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 27 Settembre 2018 - 18 Tishri 5779
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Alberto Somekh,
rabbino
Se il matrimonio ebraico è finalizzato all’educazione dei figli, è anche vero l’inverso. Non si perviene a nuovi matrimoni ebraici senza aver educato ragazzi e ragazze nella giusta direzione. Una volta trascorsa l’età del Bar/Bat Mitzwah molti giovani si perdono e non tornano più. Occorre indagare sulle cause di questo fenomeno drammatico. Oggi viviamo in un’epoca di alta specializzazione. L’ignoranza è penalizzante e in definitiva colpevole. Come avviene in altre discipline, solo chi avrà acquisito sufficienti conoscenze sarà motivato un domani a vivere la Comunità ebraica con consapevolezza e cognizione di causa.   
 
Giorgio Berruto
Il 30 settembre 1938, a conclusione della conferenza di Monaco, Francia e Regno Unito davano di fatto il via libera alla Germania per l’annessone dei Sudeti, la regione della Cecoslovacchia settentrionale a maggioranza etnica tedesca. Pochi mesi più tardi si compiva l’annessione al Reich dell’intero Paese e della sua capitale Praga.
Che cosa era Praga? Non molti anni prima di Monaco, Max Brod sosteneva che fosse il risultato di una “fusione”, perché “a Praga si può parlare a stento di una nazione puramente tedesca e di una puramente ceca, ma solo di praghesi”. Brod faceva parte di una generazione di ebrei praghesi che negli anni della dissoluzione dell’impero degli Asburgo si afferma sulla scena culturale e soprattutto letteraria.
 
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L'annuncio di Trump
Il presidente Usa Donald Trump per la prima volta ha aperto e diretto i lavori del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nell’occasione, ha attaccato la Cina e l’Iran e annunciato, dopo un vertice con il Premier israeliano Benjamin Netanyahu (che interverrà oggi all’Onu), e ha annunciato che a breve presenterà il piano di pace tra israeliani e palestinesi a cui lavora il genero Jared Kushner. Trump ha detto di essere “al 100% allineato con Israele sulle sue esigenze di difesa”, e di essere favorevole a un accordo coi palestinesi basato su due Stati (Repubblica). Rispetto alla Cina, il presidente Usa ha dichiarato di avere prove che, dopo la guerra commerciale avviata da Washington, Pechino sta mettendo dazi mirati in modo da condizionare le elezioni di midterm: ovvero sta colpendo i prodotti – per esempio derrate agroalimentari – legati all’elettorato repubblicano. “Non abbiamo mai interferito e non interferiremo negli affari interni di altri Paesi. E una lunga tradizione. Pertanto rifiutiamo queste sgradevoli insinuazioni. Anzi siamo noi che chiediamo di non interferire negli affari interni di altri Stati”, la risposta del ministro degli esteri cinesi a Trump, che ha sostenuto di avere le prove rispetto alle accuse ai cinesi.
 
