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23 Settembre 2018 - 14 Tishri 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna
“Ha azinu ha shamaim va adabbera ve tishmà ha aretz imré fi – Porgete orecchi o cieli e parlerò e ascolti la terra i detti della mia bocca”
Così inizia l’ultimo discorso, o forse la fine del lungo discorso che Mosè rivolge al popolo prima di morire.
Fanno notare i commentatori che Mosè chiama a testimoni del suo importante discorso ammonitivo, il cielo e la terra, poiché sono le uniche due realtà esistenti al momento della creazione dell’uomo.
La Ghemarà, nel trattato di ‘avodà zarà, riporta un midrash dicendo:
Quando le nazioni della terra verranno convocate a giudizio divino, per poter giustificare il loro comportamento, obietteranno dicendo “Tu hai dato la Torà al popolo ebraico; ma essi hanno realmente osservato le sue mizvot?”.

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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
La lucidità, dice Yuval Noah Harari nel suo ultimo libro «21 lezioni per il XXI secolo» (Bompiani), è lo strumento intellettuale che abbiamo per non essere travolti dal falso. Giusto. Ma insieme ci va tempo, perché senza tempo di riflessione, senza tempo dedicato a leggere, e dunque a pensare, la conseguenza è la produzione dell’odio.
 
Il raid di Casapound
Violenza squadrista al termine di un corteo di protesta contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini svoltosi a Bari. Come ricostruito dalla Digos attraverso filmati e testimonianze delle vittime, dieci militanti di Casapound armati di cinghie e tirapugni si sono accaniti contro alcuni manifestanti di ritorno dal corteo (tra loro anche una donna etiope con passeggino). Trenta, segnala Repubblica, gli esponenti del gruppo di estrema portati e identificati in Questura.
L’episodio è stato così commentato da Salvini: “Se uno pesta un altro essere umano, può essere giallo, rosso o verde, il suo posto è la galera. Ma da ministro degli Interni ho il diritto-dovere di andare oltre la notizia dei giornali, quindi per capire bene mi baso solo sulle fonti dirette della polizia, altrimenti quest’estate avrei dovuto inseguire dei lanciatori di uova”.
Ieri intanto, scrive Il Messaggero, il ministro e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni hanno ricevuto una nuova investitura del controverso comunicatore Steve Bannon, ospite della kermesse Atreju. Rivolto alla platea l’ex consigliere di Trump ha dichiarato: “Voi siete la spina dorsale, il collante della società. Voi pagate le tasse, andate al lavoro, crescete una famiglia… sulle spalle i valori giudeo-cristiani da Atene a Gerusalemme a Roma”. Per poi aggiungere: “Dicono che siete razzisti, nativisti, xenofobi. Solo perché hanno perso il 4 marzo”.

Il Premier italiano Giuseppe Conte sarebbe pronto a offrire a Trump una mediazione sull’Iran. È il retroscena del quotidiano La Stampa in vista della colazione di lavoro che li vedrà entrambi martedì prossimo alle Nazioni Unite. Il giorno successivo proprio Conte avrà un bilaterale con il leader iraniano. “L’inviato americano per l’Iran, Brian Hook, ha detto che gli Usa vogliono negoziare un nuovo trattato, ma Teheran non si fida più. Visti i buoni rapporti che ha con entrambi – si legge – l’Italia potrebbe ritagliarsi un ruolo utile”.
 
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  davar
israele - il messaggio del presidente rivlin
"Sukkah sia simbolo di pace"
È ormai una felice tradizione che si rinnova ogni anno per Sukkot, la Festa ebraica delle Capanne che inizierà stasera dopo il tramonto. In prossimità dell’inizio di Sukkot il Presidente Reuven Rivlin accoglie nella sua capanna, accanto alla moglie, un gruppo di cittadini che ne hanno fatto richiesta. E con loro alcuni studenti che aiutano i coniugi Rivlin nelle decorazioni.
È proprio ai ragazzi che Rivlin si è rivolto, con la speranza che la sukkah, con la sua tradizione di accoglienza, possa diventare “un simbolo di pace per Israele e i suoi vicini”. E che in un futuro non lontano “tutti i cittadini di Israele possano vivere in armonia e fratellanza”.
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nel giorno in cui la lituania ricorda la shoah
Antisemitismo e razzismo,

