Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna
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azinu ha shamaim va adabbera ve tishmà ha aretz imré fi – Porgete
orecchi o cieli e parlerò e ascolti la terra i detti della mia bocca”
Così inizia l’ultimo discorso, o forse la fine del lungo discorso che Mosè rivolge al popolo prima di morire.
Fanno notare i commentatori che Mosè chiama a testimoni del suo
importante discorso ammonitivo, il cielo e la terra, poiché sono le
uniche due realtà esistenti al momento della creazione dell’uomo.
La Ghemarà, nel trattato di ‘avodà zarà, riporta un midrash dicendo:
Quando le nazioni della terra verranno convocate a giudizio divino, per
poter giustificare il loro comportamento, obietteranno dicendo “Tu hai
dato la Torà al popolo ebraico; ma essi hanno realmente osservato le
sue mizvot?”.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | La
lucidità, dice Yuval Noah Harari nel suo ultimo libro «21 lezioni per
il XXI secolo» (Bompiani), è lo strumento intellettuale che abbiamo per
non essere travolti dal falso. Giusto. Ma insieme ci va tempo, perché
senza tempo di riflessione, senza tempo dedicato a leggere, e dunque a
pensare, la conseguenza è la produzione dell’odio.
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Il raid di Casapound
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Violenza
squadrista al termine di un corteo di protesta contro il ministro
dell’Interno Matteo Salvini svoltosi a Bari. Come ricostruito dalla
Digos attraverso filmati e testimonianze delle vittime, dieci militanti
di Casapound armati di cinghie e tirapugni si sono accaniti contro
alcuni manifestanti di ritorno dal corteo (tra loro anche una donna
etiope con passeggino). Trenta, segnala Repubblica, gli esponenti del
gruppo di estrema portati e identificati in Questura.
L’episodio è stato così commentato da Salvini: “Se uno pesta un altro
essere umano, può essere giallo, rosso o verde, il suo posto è la
galera. Ma da ministro degli Interni ho il diritto-dovere di andare
oltre la notizia dei giornali, quindi per capire bene mi baso solo
sulle fonti dirette della polizia, altrimenti quest’estate avrei dovuto
inseguire dei lanciatori di uova”.
Ieri intanto, scrive Il Messaggero, il ministro e la leader di Fratelli
d’Italia Giorgia Meloni hanno ricevuto una nuova investitura del
controverso comunicatore Steve Bannon, ospite della kermesse Atreju.
Rivolto alla platea l’ex consigliere di Trump ha dichiarato: “Voi siete
la spina dorsale, il collante della società. Voi pagate le tasse,
andate al lavoro, crescete una famiglia… sulle spalle i valori
giudeo-cristiani da Atene a Gerusalemme a Roma”. Per poi aggiungere:
“Dicono che siete razzisti, nativisti, xenofobi. Solo perché hanno
perso il 4 marzo”.
Il Premier italiano Giuseppe Conte sarebbe pronto a offrire a Trump una
mediazione sull’Iran. È il retroscena del quotidiano La Stampa in vista
della colazione di lavoro che li vedrà entrambi martedì prossimo alle
Nazioni Unite. Il giorno successivo proprio Conte avrà un bilaterale
con il leader iraniano. “L’inviato americano per l’Iran, Brian Hook, ha
detto che gli Usa vogliono negoziare un nuovo trattato, ma Teheran non
si fida più. Visti i buoni rapporti che ha con entrambi – si legge –
l’Italia potrebbe ritagliarsi un ruolo utile”.
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nel giorno in cui la lituania ricorda la shoah Antisemitismo e razzismo,
il monito di papa Bergoglio “Facciamo
memoria di quei tempi, e chiediamo al Signore che ci faccia dono del
discernimento per scoprire in tempo qualsiasi nuovo germe di
quell’atteggiamento pernicioso, di qualsiasi aria che atrofizza il
cuore delle generazioni che non l’hanno sperimentato e che potrebbero
correre dietro quei canti di sirena”.
Così papa Bergoglio, intervenendo oggi a Kaunas durante la messa
domenicale, nel 75esimo anniversario del giorno in cui la Lituania
ricorda il “genocidio ebraico”. Una data coincidente con la
liquidazione del Ghetto di Vilnius (che Bergoglio visiterà nel
pomeriggio) e l’annientamento quasi totale della sua popolazione.
“Le generazioni passate avranno avuto impresso a fuoco il tempo
dell’occupazione, l’angoscia di quelli che venivano deportati,
l’incertezza per quelli che non tornavano, la vergogna della delazione,
del tradimento. La Lituania intera lo può testimoniare con un brivido
al solo nominare la Siberia, o i ghetti di Vilnius e di Kaunas, tra gli
altri”. Parole e gesti fortemente auspicati in luglio dalla Presidente
UCEI Noemi Di Segni in un messaggio inviato a Bergoglio in raccordo con
i rappresentanti dell’ebraismo lituano.
