Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Quanto
sono belle le barricate, le trincee: chilometri e chilometri di
cunicoli stretti dove incontriamo solo divise uguali alle nostre.
Più del luogo dove abbiamo ragione, cantato dal poeta Yehuda Amichai,
le barricate e le trincee sono il luogo dove non solo abbiamo ragione,
ma dal quale possiamo anche attaccare con ragione i torti e le idee
sbagliate altrui.
Per esempio dalla trincea possiamo semplificare realtà complesse e dare
risposte semplici lì dove ci vorrebbero risposte complesse e possiamo
inviare dichiarazioni da firmare dove tutto appare giusto, semplice e
netto.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Il
cosiddetto contratto di governo che Movimento 5 Stelle e Lega si
apprestano a presentare al presidente Mattarella come base per il nuovo
governo presenta una serie di punti critici. In particolare due mi
sembrano allarmanti. Il passaggio dedicato alla regolamentazione del
culto islamico in Italia è il primo: e non tanto per il testo, nel
quale si prospettano provvedimenti discutibili ma concreti, quanto per
la sua collocazione nel paragrafo “Immigrazione: rimpatri e stop al
business”. Le forze di governo pensano che i rapporti dello stato
italiano con le confessioni religiose siano in sostanza una questione
di polizia e non una componente fondamentale della politica di un paese
civile.
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Gaza, per Egitto e Russia
bisogna fermare Hamas
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In
Israele e nei territori palestinesi si prospetta un nuovo venerdì di
tensione. Nella notte l'esercito israeliano ha condotto un raid aereo
contro le infrastrutture di Hamas nell'enclave come rappresaglia al
lancio di razzi verso la città di Sderot, nel sud (Avvenire). E contro
il movimento terroristico si stanno muovendo anche Russia ed Egitto:
“secondo fonti diplomatiche attendibili nella notte tra il 14 e il 15
maggio scorsi, - riporta il Corriere - subito dopo la strage al confine
con Gaza, è stato Putin a 'suggerire' al presidente egiziano Al-Sisi,
suo amico e alleato, di intimare ad Hamas il ritiro dei manifestanti
dalla rete confinaria. Cosa che è puntualmente avvenuta”. A confermare
il coinvolgimento del Cairo nel tentativo di fermare le violenze a
Gaza, sono arrivate le parole del ministro dell'Intelligence israeliano
Yisrael Katz, come riporta il Foglio. “Il Cairo avrebbe in un certo
senso minacciato Hamas, informando i suoi vertici di avere prove su
come il movimento avrebbe finanziato le manifestazioni e istigato la
folla a convergere verso la barriera. L'Egitto, ha detto Katz alla
radio militare israeliana, avrebbe 'inequivocabilmente' detto a Ismail
Haniyeh che, 'se la situazione fosse proseguita, Israele avrebbe preso
misure molto dure e l'Egitto si sarebbe fatto da parte'”.
Erdogan contro tutti. Continua la campagna mediatica del presidente
turco Erdogan per cercare di presentarsi come paladino dei diritti dei
palestinesi. “Le Nazioni Unite sono finite, sono crollate. - declama
Erdogan - In questo momento, non riesco neppure a parlare con il
segretario generale dell'Onu, nonostante abbiamo una buona amicizia. Se
continua il silenzio sul bullismo di Israele, il mondo sarà trascinato
nel caos. Non permetteremo che Gerusalemme sia usurpata da Israele.
Sosterremo la lotta dei nostri fratelli fino al giorno in cui le terre
palestinesi, a lungo occupate, avranno pace e sicurezza dentro i
confini di un libero Stato palestinese”. “Ma dietro le parole di
Erdogan – spiega Repubblica - si intravede un contenzioso fra Ankara e
l'Onu. A New York, si indaga sulla Turchia per sospetta vendita
all'Iran di attrezzature elettroniche prodotte in Israele, violando le
sanzioni”.
Sport e tecnologia, Israele premia l'Italia. Il Sole 24 Ore racconta
della prima edizione di Spin Accelerator Italy, il programma
internazionale dedicato allo sviluppo di startup sport tech promosso
dal network israeliano Hype Sport Innovation con Trentino Sviluppo e
l'Università di Trento. La rassegna ha il suo primo vincitore: “la
realtà padovana Wearit che si è aggiudicata un periodo di
preincubazione nel polo green del Trentino Progetto Manifattura, oltre
alla partecipazione a un evento pubblico curato da Hype Sports
Innovation nel corso dei prossimi mondiali di calcio in Russia”.
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qui roma - la mostra alla casina dei vallati
La bicicletta di Eva
In
occasione della 101esima edizione del Giro d’Italia che da Gerusalemme
sta portando la carovana rosa a Roma, la Fondazione Museo della Shoah,
in collaborazione con l’Archivio Baumann e Fischer e con i patrocini
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica
di Roma, propone la mostra “La bicicletta di Eva” che si inaugura
martedì 22 maggio alle 18.30 alla Casina dei Vallati. Una retrospettiva
dedicata alla grande pittrice Eva Fischer, scomparsa nel 2015, e al suo
rapporto speciale con le due ruote.
A illustrarcelo, in alcuni risvolti storico-familiari di grande
significato, è il figlio Alan David. Con il suo aiuto, in un contributo
pubblicato sul numero di maggio di Pagine Ebraiche, andiamo alla
scoperta delle opere più significative che ha dedicato alla bicicletta
tra identità e Memoria.
All’inaugurazione, oltre al figlio, interverranno il Presidente della
Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, la Presidente UCEI Noemi Di
Segni, la Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello,.