il monito di papa Bergoglio
“Facciamo memoria di quei tempi, e chiediamo al Signore che ci faccia dono del discernimento per scoprire in tempo qualsiasi nuovo germe di quell’atteggiamento pernicioso, di qualsiasi aria che atrofizza il cuore delle generazioni che non l’hanno sperimentato e che potrebbero correre dietro quei canti di sirena”.
Così papa Bergoglio, intervenendo oggi a Kaunas durante la messa domenicale, nel 75esimo anniversario del giorno in cui la Lituania ricorda il “genocidio ebraico”. Una data coincidente con la liquidazione del Ghetto di Vilnius (che Bergoglio visiterà nel pomeriggio) e l’annientamento quasi totale della sua popolazione.
“Le generazioni passate avranno avuto impresso a fuoco il tempo dell’occupazione, l’angoscia di quelli che venivano deportati, l’incertezza per quelli che non tornavano, la vergogna della delazione, del tradimento. La Lituania intera lo può testimoniare con un brivido al solo nominare la Siberia, o i ghetti di Vilnius e di Kaunas, tra gli altri”. Parole e gesti fortemente auspicati in luglio dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni in un messaggio inviato a Bergoglio in raccordo con i rappresentanti dell’ebraismo lituano.


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nel 2016 l'omaggio del quirinale
Emma Alatri (1926-2018)
Arrivata all’improvviso, del tutto inaspettata, la notizia era rapidamente circolata tra le molte centinaia di studenti che aveva contribuito a formare in oltre 40 anni di insegnamento e impegno nel mondo della scuola. E da allora il telefono, per giorni, non aveva smesso di squillare. “Tutto questo affetto mi commuove” raccontava nel salotto di casa sua, a Pagine Ebraiche, abbracciata al marito Gino Fiorentino.
L’attribuzione del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, assegnatole dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel novembre del 2016, aveva fatto di Emma Alatri un personaggio pubblico. Un riconoscimento solenne “per aver trasmesso, con la sua testimonianza e i suoi insegnamenti, i valori della libertà e della democrazia e il disvalore dell’odio”. Diverse generazione di ebrei romani e italiani, anche senza questo altissimo riconoscimento, avevano già potuto toccare con mano l’incisività della sua azione come insegnante della scuola elementare ebraica Vittorio Polacco dall’immediato dopoguerra al 1979 e poi, per otto anni, come preside dell’istituto stesso. La maestra Alatri, riconosceva il Quirinale, “ha trasmesso ai suoi allievi l’amore per la libertà e il senso di appartenenza alla comunità nazionale”.
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bilancio sociale 9 - politica e valori
I diritti e il futuro da costruire
I mesi alle spalle sono stati caratterizzati da un forte impegno pubblico dell’UCEI in difesa dei valori che sono patrimonio inalienabile di una società progredita come quella italiana. E quindi rispetto della dignità umana, delle diversità, della legalità.
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l'intervento
Sukkot e il significato del salice
Tra poco, a Sukkot, gli ebrei impugneranno il Lulav per ripetere il rito prescritto già nella Torà da Mosé. Da allora Profeti e Maestri si sono sbizzarriti a trovare significati reconditi in questo rito e nelle singole componenti del Lulav.
Come in molti altri casi e aspetti rituali dell’ebraismo risulta evidente il linguaggio agricolo del rito cui i Maestri hanno associato altri valori, morali e filosofici. I nostri Padri erano agricoltori e i Maestri parlavano loro con un linguaggio che potessero capire e di cui potessero cogliere i più sottili risvolti e sottintesi. Le Quattro Specie rappresentano anche quattro tipi del popolo d’Israele. Noi qui ricordiamo solo l’aravà di fiume (o ruscello). Le aravòt non sono né commestibili né emanano un buon aroma, come l’ebreo che è privo di Torà e mitzvòt, ma è ancora legato alla comunità ebraica come i rami di salice sono legati al lulav. Un’altra serie di interpretazioni legano le Quattro Specie alla storia dei Patriarchi: e il paragone che viene fatto per l’aravà è con Yosef, la cui posizione era quella di un padre del popolo ebraico. Ma come l’aravá appassisce prima delle altre specie, così Yosef morì prima dei suoi fratelli. 


