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l'incontro con dino meneghin e miki berkovitz 
Israele 70, Milano in festa
con i campioni del basket 

Sul finire degli anni '70 si fronteggiavano sul parquet di Milano e Tel Aviv. In palio, il titolo europeo di basket. Oggi si incontrano per ricordare quelle sfide e raccontare di un'amicizia nata attraverso la sana competizione sportiva. E per festeggiare i 70 anni d'Israele: Dino Meneghin, Sandro Gamba e Aldo Ossola, protagonisti della Mobilgirgi Varese, e Miki Berkovitz, storico capitano del Maccabi Tel Aviv, si sono incontrati ieri a Milano per una serata speciale, organizzata dal Circolo Noam e dalla Comunità ebraica milanese, dedicata al settantesimo anniversario dalla nascita dello Stato d'Israele. “Il basket è stato un ponte per creare amicizie come è accaduto con Dino, Sandro e Aldo. E sono contento di poter festeggiare con loro e con voi il nostro giovane Stato”, ha sottolineato Berkovitz, presentato dal consigliere della Comunità ebraica David Nassimiha e da Daniel Fishman, ideatori della serata.
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moked 5778
Eretz Israel e le sue minoranze
Israele è una società in continua evoluzione, in cui la diversità trova una propria collocazione, e sempre più centrale, nella vita pubblica e istituzionale. In questo senso, il processo di integrazione delle minoranze è il fenomeno più visibile dei cambiamenti che Israele ha messo in atto per rafforzare il senso di cittadinanza presso i membri dei gruppi non ebraici. Un tema complesso che costituisce un tema fondamentale per il presente e il futuro d'Israele e di cui parlerà al Moked di Milano Marittima, la grande convention primaverile dell'ebraismo italiano, lo studioso Giovanni Matteo Quer.
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la posizione della comunità ebraica di napoli
“De Luca, affermazioni gravi”
Ferma condanna da parte della Comunità ebraica di Napoli alle deliranti parole del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ieri ha paragonato la situazione del Pd a quella degli ebrei soggetti alle Leggi antiebraiche del ’38.
“Lungi dal voler entrare nel merito politico del discorso fatto da De Luca – si legge in una nota diffusa nel pomeriggio – facciamo presente al governatore della Campania che la privazione dei più elementari diritti civili e della stessa dignità degli ebrei in seguito alle leggi razziali non è può essere utilizzata come termine di paragone per situazioni che afferiscono ai meccanismi della politica di qualunque Stato democratico e che, pertanto, l’essersi avventurati a farlo rappresenta una strumentalizzazione che offende chi ha patito in prima persona gli effetti della discriminazione antiebraica o ha risentito negli anni il peso delle esperienze dolorose vissute da familiari e amici”.
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qui firenze
La Tunisia e l’eredità sefardita
A Firenze anche quest’anno il Gruppo di studi storici della Comunità ebraica ha svolto con regolarità il suo ciclo di incontri mensili e desideriamo segnalare l’ultimo, quello di domenica scorsa, per la brillante esposizione, corredata da proiezioni, su “Gli italiani di Tunisia” fatta dal giovane storico Martino Opizzi. Da Parigi ci era stato segnalare l’interesse destato da una sua conferenza e gli siamo grati per averci portato fino a Firenze i risultati dei suoi studi sulla “storia e struttura di una comunità mediterranea alla luce di nuove fonti e prospettive”.

Lionella Viterbo
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domani le celebrazioni per la liberazione
"25 aprile, chiarezza necessaria"
L'Italia si prepara alle tradizionali celebrazioni del 25 aprile con cortei organizzati in tutto il Paese. Da Milano a Roma, un'occasione per festeggiare la Liberazione dall'oppressione nazifascista e celebrare la Resistenza. Tra le diverse iniziative, la Comunità ebraica romana ha chiesto chiarezza ai vertici dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) sul corteo organizzato nella Capitale e ha fatto sapere che non vi parteciperà. Invece, l'ebraismo romano ha organizzato due diversi momenti di raccoglimento previsti in alternativa per la giornata di domani: alle 9.30 alle Fosse Ardeatine e alle 10 in Via Tasso.
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pilpul
La Memoria e il futuro
A Roma, la Comunità ebraica rinuncia a partecipare al corteo del 25 aprile: l’Anpi locale non è stata in grado di garantire le condizioni minime per sfilare tutti insieme. A Todi, il sindaco Antonino Ruggiano non concede il patrocinio all’Anpi perché non si possono sostenere “manifestazioni di parte”. A Napoli, il presidente della Regione Vincenzo De Luca afferma placido che i membri del Pd sono “braccati come gli ebrei negli anni delle leggi razziali”. 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Un 25 aprile di tutti
"Questo week-end c’è un bel ponte. Ricordati che l’hanno costruito loro”, recita un bel manifesto dell’Anpi di Finale Ligure sul 25 aprile, in cui campeggia una folla di partigiani, gente comune, soldati. Fuor di metafora, è legittimo organizzare una gita fuori porta, godersi la giornata di sole (il meteo prevede bel tempo), anche se una capatina a qualche luogo della Memoria non guasterebbe. Però almeno un pensiero andrebbe rivolto a quelle italiane e a quegli italiani del 1943-1945, cattolici, ebrei, atei, di varia fede politica, dai comunisti ai monarchici, e di differente estrazione sociale, che in vari modi resistettero all’occupazione nazifascista e contribuirono con gli Alleati alla liberazione della nostra penisola.

Mario Avagliano
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Liberazione e democrazia
Domani 25 Aprile 2018 si celebrerà l’anniversario della liberazione d’Italia dal giogo nazifascista. Il regime fascista era già caduto con l’ordine del giorno Grandi approvato dal Gran Consiglio il 25 luglio 1943. Un atto irreale, visto che gli alleati erano già sbarcati in Sicilia e si apprestavano a risalire la penisola. Irreale perché la monarchia avrebbe anche potuto sopravvivere, ma il regime fascista avrebbe tutt’al più potuto implodere ed i suoi singoli rappresentanti potevano sperare, semmai, d’insinuarsi nei partiti che ne avrebbero raccolto il comando, come in effetti è accaduto.

Emanuele Calò
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La logica dell'acqua
Nella centrale di Emeq Hefer abbiamo colto le strategie per raccogliere e recuperare tutte le acque possibili: piovane, reflue di tutti i tipi (nere, grigie, bianche) e conservarle in bacini sempre maggiori per impiegarle a scopo irrigatorio nella stagione secca. Ragionamenti (cui conseguono strategie tecnologiche) sempre rigorosi, ma anche sorprendenti. Vicino a Emeq Hefer le acque del Fiume Alexander (Nahal Alexander) sono utilizzate per creare un bellissimo parco naturalistico ad uso degli abitanti della zona.

Roberto Jona
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