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 28 Settembre 2018 - 19 Tishri 5778


Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Pierpaolo Pinhas Punturello e di Gadi Luzzatto Voghera. Nella sezione pilpul una riflessione di Anna Segre, Francesco Moises Bassano.
 
 
"L'Iran punta all'atomica"
“Il regime iraniano non ha abbandonato l’idea di sviluppare un’arma atomica. Ma non lo permetteremo”. L’intervento del Premier israeliano Benjamin Netanyahu all’assemblea generale delle Nazioni Unite apre un nuovo scontro con Teheran. “Una sfida diretta al presidente iraniano Hassan Rohani, che all’Onu ha ribadito che l’Iran ha rispettato l’accordo firmato nel 2015 e che è invece l’America di Donald Trump a essere fuori dal diritto internazionale” scrive La Stampa.
Repubblica segnala inoltre le parole rivolte al leader palestinese Abu Mazen. Ha detto Netanyahu: “L’accusa a Israele di apartheid è vergognosa. Abu Mazen ha accusato in maniera oltraggiosa Israele di razzismo. Lui che ha messo la pena di morte per ogni ebreo che compra un pezzo di terra palestinese”. Di Abu Mazen vengono invece riportate queste parole: “Gerusalemme non è in vendita. Non bastano gli aiuti umanitari, serve una soluzione politica. Ed è insufficiente e inutile varare delle risoluzioni che poi nessuno fa rispettare. Sia chiaro, la nostra capitale è Gerusalemme, non a Gerusalemme”.

La precisazione di Lorenzetto. “Lei è ebreo? Glielo chiedo solo perché i suoi detrattori l’accusano persino di questo”. Questa una delle domande che il giornalista Stefano Lorenzetto ha posto ieri sul Corriere al nuovo presidente della Rai Marcello Foa. In un messaggio di scuse pubblicato oggi Lorenzetto precisa: “Nell’intervista pubblicata ieri sul Corriere ho posto a Marcello Foa una domanda per denunciare un intollerabile e ripugnante rigurgito antisemita. Con il senno di poi, mi rendo conto che la risposta fattuale di Foa (‘Sono cattolico’) ha contribuito a rafforzare l’equivocità del quesito. Si chiama eterogenesi dei fini: volevo difendere gli ebrei, che amo, e non ci sono riuscito, ingenerando in taluni la sensazione opposta. Mi scuso per questa incapacità nel rappresentare i sentimenti dell’intervistato e dell’intervistatore”.
Sul Foglio oggi si legge: “Ma davvero il principale quotidiano italiano ritiene che essere ebreo sia un’accusa? E fra tutte le fake news diffuse da Foa, ciò che gli si chiede di negare è che sia ebreo? Quasi come se fosse quella la ragione della sua inadeguatezza alla presidenza della Rai”.

Saluti romani, niente reato. “Non c’è rilievo penale nei saluti romani, è solo una questione di cattivo gusto. Per questo abbiamo chiesto l’archiviazione del fascicolo”. Con queste parole, scrive Repubblica Bologna, il procuratore capo Giuseppe Amato chiude la vicenda giudiziaria apertasi con la denuncia del sindaco Virginio Merola contro alcuni militanti di Forza Nuova che, durante un comizio di Roberto Fiore in piazza Galvani, salutarono ripetutamente col braccio teso.

La moralità secondo Harari. Intervistato dal Messaggero, lo storico Yuval Noah Harari dice: “Non c’è bisogno di religione per avere la moralità. La moralità non significa ‘obbedire a Dio’ – la moralità significa ‘ridurre la sofferenza’. C’è qualcosa di pericoloso nelle persone che evitano di uccidere solo perché ‘Dio dice così’. Cosa faranno se arrivano a credere che il loro dio li comanda di uccidere qualcuno?”

Il tweet del viceministro. “L’antisemitismo rappresentato da Corbyn e dal partito laburista, nonostante gli impegni scritti presi dalla sinistra, minaccia di conquistare l’Inghilterra. II 40% degli ebrei inglesi sta considerando se lasciare quel Paese”. È l’opinione del vice ministro israeliano Michael Oren, espressa ieri su Twitter e segnalata in breve su Avvenire.

Adam Smulevich twitter
@asmulevichmoked
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