Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
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Credo
che non sia accettabile alcun tipo di razzismo, né contro gli ebrei, né
contro i musulmani, né contro gli omosessuali, né contro le donne, né
contro nessuno. Razzismo significa negare la speranza di vivere
insieme, di costruire un destino comune. Avevamo la sensazione che
fosse considerato quasi normale, come se fosse una specie di tributo da
pagare alla modernità. Ci siamo detti fintanto che non ci sono morti..
ma ci sono stati i morti, c'è stato Ilan Halimi, c'è stata questa
insopportabile litania di nomi da ricordare, fino a Mireille Knoll di
recente.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Di
fronte ai fenomeni di antisemitismo che stanno crescendo di frequenza e
di intensità in tutta Europa – l'Italia non è da meno – non si è più
autorizzati a minimizzare. E non è più lecito fare sottili distinzioni,
strumentalmente politiche, fra antisemitismo di destra e antisemitismo
islamico di matrice anti-israeliana. Il risultato dell'antisemitismo è
lo stesso, e il pericolo non cambia. Non si tratta soltanto degli
attentati all'incolumità fisica degli ebrei, degli attacchi a chi in
Francia porta la kippah e degli omicidi dei quali la polizia francese
non ama riconoscere il carattere antisemita. Si tratta anche di una
criminalizzazione dell'ebreo in quanto tale che sta facendo respirare
nuovamente l'aria mefitica dell'anteguerra. Le curve dei campi di
calcio non sono fenomeni isolati e isolabili. Destra neofascista,
sinistra terzomondista ed estremismo islamico stanno unendo le forze
per far sentire l'ebreo estraneo in Europa. Un terribile déjà vu.
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"Sul nucleare, Iran mente"
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Grande
attenzione sui quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, La Stampa,
Sole 24 ore) per l'accusa lanciata ieri sera dal primo ministro
Benjamin Netanyahu in diretta televisiva contro l'Iran: Teheran, ha
affermato il Premier, non “rispetta l'accordo sul nucleare”, ha mentito
per raggiungere l'intesa e continua a conservare e sviluppare in
segreto il knowhow per costruire almeno “cinque ordigni atomici della
potenza di Hiroshima”. “Netanyahu – riporta il Corriere - ha rivelato
che l'intelligence israeliana ha messo le mani su 55 mila pagine e
altrettanti files su 183 CD. E con gesto teatrale, ha scoperto uno
scaffale con i classificatori, quindi un pannello con i dischetti”. “II
discorso – scrive Olimpio riferendosi al Premier israeliano - ha
sollevato un mare di commenti. 1) Gli esperti concordi: non c'è nulla
di nuovo che riguardi attività dopo la conclusione dell'intesa
internazionale. Una presentazione più che una rivelazione. 2) E' una
mossa per accentuare la pressione diplomatica (su Europa, Mea) e
fornire elementi che la Casa Bianca potrà usare. Dati peraltro noti
alla Cia. 3) E' un modo per ribadire che l'accordo con l'Iran non
fornisce garanzie. Netanyahu e Trump, che si sono consultati
telefonicamente, «leggono»la stessa pagina dello stesso libro. 4)
Grande curiosità su come il Mossad sia riuscito a impossessarsi del
tesoro, sempre che sia andata così”. “L'annuncio shock – sostiene
Repubblica - del premier israeliano ha tutta l'aria di un assist perché
Donald Trump annunci entro il 12 maggio il ritiro americano
dall'accordo sul nucleare. Con la proposta di riattivare le sanzioni
contro la Repubblica islamica. Una posizione condivisa con due dei
principali protagonisti della regione, Israele e Arabia Saudita,
visitati nei giorni scorsi dal neo segretario di Stato, Mike Pompeo”.
D'accordo con quest'analisi Fabio Nicolucci che sul Messaggero aggiunge
un altro effetto che l'annuncio di Netanyahu potrebbe avere, questa
volta sulla “politica interna iraniana. Anche in Iran, infatti, esiste
una opposizione a questo accordo. Che la destra reazionaria filo
Ahmadinejad ora fuori dal governo ha dipinto come una "svendita" del
proprio orgoglio nazionale”.
