Elia Richetti,
rabbino
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"Avverrà, quando verranno su di te benedizione e maledizione… ti pentirai in cuor tuo”.
Sembra strano che venga citata qui la benedizione: dovrebbero essere le
punizioni, le maledizioni a farci riflettere e fare un esame di
coscienza.
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Giorgio Berruto
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Secondo
Marco Polo i cinesi, quanto a tratti somatici, si assomigliano tutti.
Lo stesso vale per gli abitanti dei Caraibi descritti qualche secolo
più tardi da Cristoforo Colombo. E c’è da scommettere che non avrebbero
detto qualcosa di diverso degli europei gli abitanti dell’Africa Nera
in età moderna, se solo fossero stati intervistati. Di sicuro,
d’altronde, questa nei confronti degli europei è stata opinione per
secoli diffusa in Cina.
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1938, ricordo e impegno
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A
Pisa e San Rossore una giornata di Memoria, ma anche di impegno
concreto rivolto al futuro. Il Corriere Fiorentino, dorso toscano del
Corriere, racconta le iniziative organizzate ieri per gli 80 anni dalla
firma apposta dal re Vittorio Emanuele III sulle Leggi razziste
promulgate dal fascismo, enfatizzando il messaggio profondo di questa
giornata.
“II re – ricostruisce il Corriere – si appoggiò alla scrivania, impugnò
la penna, firmò. Erano le 11. Un segno d’inchiostro, tanto è bastato a
cambiare la storia. Ebbero inizio le persecuzioni degli ebrei italiani,
cacciati dalle scuole, espulsi dalle università. Tutto cominciò qui,
nel parco di San Rossore, dove Vittorio Emanuele III passava sei mesi
all’anno tra battute di caccia, mare e lavoro”.
Ma commemorare, si legge ancora, non basta. Della presidente UCEI Noemi
Di Segni, intervenuta ieri a San Rossore, insieme tra gli altri al
rettore Paolo Mancarella, al presidente della Regione Enrico Rossi e al
sindaco Michele Conti, vengono riportate queste parole: “Non possiamo
limitarci alle cerimonie commemorative, dobbiamo invece chiederci se
potrà accadere nuovamente, capire quali erano i segnali premonitori
alla firma. E sarebbe miope se oggi non denunciassimo le parole di odio
verso soggetti altri che ogni giorno segnano lo spazio pubblico. Ci
sono segnali inquietanti che generano incertezza”.
Proprio ieri la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato che
verrà cambiata l’intitolazione di due strade che portano il nome di
altrettanti firmatari del Manifesto della Razza: Arturo Donaggio ed
Edoardo Zavattari. Come riporta tra gli altri il Messaggero, la prima
cittadina ha già fatto inviare una comunicazione ai residenti.
L’iniziativa è stata contestata duramente da Fabrizio Ghera, capogruppo
di Fratelli d’Italia, che ha dichiarato: “La sindaca Raggi anziché
governare pensa ad altro, e così i 5 Stelle inventano addirittura
l’antifascismo toponomastico”. Per Ghera, tra i promotori
dell’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, si tratterebbe di
una “pagliacciata vergognosa”.
L’impegno antifascista. E l’impegno per i diritti civili. Repubblica,
sul proprio sito, pubblica un video dei festeggiamenti per i 100 anni
di Bruno Segre. “Ho la speranza – ha dichiarato Segre – che i giovani
vogliano un’Europa più unita e meno corrotta, un’Italia più matura,
un’umanità affratellata nella pace e nel lavoro. Faccio un grande
augurio a tutti gli amici che con me condividono ideali democratici,
pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono
le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione, la
fiducia nella Repubblica”.
“La Bibbia è essenzialmente un libro di storie sacre e di insegnamenti
morali. Non è certo un libro di matematica, e la matematica non
dovrebbe far parte di un codice morale. La prima affermazione è vera,
la seconda no”. Come spiega il rav Riccardo Di Segni in un intervento
pubblicato su Origami de La Stampa, “la matematica, i numeri, stanno un
po’ dappertutto nella Bibbia e rappresentano uno dei suoi modi
fondamentali per trasmettere messaggi”. Qualche volta sono chiari ed
espliciti, prosegue il rav, “altre volte rilevabili con facilità, altre
volte nascosti e da cercare con attenzione”.
