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12 ottobre 2018 - 3 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
"Elle toledot Noach Noach ish tzaddik - Queste sono le generazioni di Noè, Noè era un uomo giusto...". Moltissime sono le interpretazione, da parte dei nostri Maestri, riguardo questo versetto e quelli successivi, che ci narrano della vita di Noach.
Il Ben Ish Chai, famoso esegeta e rabbino di Bagdad, riportando un'interpretazione dello Zohar, dice: "il nome Noach è doppio (nel testo della Torah)" Noach Noach "poiché egli trovò una doppia tranquillità (il termine noach da origine alla parola menuchà - riposo, soprattutto quello sabatico) in Alto e in Basso".
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Uno dei frutti più evidenti e belli del Giorno della Memoria come data e impegno istituzionale è quello di aver spinto molti insegnanti a studiare e maturare competenze sul tema delle persecuzioni, allargando spesso lo sguardo alle dinamiche storiche e culturali della presenza ebraica sul territorio. Il senso di ideare una Giornata europea della Cultura ebraica (la prossima, dedicata allo storytelling, si svolgerà la prossima domenica) è stato probabilmente questo: evitare che ci si limitasse a pensare agli ebrei legandoli solo e indissolubilmente al tema della Shoah e radicare una coscienza culturale e storica di condivisione di esperienze. È stato questo il senso che ha ispirato a inizio settembre il seminario organizzato ad Asti e Torino dalla Fondazione CDEC in collaborazione con il TOLI Institute di New York per trentacinque insegnanti di scuole superiori.
 
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Tifosi ad Auschwitz
il progetto del Chelsea
“Se vieti lo stadio e basta il comportamento non cambierà, invece mandandoli ad Auschwitz avranno la possibilità di capire meglio ciò che hanno fatto e di comportarsi in maniera più civile”. Così Bruce Buck, presidente del Chelsea – squadra della Premier League di proprietà del magnate Roman Abramovic -, spiegando alla stampa il programma ideato per contrastare il comportamento razzista e antisemita di alcuni suoi tifosi (Corriere dello Sport). “Non più una squalifica stile “daspo” fino a tre anni, ma, se lo vorranno, un viaggio all’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz, – spiega Repubblica – dove potranno respirare la vergogna dei loro canti contro gli ebrei. La prima spedizione educativa di una manciata di tifosi dei blues ha avuto luogo lo scorso aprile”. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ricorda come l’antisemitismo negli stadi inglesi sia un problema di lunga data e in un editoriale a firma di Maurizio Crosetti si evidenzia la diversa politica applicata dal Chelsea rispetto alla Juventus: “la Juventus, sotto ricatto ultrà da anni, fa ricorso contro la chiusura della curva per razzismo e invece di una giornata ne prende due. Il Chelsea di Roman Abramovich, russo di origini ebraiche, ha in mente di portare i tifosi razzisti ad Auschwitz per rieducarli”, scrive Crosetti, che dipinge un quadro inquietante della situazione degli stadi italiani.

Bologna, i conti con la Storia in università. Dopo la discussione legata alla presenza all’Università di Bologna del busto del rettore Alessandro Ghigi, il Resto del Carlino chiede al presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz la sua opinione: “Nel dibattito in corso si accomuna la figura di Ghigi a quella di un altro rettore, che a differenza sua fu davvero un fanatico ammiratore del fascismo e dei suoi effetti a quel tempo. – afferma De Paz – Sto parlando di Goffredo Coppola, che anzi ritengo fosse più nazista che fascista. Invece bisogna distinguere tra Alessandro Ghigi, che nel 1938 contestò gli articoli violentemente antisemiti di `Camicia nera’ pubblicati dai giornali, e che si tolse dall’elenco dei dieci firmatari del Manifesto della razza, e Goffredo Coppola, che al contrario scrisse feroci lettere in cui domanda quando gli ebrei, studenti e professori compresi, potranno finalmente essere cacciati dalla città e sterminati”. “Penso – aggiunge – che l’università debba riflettere sull’opportunità di onorare una figura come la sua con un ritratto. Credo che il rettore Francesco Ubertini sia d’accordo”.