Israele e il Giro. Nuova puntata su La Gazzetta degli approfondimenti
dedicati al Giro d'Italia in Israele: Massimo Lopes Pegna spiega che
“dietro alla Corsa Rosa, c'è un intero Paese che spinge. L'altro giorno
il premier Benjamin Netanyahu, per trainare il movimento di una Nazione
ormai da tempo sui pedali, si è fatto riprendere su una bici assieme
alla prima (e per ora unica) squadra professionistica israeliana, la
Israel Cycling Academy, che abbia mai partecipato a una gara tanto
importante”. Luca Gialanella intervista invece Francesco Patton,
Custode della Terra Santa e del Santo Sepolcro. “Vedo il Giro un po'
come le Olimpiadi, che bene o male sono servite a far dialogare insieme
popoli diversi”, afferma Patton. Sul Fatto Quotidiano, Leonardo Coen
ricorda lo spettacolo che domani sera al Museo della Scienza di
Gerusalemme celebrerà Gino Bartali: II campione e l’eroe, con l’attore
Ubaldo Pantani, testi di Max Castellani, Ubaldo Pantani, Alessandro
Salutini e Adam Smulevich, regia di Pablo Solari.
Yom HaAtzmaut e la Musica della Memoria. “Grazie a Francesco Lotoro
abbiamo riportato in vita la musica perduta del popolo ebraico”, è la
gratitudine - espressa in un video diffuso sui social - al pianista e
compositore pugliese dal Primo ministro Benjamin Netanyahu. “Netanyahu
- riporta la Gazzetta del Mezzogiorno - ha reso omaggio in Tv al
pianista barlettana Lotoro, in occasione del concerto Notes of Hope
(Note di Speranza) tenutosi all'International Convention Center di
Gerusalemme per il settantesimo anniversario della nascita dello Stato
di Israele. Lotoro ha diretto la Ashdod Symphony Orchestra e
l'Orchestra Giovanile Israeliana del Jewish National Fund, riunite per
celebrare l'evento”.
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INFORMAZIONE E LIBERTÀ
Dieci anni e un giorno
Dieci
anni fa, il Primo maggio del 2008, questa redazione giornalistica
pubblicava il primo numero di un nuovo notiziario quotidiano. Questo
notiziario quotidiano. Offrire all’ebraismo italiano testate
giornalistiche professionali e influenti, aprire le porte al confronto
fra le tante identità che compongono il mosaico della realtà ebraica
italiana, restituire al mondo ebraico e a Israele la giusta percezione
nel dialogo necessario con la società civile. Erano sogni, allora, che
nel lavoro quotidiano hanno potuto gradualmente prendere corpo fino ad
essere considerati da migliaia di lettori, oggi, una conquista
irrinunciabile.
In questi dieci anni di lavoro duro, ma entusiasmante, questa testata
quotidiana è stata pubblicata regolarmente senza mai mancare un’uscita.
Giorno dopo giorno (fatte salve ovviamente le solennità ebraiche),
anche la domenica, anche nei giorni festivi come è questo Primo maggio,
anche nei soli cinque giorni in cui le testate quotidiane italiane
abitualmente riposano e mancano dalle edicole, siamo stati puntuali
all’appuntamento con il lettore.
Oggi la redazione pubblica regolarmente fra l’altro tre notiziari
quotidiani, tre giornali stampati, una rassegna stampa, svolge attività
di aggiornamento e di formazione professionale, è sede di tirocini
professionali, ha consentito lo svolgimento di nove praticantati
giornalistici e la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’impegno dell’Ente
editore, che ringraziamo, senza il dono inestimabile che
quotidianamente ci è offerto da oltre 120 collaboratori volontari e
soprattutto senza l’attenzione e il sostegno di migliaia di lettori.
Questa occasione di festa deve essere condivisa soprattutto con il
lettore. È con le lettrici e con i lettori che il nostro patto di
difendere il valore dell’informazione libera e professionale si rinnova
giorno dopo giorno. Dopo questi dieci anni di lavoro la nostra serena
determinazione è rimasta quella del primo giorno, l’emozione della
prima volta vissuta allora, al momento della prima pubblicazione, è
rimasta viva.
L’informazione libera e professionale è un patrimonio di tutti e
costituisce il presidio dei sistemi democratici e progrediti. Il nostro
puntuale incontro quotidiano con il lettore ci aiuta ogni giorno a
ricordarlo e ogni giorno a rinnovare le energie dell’impegno e della
determinazione professionale.
gv Leggi
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il capo del comitato della Grande Partenza
"Israele presto come l'Olanda:
tutti in bicicletta per le strade"
Il
suo obiettivo non lo nasconde: fare di Israele un "paradiso della
bicicletta". Dice proprio così. E il Giro d'Italia, in questo senso,
rappresenta lo snodo fondamentale. Un punto di partenza verso ulteriori
traguardi.
