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1 maggio 2018 -  16 Iyar 5778
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NARRATIVA

Eva e Robert: “Siamo ebrei da feuilleton”

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Un vecchio appartamento a Berlino, nel quartiere Wilmersdorf. Robert Menasse, 63 anni, è venuto da Vienna per questa intervista, a casa della sorella, la scrittrice Eva Menasse, di sedici anni più giovane, ma sarebbe venuto anche a Berlino, a condizione di trovarsi in un posto dove poter fumare. Non sono mai stati intervistati insieme. Il fratello maggiore nell’autunno 2017 ha vinto il Deutscher Buchpreis per il suo romanzo Die Hauptstadt (La capitale) e poco dopo Eva Menasse ha vinto l’Österreichischer Buchpreis per la raccolta di racconti Tiere für Fortgeschriettene” (Animali per esperti). Questo doppio premio in famiglia è il motivo della nostra intervista. Lo hanno fatto “per nostro padre”, dicono. Il padre, l’ebreo Hans Menasse, 87 anni, venne mandato da Vienna in Inghilterra con un Kindertransport quando aveva 8 anni. Dopo la guerra giocò nella nazionale austriaca di calcio. Eva Menasse ha parlato di lui in Vienna, il romanzo basato sulle esperienze della sua famiglia.

Pagine Ebraiche, aprile 2018

Traduzione di Rachele Ferin e Anna Zanette, studentesse della Scuola Superiore Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste, tirocinanti presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
La versione integrale dell’intervista pubblicata da Der Spiegel è disponibile su www.moked.it.

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poesiA

Yehuda Amichai, cantare la politica

img headerYehuda Amichai / POESIE /Crocetti Editore

Alla fine del percorso del Yitzhak Rabin Center di Tel Aviv compaiono alcuni versi di una poesia di Yehuda Amichai, considerato una delle voci d'Israele. “Dal luogo in cui abbiamo ragione, i fiori non cresceranno mai in primavera”. La poesia poi continua ma questa prima frase colpisce se associata a Rabin, l'uomo che tutti pensavano avrebbe portato la pace agli israeliani. Una pace però mai fiorita: l'assassinio da parte di un estremista ebreo del Primo ministro israeliano il 4 novembre 1995 fece svanire quella possibilità (nell'immagine a destra, Rabin mentre canta Shir LaShalom poco prima del suo assassinio). Rimangono invece i versi di Amichai su cui riflettere e che molto hanno a che fare con Rabin. Quando nel 1994 il Premier israeliano ricevette assieme a Shimon Peres e Yasser Arafat il Premio Nobel per la pace, chiese proprio al poeta di far parte della delegazione che sarebbe andata in Svezia a ritirare l'onorificenza. Non solo, nel suo discorso di ringraziamento, Rabin lesse una poesia di Amichai, Dio ha pietà dei bambini degli asili. Per decenni Dio non ha avuto pietà degli asili del Medio Oriente, degli scolari o dei loro anziani. Non c'è pietà in Medio Oriente da generazioni” disse Rabin dopo aver recitato i versi.

Dossier Israele 70, a cura di Daniel Reichel
Pagine Ebraiche, aprile 2018 


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storiA

Un romanzo tedesco
contro i negazionisti

storia

L'anno in cui accadde tutto
 

Wolfram Fleischhauer /
IL BOSCO SILENZIOSO / Emons

Nel 1979 Sandro Pertini, presidente della Repubblica, visitò il campo di Flossenbürg, in Baviera, dove fra le vittime dello sterminio nazista era stato ucciso suo fratello. L'anno era denso di avvenimenti internazionali importanti, come la rivoluzione in Iran e in Nicaragua o il dramma dei boat people in Vietnam, ma per la Baviera fu quello il vero evento, e il vero scandalo. Wolfram Fleischhauer, nel romanzo Il bosco silenzioso (Emons, collana «Gialli tedeschi»), ha raccolto dai giornali dell'epoca lettere indignate che protestavano contro la visita, contro gli italiani, contro le «lezioni di antifascismo di un Paese di cui manteniamo i disoccupati».


Mario Baudino,
La Stampa,
1 maggio 2018


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Elisabeth Asbrink / 1947 / Iperborea


Tutto in un anno: 1947. Comincia la Guerra Fredda, sta per nascere lo Stato di Israele, un oscuro giurista ebreo cerca di convincere l'Onu a creare il reato di genocidio, nascono i Fratelli Musulmani al Cairo, Simone de Beauvoir s'innamora di Nelson Algren, George Orwell malato scrive "1984", Primo Levi pubblica "Se questo è un uomo': La scrittrice svedese Elisabeth Asbrink scandisce mese per mese i fatti per lei salienti di quell'anno memorabile in cui nasce anche il kalashnikov e gli ex criminali di guerra nazisti si riorganizzano in Sudamerica e pubblicano riviste. Il libro "1947" (tr. it. di Alessandro Borini, Iperborea, pp.314, € 18) è intriso di dolore.

Marco Belpoliti, L’Espresso,
29 aprile 2018


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