16 ottobre 1943. Rispondendo a una lettrice che ricorda la tragedia della razzia nazifascista del 16 ottobre 1943, Corrado Augias su Repubblica riflette sulla conservazione della Memoria: “Il tempo non cancella certo i fatti, cancella però le vibrazioni che li hanno accompagnati, la forza delle emozioni che hanno suscitato; i fatti, rimasti nudi, dicono poco a chi ne legge solo su un libro. – afferma Augias – È una delle ragioni per cui, nonostante l’orrore suscitato al loro primo apparire, tornano a ripetersi gli stessi fatti, gli stessi crimini”.

Ospiti sgraditi in Parlamento. L’ambasciatore d’Israele Ofer Sachs ha presentato una dura nota per protestare contro l’audizione alla Commissione Esteri della Camera, di membri di un Istituto di studi iraniano accusato di ispirarsi alle tesi che negano la Shoah. “ll Parlamento italiano simbolo della democrazia del Paese non può ospitare chi promuove idee negazioniste, antisemite e antisioniste”, le parole di Sachs. Un “fatto di una gravità inaudita”, aggiunge la Comunità ebraica romana. “Penso che la commissione Esteri non avrebbe dovuto dare spazio alcuno agli esponenti di una organizzazione iraniana che in passato ha già avuto accenti negazionisti e antisemiti”, ha dichiarato la vicepresidente della Camera Mara Carfagna (Corriere della Sera). 
 
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  davar
il film presentato al centro bibliografico ucei
Leggi del '38, sul grande schermo
i conti con la Storia italiana

