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 1 maggio 2018 - 16 Iyar 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia, Gran Rabbino
di Francia
Credo che non sia accettabile alcun tipo di razzismo, né contro gli ebrei, né contro i musulmani, né contro gli omosessuali, né contro le donne, né contro nessuno. Razzismo significa negare la speranza di vivere insieme, di costruire un destino comune. Avevamo la sensazione che fosse considerato quasi normale, come se fosse una specie di tributo da pagare alla modernità. Ci siamo detti fintanto che non ci sono morti.. ma ci sono stati i morti, c'è stato Ilan Halimi, c'è stata questa insopportabile litania di nomi da ricordare, fino a Mireille Knoll di recente.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Di fronte ai fenomeni di antisemitismo che stanno crescendo di frequenza e di intensità in tutta Europa – l'Italia non è da meno – non si è più autorizzati a minimizzare. E non è più lecito fare sottili distinzioni, strumentalmente politiche, fra antisemitismo di destra e antisemitismo islamico di matrice anti-israeliana. Il risultato dell'antisemitismo è lo stesso, e il pericolo non cambia. Non si tratta soltanto degli attentati all'incolumità fisica degli ebrei, degli attacchi a chi in Francia porta la kippah e degli omicidi dei quali la polizia francese non ama riconoscere il carattere antisemita. Si tratta anche di una criminalizzazione dell'ebreo in quanto tale che sta facendo respirare nuovamente l'aria mefitica dell'anteguerra. Le curve dei campi di calcio non sono fenomeni isolati e isolabili. Destra neofascista, sinistra terzomondista ed estremismo islamico stanno unendo le forze per far sentire l'ebreo estraneo in Europa. Un terribile déjà vu.
 
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"Sul nucleare, Iran mente"
Grande attenzione sui quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, La Stampa, Sole 24 ore) per l'accusa lanciata ieri sera dal primo ministro Benjamin Netanyahu in diretta televisiva contro l'Iran: Teheran, ha affermato il Premier, non “rispetta l'accordo sul nucleare”, ha mentito per raggiungere l'intesa e continua a conservare e sviluppare in segreto il knowhow per costruire almeno “cinque ordigni atomici della potenza di Hiroshima”. “Netanyahu – riporta il Corriere - ha rivelato che l'intelligence israeliana ha messo le mani su 55 mila pagine e altrettanti files su 183 CD. E con gesto teatrale, ha scoperto uno scaffale con i classificatori, quindi un pannello con i dischetti”. “II discorso – scrive Olimpio riferendosi al Premier israeliano - ha sollevato un mare di commenti. 1) Gli esperti concordi: non c'è nulla di nuovo che riguardi attività dopo la conclusione dell'intesa internazionale. Una presentazione più che una rivelazione. 2) E' una mossa per accentuare la pressione diplomatica (su Europa, Mea) e fornire elementi che la Casa Bianca potrà usare. Dati peraltro noti alla Cia. 3) E' un modo per ribadire che l'accordo con l'Iran non fornisce garanzie. Netanyahu e Trump, che si sono consultati telefonicamente, «leggono»la stessa pagina dello stesso libro. 4) Grande curiosità su come il Mossad sia riuscito a impossessarsi del tesoro, sempre che sia andata così”. “L'annuncio shock – sostiene Repubblica - del premier israeliano ha tutta l'aria di un assist perché Donald Trump annunci entro il 12 maggio il ritiro americano dall'accordo sul nucleare. Con la proposta di riattivare le sanzioni contro la Repubblica islamica. Una posizione condivisa con due dei principali protagonisti della regione, Israele e Arabia Saudita, visitati nei giorni scorsi dal neo segretario di Stato, Mike Pompeo”. D'accordo con quest'analisi Fabio Nicolucci che sul Messaggero aggiunge un altro effetto che l'annuncio di Netanyahu potrebbe avere, questa volta sulla “politica interna iraniana. Anche in Iran, infatti, esiste una opposizione a questo accordo. Che la destra reazionaria filo Ahmadinejad ora fuori dal governo ha dipinto come una "svendita" del proprio orgoglio nazionale”.