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netanyahu sceglie la firma di israel hayom
Ambasciatore d'Israele a Roma,
l'incarico al giornalista Eydar
Il
prossimo ambasciatore d'Israele a Roma sarà il giornalista del
quotidiano Israel Hayom, Dror Eydar. La scelta del Primo ministro
Benjamin Netanyahu è stata annunciata nelle scorse ore e Eydar, se
dovesse superare tutti i passaggi necessari, inizierà il suo incarico a
partire dalla prossima estate, una volta concluso il mandato
dell'attuale ambasciatore Ofer Sachs. Editorialista di Israel Hayom sin
dalla sua nascita nel 2007, Eydar ha dichiarato che rappresentare
Israele era “un sogno di lunga data”. Rispondendo a una domanda se
avesse chiesto lui la posizione o fosse stata una scelta autonoma del
Primo ministro Netanyahu, ha spiegato che si è trattato di “un
desiderio reciproco”. “Come ricercatore di storia e letteratura, il
privilegio di rappresentare lo Stato di Israele a Roma, con tutto il
bagaglio diplomatico, nazionale e religioso che lega i due popoli e
risale a migliaia di anni fa, assume un significato speciale. Come ho
fatto come giornalista e in altre posizioni in Israele e in tutto il
mondo, cercherò di dedicare tutte le mie energie e conoscenze per
rappresentare Israele fedelmente e con coraggio”, ha dichiarato Eydar.
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bilancio sociale 2 / informazione
Dalla parte del lettore
Dieci
anni fa, il Primo maggio del 2008, questa redazione giornalistica
pubblicava il primo numero di un nuovo notiziario quotidiano. Offrire
all’ebraismo italiano testate giornalistiche professionali e influenti,
aprire le porte al confronto fra le tante identità che compongono il
mosaico della realtà ebraica italiana, restituire al mondo ebraico e a
Israele la giusta percezione nel dialogo necessario con la società
civile. Erano sogni, allora, che nel lavoro quotidiano hanno potuto
gradualmente prendere corpo fino ad essere considerati da migliaia di
lettori, oggi, una conquista irrinunciabile. In dieci anni di lavoro
duro, ma entusiasmante, questa testata quotidiana è stata pubblicata
regolarmente senza mai mancare un’uscita. Giorno dopo giorno (fatte
salve ovviamente le solennità
ebraiche), anche la domenica, anche nei giorni festivi come ogni Primo
maggio, anche nei soli cinque giorni in cui le testate quotidiane
italiane abitualmente riposano e mancano dalle edicole, siamo stati
puntuali all’appuntamento con il lettore. E i giornali che pubblichiamo
combinano il lavoro di una redazione composta da giornalisti
professionisti con il contributo esterno e libero di tanti cittadini,
in una formula che è ben rappresentata dal grafico che pubblichiamo e
che illustra quanto pesa il lavoro dei giornalisti e quanto
l’ospitalità offerta alle libere opinioni esterne.
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L’anniversario delle Leggi razziste
“Memoria, testimone ai giovani”
Il futuro della Memoria passa dai giovani, dalla loro elaborazione
delle vicende storiche che sono trasmesse, ma anche dalla qualità del
contributo al progresso della società che il passaggio di testimone
riuscirà a determinare. A ricordarlo sono gli elaborati della mostra “I
giovani ricordano la Shoah”, inaugurata a Pisa, a Palazzo Vitelli,
nell’80esimo anniversario dalla firma delle Leggi razziste da parte del
re Vittorio Emanuele III. Ad essere esposte all’interno
dell’allestimento alcune delle opere realizzate nei 17 anni di attività
del concorso nazionale omonimo, organizzato dal ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con
l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Una iniziativa che nasce anche nella consapevolezza che, con le dovute
distinzioni, “le analogie osservate dagli studenti tra i vecchi e i
nuovi atti di discriminazione mostrano come studiare un evento tragico
come quello della Shoah, abbia un ruolo cruciale nello sviluppo di una
consapevolezza che si trasforma nella proiezione per un futuro migliore
e accogliente nei confronti della diversità”.