"Ce la farò, ce la faremo. Ne sono sicuro".
Sorride Sylvan Adams, presidente onorario del comitato della Grande
Partenza della corsa rosa e co-proprietario della Israel Cycling
Academy.
"Israele è un paese dal grande potenziale ciclistico, ancora in larga
parte da scoprire. Ma la Academy ha aperto una strada, seminando
speranze e soprattutto certezze. Oggi abbiamo una squadra che può ben
figurare in qualsiasi corsa, e in questo Giro lo dimostreremo, e
insieme un assetto professionistico che finora mancava. È una
questione, fondamentalmente, di educazione e formazione. Le premesse -
riflette - sono ottime".
Pensa in particolare a Tel Aviv, dove questo magnate di origine
canadese oggi naturalizzato israeliano ha scelto di vivere e dirigere i
propri affari.
"Ci sono tutte le condizioni perché sia la città israeliana della bici.
Per condizioni urbanistiche, ma anche per condizioni climatiche
favorevoli. Un giorno non lontano - assicura Adams - questa sarà
l'Amsterdam del Medio Oriente".
Per avvicinare quel giorno ha messo in campo diverse risorse,
finanziarie e non solo, come già avvenuto con la complessa operazione
che ha portato il Giro d'Italia in Israele.
Risorse finalizzate in particolare a un obiettivo: la realizzazione di
un velodromo, a Tel Aviv, che sia all'avanguardia nel settore.
Adam Smulevich, Dossier Ruote e pedali
Pagine Ebraiche Maggio 2018 Leggi
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meis - la lezione del rav della rocca
"Abramo? Un rivoluzionario
e moderno anticonformista"
Fondativo,
attualissimo, paradigmatico, imprescindibile. E infatti il Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah fa partire da lui,
Abramo, sia il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi
mille anni” che l'installazione multimediale “Con gli occhi degli ebrei
italiani”. E ieri, dalla figura del patriarca ha preso le mosse anche
il ciclo di appuntamenti promossi dal MEIS per approfondire gli
argomenti in mostra a Ferrara, con il contributo di esperti del calibro
di rav Roberto Della Rocca. Al Direttore del Dipartimento Educazione e
Cultura dell’UCEI, docente di cultura e filosofia ebraica in diversi
atenei, nonché componente del Comitato Scientifico del MEIS, il compito
di sviluppare il tema “Vai verso te stesso: il viaggio fisico e
interiore di Abramo”, della cui intuizione monoteista – ha sottolineato
Simonetta Della Seta, direttore del Museo – “gli ebrei che giunsero in
Italia 2.200 anni fa sono i figli primi”.
Daniela Modonesi Leggi
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qui milano
L'Italia e il pericolo neofascista
Una
nuova provocazione di stampo neofascista a cui è necessario dare una
risposta ferma. L'Anpi Milano si è già mobilitata, condannando
“l'ignobile parata nazifascista compiuta in
piazzale Loreto nel pomeriggio di domenica 29 aprile, per
ricordare Mussolini e il nefasto e tragico ventennio fascista”. Il
presidente dell'Anpi provinciale ha ricordato le parole del Presidente
della Repubblica Sergio Mattarella: “Sorprende sentir dire, ancora
oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due
gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di
un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con
determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o
episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile
conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della
violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo,
supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che
sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso
prisma”. Nonostante questo il veleno nazifascista continua a spargersi
lungo la Penisola, come racconta in modo chiaro e preciso il nuovo
libro del giornalista Paolo Berizzi NazItalia: Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista
(Baldini + Castoldi), uscito nelle librerie il 19 aprile scorso, che
sarà presentato il prossimo 7 maggio al Teatro Franco Parenti alla
presenza della senatrice a vita Liliana Segre. Leggi
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Dimmi con chi sfili
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“La
necessità - scrisse Hans Jonas - non vuol vedere perpetuata la miseria
per avere un suo oggetto” (Tecnica, medicina ed etica, Torino, 1997, p.
45); lo stesso ragionamento dovrebbe valere nella ricerca dei villani
di ogni storia.
Come diceva Alfred Hitchcock, la riuscita della storia dipende
dall’efficacia nella descrizione del villano (Hitchcock – Truffaut, UK,
2017, p. 191: “the more successful the villain, the more successful the
picture”), e non è detto che questo ragionamento sia alieno alla
descrizione storica sulla cui base si commemora la Liberazione, perché
se manca il villano manca la storia e, se non ci fosse, andrebbe
costruito.
Emanuele Calò
Leggi
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