Yosef Labi,
rabbino di Verona
| Sebbene
la luce diffusa dalle candele dello Shabbat sia visibile solo per un
periodo limitato, la loro illuminazione spirituale continua per tutta
la settimana. Assorbiamo e prendiamo la luce e la spiritualità dello
Shabbat e viviamole durante la settimana.
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Anna
Foa,
storica |
“L’amor
di Patria non coincide con l’estremismo nazionalista. L’amor di Patria
viene da più lontano, dal Risorgimento. Un impegno di libertà, per
affrancarsi dal dominio imposto con la forza: allora da Stati
stranieri. Dopo la Grande guerra fu una parte politica a comprimere la
libertà di tutti. In questo risiede il profondo legame tra Risorgimento
e Resistenza…L’amor di Patria oggi è inscindibile con i principi della
nostra Costituzione, che ne sono il prodotto e il compimento”. Così il
Presidente Mattarella in occasione della celebrazione del 4 novembre.
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Il pericolo nazionalista
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A
cento anni dalla fine della Prima guerra mondiale, il Capo dello Stato
Sergio Mattarella da Trieste ricorda all’Italia il prezzo che la
nazione e il continente pagarono seguendo la retorica nazionalista:
“Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra
si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la
più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro
nella Unione europea”, le parole del Presidente della Repubblica. “Lo
scoppio della guerra nel 1914 sancì in misura fallimentare l’incapacità
delle classi dirigenti europee di allora di comporre aspirazioni e
interessi in modo pacifico anziché cedere alle lusinghe di un
nazionalismo aggressivo”. Mattarella, parlando da Piazza Unità
d’Italia, ha voluto inoltre ricordare il tradimento subito proprio in
quel luogo dall’ebraismo italiano nel 1938, richiamando la figura di
Vittorio Calderoni, ebreo partito volontario e ucciso alla fine della
Grande guerra. “Ritengo doveroso ricordarlo qui, in questa stessa
piazza, dove ottanta anni addietro fu pronunciato da Mussolini un
discorso che inaugurò la cupa e tragica fase della persecuzione
razziale in Italia, perché – ha sottolineato Mattarella – Vittorio
Calderoni era ebreo, il più giovane tra i circa 400 italiani di origine
ebraica caduti nella Grande Guerra” (Messaggero).
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si rinnova la partnership con il giro d'italia Israele, torna il grande ciclismo
“Tutti
hanno negli occhi il Giro, una grande festa che è stata l’antipasto a
una grandissima gara. È una esperienza che non si potrà replicare, per
evidenti motivi. Ma questo non esclude che possano andare in porto
altri progetti, se Israele avrà la volontà di realizzarli. I
presupposti ci sono. Bisognerà eventualmente sedersi attorno a un
tavolo e parlarne. Il ferro va battuto finché è caldo”.
Paolo Bellino, direttore generale di Rcs Sport, così si confidava con
Pagine Ebraiche a Giro d’Italia da poco concluso. Un’edizione
entusiasmante per molteplici motivi. Primo tra i quali la partenza da
Israele, per tre giornate sui pedali che restano indimenticabili nella
memoria di ciclisti e addetti ai lavori. Da Gerusalemme ad Eilat,
emozioni ben oltre l’aspetto agonistico e raccontate nei cinque
continenti grazie a centinaia di troupe e giornalisti accorsi da tutto
il mondo per filmare le mura della Città Vecchia illuminate di rosa o
l’inedito passaggio della carovana in un deserto come nel caso della
terza tappa interamente nel Negev. Un’iniziativa, auspicava Bellino,
cui sarebbe stato saggio dare continuità. Input entusiasticamente
raccolto.
I dettagli restano ancora in parte da definire, ma il “Giro di Israele”
è realtà ed entra nel calendario ciclistico internazionale che conta.
Un’operazione che vede ancora Rcs tra i protagonisti, oltre al magnate
Sylvan Adams, principale artefice della Grande Partenza del maggio
scorso, e alla Israel Cycling Academy. La prima squadra
professionistica locale, che ha ben figurato nello scorso Giro d’Italia
entrando in diverse fughe e sfiorando la vittoria in una delle tappe di
montagna più dure con il suo veterano, lo spagnolo Ruben Plaza, tra
l’altro fresco di rinnovo. Segnatevi le date: 10-14 aprile. “Una lunga
volata che ci porterà alle soglie di Pesach, la Pasqua ebraica. Un
ottimo modo per festeggiare questi anni di impegno” sottolinea il
general manager della squadra Ran Margaliot. E un test tra i più
importanti per chi, qualche settimana dopo, lotterà per la conquista
del Giro d’Italia. Leggi
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qui milano Tra mostre e nuove sfide,
il Cdec rinnova gli assetti
Si
è chiusa al Memoriale della Shoah la tappa milanese della mostra “1915
– 1918 Ebrei per l’Italia” curata dal Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano. Una rassegna che racconta della partecipazione
dell’ebraismo italiano alla Grande guerra e del suo significato anche
alla luce delle Leggi razziste promulgate 20 anni dopo dal fascismo. A
chiudere la mostra, il concerto dedicato ai canti degli alpini e dei
militari della Prima Guerra Mondiale realizzato dal coro
dell’Associazione Nazionale degli Alpini di Milano. Un evento accolto
positivamente dal pubblico e che si inserisce nell’ampio programma di
iniziative realizzate dal Cdec. Quest’ultimo ha di recente rinnovato il
suo Consiglio di amministrazione, confermando alla presidenza e alla
vicepresidenza rispettivamente Giorgio Sacerdoti e Raffaella Mortara.