Ha osservato Livia Ottolenghi, assessore ai giovani dell’UCEI,
intervenendo all’inaugurazione al fianco tra gli altri della presidente
dell’Unione Noemi Di Segni, del segretario generale Gloria Arbib, del
presidente della Comunità ebraica Maurizio Gabbrielli, del rettore
dell’Università pisana Paolo Mancarella, della vicepresidente della
Regione Toscana Monica Barni, della vicesindaca Raffaella Bonsangue,
del membro del comitato scientifico Michele Emdin: “L’iniziativa ha
coinvolto fino ad oggi centinaia di migliaia di studenti, basti pensare
che nel 2017 hanno partecipato ventimila alunni da tutta Italia, ed è
considerata presso il Miur un vero fiore all’occhiello".
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qui roma - il convegno
“Donne, futuro da protagonista”
“Un’edizione
quasi esegetica delle donne e in controtendenza rispetto alle analisi e
cronache di attualità: non più lo sguardo a ciò che non funzioni, a
quanto di irrealizzato renda il quotidiano troppo spesso penoso, ma uno
spiraglio di aria fresca, uno sguardo prospettico tra passato, presente
e futuro, partendo da quanto di essenziale, importante, diverso, le
donne abbiano costruito, rappresentato, inventato, cambiato con
intelligenza, intuito e tenacia. E quanto continuino a farlo”.
Marisa Patulli Trythall presenta così l’ottavo convegno Donne e
religioni, “Fare la differenza – Making the difference”, organizzato
dall’associazione culturale Sound’s good. in cooperazione con la
Fondazione Marco Besso e il Centro Ebraico Il Pitigliani che si è
aperto oggi nella sede della Fondazione in Largo Argentina. Leggi
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Setirot
- Kissinger |
In
tempi lontani dal boom dei social media, un ebreo tedesco diventato uno
degli uomini più influenti degli Stati Uniti d’America, da repubblicano
convinto, ebbe a dire che il cittadino potenziato dalla Rete sa come
portare la gente in piazza, ma non che cosa fare quando la piazza è
piena. Il suo nome è Henry Kissinger.
Stefano Jesurum, giornalista
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Antiche origini
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Vai a Taranto per un matrimonio di parenti. Intanto
capisci perché Cristo si è fermato a Eboli, per forza, più oltre verso
Potenza la strada è un gruviera, e tanto per rimanere in un argomento
sensibile nelle ultime settimane, cerchi di non chiederti per quale
ragione tutti i viadotti che incontri, tranne uno, sono percorribili
solo attraverso un restringimento che riduce le carreggiate da due ad
una, situata al centro del ponte, mentre ai lati crescono erbacce tra i
buchi nell'asfalto che a vederli (per fortuna non tanto bene, a causa
della velocità che per quanto ridotta è comunque superiore alla
capacità di osservazione particolareggiata) sono almeno decennali (sia
le erbacce sia i buchi).
Sara Valentina Di Palma
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La colpa di esser nati
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Il
3 settembre 1938, con un decreto firmato il successivo 5 settembre, dal
re Vittorio Emanuele III, fu vietato agli ebrei, per la sola colpa di
essere nati, l’accesso alle scuole pubbliche e alle università. Fu
quello il primo violento segnale che poneva fine a una condizione di
normalità che nessuno aveva mai pensato che potesse essere messa in
discussione. Relativamente all’espulsione degli insegnanti e degli
studenti ebrei dalle scuole pubbliche, l’Italia fascista precedette
addirittura la stessa Germania nazista, la quale solo dopo il
sanguinoso pogrom del 9-10 novembre 1938, prese questa vergognosa misura.
Roberto Cenati, presidente Anpi Provinciale Milano
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