Israele e il Giro. Nuova puntata su La Gazzetta degli approfondimenti dedicati al Giro d'Italia in Israele: Massimo Lopes Pegna spiega che “dietro alla Corsa Rosa, c'è un intero Paese che spinge. L'altro giorno il premier Benjamin Netanyahu, per trainare il movimento di una Nazione ormai da tempo sui pedali, si è fatto riprendere su una bici assieme alla prima (e per ora unica) squadra professionistica israeliana, la Israel Cycling Academy, che abbia mai partecipato a una gara tanto importante”. Luca Gialanella intervista invece Francesco Patton, Custode della Terra Santa e del Santo Sepolcro. “Vedo il Giro un po' come le Olimpiadi, che bene o male sono servite a far dialogare insieme popoli diversi”, afferma Patton. Sul Fatto Quotidiano, Leonardo Coen ricorda lo spettacolo che domani sera al Museo della Scienza di Gerusalemme celebrerà Gino Bartali: II campione e l’eroe, con l’attore Ubaldo Pantani, testi di Max Castellani, Ubaldo Pantani, Alessandro Salutini e Adam Smulevich, regia di Pablo Solari.

Yom HaAtzmaut e la Musica della Memoria. “Grazie a Francesco Lotoro abbiamo riportato in vita la musica perduta del popolo ebraico”, è la gratitudine - espressa in un video diffuso sui social - al pianista e compositore pugliese dal Primo ministro Benjamin Netanyahu. “Netanyahu - riporta la Gazzetta del Mezzogiorno - ha reso omaggio in Tv al pianista barlettana Lotoro, in occasione del concerto Notes of Hope (Note di Speranza) tenutosi all'International Convention Center di Gerusalemme per il settantesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele. Lotoro ha diretto la Ashdod Symphony Orchestra e l'Orchestra Giovanile Israeliana del Jewish National Fund, riunite per celebrare l'evento”.
 
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  davar
INFORMAZIONE E LIBERTÀ
Dieci anni e un giorno
Dieci anni fa, il Primo maggio del 2008, questa redazione giornalistica pubblicava il primo numero di un nuovo notiziario quotidiano. Questo notiziario quotidiano. Offrire all’ebraismo italiano testate giornalistiche professionali e influenti, aprire le porte al confronto fra le tante identità che compongono il mosaico della realtà ebraica italiana, restituire al mondo ebraico e a Israele la giusta percezione nel dialogo necessario con la società civile. Erano sogni, allora, che nel lavoro quotidiano hanno potuto gradualmente prendere corpo fino ad essere considerati da migliaia di lettori, oggi, una conquista irrinunciabile.
In questi dieci anni di lavoro duro, ma entusiasmante, questa testata quotidiana è stata pubblicata regolarmente senza mai mancare un’uscita. Giorno dopo giorno (fatte salve ovviamente le solennità ebraiche), anche la domenica, anche nei giorni festivi come è questo Primo maggio, anche nei soli cinque giorni in cui le testate quotidiane italiane abitualmente riposano e mancano dalle edicole, siamo stati puntuali all’appuntamento con il lettore.
Oggi la redazione pubblica regolarmente fra l’altro tre notiziari quotidiani, tre giornali stampati, una rassegna stampa, svolge attività di aggiornamento e di formazione professionale, è sede di tirocini professionali, ha consentito lo svolgimento di nove praticantati giornalistici e la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’impegno dell’Ente editore, che ringraziamo, senza il dono inestimabile che quotidianamente ci è offerto da oltre 120 collaboratori volontari e soprattutto senza l’attenzione e il sostegno di migliaia di lettori.
Questa occasione di festa deve essere condivisa soprattutto con il lettore. È con le lettrici e con i lettori che il nostro patto di difendere il valore dell’informazione libera e professionale si rinnova giorno dopo giorno. Dopo questi dieci anni di lavoro la nostra serena determinazione è rimasta quella del primo giorno, l’emozione della prima volta vissuta allora, al momento della prima pubblicazione, è rimasta viva.
L’informazione libera e professionale è un patrimonio di tutti e costituisce il presidio dei sistemi democratici e progrediti. Il nostro puntuale incontro quotidiano con il lettore ci aiuta ogni giorno a ricordarlo e ogni giorno a rinnovare le energie dell’impegno e della determinazione professionale.

gv
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il capo del comitato della Grande Partenza
"Israele presto come l'Olanda:
tutti in bicicletta per le strade"

