Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Reduce
dalla drammatica lotta con l’angelo che gli conferisce il nome di
Israel, dopo aver superato indenne il temuto incontro con il fratelli
Esaù, Giacobbe giunge finalmente in terra di Canan - “Quando tornò da
Padan Aram, Giacobbe arrivò incolume alla città di Shekhem che si
trovava nella terra di Canaan e si accampò di fronte alla città”
(Genesi 33,18).
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Davide
Assael,
ricercatore
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È
di pochi giorni fa la notizia di una delegazione politica israeliana,
composta da membri dell’Unione sionista e della Lega araba, in visita
in Trentino per osservare il modello di convivenza in uso nella regione
italiana. Da sempre, come ben noto, alle prese col problema della
tutela delle minoranze linguistiche e della coabitazione fra una
maggioranza italiana e una minoranza germanica.
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L'Italia e i conti europei
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La
vita nelle comunità e nelle città israeliane vicino a Gaza è tornata
lentamente alla normalità in queste ore, dopo due giorni di intensi
attacchi missilistici dalla Striscia da parte dei terroristi di Hamas.
Le scuole sono state riaperte e sono ripresi i servizi ferroviari a sud
di Ashkelon, una delle città più colpite dai razzi palestinesi (460,
come riporta il Fatto Quotidiano). Il cessate il fuoco, scrivono i
quotidiani israeliani, è arrivato tramite la mediazione egiziana. “Il
premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva già detto di voler evitare
una ‘guerra non necessaria’, – riporta il Foglio – anche se su di lui
aumenta la pressione degli alleati politici della destra più radicale
per trovare una soluzione militare ai cicli di violenza a Gaza”. Tra i
contrari a una tregua, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman. E
mentre i cittadini del Sud d’Israele provano a tornare alla normalità,
da Gerusalemme arriva la notizia dell’elezione del nuovo sindaco: a
guidare la capitale sarà Moshe Leon, vicino a Lieberman, che ha
sconfitto al secondo turno il rivale Ofer Berkowitz, considerato il
candidato laico.
Libia, vertice senza intesa. La stretta di mano tra i due rivali
libici, il generale Khalifa Haftar e il leader Fayez al-Sarraj è stato
un segnale positivo arrivato dal vertice di Palermo organizzato dal
governo italiano ma non cambia molto la situazione sul terreno,
scrivono i quotidiani oggi. “Nel corso degli incontri – scrive il
Corriere – Haftar ha garantito una sorta di tregua a Sarraj almeno fino
alle prossime elezioni” ma non si è arrivati a una vera intesa, scrive
Repubblica. Positivo invece il quadro del Presidente del Consiglio
Conte, che ai giornalisti ha sottolineato come “Stabilizzando la Libia
ci aspettiamo effetti benefici non solo per l’Italia o non solo per la
Libia, ma anche per l’Europa, stiamo fornendo un servizio a tutta
l’Europa. E tutto questo senza rivendicare una leadership sul piano
economico, politico o di altro tipo”.
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ejc a vienna - le parole del cancelliere kurz
"Rendiamo giustizia alla storia,
contrastiamo l'antisemitismo"
Da
Vienna, un impegno concreto contro l'antisemitismo. Nella capitale
austriaca si sono riuniti nelle scorse ore leader del mondo ebraico
europeo e rappresentati del mondo politico per discutere l'inquietante
rinascita dell'antisemitismo nel continente e proporre misure concrete
di contrasto. Ospite d'onore della conferenza, il cancelliere austriaco
Sebastian Kurz a cui il presidente dello European Jewish Congress Moshe
Kantor ha conferito il Premio “Jerusalem Navigator”. “Antisemitismo e
antisionismo si confondono, ma sono due facce della stessa medaglia”,
ha detto il cancelliere Kurz nel suo discorso di apertura. "Come
austriaci, dobbiamo essere onesti quando guardiamo al nostro passato,
perché l'Austria non è stata solo vittima ma anche carnefice. Ma
dobbiamo anche guardare al futuro. Non possiamo disfare la storia, ma
possiamo rendere giustizia alla nostra storia”. “Spero che la
definizione di antisemitismo e le conclusioni presentate a questa
conferenza garantiranno agli ebrei di vivere in sicurezza in Austria,
in Europa e altrove. Questo è l'unico modo per essere all'altezza della
nostra presidenza del Consiglio europeo”, ha concluso Kurz. Per il
presidente dello European Jewish Congress Kantor, la situazione in
Europa e nel mondo rispetto alla minaccia antisemita chiede interventi
concreti. Leggi
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Il riconoscimento a Edith Bruck
“Auschwitz la mia università”
“La mia università si chiama Auschwitz, l’università del male che mi ha insegnato il bene”.
Così Edith Bruck, Testimone della Shoah ungherese di nascita ma
italiana d’adozione, 86 anni, nell’intervento tenuto oggi
all’Università Roma Tre in occasione del conferimento della laurea
honoris causa in Informazione, Editoria e Giornalismo assegnatale
dall’ateneo capitolino. Un titolo che arriva a riconoscimento di un
lungo impegno come scrittrice e poetessa che nei suoi testi ha saputo
raccontare ed elaborare l’orrore e mai si è sottratta al compito di
testimonianza alle nuove generazioni. Un impegno instancabile e
coraggioso per chi, sulla propria pelle, porta incise le ferite di
Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen (dove Edith fu liberata dagli
Alleati).