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  davar
le parole di trump all'assemblea dell'onu
"Il futuro sono due Stati"
Tra due mesi, forse quattro, gli Stati Uniti presenteranno il piano di pace per rilanciare i negoziati tra israeliani e palestinesi. Lo ha annunciato da New York, dove è in corso l’Assemblea delle Nazioni Unite, il Presidente Usa Donald Trump. “Penso che avremo i due Stati. Penso che andremo lungo la strada dei due Stati” ha dichiarato Trump, tracciando, almeno in apparenza, la direzione verso cui vuole si dirigano le parti, ovvero quella sostenuta dalle precedenti amministrazioni americane nel solco degli accordi di Oslo. Il presidente Usa lo ha detto anche in presenza del Primo ministro Benjamin Netanyahu, incontrato a margine dell’Assemblea Onu. “Mi piace la soluzione dei due Stati. Questo è quello che penso funzioni meglio. Non devo nemmeno parlare con nessuno, questa è la mia sensazione”, le parole di Trump, che poi ha guardato Netanyahu affermando: “Può essere che tu abbia una sensazione diversa. Io non credo, ma comunque questa è la mia”.
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qui roma - la cerimonia
"Giusti, luce per l'umanità"
La voce di Leone e Rosina si spezza spesso nel pianto. Loro c’erano. Testimoni diretti dell’eroismo e della fermezza di un uomo che si assunse il rischio di salvare un’intera famiglia di ebrei romani braccata dal regime.
I Di Veroli erano scampati al rastrellamento del 16 ottobre e vivevano in clandestinità da diverse settimane. Oberdan Bardoni li accolse in casa propria, senza alcuna esitazione. Tutti e sette. Una prova di coraggio che lo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, ha voluto riconoscere con l’onorificenza più alta: il titolo di “Giusto tra le Nazioni”.
Questa mattina, al Centro Pitigliani di Roma, la commovente cerimonia di consegna dell’attestato alla presenza delle figlie del Giusto, Rossana e Marisa, e con gli interventi inoltre del Consigliere per gli affari pubblici dell’ambasciata israeliana Ariel Bercovich, del presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, del presidente dell’istituto Bruno Sed e del presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.
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l'opinione del'ex parlamentare nirenstein
"Sovranismo, speranza europea"
“L’antisemitismo contemporaneo sta facendo fuggire gli ebrei dall’Europa, si ciba del loro sangue. Nella destra agli estremi rimangono sacche di pregiudizio, ma oggi il pericolo maggiore non arriva da qui. Arriva invece da quel mondo che a sinistra, nel rapporto con lo Stato di Israele, è legato a una falsa concezione dei diritti umani a protezione dei cosiddetti deboli. E poi dall’antisemitismo di matrice islamica”.
È quanto sostiene la giornalista Fiamma Nirenstein, così intervenuta nella sala stampa della Camera dei deputati in occasione della presentazione del dossier “L’antisemitismo nell’Europa contemporea” da lei realizzato per il Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli.
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BILANCIO SOCIALE 11 - RUN FOR MEM
Lo sport per la consapevolezza
Ancora migliaia di italiani sulle strade in occasione della Run for Mem, la corsa non agonistica per un ricordo consapevole organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e che nel gennaio del 2018 ha fatto tappa nei luoghi di Bologna segnati dalla ferocia nazifascista. Giovani e meno giovani. Runner esperti, ragazzi alla prima corsa, persino qualche mamma col passeggino. Lo sport come veicolo per la trasmissione di valori forti: una prospettiva che l’UCEI, negli scorsi mesi, ha abbracciato anche con la realizzazione di un campo di calcetto per le popolazioni terremotate di Amatrice.
Al loro fianco rappresentanti di istituzioni, associazionismo, società civile. In prima fila spiccava il sorriso contagioso di Gianni Morandi, di cui è nota la passione podistica, accanto ai due testimonial della corsa: l’ex atleta e Testimone della Shoah Shaul Ladany, sopravvissuto al lager ma anche all’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72 e che qualche giorno dopo terrà un commovente intervento alla Farnesina, e l’ex maratoneta Franca Fiacconi, che vanta in carriera una storica vittoria a New York. Per il secondo anno consecutivo sono loro i volti di questa giornata di Memoria, impegno e consapevolezza pensata dall’Unione insieme a Comunità ebraica di Bologna e Uisp sotto l’egida del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah di Palazzo Chigi.
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jciak 
Nel cuore buio dell'America
È un film radicale, irriverente, visionario. Se (come me) amate Spike Lee non potete perderlo perché BlacKkKlansman, da domani nelle sale italiane, intreccia al ritmo potente e indiavolato di Do the Right Thing una rabbia viscerale e una verve satirica irresistibile. Basato sulla storia vera di due poliziotti – uno nero e uno ebreo – che s’infiltrano nel Ku Klux Klan fino a stringere conoscenza con il gran capo David Duke, BlacKkKlansman è un urlo contro il razzismo e il suprematismo bianco che devastano l’America. Un atto d’accusa lancinante che in un tour de force ci porta da Via col vento agli anni Settanta per lasciarci nell’oggi, nella crudezza della violenza neonazista che un anno fa a Charlottesville è costata la vita a Heather Heyer, 22 anni.


Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Cittadini del mondo
Viviamo un periodo storico in cui è davvero difficile – e tuttavia fondamentale, vitale – tenere quel che si dice la barra diritta. Perché, come scrive Claudio Magris sul Corriere della Sera, i valori sono utili in un oggi confuso tra individualismi sfrenati e rozze idee di democrazia. Magris ci mette in guardia anche dalle chiusure: in primis quella identitaria, però pure l’acritico e a volte semplicistico “diverso è bello”. Che fare quindi, al di là dell’impegno politico in senso stretto e culturale? Una interessante indicazione viene dall’ultimo editoriale di Gabriele Nissim sulla pagina di Gariwo (di cui è presidente). Parole di profondo buon senso, che non piaceranno agli anti-buonisti in servizio permanente effettivo. Li vedo già sorridere e dire, o più facilmente sbraitare, che si tratta di sentimentalismi da povere anime belle, di vuoti propositi slegati dalla realtà, di atteggiamenti che danno man forte al nemico.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Cioccolato
Domenica 16 settembre: al termine di un incontro a Lugano mi viene fatto dono di una bella scorta di ottimo cioccolato. Mercoledì 19: ricevo il messaggio di un conoscente: “Buona notizia, siamo riusciti a rimettere in piedi l’azienda di famiglia; se ti serve del cioccolato passa!”. Venerdì 21: sono tranquillamente seduta nella magnifica sala del Circolo dei Lettori di Torino e sto ascoltando la relazione di Dario Zigiotto sui patrimoni musicali italiani, quando si apre il tendone alle mie spalle ed entrano quattro maestri cioccolatieri, venuti apposta da Terra Madre per farci assaggiare dei gianduiotti squisiti.
Comincio a chiedermi cosa voglia da me il cioccolato… Forse mi sta suggerendo di presentarvi una canzone che mi piace molto ma che, chissà perché, non ho mai citato in tre anni: Adon Shoko, ovvero Signor Cioccolato, brano firmato da Arik Einstein.


Maria Teresa Milano
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Il nostro Sukkot
Finalmente quest’anno siamo riusciti a costruire la sukkà. Tecnicamente ce l’hanno costruita, a dire il vero, altrimenti sarebbe già volata via con noi dentro proiettati verso il mondo di Oz insieme a Dorothy. Ci si mangia con la giacca, per il freddo e il vento del quinto piano, e questo aiuta ad immedesimarsi un po’ nelle notti del deserto. Quarant’anni così poi e anche a dormirci, dice un bambino, non solo sette giorni a pranzo e a cena, se non è troppo freddo…ci va abbastanza bene, commenta.
Sì, aggiunge un’ospite, qui stiamo sicuramente meglio di quelli che stanno festeggiando Sukkot in Alaska.


Sara Valentina Di Palma
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