Il suo obiettivo non lo nasconde: fare di Israele un "paradiso della bicicletta". Dice proprio così. E il Giro d'Italia, in questo senso, rappresenta lo snodo fondamentale. Un punto di partenza verso ulteriori traguardi.
"Ce la farò, ce la faremo. Ne sono sicuro".
Sorride Sylvan Adams, presidente onorario del comitato della Grande Partenza della corsa rosa e co-proprietario della Israel Cycling Academy.
"Israele è un paese dal grande potenziale ciclistico, ancora in larga parte da scoprire. Ma la Academy ha aperto una strada, seminando speranze e soprattutto certezze. Oggi abbiamo una squadra che può ben figurare in qualsiasi corsa, e in questo Giro lo dimostreremo, e insieme un assetto professionistico che finora mancava. È una questione, fondamentalmente, di educazione e formazione. Le premesse - riflette - sono ottime".
Pensa in particolare a Tel Aviv, dove questo magnate di origine canadese oggi naturalizzato israeliano ha scelto di vivere e dirigere i propri affari.
"Ci sono tutte le condizioni perché sia la città israeliana della bici. Per condizioni urbanistiche, ma anche per condizioni climatiche favorevoli. Un giorno non lontano - assicura Adams - questa sarà l'Amsterdam del Medio Oriente".
Per avvicinare quel giorno ha messo in campo diverse risorse, finanziarie e non solo, come già avvenuto con la complessa operazione che ha portato il Giro d'Italia in Israele.
Risorse finalizzate in particolare a un obiettivo: la realizzazione di un velodromo, a Tel Aviv, che sia all'avanguardia nel settore.

Adam Smulevich, Dossier Ruote e pedali
Pagine Ebraiche Maggio 2018

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meis - la lezione del rav della rocca
"Abramo? Un rivoluzionario
e moderno anticonformista"

Fondativo, attualissimo, paradigmatico, imprescindibile. E infatti il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah fa partire da lui, Abramo, sia il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni” che l'installazione multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”. E ieri, dalla figura del patriarca ha preso le mosse anche il ciclo di appuntamenti promossi dal MEIS per approfondire gli argomenti in mostra a Ferrara, con il contributo di esperti del calibro di rav Roberto Della Rocca. Al Direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’UCEI, docente di cultura e filosofia ebraica in diversi atenei, nonché componente del Comitato Scientifico del MEIS, il compito di sviluppare il tema “Vai verso te stesso: il viaggio fisico e interiore di Abramo”, della cui intuizione monoteista – ha sottolineato Simonetta Della Seta, direttore del Museo – “gli ebrei che giunsero in Italia 2.200 anni fa sono i figli primi”.

Daniela Modonesi
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qui milano
L'Italia e il pericolo neofascista
Una nuova provocazione di stampo neofascista a cui è necessario dare una risposta ferma. L'Anpi Milano si è già mobilitata, condannando “l'ignobile parata nazifascista compiuta in piazzale Loreto nel pomeriggio di domenica 29 aprile, per ricordare Mussolini e il nefasto e tragico ventennio fascista”. Il presidente dell'Anpi provinciale ha ricordato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma”. Nonostante questo il veleno nazifascista continua a spargersi lungo la Penisola, come racconta in modo chiaro e preciso il nuovo libro del giornalista Paolo Berizzi NazItalia: Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista (Baldini + Castoldi), uscito nelle librerie il 19 aprile scorso, che sarà presentato il prossimo 7 maggio al Teatro Franco Parenti alla presenza della senatrice a vita Liliana Segre.
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Informazione - International edition
Alla scoperta dell’Italia ebraica,
in viaggio con un college Usa

Un nuovo progetto per raccontare l’Italia ebraica ai lettori di tutto il mondo. Protagonisti, gli studenti del Muhlenberg College (Allentown, Pennsylvania, USA). Gli allievi del corso “Jewish-Italy: Two Thousand Years of Culture and History” (Italia ebraica: duemila anni di cultura e storia), del professor Daniel Leisawitz, hanno infatti scelto ciascuno una comunità italiana da raccontare nell’ambito di una collaborazione con la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Gli articoli verranno pubblicati su Pagine Ebraiche International Edition: sull’uscita più recente è stato inserito quello su Vercelli a firma di Emily O’ Mahoney, che ricorda la storia del Ghetto della città piemontese e della sua emancipazione, nonché le vicende della famiglia Foa.
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pilpul


Dimmi con chi sfili
“La necessità - scrisse Hans Jonas - non vuol vedere perpetuata la miseria per avere un suo oggetto” (Tecnica, medicina ed etica, Torino, 1997, p. 45); lo stesso ragionamento dovrebbe valere nella ricerca dei villani di ogni storia.
Come diceva Alfred Hitchcock, la riuscita della storia dipende dall’efficacia nella descrizione del villano (Hitchcock – Truffaut, UK, 2017, p. 191: “the more successful the villain, the more successful the picture”), e non è detto che questo ragionamento sia alieno alla descrizione storica sulla cui base si commemora la Liberazione, perché se manca il villano manca la storia e, se non ci fosse, andrebbe costruito.


Emanuele Calò
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