Gli altri componenti del Consiglio sono Giorgio Barba Navaretti,
Giuseppe Calabi, Anselmo Calò, Serena Di Nepi, Rony Hamaui, Leone
Hassan, Piergaetano Marchetti, Gad Nacamulli (delegato Unione Giovani
Ebrei Italiani) e Claudia Terracina, in rappresentanza della Comunità
ebraica di Milano. Leggi
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giovani ebrei italiani Ugei, Terracina presidente
Papà
romano, mamma francese, il 33enne Joel Terracina è il presidente
dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia per il 2019. È quanto ha disposto
(all’unanimità) il Consiglio formatosi in seguito al voto che ha chiuso
il Congresso ordinario svoltosi recentemente nella Capitale.
Laurea triennale in Scienze Politiche, Laurea Magistrale in Studi
Europei, un soggiorno di studio e ricerca in Israele, Terracina è da
tempo attivo nella vita comunitaria (era tra l’altro candidato con la
lista Menorah nelle ultime elezioni al Consiglio UCEI).
“Dobbiamo rilanciare l’associazione, che ha un po’ perso di appeal. E
necessariamente sanare alcune fratture tra diverse fazioni” sottolinea
Terracina. Parola d’ordine, dice, è “unità”. Positivi i riscontri della
prima riunione di Consiglio dove, afferma, “ha visto molta
collaborazione e tante energie, specie dai più giovani”.
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fu ideatore dell'attacco a via rasella Fiorentini, un secolo di impegno
Aria
di festa domenica mattina al Museo Storico della Liberazione, a via
Tasso a Roma. Ospite d’onore Mario Fiorentini, matematico e gappista,
che il 7 novembre compie cent’anni. Intorno gli si sono stretti vecchi
partigiani e anche giovani venuti ad ascoltare le storie di Mario
Fiorentini, uno dei gappisti di via Rasella e animatore indefesso delle
attività antifasciste a Roma in quei giorni bui del ’43 e del ’44. Col
nome di battaglia Giovanni, Mario Fiorentini allora venticinquenne
resse le fila di una brigata partigiana e del Gap Gramsci. Con lui
Lucia Ottobrini, allora diciannovenne, che prese il nome di Maria, lo
stesso nome della madre di Fiorentini che col padre Pacifico erano
stati rastrellati dai nazifascisti il 16 ottobre. Quel giorno il
giovane Fiorentini, figlio di un padre ebreo, sfuggì alla cattura
scappando per i tetti, i suoi genitori riuscirono poi fortunosamente a
salvarsi dalla deportazione nei campi di sterminio.
Paolo Brogi Leggi
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il limmud a un anno dalla scomparsa Rav Laras, Livorno ricorda
Momento di ricordo a Livorno, prima di un limmud che avrà luogo stasera, in memoria del rav Giuseppe Laras (nell'immagine).
Nell’Oratorio Lampronti, dopo un’introduzione del rav Yair Didi, ha
preso la parola rav Mino Bahbout, giunto da Venezia, che ha ripercorso
la storia dell’approccio alla tematica della conversione. In Italia e
in particolare alla luce dei pareri del rav Laras.
Dalla famiglia Laras è giunto un saluto, con l’apprezzamento per
l’iniziativa in ricordo del grande Maestro che, a Livorno, resse la
cattedra rabbinica dal 1968 al 1980.
Gadi Polacco Leggi
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Oltremare - Spiaggia
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La
spiaggia che va da Ashdod ad Ashkelon è uno di quei luoghi che se
avessi continuato a vivere la mia tranquilla vita telavivese non avrei
probabilmente mai conosciuto. E sarebbe stato un peccato, perché
Nitzanim contiene tutto quello che una persona sana può desiderare da
una spiaggia, e cioè pochissimo. Nonostante in Israele tutto sia
piccolo e il paese dia l’impressione di essere fortemente
sovrappopolato, qui sembra di essere in una specie di oasi, anche
grazie alla riserva naturale che in qualche maniere si è riusciti a
mantenere fino ad oggi, che copre di dune e vegetazione selvaggia i due
lati della stradina a linea retta che porta dall’ultimo incrocio con la
statale quasi fino alla spiaggia.
Daniela Fubini
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Noi e i reform
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Nel
consueto dibattito interno all’ebraismo italiano ortodosso, è in atto
da tempo una rimozione nei confronti del nascente ebraismo italiano
riformato e dei suoi temi principali. Questa potrebbe essere
considerata una posizione accettabile se riferita al nostro rabbinato
(non voglio entrare nella questione), ma a mio parere non lo è se
consideriamo quelle persone e quelle istituzioni politiche che
dovrebbero rappresentare l’ebraismo stesso nella società italiana: è
ora che questa rimozione abbia termine.
Guido Osimo, Consigliere UCEI
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Controvento - Fake news
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Consoliamoci:
le fake news sono sempre esistite, si sono sempre propagate rapidamente
(almeno per quanto consentiva la tecnologia del tempo) e sono sempre
state utilizzate per inquinare la politica, aizzare la folla contro
capri espiatori, liberarsi di concorrenti. Gli antichi romani erano
geniali nel manipolare l’informazione, altro che hackers russi. La
vittima più celebre fu probabilmente l’imperatore Nerone, passato alla
storia come colui che appiccò l’incendio a Roma suonando poi l’arpa
mentre se lo godeva dall’alto. Gli studiosi oggi tendono a rivalutare
la sua figura vilipesa.
Viviana Kasam
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