mostre
Vita, progetti e azioni
di un intellettuale civile
In
occasione della mostra al MAXXI di Roma per il centenario di Bruno Zevi
(1918-2000), vorrei sottolineare come l'appellativo di "intellettuale
civile" da me proposto in uno degli incontri del Museo delle arti sia
adatto a rappresentare nell'insieme la complessa figura dell'architetto
e urbanista, dello storico e critico, e dell'organizzatore di cultura e
militante politico. Zevi scriveva di se stesso nel 1993 (Zevi su Zevi,
profezia di un'architettura): «Una volta iscrittomi al Partito
d'azione, non ho più cambiato: anche oggi lo impersono, lo
rappresento». La passione dell'architetto per quel piccolo e glorioso
partito della Resistenza di cui era stato membro per pochi anni tra
Resistenza e primo dopoguerra, in realtà esprimeva la metafora di come
Zevi aveva voluto vivere la sua vita mantenendo ben fermo l'intreccio
tra la professione architettonica e urbanistica, l'insegnamento come
missione, l'impegno culturale libero da dogmi, e la tensione perla
giustizia e la libertà, sempre sorretto dalla coscienza civile che
aveva guidato la sua avventura umana.
Massimo Teodori, Il Sole 24 Ore Domenica,
8 luglio 2018
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