Quattro anni di lavoro, oltre cento persone tra Testimoni ed esperti intervistati, una lunga e attenta selezione del materiale con l'obiettivo di raccontare una pagina troppo spesso dimenticata o distorta della storia d'Italia: quella delle Leggi razziste del 1938. Il documentario di Pietro Suber “1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani” apre uno squarcio sulle conseguenze dell'infame provvedimento voluto dal fascismo, sui segni indelebili lasciati nella comunità ebraica e su cosa l'Italia ricordi di quell'evento. “Abbiamo cercato di toccare vari aspetti legati alle Leggi del 1938 - ha spiegato Suber, intervenendo assieme alla presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e al produttore del documentario Dario Coen in un incontro organizzato con la stampa al Centro Bibliografico – ma soprattutto dobbiamo interrogarci su cosa resta di questa Memoria nelle nuove generazioni”. “Perché è importante parlare del '38? Perché la Shoah non è solo la parte finale dello sterminio ma inizia con queste leggi che poggiano su un substrato su cui già il regime ha lavorato”, sottolinea la presidente Di Segni, ricordando che i provvedimenti antiebraici non nacquero dal nulla e anzi furono il terreno preparatorio per il compimento dello sterminio degli ebrei italiani. Ebrei che dopo il '38, come dice il titolo del documentario, “scoprirono di non essere più italiani”, traditi da quelle che consideravano la loro patria. “Questo documentario serve a ricordare le responsabilità dell'Italia: emerge chiaramente come sia falso il mito degli italiani brava gente”, afferma Coen, sottolineando l'importanza di portare la pellicola – che sarà presentata in anteprima al Cinema Barberini con un evento speciale di preapertura alla festa del Cinema di Roma 2018.
Cinque le vicende famigliari al centro del racconto: da quella di Franco Schoenheit e dei suoi genitori, deportati nei campi nazisti ma riusciti a sopravvivere, a quella di Pacifico Di Consiglio, detto Moretto, che passò gli anni della guerra a lottare nelle vie dell'antico ghetto contro i persecutori fascisti, fino alla storia degli Ovazza, con Ettore fedele al fascismo fino quasi all'ultimo, incredulo dopo le Leggi del '38 ma poi massacrato sul Lago Maggiore nell’autunno del 1943. C'è anche il racconto di chi fu allora apertamente fascista e che ancora oggi preferisce non fare i conti con la storia.
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il convegno a pisa sulle leggi razziste
Le vite sospese dall'Università
Dopo l'emanazione delle Leggi razziste le Università e le scuole italiano cacciarono i loro docenti, non consentirono agli studenti e alle studentesse l’iscrizione, li allontanarono quando stranieri. A Pisa l’Università allontanava venti tra i suoi docenti e oltre duecento studenti ebrei stranieri. Nell’ambito del lavoro di Memoria portato avanti dall’Università di Pisa, dalla Scuola Normale Superiore, dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’IMT e intitolate a “San Rossore 1938” gli allievi delle Scuole ricorderanno quelle “vite sospese”, con i loro docenti, con studiosi dell’Università di Pisa e Pavia, e altre personalità che hanno contribuito con la loro opera alla testimonianza di quegli anni, tra le quali il presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah Dario Disegni, alla presenza di alcuni familiari, nel corso di una Giornata di confronto e di testimonianza - dal titolo “Vite sospese, Storie di docenti e studenti ebrei espulsi dall’Università” - , presso l’Aula Magna della Scuola Sant’Anna il prossimo 15 ottobre.
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qui ferrara
Al Meis racconti di identità
Domenica 14 ottobre, in occasione della XIX Giornata Europea della Cultura Ebraica, la Comunità ebraica di Ferrara, in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS, propone un ricco programma di iniziative ispirate allo Storytelling. Le storie siamo noi, tema conduttore dell’edizione 2018. Un richiamo alle radici stesse dell’ebraismo, che affondano nelle ‘storie’ narrate nella Torah, la Bibbia ebraica, patrimonio di tutta l’umanità.
A Ferrara, teatro della manifestazione è il Meishop di Via Piangipane 81, dove il pubblico può seguire gratuitamente un incalzante intreccio di brevi narrazioni su alcune figure centrali dell’ebraismo ferrarese, un concerto e una conferenza. Gratuite anche le visite guidate al Ghetto e al Cimitero ebraico, previste per il pomeriggio.
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la competizione in ungheria
Maccabi, la sfida a Budapest
Dopo l'esperienza dello Youth Maccabi Games in Israele, dove la selezione italiana ha ottenuto una importante medaglia d'argento, ci si prepara alla prossima sfida: i Giochi europei Maccabi di Budapest, dal 29 luglio al 7 agosto 2019. Il Maccabi Italia sta preparando “una serie di stage, provini per partecipare a questa splendida kermesse sportiva e non solo, a Budapest una delle città più belle del mondo”.
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pilpul
Cambio di maturità
Un’intera ora passata a spiegare agli allievi tutte le tipologie della prima prova, con tutti i consigli e i trucchi che la mia esperienza da commissaria interna ed esterna mi permettevano di suggerire, per scoprire il giorno dopo (tra l’altro, dagli allievi stessi perché l’accumulo della posta dopo le feste ebraiche mi aveva impedito leggere la notizia in tempo) che tutto sarebbe stato diverso. Un po’ come salire su un treno per andare al mare e scoprire dopo un po’ che invece stiamo andando in montagna. Bellissima anche lei, per carità, ma sarebbe utile sapere in tempo se bisogna prendere il costume da bagno e la maschera oppure gli scarponi e un maglione pesante.
Addio dunque, dopo vent’anni, al saggio breve. 


Anna Segre, insegnante
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I Morin e i Miller
"A scuola mi accorsi che la mia identità francese aveva fondamenta incerte. [...] Quando dovevo spiegare da dove veniva mio padre, e parlavo di Salonicco, mi chiedevano: "ma allora è greco?" - "No, perché quando è nato, Salonicco era turca" - "Allora è turco..." - "No, era di origine spagnola" - "Allora è spagnolo!" - "No...". Non ero in grado di indicare né di capire quale fosse la sua nazionalità d'origine: era, infatti semplicemente di Salonicco, figlio di una città imperiale non ancora parte di uno stato nazionale, e popolata per più del sessanta per cento da una comunità culturale di sefarditi".
Questo passo estratto dal saggio autobiografico "I miei demoni" (1994) di Edgar Morin rievoca un "mondo di ieri" che chi parla di sovranismi avrebbe probabilmente difficoltà a comprendere. Il sociologo parigino - con origini che passano anche da Livorno - descrive la propria identità come duplice, ibrida, confusa, sofferta, mai del tutto accettata, quella di un ebreo non-ebreo o un non-ebreo ebreo.


Francesco Moises Bassano
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