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nel 2016 l'omaggio del quirinale Emma Alatri (1926-2018)
Arrivata
all’improvviso, del tutto inaspettata, la notizia era rapidamente
circolata tra le molte centinaia di studenti che aveva contribuito a
formare in oltre 40 anni di insegnamento e impegno nel mondo della
scuola. E da allora il telefono, per giorni, non aveva smesso di
squillare. “Tutto questo affetto mi commuove” raccontava nel salotto di
casa sua, a Pagine Ebraiche, abbracciata al marito Gino Fiorentino.
L’attribuzione del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana, assegnatole dal presidente della Repubblica Sergio
Mattarella nel novembre del 2016, aveva fatto di Emma Alatri un
personaggio pubblico. Un riconoscimento solenne “per aver trasmesso,
con la sua testimonianza e i suoi insegnamenti, i valori della libertà
e della democrazia e il disvalore dell’odio”. Diverse generazione di
ebrei romani e italiani, anche senza questo altissimo riconoscimento,
avevano già potuto toccare con mano l’incisività della sua azione come
insegnante della scuola elementare ebraica Vittorio Polacco
dall’immediato dopoguerra al 1979 e poi, per otto anni, come preside
dell’istituto stesso. La maestra Alatri, riconosceva il Quirinale, “ha
trasmesso ai suoi allievi l’amore per la libertà e il senso di
appartenenza alla comunità nazionale”. Leggi
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qui roma - la mostra Israele 70, le foto raccontano
Settanta
anni di storia, celebrati attraverso una mostra fotografica che ha
trovata ospitalità al Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, storica
sede della Società Geografica Italiana. Sarà visitabile fino al 15
ottobre “Uno Sguardo su Israele. Storia tra città e deserto”,
organizzata dall’Ufficio Nazionale del Turismo in occasione del
Festival della Letteratura di Viaggio che va concludendosi a Roma. Un
viaggio tra modernità e tradizione che spazia dalla verde Galilea al
dinamismo di Tel Aviv, dal fascino millenario di Gerusalemme alle
suggestioni del Negev. A contribuire Irisphoto, Deltaoff, Graziano
Perotti, Daniele Pellegrini, Amir Ehrlich, Vladimir Khirman, Lidia
Bagnara, Marco Ansaloni, Jimmy Pessina, Yoav Lavi, Dafna Tal e Giovanni
Tagini. Leggi
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La paura dell'uguale
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C’è
un tema che meriterebbe di essere sviluppato ed è l’angoscia che è
generata non dalla presenza del «diverso», colui che differisce da sé,
ma dall’«uguale», ossia chi presenta caratteri simili se non identici,
tuttavia deviando in alcune loro concrete manifestazioni.
Tradizionalmente si è accostato l’antisemitismo alla tziganofobia (se
si può usare questo termine). Arditamente, si sono tentati
parallelismi, o comunque comparazioni, con ciò che è considerata
«islamofobia». La questione non è d’accademia, per così dire. Poiché
stabilisce priorità e indica criteri di reazione ai quali rimandare per
giudicare i percorsi del razzismo contemporaneo. Invece, un terreno che
è rimasto scarsamente o per nulla esplorato, è quello del legame che è
stabilito tra avversione nei confronti degli ebrei e rifiuto
dell’omosessualità. Non è solo una ricorrenza storica, empiricamente
dimostrata dai fatti. C’è qualcosa di più, che rinvia a un nocciolo
ideologico profondo.
Claudio Vercelli
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Sarfatti, entusiasmo oscuro
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È
piuttosto oscuro l’entusiasmo con cui sono state presentate le due
mostre su Margherita Sarfatti. C’è chi scrive che sarebbe penalizzante
ricordarla solo come l’amante di Mussolini. E dunque con un tratto
veloce di penna, tutta dedicata alle attività artistiche della
Sarfatti, non si fanno i conti con la costruzione del mito fascista a
cui la Sarfatti col suo sodalizio con Mussolini e soprattutto col suo
libro “Dux” uscito nel 1926, in pieno sviluppo della dittatura, fece
coscientemente. Un libro che ebbe 17 edizioni e che fu tradotto in
trenta lingue, destinato ad alimentare una dimensione superomistica
della dittatura. L’entusiasmo attuale con cui viene promossa questa
rievocazione mi ricorda quello con cui infelicemente si tentò in
passato di rivalutare la figura di Giuseppe Bottai, operazione poi per
fortuna finita nel nulla.
Paolo Brogi
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