Roberto Jona, agronomo
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qui roma - la mostra
Israele 70, le foto raccontano
Settanta anni di storia, celebrati attraverso una mostra fotografica che ha trovata ospitalità al Palazzetto Mattei in Villa Celimontana, storica sede della Società Geografica Italiana. Sarà visitabile fino al 15 ottobre “Uno Sguardo su Israele. Storia tra città e deserto”, organizzata dall’Ufficio Nazionale del Turismo in occasione del Festival della Letteratura di Viaggio che va concludendosi a Roma. Un viaggio tra modernità e tradizione che spazia dalla verde Galilea al dinamismo di Tel Aviv, dal fascino millenario di Gerusalemme alle suggestioni del Negev. A contribuire Irisphoto, Deltaoff, Graziano Perotti, Daniele Pellegrini, Amir Ehrlich, Vladimir Khirman, Lidia Bagnara, Marco Ansaloni, Jimmy Pessina, Yoav Lavi, Dafna Tal e Giovanni Tagini.
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qui roma - la corsa 
"Lo sport promuova il Dialogo"
Una mezza maratona nata per promuovere la pace, l’integrazione, l’inclusione e la solidarietà, quest’anno patrocinata anche dalla Nelson Mandela Foundation che l’ha inserita tra gli eventi internazionali commemorativi del centenario della nascita del grande leader sudafricano.
Ha preso il via stamane da via della Conciliazione la seconda edizione della Rome Half Marathon, evento promosso da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura, Dicastero della Santa Sede, con l’organizzazione della FIDAL – Federazione Italiana di Atletica Leggera e con il sostegno tra gli altri della Comunità ebraica romana. Nel percorso della corsa, che lambisce i luoghi più significativi delle comunità religiose cittadine, anche un passaggio davanti al Tempio Maggiore.
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il concerto all'auditorium
Milano, le note della speranza
La musica e la tecnologia insieme per portare un messaggio positivo per il futuro dei giovani. Questi due campi si intrecceranno a Milano il 29 settembre in occasione del Concerto della speranza eseguito dai giovani talenti della Israel Young Filarmonic Orchestra Jerusalem Music Centre, diretti dal Maestro Zvi Carmeli, con al fianco, ospite d’eccezione, Cesare Picco, celebre jazzista italiano. Il programma sarà caratterizzato da una miscela di armonie classiche dei diversi mondi che convergono in Israele, un modo per celebrare i 70 anni del Paese. Durante la serata, grazie all’ampio schermo dell’Auditorium di Milano, il pubblico potrà assistere alla proiezione di diversi documentari storici.
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pilpul

La paura dell'uguale
C’è un tema che meriterebbe di essere sviluppato ed è l’angoscia che è generata non dalla presenza del «diverso», colui che differisce da sé, ma dall’«uguale», ossia chi presenta caratteri simili se non identici, tuttavia deviando in alcune loro concrete manifestazioni. Tradizionalmente si è accostato l’antisemitismo alla tziganofobia (se si può usare questo termine). Arditamente, si sono tentati parallelismi, o comunque comparazioni, con ciò che è considerata «islamofobia». La questione non è d’accademia, per così dire. Poiché stabilisce priorità e indica criteri di reazione ai quali rimandare per giudicare i percorsi del razzismo contemporaneo. Invece, un terreno che è rimasto scarsamente o per nulla esplorato, è quello del legame che è stabilito tra avversione nei confronti degli ebrei e rifiuto dell’omosessualità. Non è solo una ricorrenza storica, empiricamente dimostrata dai fatti. C’è qualcosa di più, che rinvia a un nocciolo ideologico profondo.

Claudio Vercelli
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Sarfatti, entusiasmo oscuro
È piuttosto oscuro l’entusiasmo con cui sono state presentate le due mostre su Margherita Sarfatti. C’è chi scrive che sarebbe penalizzante ricordarla solo come l’amante di Mussolini. E dunque con un tratto veloce di penna, tutta dedicata alle attività artistiche della Sarfatti, non si fanno i conti con la costruzione del mito fascista a cui la Sarfatti col suo sodalizio con Mussolini e soprattutto col suo libro “Dux” uscito nel 1926, in pieno sviluppo della dittatura, fece coscientemente. Un libro che ebbe 17 edizioni e che fu tradotto in trenta lingue, destinato ad alimentare una dimensione superomistica della dittatura. L’entusiasmo attuale con cui viene promossa questa rievocazione mi ricorda quello con cui infelicemente si tentò in passato di rivalutare la figura di Giuseppe Bottai, operazione poi per fortuna finita nel nulla.

Paolo Brogi
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