Un’introduzione scientifica sarà tenuta da David Meghnagi, assessore
alla Cultura dell’Unione. Leggi
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il comune di monteriggioni, 80 anni dopo 1938, la toponomastica toscana
e l’ingiustizia sanata
Con
l’avvento delle Leggi razziste, promulgate dal fascismo nel 1938, il
suo nome fu cancellato dalla toponomastica. Anche a Strove, piccola
frazione del Comune senese di Monteriggioni, nessun pubblico
riconoscimento per cittadini ebrei poteva essere tollerato dal regime.
Da piazza Giuseppe Uzielli, figura che molto aveva dato alla
cittadinanza locale, con tanti impegni concreti che avevano lasciato un
segno, si passò così a piazza Guglielmo Marconi.
A 80 anni da quei fatti l’iniziativa del pronipote, Jacopo Viterbo,
riavvolge il nastro della Giustizia. Il sindaco Raffaella Senesi e la
Giunta del borgo toscano – conosciuto in tutto il mondo per le sue
torri, citate da Dante nella Divina Commedia – ha infatti varato la
reintitolazione dello spazio pubblico. A Strove, prossimamente, una
cerimonia riporterà il nome di Uzielli dove merita. Leggi
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la mostra in francia
Da Biella alla Normandia,
l’antico sefer in mostra
Sono
trascorsi alcuni anni da quando Rossella Bottini Treves, presidente
della Comunità ebraica di Vercelli, ha iniziato il lungo percorso per
la restituzione di un antico Sefer Torah, intuendone l’importanza dal
punto di vista religioso, storico e artistico. Dal ritrovamento alla
sua identificazione, alle energie spese per assicurarne il restauro, la
conservazione, la sorveglianza e l’integrità, nel 2016 si è giunti alla
presentazione ufficiale a Biella: il Sefer Torah della Comunità ebraica
di Vercelli, da ora definito “il Sefer Torah di Biella”, in quanto
depositato e utilizzato da decenni nel piccolo Beth haknesset
settecentesco, è stato ritenuto il più antico al mondo adatto al culto,
datato con analisi scientifiche e paleografiche al 1250 circa.
La prossima tappa di questo percorso è l’esposizione del Sefer Torah
nell’importante mostra Savants & Croyants. Les Juifs d’Europe du
Nord au moyen âge organizzata al Musée des Antiquités di Rouen in
Normandia, e visitabile dal 25 maggio al 16 settembre 2018. Leggi
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meis - la lezione del rav luciano caro
Contando i giorni dell'Omer
La
conta dell’Omer, la determinazione del tempo, la Cabbalà, le
tradizioni, le ribellioni, i lutti. In un intreccio di testi sacri e
leggende, dati storici e deduzioni dei maestri talmudisti, rav Luciano
Meir Caro, rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara, ha tenuto
ieri al MEIS un’avvincente lezione sulla Festa di Shavuòt. Che oltre ad
essere ormai alle porte (inizia domani sera e si protrae fino a
lunedì), è strettamente connessa, nelle sue implicazioni e significati,
al percorso espositivo del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e
della Shoah sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia. Leggi
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Criteri e condizioni |
Cosa
spinge un Collegio Docenti, cioè decine di persone presumibilmente
molto indaffarate in questo periodo dell’anno, a discutere per circa
mezz’ora sulla differenza tra “criteri” e “condizioni” o su quella tra
“importante” e “rilevante”? Si parla, in questo caso, dei criteri (o
condizioni?) per determinare promozioni o bocciature, condizioni (o
criteri?) stabiliti da molti anni, su cui tutti concordano e che
nessuno intende cambiare. Mentre registro mentalmente il tempo dedicato
al tema riproponendomi di citare l’episodio se mai dovessi sentire
qualcuno che prende in giro le discussioni talmudiche, provo anche ad
azzardare tra me e me qualche considerazione: chiaramente le
discussioni terminologiche appaiono sterili a chi non conosce il
contesto in cui avvengono e cosa c’è dietro alle questioni
specifiche.
Anna Segre, insegnante
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Fauda |
Il
conflitto mediorientale sembra aver allontanato definitivamente negli
ultimi anni qualsiasi possibilità di coesistenza tra le popolazioni che
abitano nella regione. Le varie narrazioni che trattano di questo
convergono quasi sempre nel vedere gli ebrei-israeliani e
arabo-palestinesi immersi in un clima costante di tensione e reciproca
diffidenza, una situazione che si sarebbe poi estesa persino in
Occidente. In realtà, allontanandomi per un momento dal Medio Oriente,
leggevo qualche giorno fa di una scuola ebraica di Birmingham
frequentata soprattutto da alunni musulmani, o del caso di Teaneck, in
New Jersey, una cittadina a maggioranza ebraica che ha eletto da tempo
un sindaco musulmano. Ma tornando al punto di partenza: finalmente sono
riuscito a guardare la prima stagione della Serie Tv israeliana Fauda,
un telefilm che racconta la storia di una unità di Mista'arvim alle
prese con la cattura di un importante terrorista di Hamas, conosciuto
come Abu Akhmedt.
Francesco Moises Bassano
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Caro sindaco di Palermo |
Egregio Sindaco Leoluca Orlando, caro amico,
le sue esternazioni sugli ultimi dolorosi avvenimenti avvenuti al
confine tra Israele e la striscia di Gaza, ci deludono e ci preoccupano.
Ci deludono perché sono faziose, imprecise, degne di una profonda
disinformazione o di una informazione parziale e cieca. Ci preoccupano
come ebrei palermitani e come ebrei italiani perché ancora una volta
demonizzano uno stato e gettano ombra su di un intero popolo.
Evelyne Aouate
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