Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22 giugno 2018 - 8 tamuz 5778
header

FILOSOFIA

Marx, 200 anni e una questione aperta   

img header

Pochi pensatori hanno il privilegio di veder attribuito alla cultura ebraica la fonte ispiratrice delle loro opere e contemporaneamente di essere tacciati di antisemitismi. A Karl Marx è toccato questa sorte. Molti commentatori, soprattutto antimarxisti e nazisti, hanno cercato di spiegare le radici del marxismo con le origini ebraiche dell’autore, altri con la sua rinuncia della sua all’identità ebraica. Certamente in alcuni tratti la violenza del suo linguaggio anti-ebraico lascia sbigottiti. Cominciamo dai fatti prima di passare alle sue opere. Marx nasce da una famiglia ebraica di Treviri, sulla Mosella, in Renania. Sia il nonno materno, Moses Lowow, che quello paterno, Marx Levi, erano rabbini. Rabbini erano anche uno zio, il bisnonno e il trisnonno materno. Il padre Herschel, consigliere giudiziario e presidente dell’ordine degli avvocati di Treviri era di idee progressiste, liberali e kantiane. “Spirito colto, innamorato della letteratura e della filosofia classica, egli ammirava soprattutto Lessing, Voltaire e Rousseau, come difensori dell’umanesimo borghese.” Nel 1816, due anni prima della nascita di Karl, in concomitanza con una legge prussiana che impediva agli ebrei di esercitare il mestiere di avvocato, si convertì al protestantesimo. Non al cattolicesimo, che era la religione dominate in Renania.

Rony Hamaui, economista
Pagine Ebraiche, giugno 2018


Leggi tutto

 

MACHSHEVET ISRAEL

Vulnerabilità, leggi ed empatia  

img headerCon il termine ‘vulnerabilità’ identifichiamo una caratteristica propria – a livello ontologico, strutturale – all’uomo? O, invece, il termine ‘vulnerabilità’ qualifica determinate soggettività sociali? Questo interrogativo, enunciato tra gli altri dai filosofi del diritto Francesco Viola e Baldassarre Pastore, articola la riflessione giusfilosofica sul tema della vulnerabilità. Riflessione in effetti interdisciplinare, come attestato dal convegno “vulnerabilità delle istituzioni e vulnerabilità di fronte alle istituzioni”, tenutosi all’Istituto italiano di studi germanici il 19 giugno scorso e organizzato da alcuni docenti dell’università Kore. Il tema della vulnerabilità è tema filosofico –  nella misura in cui domanda della condizione dell’uomo, nella sua dimensione singolare e collettiva – e sollecita, in quanto tale, il pensiero ebraico. Anzitutto la distinzione sopra richiamata (vulnerabilità quale statuto ontologico/ quale statuto proprio a determinate soggettività) è ripercorribile in seno alla Tradizione. Da una parte, infatti, si profilano soggettività specificatamente vulnerabili: a partire i figli di Israele in terra d’Egitto fino allo “straniero, la vedova, l’orfano e il povero” – all’interno di Israel – passando per la figura del viandante, di colui che necessità di ospitalità. Dall’altra è l’uomo in quanto tale ad essere ontologicamente vulnerabile e lo è nella sua prima dimensione intersoggettiva, quella della fratellanza – come noto tratteggiata in modo ben poco idilliaco dalla narrazione biblica.

Cosimo Nicolini Coen 

Leggi tutto

 

Società      

L'Onu e i Diritti umani, le (fondate) ragioni Usa
per uscire dal Consiglio

Via dal Consiglio Onu per i Diritti umani: la decisione, ventilata da tempo dall'America di Trump e formalizzata ieri, può essere letta come la conferma della volontà del presidente Usa di ritirarsi da istituzioni e accordi multilaterali — il patto di Parigi sull'ambiente o quello sul nucleare iraniano — nei quali Washington si era impegnata durante l'era Obama. Sicuramente c'è anche questo nella decisione comunicata ieri dal segretario di Stato, Mike Pompeo, e dall'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Nikki Haley. Ma l'Unhrc, questa la sigla del consiglio, ha sempre funzionato in modo distorto: egemonizzato da Paesi spesso governati da dittatori assai poco rispettosi dei diritti umani, ha fatto della condanna di Israele la sua costante. .
Se oggi anche Paesi vicini gli Usa criticano la scelta di Trump, è il caso del ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, ciò dipende da considerazioni di opportunità, non da un dissenso di sostanza.

Massimo Gaggi, Corriere della Sera,
21 giugno 2018


Leggi tutto

Cinema 

La Norimberga anticipata


Le luci che si spegnevano sull'Europa; la catastrofe del secondo conflitto mondiale del'900; i popoli in preda a rabbiose pulsioni dominate da ideologie sopraffattrici; la ragione che abbandonava le coscienze per gli istinti più egoistici e violenti. Ecco quanto di più straordinario, nella loro originalità e nella loro luddità narrativa, possiamo cogliere individuando tre proposte tutte rivolte a tratteggiare momenti della Germania nazista (None Shall Escape di André De Toth, Lights out in Europe di Herbert Kline, Mavie en Allemagne au tempo de Hitler di Jerôme Prieur), fra le numerosissime pellicole scoperte, ritrovate, restaurate, riportate a nuova vita in questa 32a edizione del festival "Il Cinema Ritrovato" (Bologna, 23 giugno – 1 luglio), messo a punto dalla Cineteca bolognese con la consueta competenza da "cinefili", ma guidato allo stesso tempo da un'appassionata ricerca di nuove letture della nostra vicenda storica.

Angelo Varni, Il Sole 24 Ore Domenica,
17 giugno 2018 


Leggi tutto



Shir shishi - una poesia per erev shabbat

"Io sono bassa"

img headerI questi giorni mi capita di cercare diversi materiali, articoli e libri che nominano deserti e monti in Terra di Israele. Dalla Bibbia in poi l’argomento è stato al centro dell’attenzione narrativa e poetica di generazioni di autori; decine di poesie e canti moderni che descrivono il misterioso monte Nebo fino alla bellezza del “vetusto” Hermon ricoperto di neve. La poesia di Rivka Miriam, grande poetessa, scrittrice e pittrice, mi ha emozionato per la sua dimensione profondamente umana e allo stesso tempo universale. Cos’è la felicità se non stare davanti al monte mitologico e sentirlo fluire come il vento dentro la nostra esistenza?

Le montagne si disgregano in me in piccole valli.
In me i giganti diventano nani e sorridono.
Sono andata a passeggiare nei viali e ho detto:
Uomini, sono felice.
Sono felice.
Le montagne si disgregano in me in piccole valli
e i giganti giocano ad acchiaparelle.
Grandi uomini, ho detto, grandi uomini,
sono felice.
L’aria mi riempie
e spira in me il vento.
Io sono bassa e piccola, bassa e piccola,
e le montagne si disgregano in me in piccole valli.

(Shirei Rivka Miriam, Hotza’at Carmel, Jerusalem 2010)

Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.