Yosef Labi, rabbino
di Verona
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atto di bontà che compiamo verso il prossimo è come il sassolino, anche
piccolo, che lanciamo nell'acqua di un fiume. Questo crea sempre più
increspature che man mano continuano ad allargarsi. Compi un atto di
bontà, anche piccolo, e osservalo espandersi molto oltre i tuoi
orizzonti.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Neofascismi
(Edizioni del Capricorno) di Claudio Vercelli è un libro molto
importante che fa una doppia operazione molto interessante: considerare
il neofascismo un fenomeno serio, radicato e non transitorio di questo
nostro tempo e connetterlo al «fenomeno populista» e «sovranista»,
leggendolo come il linguaggio egemone di questo nostro tempo.
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Il calcio e l'odio in curva
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Il
mondo del calcio ancora macchiato da cori razzisti e antisemiti,
intonati da un gruppo di tifosi della Lazio nel corso della partita di
Coppa Italia contro il Novara. Da capire cosa accadrà adesso sul piano
disciplinare. “I cori – scrive la Gazzetta dello Sport – sono stati
percepiti dall’ispettore che stazionava sotto la Curva Nord, mentre non
sono stati rilevati da quelli che stavano a metà campo, sotto le
tribune Tevere e Centrale. Cori che per dimensione e percezione reale
non vengono ritenuti rilevanti e questo aspetto molto probabilmente non
provocherà nessuna sanzione per il club”.
Bocciata ad Anzio, Comune guidato dal centrodestra, una proposta di
revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Racconta
Repubblica: “In consiglio comunale, evitando persino il dibattito sulla
mozione con cui tre consiglieri di sinistra avevano chiesto di revocare
quell’onorificenza concessa nel 1924 al capo del fascismo, è stata
mantenuta la cittadinanza onoraria e contestualmente è stata negata una
benemerenza a una cittadina vittima delle persecuzioni razziali”. Si
tratta di Adele Di Consiglio, colpita all’età di sei anni dalle Leggi
razziste. Nella Shoah subì la perdita del papà e di altri familiari.
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I LAVORI DEL CONSIGLIO UCEI Bilancio, sì a larga maggioranza
L'approvazione
a larga maggioranza e dopo un approfondito dibattito del bilancio
preventivo 2019 ha contrassegnato la riunione del Consiglio dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane che è in corso oggi, domenica 13
gennaio, a Roma.
Un bilancio che, ha spiegato nella sua relazione l'assessore al
Bilancio Davide Romanin Jacur, è presentato in equilibrio "senza il
ricorso all'utilizzo di alcun tipo di riserva patrimoniale". Tra gli
aspetti più significativi messi in luce dall'assessore l'aumento di
stanziamenti alle Comunità, la riduzione delle spese interne, la messa
in atto di politiche di fundraising con enti diversi.
Una pianificazione basata anche sulla possibilità di calcolo "con
ragionevole certezza" dell'importo relativo alle scelte dell'Otto per
Mille destinate all'Unione che sarà comunicato in luglio dal ministero
delle Finanze così da evitare di dover assumere delle previsioni "che,
forzatamente, avrebbero dovuto essere conservative".
Tra i temi discussi nel corso della mattinata alcune questioni relative
alla sicurezza e alla lotta contro odio, razzismo e antisemitismo. A
confrontarsi con il Consiglio UCEI il capo dell'antiterrorismo Lamberto
Giannini. Leggi
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i numeri del turismo Israele, un 2018 da record
Oltre
quattro milioni di turisti hanno visitato Israele nel 2018. Un record
per il paese che continua a migliorarsi, anno dopo anno, rispetto a un
settore tanto importante quanto quello turistico. Il ministero del
Turismo ha dichiarato che l’aumento è frutto, almeno in parte, di una
ampia campagna di promozione di Israele come destinazione di viaggio in
diversi paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Germania, Russia, Italia,
Inghilterra e Cina. L’incremento di visitatori rispetto al 2017 è stato
del 14% e le entrate hanno raggiunto circa 5,8 miliardi di dollari. Leggi
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qui roma - il concerto Memoria, le voci femminili
“In
un mondo in cui stanno rinascendo razzismi, maschilismi e paura del
diverso è importante dare voce ai valori di umanità, accoglienza, amore
ed empatia che contraddistinguono l’universo femminile”. Questo, per le
ideatrici e organizzatrici Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese,
uno dei messaggi più significativi del concerto “Libero è il mio canto”
che mercoledì 16 alle 20.30, all’Auditorium Parco della Musica, segnerà
l’avvio delle iniziative per il 27 gennaio organizzate sotto l’egida di
Palazzo Chigi. Promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in
collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Università
Ebraica di Gerusalemme e Rai Cultura, il concerto porterà in scena
diciotto brani composti da donne deportate in ghetti, campi nazisti,
gulag e altri luoghi di prigionia tra il 1933 e il 1953. Una piccola ma
significativa parte del lavoro di ricerca svolto in questo ambito da
Francesco Lotoro.
“La musica scritta in lager e gulag – spiega il Maestro – è positiva in
quanto esalta la vita, annichilisce le ideologie totalitarie e rende
uno dei più grandi omaggi all’ingegno umano. Le donne musiciste,
persino di fronte all’ineluttabile, crearono poesia e musica su patria
perduta, figli e mariti lontani, resistenza al nemico, senza mai
rinunciare a gusto, fantasia e ironia”. Leggi
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Pietà è morta
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Ogni
regime politico, anche quelli democratici, si dà le sue parole di
riferimento, attraverso le quali definisce se stesso ma anche e
soprattutto – nel gioco dei reciproci inversi – ciò che non intende
essere. Al pari, nelle diverse stagioni culturali e storiche che si
alternano, partiti e movimenti si caratterizzano a loro volta per il
linguaggio che adottano. In particolare modo nel modo di identificare e
di definire i propri avversari. Si sa: la parola, così come crea può
anche distruggere. Può diventare un’etichetta che si appiccica alle
persone, determinandone il destino, spesso loro malgrado. Più
prosaicamente, disegna e consegna all’individuo una sorta di fisionomia
che in nessun modo si è andato cercando ma che comunque lo obbliga o lo
vincola nei suoi rapporti sociali. Buona parte del razzismo, di
qualsiasi pasta sia composto e contro chiunque si eserciti, parte
sempre da una serie di “atti linguistici”, di modi di dire che rivelano
specifici, peculiari modi di pensare. La stigmatizzazione passa
attraverso queste parole, che servono nella totalità dei casi a
deumanizzare, ridicolizzandolo e riducendolo ad oggetto del grottesco,
il perseguitato (comunque il candidato alla persecuzione). È valso nel
passato, vale per il presente.
Claudio Vercelli
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