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2 Dicembre 2018 - 24 Kislev 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
La festa di Chanukkah ci ricorda l'importanza di accendere un nostro candelabro, senza minacciare o essere minacciati dai candelabri degli altri.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Adam Michnik riceverà il Premio Internazionale Primo Levi 2018 questa sera, alle 17, al Palazzo Ducale di Genova. Parlerà in polacco. È importante che la libertà e la memoria della lotta al totalitarismo abbiano la possibilità di trovare le parole anche in quella lingua. Non per ricordare il passato, ma per parlare al presente e del presente per il futuro.
 
Israele e gli Stati arabi,
un dialogo aperto
In forte evoluzione lo scenario diplomatico tra Israele e Stati arabi, con sempre più frequenti incontri e strette di mano che lasciano intendere un cambio di rotta significativo. “Benjamin Netanyahu è accolto dal sultano dell’Oman, le note dell’Hatikwa vengono suonate negli Emirati, l’Arabia Saudita si protegge con tecnologia israeliana, il sovrano del Bahrein invita ministri dello Stato ebraico e il Qatar si accorda con Gerusalemme per inviare ingenti aiuti alla Striscia di Gaza: quanto avvenuto nell’ultimo mese – scrive in un editoriale il direttore de La Stampa Maurizio Molinari – dimostra che la novità in Medio Oriente è lo scongelamento dei rapporti fra le monarchie del Golfo e Israele”.

“Sull’agricoltura tecnologica l’Italia va a scuola da Israele”. Così il Messaggero nel dare conto dell’accordo di collaborazione tra i due paesi che sarà siglato martedì a Roma. “La marcia in più di Israele, nel 2017 secondo Paese al mondo per numero di start-up pro-capite, trova origine nei consistenti investimenti in ricerca e sviluppo: il 4,1% del pil contro l’1,3% italiano” scrive il quotidiano romano.

Istruzione arma più forte contro razzismo e antisemitismo? In una intervista con La Stampa, il presidente del comitato dei rettori di Israele Joseph Klafter dice: “È un problema con diverse sfaccettature. Spero che l’educazione fin dalla tenera età funzioni, ma dobbiamo distinguere tra questo aspetto e il movimento Bds creato dai palestinesi contro Israele. È in crescita ed è diffuso tra gli studenti universitari in tutto il mondo. Studenti che saranno i docenti di domani”.
 
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Qui milano - jewish in the city
"Luce contro l'oscurantismo"
La cultura per accendere il pensiero e rischiarare il buio dell’oscuratismo, dell’omologazione, della cancellazione delle differenze. È un messaggio rivolto al presente quello lanciato nelle scorse ore dai protagonisti di Jewish in the city, la rassegna milanese dedicata alla cultura ebraica, riuniti nella sinagoga di via Guastalla: da rav Alfonso Arbib, rabbino capo della città, all’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, da rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, allo psicanalista Massimo Recalcati e al giornalista David Parenzo, tutti gli intervenuti hanno ricordato la necessità di non cadere nel buio dell’ignoranza, ma di impegnarsi ad accendere la luce della ragione. “Siamo qui per dare un messaggio rivolto al futuro. Per accendere le luci di Channukkah e la luce della cultura ebraica”, ha sottolineato in apertura Gadi Schoenheit, Consigliere della Comunità ebraica, promotrice dell’iniziativa.
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futuro del governo a rischio
Israele, la polizia raccomanda

l'incriminazione di Netanyahu
L’incriminazione del Primo ministro Benjamin Netanyahu e di sua moglie Sarah è stata raccomandata dalla polizia israeliana alla magistratura per possibile corruzione, frode e abuso di ufficio in relazione ai rapporti intrattenuti dal Premier e dalla consorte con Shaul Elovitch, azionista di controllo della compagnia Bezeq. Una vicenda su cui da tempo la magistratura sta indagando.
“La richiesta della polizia non ha valore legale e non sorprende” ha commentato Netanyahu sul proprio profilo social. Il Primo ministro si è detto sicuro del fatto che “le autorità competenti, dopo aver esaminato il materiale, arriveranno alla conclusione che non c’è nulla”. Altro non ha voluto dire, nell’incontro con i giornalisti che ha aperto la riunione domenicale del governo preferendo piuttosto dedicarsi a un ricordo di George H. W. Bush.
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qui torino - il riconoscimento
Premio Interfedi a Senez