“Una mente non devastata dall’orrore che ha saputo mantenere una sua
freschezza, uno sguardo adolescente sul mondo” ha detto di lei David
Meghnagi, direttore del Master internazionale di secondo livello in
Didattica della Shoah dell’ateneo, in occasione di una giornata
organizzata in suo onore nell’aula del Consiglio del rettore alcuni
anni fa. Proprio Meghnagi, che è anche assessore UCEI alla Cultura, è
stato il promotore di questa laurea honoris causa oltre che membro
dell’apposita commissione. Leggi
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albert einstein e la teoria della relatività
Lezioni di fisica talmudica
In
questi giorni si celebra l’anniversario della pubblicazione del primo
articolo di Albert Einstein sulla teoria della relatività (quella
“speciale”), uscito nel novembre 1905. Lo vorremmo ricordare con questo
gustoso passo tratto dalle Sette brevi lezioni di fisica
(Adelphi 2014, pp. 47-48) di Carlo Rovelli, fisico teorico responsabile
dell’Équipe de gravité quantique del Centre de physique théorique
dell’Università di Aix-Marseille e grande divulgatore.
C’è una situazione
paradossale al centro della nostra conoscenza del mondo fisico. Il
Novecento ci ha lasciato le due gemme di cui ho parlato: la relatività
generale e la meccanica quantistica. Sulla prima sono cresciute la
cosmologia, l’astrofisica, lo studio delle onde gravitazionali, dei
buchi neri e molto altro. La seconda è diventata la base della fisica
atomica, della fisica nucleare, della fisica delle particelle
elementari, della fisica della materia condensata e molto altro. Due
teorie prodighe di doni e fondamentali per la tecnologia odierna, che
hanno cambiato il nostro modo di vivere. Eppure le due teorie non
possono essere entrambe giuste, almeno nella loro forma attuale, perché
si contraddicono l’un l’altra.
Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano
. Leggi
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qui firenze - a 80 anni dalle leggi razziste
L'invenzione di razze e nemici
Nel
prestigioso Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, con la
partecipazione di un numerosissimo pubblico in gran parte composto da
studenti, per iniziativa del Sindacato degli Avvocati di Firenze e
Toscana, in collaborazione con la Fratellanza Militare, l'associazione
Avvocati matrimonialisti italiani e il patrocinio della Regione Toscana
e del Comune, si è svolto un riuscitissimo convegno, a ottant'anni
dalla promulgazione delle Leggi razziste, dal tema “La difesa della
razza e la costruzione del nemico”, aperto e moderato dagli avvocati
Vittorino Lauria e Urbano Rosa, membri del direttivo del sindacato, con
la partecipazione della senatrice a vita Liliana Segre.
Per il sindaco ha portato il saluto d'apertura l'assessore Sara
Funaro, che ha tenuto un breve apprezzato discorso associando l'evento
al tema della giornata in corso, quello dell'infanzia, e quindi
soffermandosi sulle tragiche pagine dedicate nel suo libro di memorie
da Alberto Sed, allora ragazzo quindicenne, ai bambini trucidati con la
pistola dai militari tedeschi davanti ai suoi occhi atterriti.
(Nell'immagine Liliana Segre con il sindaco Dario Nardella e con la Giunta del Comune di Firenze) Leggi
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Ticketless - Riforme
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Nel
dibattito sul rinnovamento dell’ebraismo, ritorna un tema antico: la
riforma. Timidamente riaffiora un problema che ad Amburgo, Londra,
Pittsburgh si discuteva più di un secolo fa ed anche in Italia aveva
una sostanza, giuridica e culturale che oggi non vedo. Rispecchiano,
questi ritardi, non solo sulla riforma, l’arretratezza dell’ebraismo
italiano e una non piccola dose di provincialismo. Non entro nel
merito, ho già dato. Gli storici del diritto più esperti mi avevano a
suo tempo convinto che per un riconoscimento giuridico dell’ebraismo
riformato non vi sarebbe altra via di uscita che una nuova Intesa:
strada alquanto impervia tanto più in una situazione politica come
quella attuale.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Giornalisti liberi
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Ho
già avuto modo, in passato, di parlare di Giuseppe Crimaldi, e del suo
doppio ruolo di coraggioso giornalista e di strenuo difensore
d'Israele, e di osservare come entrambe queste sue funzioni siano due
facce di una medesima medaglia, ossia di uno stesso amore per la
verità, il diritto, la giustizia. Parole, queste, che sembrano oggi, in
tutto il mondo, alquanto passate di moda, e che proprio per questo
appare necessario difendere, sia pure in controtendenza.
A volte la storia mette gli uomini giusti dalla parte dei perdenti, e
allora si pone la scelta tra saltare sul carro dei vincitori
(specialità nella quale gli italiani sono, notoriamente, campioni del
mondo: uno dei pochi casi in cui uno stereotipo pare purtroppo vero) o
resistere, e perdere.
Francesco Lucrezi, storico
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Patologia
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Qual
è l’origine del male che stiamo vivendo? Quali sono le cause della
patologia che porta alla nascita e alla diffusione di nuovi razzismi,
al riemergere non più strisciante ma palese dell’antisemitismo, al
successo crescente e massiccio di nuovi regimi forti, alla polemica
dilagante contro un giornalismo liberamente critico? Pare di tornare a
immergersi, lentamente e inesorabilmente, nelle epoche più buie del
secolo scorso.
David Sorani
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