"Film che insegna rispetto"
Va a Nos Battailes del regista Guillaume Senez la sesta edizione del “Premio Interfedi – Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità” assegnato in occasione del Torino Film Festival. Promosso dalla Chiesa valdese e dalla Comunità ebraica, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, con una giuria composta da Carlotta Monge (Chiesa valdese), David Sorani (Comunità ebraica) e Beppe Valperga (Comitato Interfedi), il riconoscimento è andato al film di Senez con la seguente motivazione: “Tratta con delicatezza il percorso di un padre sindacalista che, costretto dall’abbandono della moglie ad assumersi responsabilità verso i figli, impara a rispettare le esigenze di coloro che gli sono vicino, non ponendosi più su un piano egoistico e rimanendo fedele ai propri valori, sullo sfondo della problematica realtà del mondo del lavoro odierno”.
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la cerimonia al tempio levantino e in ghetto
Venezia, la ferita e il ricordo
Era la notte tra il 4 e il 5 dicembre del 1943 quando fu compiuto il principale rastrellamento degli ebrei veneziani da parte dei nazifascisti.
Questa mattina, nel Tempio levantino, i 246 deportati nei campi di sterminio sono stati nominati uno a uno nel corso di cerimonia sentita da tutta la Comunità cui ha fatto seguito un momento di commemorazione davanti al monumento in ricordo delle vittime della Shoah in campo di Ghetto Novo.
Ad intervenire tra gli altri il presidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Gnignati, il rabbino capo rav Scialom Bahbout, il vicerabbino Avraham Dayan.
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pilpul

Il vuoto e il pieno 
In Francia si susseguono le manifestazioni contro la politica del presidente Macron, giovane e inedita promessa del panorama nazionale anzitempo appassita. Al di là del merito delle singole espressioni di dissenso, e ancora di più del ricorso alla violenza di piazza, laddove è facile immaginare che alle sincere proteste si accompagnino le provocazioni, le strumentalizzazioni e le manipolazioni, rimane il fatto che un diffuso malcontento sta attraversando l’Europa intera. La crisi delle istituzioni comuni dell’Unione si inserisce all’interno di questo processo, essendone più effetto che non causa. Ovvero, dal momento che il peso di una mancata federazione politica si è sovrapposta alla realizzazione di una moneta unica, le conseguenze dei mutamenti geopolitici – e tra questi soprattutto quelli di ordine sociale ed economico – si sono riflesse su tutto il Continente europeo senza gli ammortizzatori che queste avrebbero invece richiesto. Il colpo di maglio è stato avvertito soprattutto nelle fasce intermedie e mediane delle nostre società, quel ceto medio – per l’appunto – che misura non solo il decremento della sua capacità economica ma anche la perdita di status, il timore per i tempi a venire, in buona sostanza un altrimenti inaspettato scollamento con la società circostante. La protesta generalizzata contro le élite incapaci di fare fronte ai cambiamenti, guidandoli e gestendoli a beneficio comune, è divenuta allora il tratto prevalente di un disagio diffuso, in parte fondato su bisogni reali ed in parte “percepito”, e quindi elaborato, come senso al medesimo tempo di espropriazione (per i diritti persi o non riconosciuti) e di frustrazione (per un tempo futuro che non costituisce più una prospettiva di speranza ma solo di ansia).

Claudio Vercelli
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Immagini - Salgado 
Queste due fotografie, quella dei minatori della Serra Pelada in Brasile, e quella dei pinguini in Antartide sono state scattate da uno dei più grandi fotografi viventi, Sebastiao Salgado.
Per anni Salgado ha documentato nei luoghi più remoti e inaccessibili le condizioni di sfruttamento economico
dei lavoratori, producendo la sua opera più famosa: “La mano dell’uomo”. L’opera, realizzato in 26 paesi nell’arco di 8 anni, ci offre un omaggio straordinario della fatica dell’uomo. Il fotografo brasiliano si definisce infatti un “fotografo militante”. Nelle sue fotografie, Salgado riesce a ricondurre l’uomo ad una dimensione epica ovunque si trovi: nelle piantagioni del Ruanda, nelle coltivazioni di canna da zucchero a Cuba, nelle miniera d’oro della Serra Pelada in Brasile fino ad arrivare nei pozzi petroliferi in fiamme del Kuwait.

Ruggero Gabbai
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